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Autore: _Kappa_    09/05/2013    3 recensioni
“Vi ho chiesto di riunirvi qui” disse “Perché ho risolto il caso”
Genere: Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era immobile, paralizzato. Il veleno gli impediva di muovere anche un solo muscolo. Il sangue gli imbrattava i vestiti, il sole rovente gli bruciava la pelle.
Sapeva che sarebbe arrivata. E allora l’avrebbe ucciso.
L’aspettava, senza ansia: non avrebbe avuto senso. Ormai stava per finire.
E lei arrivò. Con un coltellaccio da macellaio ben lucidato arrivò da Arthur.
Mentre le altre persone urlavano e correvano dietro di lei, lei, gridando straziata come gli altri, giunse per prima e piantò con decisione il coltello nel suo cuore, esattamente in mezzo alla macchia di sangue già presente sui vestiti. Guardandolo dritto negli occhi.

*

“E’ terribile. Terribile.” Shirley singhiozzava sconsolata, mollemente abbandonata su una poltrona al centro della stanza. I capelli biondi, lunghi e lisci le ricadevano scomposti sulle spalle, gli occhi turchini gonfi di pianto. Mary, sua madre, era in piedi, appoggiata allo schienale della poltrona della figlia, e fissava il vuoto. 
“Perché piangi, mamma?”
Una bambina, doveva avere poco più di due anni, tirava con delicatezza i capelli della madre, cercando di attirare la sua attenzione.
“Oh, Jane!”, singhiozzò Shirley, prendendo in braccio la figlia stringendola forte.
Dal lato opposto della stanza, un uomo camminava avanti e indietro vicino alla finestra, i capelli scuri e gli occhi neri, non dissimile alla madre.
“Dean” disse Mary, in un sussurro. “Figlio mio.”
Egli si voltò, gli occhi ardenti. “Madre.”
“Devi stare tranquillo.”
Lui la ignorò.
Vicino al camino, spento data l’estate inoltrata, un uomo dai baffi folti, candidi e cespugliosi si tormentava le mani. Fissava la moglie con occhi vacui. Mary non ricambiava il suo sguardo, troppo intenta a studiare suo figlio.
“Qualcuno ha chiamato la polizia?” chiese ad un tratto.
“L’ho fatto io.” La porta del soggiorno era stata spalancata da una donnina esile, dai capelli corvini e la pelle candida. Sembrava una bambola di porcellana.
Guardò la madre negli occhi.
“Brava, Alice.”
Alice annuì, fece segno al marito, dietro di lei, di seguirla nelle stanza. I due presero posto sul divano, distanti.
Lui la guardava di sottecchi, scosso.
“Va tutto bene, Adam” la voce cristallina della giovane risuonò limpida nella stanza, palesemente falsa.
“Quando arriverà?” Era stato l’uomo con i baffi a parlare.
“Tra una decina di minuti”
Mary sospirò “Allora aspettiamo.”

*

“Detective O’Brian.”
Un uomo alto e smilzo, la voce tonante, parlava alla famiglia riunita nel salotto.
“Mi è stato segnalato un caso di omicidio”
Nessuno rispose.
“Siete molto scossi,a quanto vedo.”
“Detective..” L’uomo con i baffi si era alzato.
“Si, signor..”
“Brown. George Brown.”
Il Detective lo scrisse su di un taccuino, poi disse: “Si, signor Brown”
“Non vorrebbe.. prendere visione del cadavere? ”
“Si. Si, è opportuno. Tuttavia, preferirei fare la vostra conoscenza, prima.”
Alice scambiò con la madre uno sguardo allibito.
“Certamente, Detective.” George non aveva battuto ciglio. “Questa è mia moglie. Mary Brown”
“La signora non è in grado di parlare da sola?” interruppe O’Brian.
Tutti i presenti sgranarono gli occhi, ad eccezione della piccola Jane che, sdraiata a pancia in giù sul tappeto, disegnava con i pastelli a cera.
“il mio nome è Mary Cooper, coniugata Brown” rispose la donna senza scomporsi.
“Eccellente” Il Detective si segnò il nome.
“Questi sono i miei figli” Disse George.
“Alice Brown” mormorò la brunetta.
“Dean Brown” disse il diretto interessato.
“Shirley.. Shirley Brown” singhiozzò la bionda.
L’uomo fece un cenno con il capo ad ogni nome. Scrisse tutto in fretta. Poi si rivolse ad Adam.
“Il suo nome?”
“Adam Lewis” rispose, inespressivo. “Sono il marito di Alice”
“Lo sospettavo. E la piccola, come si chiama?”
“Lei è mia.. mia fi-figlia. J-Jane” balbettò Shirley.
“Eccellente” Ripeté il detective, scrivendo anche questo sul foglio di carta. “Nome e cognome della vittima e stato di parentela.”
“E’.. era mio cognato, Detective” esordì Dean
“Il marito della signorina, quindi” disse O’Brian, indicando Shirley con il capo.
Lei annuì.
“Eccellente” disse l’uomo, una terza volta. “Ora, se possibile, vorrei esaminare il cadavere.”
“Prego, mi segua.” George si era alzato e avvicinato alla porta.
“Ma certo.”
I due uomini uscirono dalla stanza, lasciandola nel più completo e assoluto silenzio.

 *

“L’abbiamo trovato così circa mezz’ora fa.” George e il Detective erano in piedi sulla terrazza, accanto al corpo di Arthur, che giaceva abbandonato sulla sdraio. Era ricoperto di sangue, con un coltellaccio piantato nel petto.
“Chi ha ritrovato il corpo?”
“Tutti.. tutti noi signore. Alice era uscita in balcone per prendere un po’ d’aria e l’ha visto. Siamo tutti corsi fuori, e quando siamo arrivati.. sanguinava ancora.”
“Sanguinava ancora?” chiese O’Brien.
“Proprio così. ”
“Eravate tutti presenti in salotto, al momento dl ritrovamento?”
“Beh, a parte Alice.. Mary era in camera sua.. ma lei non potrebbe mai..”
“Eccellente. Torni pure dentro, qui ci penso io”
George annuì e si allontanò.
O’Brien estrasse il taccuino, voltò pagina e sotto la scritta “SOSPETTATI” scrisse “Mary Cooper”
Poi si avvicinò al cadavere per esaminarlo.

*

Il detective entrò in salotto. Tutti i membri della famiglia erano presenti.
“Ha scoperto qualcosa, Detective?” chiese Alice, con la vocina sottile sottile.
“Si” replicò lui. “Ora, avrei bisogno che uno di voi telefoni in centrale. Dite che vi mando io, e dite che mi occorre Davis al più presto. Loro capiranno.”
“Posso farlo io” si offrì Adam
“Eccellente. Signora Cooper, se non le dispiace vorrei scambiare una parola con lei.”
“Ma certo.” La signora si alzò e seguì il Detective, il quale, nell’uscire, scambiò uno sguardo con George per rassicurarlo.

*

“Suo marito dice che non eravate con gli altri al momento del ritrovamento del cadavere.”
Il Detective era seduto su una delle sedie che circondavano il tavolo da pranzo. La signora sedeva davanti a lui, e lo fissava dritto negli occhi.
“E’ corretto” replicò subito “Mi trovavo in camera mia. Vede, soffro di diabete. Stavo preparando la mia siringa. Insulina, sa.” Aggiunse in risposta all’espressione confusa del suo interlocutore.
“Ma certo”
“Non l’ho ancora presa. Dovrei farlo subito, in effetti.. altrimenti Dean me ne dirà quattro.”
“Cosa c’entra suo figlio con tutto questo?”
“E’ un farmacista, vede. Generalmente, la puntura me la fa lui.”
“D’accordo, allora.. può andare, Signora Cooper.”
Lei sorrise e uscì dalla stanza.
IL Detective estrasse nuovamente il taccuino, e sotto al nome della Cooper, scrisse: “Dean Brown”
 

*

“Ecco fatto.”
“Grazie Davis”
Il Detective, insieme al medico legale, si trovava sul terrazzo, accanto ai poliziotti che stavano spostando il corpo.
“Ecco.. questa è la lista delle sostanze ritrovate dentro e fuori dal corpo della vittima.”
Era un foglio di carta, scritto a macchina. Il Detective lo prese e lo lesse:

Sangue [0+]
Sangue [A+]
Paraffina
Fibre di tessuto
Tubo curarina
Capello di donna
 
“Paraffina?” chiese il Detective
“Paraffina” ripeté il medico.
“E questa? Tubocurarina? Ma non sarà mica..”
“Si, lo è” lo interruppe Davis “E c’è dell’altro” aggiunse, indicando qualcosa sulla lista “Guarda qui.”
“Davis” disse O’Brien, dopo un attimo d riflessione “Ho appena scoperto come è avvenuto l’omicidio. Ora mi basta sapere perché, e scoprirò anche chi è l’assassino.”
 

*

“Vattene via!”
Una voce cristallina – quella di Shirley, sicuramente – risuonò sul pianerottolo. Il Detective, passando per caso, a quel suono si bloccò e si fermò ad ascoltare. La porta era accostata, e impediva di vedere con chi la ragazza stesse discutendo. La persona in questione, oltre che da vedere, era impossibile anche da sentire. La sua voce era ampiamente coperta da quella della ragazza.
“Lasciami in pace”
Il Detective era perplesso. Chi mai poteva irritarla a quel modo?
“E’ tutta colpa tua se Arthur è morto” continuò la giovane “E’ tutta colpa tua se mia figlia non ha più un padre!”
Poi tacque e prese a singhiozzare. O’Brien stava per allontanarsi, ma poi sentì qualcosa che lo inchiodò dov’era. Non era la voce di Shirley, quella che pronunciò la frase “Nostra figlia”.
Il Detective estrasse la penna e aggiunse un nome alla lista dei sospettati.
 

*

Il Detective era seduto nel suo studio e studiava febbrilmente il suo taccuino.
Era certo che ci fosse qualcosa che gli sfuggiva. Si mise a rileggere tutti i suoi appunti.
 
Arthur Green = Vittima [M; 35; 0+]
George Brown = suocero della vittima [M; 65; 0+]
Mary Cooper (con*. Brown) = suocera della vittima [F; 62; A+]
Alice Brown (con. Lewis) = cognata della vittima [F; 22; 0+]
Dean Brown = cognato della vittima [M; 29; 0+]
Shirley Brown (con. Green) = moglie della vittima [F; 25; A+]
Adam Lewis = cognato della vittima [M; 27; B+]
Jane Green = figlia della vittima [F; 2; AB+]
 
Sangue [0+]
Sangue [A+]
Paraffina
Fibre di tessuto
Tubo curarina
Capello di donna
 
Aveva eliminato Dean Brown dalla lista dei sospettati. Il capello ritrovato sul corpo della vittima era di donna.
Era sicuro che l’assassino fosse una donna, ma qualcosa gli sfuggiva.
Poi ricordò quello che aveva sentito quel pomeriggio.
I suoi occhi scattarono al nome della piccola Jane.
Le sue generalità, ordinatamente scritte accanto al suo nome, recitavano: Femmina, due anni, gruppo sanguigno AB+.
AB+.
Il Detective scattò in piedi: aveva capito tutto.

*

La famiglia era nuovamente riunita nel salotto.
Mary era in piedi dietro alla poltrona in cui sedeva suo marito. Dean camminava avanti e indietro vicino alla finestra, come il giorno dell’omicidio.
Sul divano sedevano Alice, Adam e Shirley, con la piccola Jane in braccio.
Il Detective, fronteggiava tutti loro. Quindi cominciò a parlare.
“Vi ho chiesto di riunirvi qui” disse “Perché ho risolto il caso”.
Un gelido silenzio scese sulla stanza. Nessuno si mosse.
“Vedete” continuò l’uomo “La lista dei sospettati comprendeva tre persone. Una di esse” pausa “E’ Dean Brown”
Dean sollevò la tesa di scatto, guardando interrogativo il Detective.
“Nel corpo della vittima è stata trovata della Tubocurarina. E’ un veleno paralizzante e per un farmacista non dovrebbe essere difficile procurarselo.”
Ancora silenzio.
“Ma sul corpo della vittima è stato ritrovato anche un capello. Di donna.” Riprese il Detective “Quindi, ho cancellato il signor Brown dalla mia lista.” Dean si rilassò “inoltre, abbiamo trovato due diversi tipi di sangue. Non uno, due. Il sangue della vittima e il sangue dell’assassino”
Il silenzio persisteva, pieno di tensione.
“C’era della paraffina sul corpo della vittima”
“Paraffina?” Era stata Mary a parlare.
“Si, paraffina. Comunissima crea da candela.” Spiegò il Detective. “La cera esposta al sole si scioglie, e il corpo della vittima era esposto al sole. Il sangue dell’assassino era avvolto nella cera, sopra la vittima paralizzata. Una volta scioltasi, la cera è stata coperta dal sangue.”
Nessuno osò parlare.  Shirley era pallidissima, Mary stringeva convulsamente la spalliera della poltrona del marito. Anche Jane stava zitta.
“In questo modo, l’ora del decesso sembra alterata. Il coltello è stato conficcato nel corpo della vittima solo in un secondo momento. Al momento del ritrovamento, per la precisione. Per questo sanguinava ancora: era appena stato ucciso. ” fece una pausa, poi si rivolse a George “Signor Brown, chi è stata la prima persona ad avvicinarsi al corpo?”
“Non.. non è possibile.” Balbettò lui.
“Signor Brown”
“Shirley”
Tutti si voltarono verso di lei. Boccheggiava, pallida come la morte.
“No.. no, io non.. no..”
“Come sospettavo”
A queste parole, lei scoppiò a piangere “No.. io non ho fatto niente..”
“Lei ha ucciso suo marito, signorina Brown. Il sangue ritrovato sul corpo della vittima era di gruppo A positivo. Qui dentro solo lei e sua madre siete di gruppo A positivo, ma sua madre è diabetica. Non c’era traccia di insulina in quel sangue”
“Ma perché mai avrei dovuto uccidere mio marito?”
Il Detective sorrise “Può dirmi di che gruppo sanguigno è sua figlia?”
“AB positivo” rispose lei “ma perché?”
“Lei è A positivo, come sua madre. Suo marito era 0 positivo, lo stesso suo padre. Quella B da dove salta fuori, signorina?”
Lei non rispose.
“Signorina Brown” insistette il Detective “Con chi stava parlando l’altro giorno, ce lo può dire? Chi parlava con lei riferendosi a vostra figlia?” sottolineò attentamente la penultima parola.
Tutti nella stanza la guardavano esterrefatti. Lei si fissava le mani giunte, senza più piangere o parlare.
“Forse può dircelo lei, signor Lewis?”
Gli occhi di tutti scattarono verso Adam, che guardava i detective con gli occhi fuori dalle orbite.
“Signor Lewis, era lei a parlare con la signorina. Lei è B positivo. Lei è il padre della piccola, non è così?”
Nessuno disse nulla, ma tutti guardavano i due giovani di sottecchi. Alice teneva gli occhi fissi su suo marito, con le lacrime agli occhi.
“E’ vero”
Shirley era in piedi, gli occhi fissi sul Detective, e per una volta sembrava risoluta.
“E’ vero. Io e Adam avevamo una relazione.”
“Adam” mormorò Alice sconvolta.
Lui non la guardava. Aveva occhi solo per Shirley.
“Siete stati voi a ucciderlo?” Mary era sconvolta.
“Non ce la facevo più, mamma!” scoppiò Shirley, urlando come un’ossessa ”Fingere di amare Arthur, fingere che Jane fosse figlia sua, fingere che tra me e Adam non ci fosse nulla! Sarei morta, lo capisci? Non potevo continuare a girare per casa vedendolo insieme a quella vipera! ” Sembrava completamente folle. Non piangeva, ma sprizzava rabbia da tutti i pori.
Mary era sconvolta, ma non era niente in confronto alla faccia di Alice.
“Ah, sarei io la vipera? Come avete potuto farmi una cosa del genere? Come HAI potuto farmi una cosa del genere??? Io sono tua sorella! ”
Shirley i voltò con uno scatto verso Alice, la guardò con odio e all’improvviso cominciò a gridare.
“Tu! Tu non devi parlare! Tu lo sapevi che io lo amavo, lo hai sempre saputo! Sapevi che avevo occhi solo per lui e non hai esitato a sposarlo! Tu non sei mia sorella!”
Finalmente, cadde in ginocchio con il volto tra le mani, e perse a singhiozzare.
Alice corse fuori dalla stanza.
“Anche lei ama la signorina, signor Lewis?”
Il Detective lo guardava insistentemente.
“Si” rispose Adam senza esitare.
“Eccellente. Allora vedrò di trovarvi una cella doppia” concluse O’Brian.
 
*con. = coniugata (sposata)

SPAZIO ME
Ciao :)
Ok, avevo decisamenete voglia di postarla.. l'ho scritta per un contest, ma mi piaceva troppo ;)
Mi raccomando, recensite ;)
_Kappa_
  
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