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Autore: Stregatta    10/05/2013    3 recensioni
Matt deve dirgli che gli piace.
{Chris Martin è in cerca di un parere esterno.}
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Muse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto falso, tutto all'insaputa dei protagonisti, non ho contatti con nessuno di loro ed altre ovvietà (*voce da spot della Lidl* i disclaimer più scazzati del fandom ce li ha solo Stregatta!!).

 

 

 

Seal of Approval

 

 

Matthew Bellamy odia rispondere al telefono.

La sua politica, nei confronti delle telefonate, è riassumibile in due punti altamente in contrasto fra di essi: primo, se si tratta veramente di un'emergenza, richiamerai. Secondo, se si tratta di un'emergenza, nessuno chiamerà mai me.

A livello pratico, tutto ciò si traduce in una serie infinita di chiamate perse e amici incazzati. Se non fosse per Dom e Tom, Matt si sarebbe già tagliato fuori dal mondo senza troppi problemi.

Chris Martin è a conoscenza di tutto questo, quindi non si spazientisce neanche dopo il sesto squillo, e il settimo, e l'ottavo.

La telefonata si conclude con il cortese invito della segreteria telefonica a lasciare un messaggio dopo il segnale acustico, e Chris decide di farlo.

- Oi, eremita... Sto venendo a casa tua, devo farti ascoltare una cosa.

 

Matt gli apre la porta in mutande e t-shirt, con i capelli scolpiti in forme bizzarre probabilmente dal sonno.

- Potevo anche essere uscito, eh.

- Come no. - sorride caustico Chris, scostando l'amico ed entrando nell'appartamento.

La soglia si affaccia direttamente sul soggiorno più incasinato nella storia dei soggiorni incasinati: in giro sono disseminati calzini, un cartone del latte deformato e probabilmente vuoto, un paio di portacenere stracolmi di cicche, piatti e bicchieri di plastica, una bottiglia semivuota di rum sottomarca.

- Dov'è Dom? Si è autoricoverato in una clinica psichiatrica dopo aver visto questo disastro?

- No, lui e Tom sono a Teignmouth... Staranno lì per qualche giorno.

- E quando il gatto non c'è i topi... Il topo balla, anzi.

Matt si accomoda sul divano, senza invitare l'amico a fare altrettanto – piccolo sociopatico cafone del cazzo...

- Martin, credevo fossi venuto a farmi ascoltare qualcosa e non ad insultarmi dandomi del roditore.

… ma è anche un maledetto genio, in ambito musicale. Ha una sensibilità tutta particolare, recepisce ogni messaggio nascosto fra le righe e gli spazi di un pentagramma ed è anche molto pragmatico... Va dritto al sodo, sempre.

Chris, prima ancora di farlo ascoltare ai suoi compagni di band, vuole sottoporre al suo giudizio quella cosa. Crede possa piacergli, perché il pezzo – quell'embrione di pezzo, qualche nota al pianoforte e nient'altro – è diverso. Comporlo è stato istintivo come aprire gli occhi al mattino, e man mano che si addentrava nella melodia Chris aveva come l'impressione che essa gli sfuggisse direttamente dalle mani in un moto spontaneo ed incontrollabile – non c'era abituato, per lui la musica era pause, toni, semibrevi, semiminime, un alfabeto che, al contrario di lui, Matt non aveva mai imparato a padroneggiare realmente.

E quindi, forse, può offrirgli una chiave di lettura. Può vederci qualcosa che a Chris sfugge.

Ovviamente, Chris non ha intenzione di dirgli nulla di ciò. Il rispetto professionale, fra loro, oltre ad essere reciproco è tacito.

- Toh. - Chris gli allunga un foglio su cui ha scarabocchiato in tutta fretta le note che compongono il brano.

Gli viene da ridere nell'osservare Matt assumere un'aria piuttosto arcigna mentre legge quanto annotato, ma si trattiene.

- Mi dici che vuoi farmi sentire roba e poi ti presenti con uno spartito...

- Magari ti fa bene esercitarti a leggere gli spartiti visto che con la musica ci campi, cretino.

- Mica sono un secchione come te, io.

Matt solleva lo sguardo dal foglio.

- Be', suoniamola.

L'unico angolo immacolato del soggiorno è quello occupato dalla tastiera di Matt, protetta da un ampio panno rosso che l'avvolge in toto.

Il proprietario la scopre con riverenza, spostando il tasto di accensione da “off” a “on” con una cura che nessuno sospetterebbe appartenere ad uno come Matthew Bellamy, il quale pur essendo di stazza estremamente minuta riuscirebbe a fare più danni lui in una cristalleria del proverbiale elefante.

Chris sente il battito del suo cuore accelerare, mentre Matt si siede sullo sgabello e posiziona le mani sui tasti.

Inizia a suonare, e la differenza è palese – Matt è più veloce di lui, i suoi gesti sono precisi e secchi.

La musica è diversa, di conseguenza.

- Fermati.

Matt obbedisce, e si volta verso Chris.

- Non so perché ho voluto suonarla io e non so perché non mi hai fermato prima.

- Perché sei un egocentrico di merda, credo.

- Quello, ed il fatto che tu sei un mollaccione che si fa mettere i piedi in testa facilmente.

Un altro moto spontaneo – cominciano ad essere un po' troppi, per i suoi gusti – e Chris risponde: - O magari mi piace come suoni.

Cosa c'è di male? Niente.

In un altro frangente, forse Matt farebbe il coglione con qualche battuta sulla sua risaputa superiorità di pianista nei confronti di Chris, ma quest'ultimo sa che stavolta non succederà.

- Grazie. - mormora, e si alza dallo sgabello.

- Dai, fammi sentire come va suonata.

Il cuore di Chris torna a battere forsennato. Prende il posto dell'altro con la testa leggera, e per un istante fissa le sue dita ferme sulla tastiera senza dire niente.

Meccanicamente, traduce in suoni ogni nota scritta sul foglio.

Lascia cadere pesantemente le mani sulle sue cosce, alla fine, e attende il verdetto senza avere il coraggio di girarsi a guardare Matt dietro di lui.

Oggi è troppo importante che approvi quello che gli ha proposto, per qualche motivo che stenta ancora a capire.

Matt deve dirgli che gli piace.

- È bella.

E lo fa.

Le spalle di Chris si afflosciano in un lungo sospiro.

Finalmente, si rivolge all'amico.

- … sono un fottuto genio.

Matt sbuffa, commentando sarcastico: - Disse l'uomo che compose una certa sbobba mielosa intitolata Yellow.

- È romantica, non mielosa! Ma che ne sai, del romanticismo.

- Vabbe', ad ogni modo in questa stanza un fottuto genio effettivamente c'è... Ma non sei tu.

- Scemo.

- Cretino.

 

 

Dunque, questo piccolo sclero è ispirato dalla storia/leggenda metropolitana dietro la realizzazione di quel brano meraviglioso che è Politik dei Coldplay: pare che il Bellamy abbia messo lo zampino nella realizzazione dello stesso, secondo Musewiki. Per quanto mi riguarda, trovo la versione che vede un Chris Martin tutto tronfio andare a casa di Matthew Bellamy per fargli sentire 'sto brano nuovo figherrimo che ha composto, salvo poi sentirsi una caccolina insignificante quando l'altro si mette a suonare le cosette sue, molto più tenera. Also, chiedo scusa a Nai perché, ancora una volta, ho lanciato il sasso dello slash e ho nascosto la mano – mi frustro da sola, a volte.

CiEo. ♥

   
 
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