Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: leonardo99    09/05/2013    2 recensioni
Questa è la storia di un ragazzo FtM (Alex) molto insicuro che si innamora di un ragazzo gay (Andrea) molto mascolino e sicuro.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gli occhi fissi al televisore, le mani sudate attaccate al joystick della vecchia playstation e le cuffiette con la musica a palla che mi tortura le orecchie. Il caldo opprimente mi sta tartassando.
-Avanza Alves, passaggio precisissimo per Iniesta velocissimo, cross per messi, di testa Goool!!! Barcellona 1 Real Madrid 0-
Uno di quei pomeriggi in cui inizio a giocare a Fifa facendomi la cronaca da solo, ingozzandomi di patatine e noccioline fino a scoppiare. Suona il telefono, metto in pausa a malincuore, rispondo; è il mio amico Ron stasera vado in discoteca con lui, anche se, molto probabilmente rimarrò seduto a guardare gli altri che si divertono. Spengo la playstation e decido di prepararmi. Mi butto sotto la doccia, cerco di fare il più presto possibile, tiro fuori la mia preziosa T-kingdom, una maglietta a maniche corte e dei bermuda. Calzo le scarpe da ginnastica, indosso la giacca, mi fisso con cura i capelli con il gel e con affanno esco fuori di casa. Ron dovrebbe passarmi a prendere da un momento all’altro. Mentre aspetto mi accarezzo soddisfatto la barbetta sul mento; sono alla decima iniezione di testosterone. Inizio solo adesso a vivere veramente. Passano una decina di minuti sono assorto nei miei pensieri, improvvisamente il clacson della Mercedes nera di Ron mi fa sobbalzare. Il finestrino si abbassa lentamente, eccolo con una fumante sigaretta in bocca. Ne tiro fuori una anche io ed insieme ci avviamo verso la discoteca. Cerco di divertirmi anche se dopo una manciata di minuti mi siedo e aspetto.
Ordino una birra. Dopo poco si avvicina un bel ragazzo dell’età di circa vent’anni alto e muscoloso a petto nudo che me la porge. Sento qualcosa, non so cosa. Continuo a fissarlo. È così disinvolto, allegro, sicuro di se stesso, tutto l’opposto di me.
Mi auto commisero con il mio stupido carattere ed esco dalla confusione con gli occhi lucidi, un po’ arrossati. Me ne vado fuori sedendomi su un muretto. Accendo un’altra sigaretta, mi sto deprimendo. Improvvisamente mi ritrovo davanti il ragazzo di prima.
-Che fai lupo solitario?- Esclama scherzosamente.
- … nulla … -
-Dai vieni-
-No , grazie …-
-Piacere Andrea-
- … Piacere … Alex- rispondo mormorando.
Si siede vicino a me, di nuovo quella sensazione.
-Andiamo dai! Divertiti un po’-
-…Okay … - rispondo imbarazzato con un’espressione ebete sul viso.
Iniziamo a ballare, inizialmente sembro un sacco di patate poi riesco a rimediare un po’ e a muovermi decentemente, con un po’ più di disinvoltura. Intorno a me ci sono molte persone LGBT, qui mi sento accolto. Questa sera mi sto veramente divertendo cosa che non accade molto spesso. A fine serata ci scambiamo i numeri telefonici; siamo stati bene insieme. Me ne torno a casa, di nuovo, in macchina con Ron che continua a fissarmi con aria interrogativa.
Nell’impenetrabile silenzio del viaggio ad un certo punto cerco di mormorare qualcosa per rompere il ghiaccio ma non ci riesco. I miei pensieri sono tutti da un’altra parte.
“Manca poco… e sarò arrivato” penso.
-Ehm scusa la domanda un po’ … ma è tutta la sera che … cioè tu … - borbotta all’improvviso lui.
- Avanti spara! – dico.
-Oddio, è un po’ una domanda privata … mi vergogno, ma siamo migliori amici e vorrei saperla …-
- Dimmi pure- lo interrompo.
Prende fiato. – Sei gay, vero?- mi chiede.
-Non lo so … - rispondo.
-Okay, scusa, il fatto è che sei stato per tutta la sera con quel ragazzo e … -
Fortunatamente siamo arrivati a casa mia, rimando il discorso, non ho l’abitudine di parlare di cose private. Sono le 2.00 devo andare a dormire, saluto e barcollando entro in casa.
Trascorre un’intera settimana tra gli allenamenti in palestra e quelli di calcio nella squadra maschile. Ho sudato molto per entrarci. Finalmente il venerdì sera ricevo una telefonata da parte di Andrea. Il giorno seguente ci saremmo rivisti, mi aveva appena invitato ad una festa con alcuni suoi amici.
Così ci troviamo davanti ad una villa tutta illuminata con la piscina e la musica a volume altissimo.
Stasera mi sento più agitato, con una maggiore voglia di divertirmi. Tra un bicchierino, un altro po’ , due, poi tre l’aperitivo il wisky, la grappa e lo spumante; mi ubriaco tanto da ritrovarmi davanti alla piscina con Andrea arrivando al punto che lui inizia a toccarmi. Rinsavisco per un momento, giusto in tempo per scappare barcollando da una parte all’altra. Il mal di testa mi sta martellando il cervello. Mi nascondo in una baracchina e mi accascio a terra, poi non ricordo altro. Probabilmente sono svenuto. Al mattino vengo svegliato da un doberman che mi sta abbaiando contro. Sbirciò l’orologio sono le undici del mattino. “merda” penso. Sento delle voci me ne devo andare e in fretta anche. Supero la paura del cane, con calma esco, per evitare che mi insegua cammino lentamente. Sono cresciuto in campagna con cinque bestioni dovrei riuscire a cavarmela. Lui continua a rompere le scatole sbraitando. Raccolgo un bastone lo tirò. Lui si distrae per un momento e io scappo. Cerco di scavalcare il muretto lui intanto se n’è accorto e sta cercando di afferrarmi per una caviglia. Riesco a liberarmene e a gambe levate mi allontano. “c’è l’ho fatta!” penso ansimando. “fottiti stupido cane!”
Dopo una ventina di bestemmie a ritornello continuo, riesco a rimediare un passaggio da un camionista che ho dovuto pagare per farmi accompagnare a casa. I taxi qui, purtroppo, non passano mai.
Mi barrico in casa per tre giorni, staccando telefono, internet e chiudendo le finestre. Rinunciando ad ogni contatto con il mondo intero. Poi il terzo dì arriva Ron che inizia a bussare freneticamente alla porta.
-Alex, Alex ti prego rispondi!- grida con voce tremante.
Inizialmente non rispondo.
-Nessuno ti ha più visto, qualcuno ha detto perfino che sei morto ti prego rispondi!-
Sento un brivido.
-Ron … ci sono aspetta un attimo … scusami-
Apro la porta la luce mi sta bruciando gli occhi.
-Ma che è successo?-
-Niente … solo che c’è mancato un soffio che Andrea mi beccasse ….. e che un doberman mi sbranasse la caviglia, nulla di che!- dico arrabbiato ma con un tocco di ironia.
Ci sediamo sul divano ed io inizio a sfogarmi; ne ho bisogno. Noto un comportamento strano da parte di Ron quasi come si sentisse in colpa per qualcosa, lascio perdere, sarà solo una mia impressione. Quando lui se ne va riaccendendo il cellulare vedo una decina di chiamate perse da Andrea. Lo richiamo con frenesia.
-Pronto … Andrea?- mormoro.
-Pronto! sei tu! Cazzo! Ma che fine avevi fatto!? Beh non preoccuparti non occorre che ti nascondi o trovi altre scuse mi hanno già detto tutto. Per me adesso non esisti. Dovevi essere sincero! Odio i bugiardi e anche i travestiti!-
-ma … aspetta no –
-aspetta un corno- mi urla
-Lasciami spiegare- ormai ha già riattaccato.
Intuisco con rabbia chi possa aver svelato il mio segreto, sono infuriato ma so che non l’avrebbe mai fatto per cattiveria; ci sarà sicuramente un motivo preciso. Lo richiamo inizialmente il mio tono è calmo poi dopo aver avuto conferma inizio a sbattere la testa contro la porta, a urlare, a tirare calci e lanciare contro il muro tutto ciò che trovo. Alla fine dopo aver spaccato una sedia, il gambo di un tavolo e moltissimi oggetti di vetro; mi calmo. Inevitabilmente inizio a piangere. “basta, adesso basta” penso. Salgo sul mio motorino e di gran fretta mi dirigo a casa di Ron. Iniziamo a litigare e da una discussione si passa ad una rissa, iniziamo a riempirci di botte. Sono fisicamente più debole ma tengo duro! Il naso colante di sangue, le nocche spaccate ed un taglio alla tempia. “Me ne vado di qui!”. Grido. Salgo sul mio motorino ingrano la quarta e parto per arrivare sulla spiaggia. È il tramonto. Mi sdraio sulla sabbia, naturalmente vestito. Dopo un paio d’ore di pura malinconia vedo che arriva una folla di gente in festa. Scorgo Andrea accompagnato da un ragazzo. Quando lui si accorge di me inizia ad ostentare il suo nuovo compagno. Ci scambiamo occhiate costanti e arrabbiate. Basta, decido di andarmene; non voglio soffrire ancora.
-Eh va bene, addio- gli grido contro mentre lui davanti agli altri finge di non capire. Non importa!
Non passo nemmeno da casa per prendere le mie cose. Mi dirigo al porto e lì aspetto la nave che “mi porterà via dai problemi”. L’odore di salsedine avvolge tutto attorno ed il cielo stellato è l’unico a darmi la forza per continuare. completerò il mio percorso. La vita è troppo breve per non essere vissuta me ne devo fregare ed andare avanti. Ho gli occhi rossi e le lacrime che hanno ormai scavato solchi sul mio viso. I miei pensieri sono tanti, veloci e agitati come l’alta marea che ho davanti. Improvvisamente sento gridare alle mie spalle. Mi volto in un quarto di secondo la mia bocca è incollata alle labbra di Andrea. Ci abbracciamo e ci coccoliamo fino al mattino. Sono felicissimo credevo che ormai fosse tutto perduto.
-Scusami sono stato uno stupido, non dovevo comportarmi così-
-No io ancora di più. Dovevo dirtelo fin dall’inizio. Ho sbagliato ma … è difficile. -
-Non importa più, adesso! Non ne parliamo più, ti amo!-
Lui mi accarezza i capelli io lo bacio sul collo. Quando si lotta per conquistare qualcosa quando riusciamo ad averla siamo ancora più felici e riusciamo ad apprezzare di più.
Nel tardo pomeriggio vado da Ron. Nessuno dei due voleva chiedere scusa all’altro.
-Dovresti farlo prima tu!-
-No tu!- Dopo una mezz’ora ci rendiamo conto che sembriamo noi da bambini.
-Ricordi quella volta che tu mi rompesti la mia macchinina telecomandata? Ci comportammo come adesso, solo che allora, avevamo 8 anni!-
- scusami – gridiamo entrambi. Con le lacrime agli occhi ci abbracciamo. È tutto risolto, finalmente!
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: leonardo99