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Autore: Triadine    09/05/2013    1 recensioni
Un fago, però, finirà per incontrare un enzima e la sua prole verrà distrutta...
Altro non si è che cellule nella società e, purtroppo, finì per andare in contro a lisi, così come molti altri valorosi eroi contemporanei…
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sembra così semplice, camminare e salire sopra quel colle ad osservare il paesaggio sottostante e gli aerei atterrare o decollare.
La calura di maggio fa in modo che la leggera maglietta bianca aderisca al suo corpo abbronzato, mentre la leggera brezza fa svolazzare i suoi corti castani capelli.
Il ricciolo, quel ricciolo così strano per un comune mortale, un poco più arricciato del normale.
Con una lentezza disarmante si mette a sedere sulla verde erba, quasi percependo qualcuno al proprio fianco, ma senza voltarsi...
Il nove maggio... Ancora una volta lì... Lì dove le parole su una possibile bellezza gli tornano alla mente e altro non può fare che dar ragione a quella voce.
Tutto diventa parte del paesaggio, ci si abitua e non lo si nota più.
Come quello che succede lì, nella sua vita, nel suo territorio...
Ci si abitua a vederli, a parlarci, a commerciarci e questi come dei fagi si sono moltiplicati e con estrema facilità corrompono altre vite, sempre più portano paura e terrore...
Un fago, però, finirà per incontrare un enzima e la sua prole verrà distrutta...
Lottare è l’unica soluzione, lo sa, ma in questa giornata vuole solo ricordare quell'uomo che di coraggio ne aveva da vendere, forse anche troppo...
Altro non si è che cellule nella società e, purtroppo, finì per andare in contro a lisi, così come molti altri valorosi eroi contemporanei…
Chiude gli occhi, piegandosi un poco in avanti per trovare una posizione più comoda, mentre la strana sensazione di un braccio attorno alle spalle si fa vivido nella sua fragile mente.
La sua voce, che tante volte l’aveva ripreso, gli diceva di farsi sentire, di gridare, di camminare, di lottare per quello che sosteneva, per quello che realmente credeva, di non cedere alla paura che tutti loro sanno inculcare nelle menti!
Lui… Cosa poteva fare in quel momento…? Così debole, così insicuro, con i fantasmi di una guerra che di notte si divertivano a sussurrargli le sue colpe, come se ne avesse solo lui!
Anche se ora il tempo di rimanere lì, seduto, è finito. Deve ancora andare alla ferrovia, alla radio… Andare a mangiare col fratello di quello che considerò, o meglio, che considera tutt’ora, una guida.
Ah, la vita del fratello…!
Quella che a lui han negato per moltissimo tempo, spagnoli, francesi, austriaci!
Chissà che pensavano i cani dei loro imperatori!
Un lieve sorriso inarca le sue secche e screpolate labbra, mentre la sua mente è avvolta da quella voce piena di sfida, di voglia di vivere, di Giustizia… Giustizia che non vi è ancora…
Chissà cosa farebbe se ora fosse ancora vivo!
Con uno Stato che va alla più completa deriva! Lui non l’avrebbe mai permesso, si sarebbe rifiutato di vivere in un sistema del genere, avrebbe lottato per cambiarlo!
Ma a cosa serve, ora, pensare ad un futuro, o un presente, impossibile…?
Lui non c’è più e in pochi ci pensano in questa giornata che ben più si presta ad un uomo quale Moro.
Pensando e camminando sei arrivato sotto le fronde fresche di un albero, vicino alla ferrovia e alzi lo sguardo, osservando l’altro uomo che è lì e ti sorride, ti avvicini, saluti con un cenno del capo e mormori qualcosa in dialetto, picciriddu…
Non sai se sia giusto chiamarlo ancora così, come lo hai sempre soprannominato, perché a differenza tua ormai uomo secolare, l’altro era… Un bambino, un neonato, quasi…
Così curioso, con così ancore tante forze, così tante da riuscire ad avvicinarsi e sciogliere il cuore del, così detto, irascibile meridionale…
Sposti lo sguardo, noti altre persone, i suoi amici, anche loro lì a ricordarlo… Forse ci passerai più tardi alla radio… Ora… Qualche parola e poi sarebbero tutti andati a prendere qualcosa da bere, brindando in suo onore, lì, a Cinisi…
Alza lo sguardo al cielo con un altro lieve sorriso, ora toccava a lui ricordarlo, portare il suo nome assieme ad altri, fare in modo che le sue idee non muoiano mai e che la sua lotta possa continuare…
E suo compito e ogni anno, ogni nove maggio, ogni anniversario della sua morte rimembra quella promessa in suo onore.
In onore di un uomo che si è sacrificato per il bene altrui, che è riuscito ad urlare… In onore della sua famiglia e di quel padre che amor portava al figlio seppur egli contro gli andò a lungo, ma l’amor genitoriale va oltre agli ideali e lui che non volle veder in nobile figlio passar a vita migliore minacciò chi di tutto vuole e tutto può…
Prima sarebbero dovuti passare sul suo di corpo! E così fecero…
Impastato… Quel cognome sarà per sempre lì, sulla sua lingua, nel suo cuore, nella sua mente…

“A codda è ruppa ruppa ci va di menzu cu non ci cuppa”



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Grazie a coloro che sono riusciti ad arrivare sino al fondo di questa… Cosa.
Spero che Lovino sia rimasto IC perché l’ho scritta di getto senza molto pensarci e… e boh, così mi è uscita, tra l’altro inizialmente l’ho scritto a cellulare, ma tralasciamo questi inutili dettagli!
Beh… Vorrei ringraziare soprattutto:
Buch che ha letto la prima parte in anteprima e che mi sostiene sempre in tutto questo.
La Mutaforma con cui ho discorso del tempo su questo argomento
E ovviamente tutti voi che recensirete, metterete tra i preferiti e altre cose carine, ma anche solo a voi che leggerete…!
Il 9 Maggio è l’anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro e della morte di Peppino Impastato, tanto per precisare e…
Giusto, la frase, l’ultima frase, spero di averla scritta giusta, ho il dialetto arrugginito… Comunque, vuol dire: Gira e rigira, la colpa cadrà sugli innocenti.
  
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