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Autore: heycalif0rnia    09/05/2013    4 recensioni
«You’re still there for me, where ever there might be. And if an ocean lies between us, I’ll send a message across the sea. But you can sleep tonight, knowing it’s alright. I’ll believe that you were listening to our song. You’re with me. You’ve been here all along.»
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaymi Hensley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piano aprii gli occhi e mi svegliai a causa di uno spiraglio di luce che filtrava tra le tende. Mi sistemai le coperte a malavoglia e mi girai sul fianco dentro. La foto sul comodino ritraeva me e Jaymi, il mio ragazzo, il quale mi sorrideva come ogni mattina. In quella foto era bellissimo, ma nella realtà ancora di più. Ricordo ancora quando la scattammo. Era il tramonto del 4 luglio, una delle nostre prime uscite. Era il concerto dei Coldplay. Ricordo che il biglietto era costato pochissimo ed eravamo finiti nelle ultime file. Mi tenevi sulle spalle per permettermi di vedere meglio e così fu. La canzone che suonarono, “The Scientist”, ormai è la nostra canzone. Ogni volta che volevamo sentirci vicini, la ascoltavamo e ballavamo assieme.
Mi svegliai dai ricordi e mi alzai dirigendomi in cucina, per preparai un caffè caldo. Fuori faceva molto freddo perchè in fin dei conti eravamo in pieno inverno. Era una stagione che mi piaceva tutto sommato: la cioccolata calda, stare a casa e l’indossare i vestiti caldi e comodi. Mi diressi verso il bagno e dopo essermi vestita e truccata andai a lavoro. Ero specializzata in lingue e molto tempo fa avevo trovato lavoro al 13° piano di un palazzo in centro che si occupava di affari e commercio con l’estero.
Dopo aver preso l’ascensore, mi diressi nella mia postazione. Il grande stanzone dove io e gli altri miei colleghi lavoravamo era messo davvero male, in tutti i sensi: le pareti erano dipinte di un azzurro sbiadito, il soffitto era ricoperto da delle lampade che funzionavano a malapena, le stampanti e i computer erano davvero vecchissimi e facevano un rumore insopportabile. In poche parole odiavo il mio lavoro, ma dovevo comunque guadagnarmi da vivere. Abitavo in un piccolo appartamento nel quartiere di periferia che io e Jaymi eravamo riusciti a compare. Lui non era con me in quel momento quindi vivevo da sola in casa. I miei genitori erano morti molti anni prima e decidemmo di trasferirci assieme.
Però il 23 gennaio non era un giorno monotono come tutti gli altri, era speciale. Il mio fidanzato Jaymi ritornava dall’Afganistan dopo aver passato cinque mesi lì per aiutare tutte le vittime di guerra. Era il sergente delle Forze Speciali e la sua presenza era indispensabile, sfortunatamente. Lui era il mio più grande amore. I suoi lineamenti, i suoi tatuaggi, i suoi capelli in cui amavo metterci le dita e il suo sorriso dolce. La distanza è una cosa che a volte rovina delle relazioni, ma nella nostra situazione la rendeva più forte che mai.
Dopo essermi seduta davanti al computer fisso ormai malandato, cominciai a rivedere dei vecchi video: il mio preferito era quello fatto in giardino, dove io e Jaymi ci tiravamo addosso le foglie cadute a settembre. Riguardai per l’ennesima il video registrato pochi giorni dopo, quello che riprendeva la sua partenza. Mi scappò un sorriso. Quei cinque mesi erano finalmente passati.
Aprii la mia borsa e ne estrassi una lettera. Era una di quelle che lui mi mandava dall’Afganistan, una ogni settimana. La aprii e ne lessi il contenuto, sorridendo a non finire. Ricordai i tramonti sul mare guardati assieme, il giorno in cui Jaymi mi accompagnò a scuola, il giorno in cui mi insegnò a guidare e mi porse con fiducia le chiavi della sua auto per fare dei giri di prova nel parcheggio del piccolo supermercato.
Finito il mio turno mi precipitai all’ascensore. Uscii dall’edificio e salii in macchina. Ero concentrata sulla strada ma continuavo a pensare a Jaymi, che finalmente sarebbe tornato. Tutto quello che desideravo ora era lui. Volevo vivere la mia vita insieme a lui, fino alla fine e non ne avevo dubbi.
Arrivata all’aereo porto andai verso l’entrata e lo vidi. Jaymi indossava ancora la divisa mimetica abbinata al cappellino e trasportava un borsone abbastanza pesante. I nostri sguardi finalmente si incrociarono e mentre ci guardavamo gettai il mio cappotto e la borsa a terra.
Corsi verso di lui ed egli fece lo stesso. Lo abbracciai. Era inverno, ma il calore del suo abbraccio era quello che mi serviva. Finalmente la distanza tra noi si era annullata, non c’era più l’oceano tra noi. Non ci sarebbero state più notti insonni perché in quel momento sapevo che lui era con me, che era tutto apposto e che non stava rischiando la vita. Non sarei stata più in ansia per l’arrivo delle lettere, l’unico modo che avevamo per comunicare tra di noi.
Ci guardammo negli occhi ed egli sussurrò «Ti ho tenuta nel mio cuore e nelle mie preghiere. Ho contato alla rovescia i giorni per tornare da te e vederti dal vivo.».
Una lacrima rigò il mio viso ed egli la asciugò con il pollice.
Timidamente dissi «Mi sei mancato.».
Egli non rispose a parole, perché mi baciò. Le nostre labbra combaciavano dopo una lunga attesa. Finalmente potevamo amarci per sempre senza essere a distanza oltre mare.


spero che vi piaccia, è la mia prima os sui ragazzi.
ho preso ispirazione dalla canzone di miley cyrus, ''been here all along''.
accetto critiche costruttive e tutto quello che serve per migliorare.
un bacio, Chiara
   
 
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