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Autore: FrankieEternity    10/05/2013    0 recensioni
Parole, solo parole per descrivere un dolore, un vuoto dell'anima incolmabile. Lei non mi ha mai amata, non ha mai compreso quanto la desiderassi. Tutto ciò che pensavo l'ho riportato qui, in questi testi forse privi di significato, ma per me densi di significato.
(I testi riportati sono stati scritti nel periodo Gennaio-Marzo 2013)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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I miei sensi mi dicono che fa caldo. Parlano, sottovoce, come il mio cuore che urla silenzioso il tuo nome. Questa notte non dormirò, perché dormire è per i deboli. Questa notte non dormirò, e il tuo nome riecheggerà soave nel tetro angolo della mia mente ormai assuefatto da te. Le circostanze non mi sono favorevoli e io, umile mortale peccatrice, inseguo te che sfuggi, come l’acqua di un torrente che mai è ferma.
Impalpabile come l’aria, sei un sogno incenerito, sgretolato, calpestato. Sei un colore che ha perso tutte le tonalità, un dolore nel petto atroce e senza nome. Il vento che piega gli alberi non è niente in confronto al tuo sorriso che piega il mio cuore, reciso come l’erba, da parole taglienti. Mi tagliano le interiora, sono un coltello che affonda nella mia carne e riemerge sporco di sangue. Benché io mi opponga, il mio corpo s’inonda di piacere ad ogni coltellata, sensazione orribile che sconfigge la desolazione di questa realtà truce. Lo sguardo tuo sereno in una fotografia qualunque, l’avevo osservato rapita. Mi ero persa in quelle onde senza conoscerne il mare, una principiante incollata al timone di una nave. Quello sguardo mi ha turbata, scuotendomi il cuore, la nave in tempesta. Ricordo che un giorno mi accarezzasti, e dentro palpitai, con le guance infiammate e l’anima ardente d’un amore incosciente, illogico, irrazionale, imprevedibile.
Volevo fermare quel moto perpetuo, controllare quell’emozione che mi squarciava il petto. Già allora sentivo che quell’amore mi avrebbe uccisa. Mi tormentava, come questa sera che trascorrerò insonne. Non dormirò, perché dormire è per i deboli. Eppure mi manca quella parte di te che mi ha accarezzato il cuore, che l’ha illuso sussurrandogli che un giorno si sarebbe preso cura di lui. Che assurdità! Che ingenuo è l’animo di chi si affida completamente all’altro! Un abisso ci separa, e in realtà non so se un abisso sia valicabile, se ci si possa sfuggire o se finirò per entrarvi, pur contro il mio volere. In lontananza il ricordo degli occhi tuoi infiammati d’ira mi appaiono come un miraggio, nella mente colma d’amore, occultata da feroci dubbi.
Oh me infelice, prego che Dio la protegga, e io giaccio, incapace, sull’orlo del baratro. Senza fondo. Come il mio amore brusco, tormentato, pesante e infecondo.
   
 
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