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Autore: Portos    10/05/2013    1 recensioni
Una piccola schifezza
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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 Capitolo 6: Inchiostro blu


“Come sta andando il tuo compleanno fratellino?”
Sam sollevò lo sguardo dall'insalata greca, appena arrivata.
“Strano. Diverso dal solito”
“Cosa c'è di diverso dal solito che non lo sia già?”
“Mmm...a parte il tuo corteggiatore stalker, Castiel che oggi ha presenziato più del solito, normale direi”
“Hai ragione. A proposito Gabriel non è il mio corteggiatore stalker, è un maledetto maniaco” gli fece notare secco il minore.
“Allora perché non gli permetti sempre di mole...farti insomma giocherellare con i capelli, offrirti dolcetti?”
Sam fulminò con un'occhiataccia il fratello.
“Scusa, ma è così divertente prenderti per il culo”
“Idiota”
“Stronzo”
“Coglione, non controbattere”
“Maledetta Samantha”
“Non chiamarmi Samantha!” esclamò Sam in modo poco dignitoso.
“Scusa. Almeno non come quella di Sg1, con quelle cur...”
“E piantala!”
Dean sorrise
“Scusa”
“Ti stai scusando per ben due volte, allora c'è qualcosa che non va”
Dean fece del suo meglio per ignorarlo continuando mangiare il suo hamburger
Pagato il pranzo, il maggiore dei Winchester decise di non tornare in camera, un bel cambio di programma dunque.
“Dove andiamo?”
L'autoradio a tutto volume annunciò It's my Life di Bon Jovi.
“Speriamo di non essere seguiti, ti piacerà Sammy”
Il minore poggiò la grande schiena contro il sedile, decidendo di aspettare: tanto sapeva che l'altro non avrebbe risposto alle sue domande così il resto del viaggio proseguì in silenzio.
“Chiudere gli occhi sarebbe troppo?”
“No”
Con somma impazienza scesero dall'auto. Impazienti, i due percorse la distanza che li divideva.
“Wow! Meglio che un paio di tette!”
Sam rise alla battuta di Dean. Tuttavia il suo sguardo si perse là dove la sciabordio dell'acqua, creato dalle onde toccava la sabbia in un movimento ipnotico dove quella distesa blu increspata i cui raggi andavano a spezzarcisi.
“Perché non restiamo qui?”
Dean si mise a sedere sulla sabbia calda.
“Qui?”
“Massì, tanto per cazzeggiare un po'!”
“Hai ragione!” decise infine Sam: perché no? In fondo era il suo compleanno.
L'aria odorava di salsedine.
“Allora ti piace questo compleanno?”
“Sì, direi che è uno dei migliori” rise Sam.
“Da quando mamma e papà non ci sono più...non è che abbia sempre avuto voglia di festeggiare” confessò Dean su due piedi. Tuttavia preferì non guardare suo fratello negli occhi, affinché non vedesse una lacrima scintillare nell'occhio sinistro.
Probabilmente Sam se ne accorse, nascose un sorriso e mormorò: “Grazie”.
Dean ricambiò lo sguardo, imbarazzato.
“Io...io l'ho solo detto per dire!”
“Poi sono io quello dal cuore tenero...se ti sentisse Castiel, a quest'ora si sarebbe a fissarti con il suo sguardo incuriosito”
“E allora? Vaffanculo!” ululò Dean arrossendo. Che cazzo? Non era due piccioncini innamorati, loro!
Sam scoppiò a ridere per la seconda volta.
A pochi metri di distanza, Gabriel sentì la pelle formicolare leggermente quando udì la risata del cacciatore. Ogni tanto si concedeva di provare qualche emozione umana.
Infilò le mani in tasca. Si stampò un sorriso in faccia.
“Ciao”
I due Winchester sussultarono e si voltarono di scatto. Il primo (Dean) ebbe voglia di mettersi ad urlare, il secondo (Sam) gli avrebbe assestato un calcio nelle palle.
“Sapevo che vi avrei trovato qui”
“Gabriel, devi scassare i coglioni tu?” esordì il maggiore dei Winchester della serie: “se qualcuno tocca il mio fratellino è morto”.
“Mmm..aventi Deannuccio non essere così aggressivo”
“Bah”
L'arcangelo si accomodò vicino a Sam, con gli occhi dorati spalancati e carichi di amore (?).
“Sammy ti piace?”
L'altro sospirò.
“Ragazzi” esordì Castiel.
“Cas”
“Vieni fratellino”
L'angelo in trench non se lo fece ripetere due volte, immancabile si sedette vicino a Dean e stese le lunghe gambe.
“Allora?”
“Che c'è?”
“Come l'oceano?”
“Bello” rispose Castiel con gli occhi spalancati, tuttavia preferì non guardarlo o sarebbe arrossito di botto.
Dean prese una manciata di sabbia. I granelli scivolarono via trasportati dal vento.
“Che ore sono?” domandò Sam.
“Ho tutto il tempo del mondo se vuoi passarlo con me” sussurrò Gabriel all'orecchio di Sam in tono quasi impercettibile.
Il cacciatore non lo ascoltò nemmeno, perché sapeva che avrebbe detto qualche amenità di sicuro.
Allora l'arcangelo lo prese per la maglia (non per strappargliela!) e gliela tirò come un bambino capriccioso, in realtà voleva solo dargli un bacino sulla guancia.
“Gabriel!” lo chiamò Dean.
“Che c'è?”
“Non è per caso hai del gelato?”
“Gelato?”
Sam Winchester mormorò un ringraziamento mentale verso il cielo e a suo fratello.
“Non potevi chiedere di meglio!” trillò Gabriel con gli occhi spalancati.
Dal nulla l'arcangelo fece comparire due confezioni di gelato gigante al pistacchio e al torroncino insieme ai rispettivi cucchiaini.
Gabriel si tenne l'altra quella al pistacchio la passò a Dean.
“Ne vuoi un po'?”
Castiel scosse la testa in segno di diniego.
“Non sai cosa ti perdi!” lo invitò Sam, rubando un altro po' di gelato.
“Sei una testa di cavolo, Cas. Non sai proprio goderti niente” lo provocò l'altro cacciatore, solo per prenderlo in giro.
L'angelo in trench lo fulminò con lo sguardo.
“Ascolta bene! Io...”
“Fai aah!” lo interruppe Dean.
“Come ah?” ripeté Castiel inclinando la testa di lato e con un'espressione confusa stampata sul faccino.
Dean gli ficcò la paletta con un po' di dolce sopra, fra le labbra.
Sam rischiò di strozzarsi con il proprio non appena vide la scena, Gabriel sorrise sornione.
“Com'è?”
“Me ne dai ancora un po'?” pigolò Castiel, poi si umettò le labbra.
“Visto?
“Grazie”
“Mangia va'”
L'angelo non se lo fece ripetere due volte e si sbafò dell'altro gelato.
“Sapete, c'è anche questo nei ricordi di Jmmy, quando era bambino” disse Cas ad un certo punto, riferendosi al suo tramite umano.
“Anche nostra mamma ci portava sempre a mangiare il gelato, per quanto mi ricordi” dichiarò il maggiore dei Winchester con una leggera fitta di dolore.
Sam abbassò lo sguardo sulla confezione.
“Tua madre era una persona speciale vero?”
Dean annuì.
“Farà sempre dei tuoi ricordi” disse Gabriel, all'improvviso tutto serio soffocando la voglia di riempire di baci quel viso da cucciolo bastonato di Samantha e Castiel ebbe voglia di, come dire, abbracciare stretto Dean e dirgli che sarebbe andato tutto bene.
“Hai ragione”
Dean si alzò, sentendo le gambe intorpidite. Volendo starsene un po' per conto suo.
“Ehi Cas mi fai un po' compagnia?”
“Ok”
“Anche noi, arcangeli, restiamo a guardare l'oceano per ore e le onde sembrano una ninnananna” disse Gabriel ad un certo punto quando rimasero soli.
L'arcangelo si infilò un bastoncino di zucchero in bocca, con lo sguardo puntato verso l'oceano. Così scuro e denso, sembrava quasi voler portarti via con sé.
“Non ci credo” fece Sam mostrando un sorriso sghembo. In quel momento si sentiva stranamente tranquillo. La brezza gli scompigliò alcune ciocche ci capelli castani.
L'arcangelo si sporse di lato e rinfilò una ciocca di capelli dietro l'orecchio del cacciatore.
“Non ti voglio sempre dare fastidio...”
Sam non disse niente. Si sentiva stranamente rilassato, persino la presenza di Gabriel era quasi piacevole.
“Sull'argomento di prima, ci dovrai credere, prima o poi ”


“Cas sei strano, sai?”
“Strano?”
“Ti comporti come se...sembri più imbranato del solito”
“Sì, è vero sono strano”
“Per quella persona che ti piace tanto?” chiese Dean, senza nascondere un ghigno.
“C-Come fai a saperlo?” balbettò
“Ti si legge in faccia tutto, Cassy Boy!” scherzò il cacciatore, prima di tirargli un buffetto sulla guancia.
“Cassy Boy?”
L'angelo aprì le labbra mostrando quello che doveva essere un sorriso, ma risultò più una smorfia.
Dean provò uno strano miscuglio allo stomaco.
“Ehi stai sorridendo, Cas”
L'angelo inclinò la testa di lato.
“No, no è strano...tu non sorridi mai” aggiunse il cacciatore ben sapendo di stare ad ingarbugliare la situazione.
“Io non sorrido mai?” fece eco Castiel. Un'espressione genuinamente confusa.
“Sei sempre serio...cioè piacerai di più alla persona che ti piace, scusa il gioco di parole” spiegò Dean cercando di reprimere una risata. In realtà si stava prendendo un po' gioco di lui e dall'altra voleva sapere chi gli piaceva.
“Ah...davvero?”
“Già”
“E cosa dovrei per...conquistare una persona che mi interessa?” insistette l'angelo in trench.
“Ok...ti insegnerò un paio di cosette!”
Gli occhi dell'angelo divennero ancora più scuri quasi inchiostro nero e una luce indecifrabile baluginò.
“Con calma”
Dean si sfilò le scarpe. Lasciò che le dita affondassero nella sabbia umida.
Era proprio carino, pensò Cas, con il sole metteva in risalto gli occhi verdi, la capigliatura biondo cenere rendendola più chiara.
“Mh?”
“Come nei film...lei cammina sempre a piedi scalzi, quando una coppia...lascia perdere”
Castiel scrollò le spalle pensieroso e si mangiò altre cucchiaiate di gelato, poi guardò Dean che passeggiava lungo la battigia.
Lo raggiunse. In cuor suo sperava che andasse tutto bene.
“Guarda cosa ho trovato!” strillò Dean con una grande conchiglia in mano levigata sulla superficie.
“Cos'è?”
“Una conchiglia”
“Si sente il rumore del mare”
A volte, l'angelo non riusciva a capire l'entusiasmo per certe cose.
In pochi secondi, si trovò il viso del cacciatore che amava poggiato alla sua guancia e la conchiglia vicino all'orecchio in modo che lo potesse ascoltare anche lui.
Il suo suo cuore minacciò di scoppiare sul serio.


Nota autore: There is a lie in my head and a thief on my bed...che razza di capitolo!!!!!!!!!
Nel prossimo vedrò di scatenare gli animi, ciao!
To be continued...a presto P.

 
  
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