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Autore: TheSlayer    10/05/2013    3 recensioni
Cosa succede quando ci si sveglia insieme al proprio coinquilino e al vostro migliore amico, nudi, nello stesso letto? Cos'è successo la sera prima? Quali sono le conseguenze?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Threesome
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Kickin’ In

 
Il primo pensiero appena mi svegliai fu: “Dove sono?”
Poi mi resi conto che ero nel letto del mio coinquilino Harry. Con il mio coinquilino Harry. Nuda. Ma non solo: insieme a noi c’era anche Louis, il nostro migliore amico. Nudo.
Il secondo pensiero appena mi svegliai fu: “Cosa accidenti è successo ieri sera?”
Nonostante la luce troppo forte e il mal di testa lancinante, mi feci coraggio e alzai un po’ la testa per guardarmi intorno: sul pavimento c’erano bottiglie di birra vuote, vestiti sparsi ovunque, una bottiglia di vodka vuota e… “Glitter?” Mormorai.
Il letto era completamente ricoperto di brillantini. Erano ovunque: tra i capelli ricci di Harry, tra quelli lisci e scompigliati di Louis e, sicuramente, anche tra i miei. Socchiusi gli occhi per combattere un mancamento. Quanto avevo bevuto la sera prima?
Molto, a giudicare da dove mi trovavo in quel momento e da quello che, presumibilmente, avevo fatto la sera prima. Quante erano le probabilità che ci fossimo solo divertiti a giocare a strip poker e a fare una battaglia di glitter senza aver fatto nient’altro? Poche, conoscendo i miei due amici. E anche me stessa.
Vivevo a Los Angeles insieme a Harry e a mio fratello Dave da parecchio tempo e avevo appena pubblicato il mio primo singolo, che aveva venduto quasi un milione di copie nella prima settimana. Dave e Harry avevano una band e suonavano nei locali per guadagnare abbastanza per registrare un demo da mandare alle case discografiche. Louis invece faceva l’attore ed era anche piuttosto famoso. Recitava in una serie televisiva molto conosciuta e tutti lo adoravano.
Sospirai e, cercando di combattere i giramenti di testa e di non fare svegliare i due ragazzi, mi alzai. Dovetti appoggiarmi immediatamente alla parete, perché non riuscivo a stare in equilibrio. Cercavo di tenermi in piedi, ma il muro continuava ad allontanarsi. O meglio, il muro era sempre lì, era la mia testa che non smetteva di girare.
“Che cos’è tutto questo casino?” Domandò Louis, alzandosi a sedere e guardando nella mia direzione. Alzai lo sguardo dal pavimento, dove ero caduta senza alcun tipo di ritegno, e provai a sorridere.
“Lacey, stai bene?” Mi chiese Harry, alzandosi dal letto e avvicinandosi. Mi prese per i fianchi e mi aiutò a tirarmi in piedi. Poi mi fece indossare un accappatoio e mi guidò sul letto, dove mi risedetti.
“Sei ancora ubriaca?” Domandò Louis.
“Vorrei tirarti un pugno, ma la tua faccia non smette di muoversi.” Mormorai, strascicando le parole. Perché ogni volta che uscivo con quei due idioti finivo per ubriacarmi tanto da non ricordare nulla? Okay, forse non era solo colpa loro ed era anche e soprattutto mia, perché mi piaceva divertirmi.
“Non avrei dovuto farti bere così tanto!” Esclamò Harry, passandosi una mano tra i ricci castani e guardandomi con aria preoccupata.
“Sto bene, mi gira solo un po’ la testa.” Replicai. “Più che altro… qualcuno sa cos’è successo in questa stanza ieri sera?” Con qualche difficoltà portai le mie mani alle tempie e cominciai a massaggiarle. Pessima idea, Lacey. Pessima idea. Mi appuntai mentalmente di non bere mai più così tanto, soprattutto per evitare di ritrovarmi a letto con il mio migliore amico e il mio coinquilino.
“Ci siamo divertiti.” Rispose solennemente Louis con un sorriso beffardo. Socchiusi gli occhi e sospirai.
“Questo era abbastanza ovvio.” Dissi. “Oddio, Dave!” Esclamai. Dovevo assolutamente sapere che ore fossero perché mio fratello non poteva trovarmi in quelle condizioni. Avrebbe probabilmente ucciso Louis e Harry e mi avrebbe cacciata di casa.
“Non preoccuparti, Dave e la sua ragazza sono andati a San Francisco per il weekend, non tornerà e non ti troverà qui con noi.” Replicò Louis senza perdere il sorriso. Mi guardava con quei suoi maledetti occhi azzurri che facevano impazzire chiunque, ragazzi e ragazze. “E tu perché sei così silenzioso? Lacey ti ha rubato la lingua?” Aggiunse poi Louis, rivolgendosi verso Harry.
Il ragazzo scosse la testa, passandosi un’altra volta una mano tra i capelli.
“No, sto solo cercando di ricordare cos’è successo.” Replicò.
“Non vi avevo presi per due pesi così leggeri.” Ribatté Louis. “Non vi ricordate nulla?”
“Poco e niente.” Rispose Harry.
“Assolutamente niente. I miei ricordi si fermano a quando siamo tornati a casa giù un po’ brilli dall’Eden.” Dissi. La testa mi girava un po’ meno, ma mi sentivo sempre come se un camion mi avesse investita. Uno che trasportava alcolici, probabilmente.
“Quando siamo tornati a casa io ho avuto la brillante idea di fare un gioco.” Spiegò Louis.
“Guardare Game of Thrones e bere ogni volta che succedeva una determinata cosa.” Aggiunse Harry, annuendo. “Quello me lo ricordo.”
“Finito l’episodio eravamo già abbastanza devastati, ma abbiamo deciso di continuare a bere. Non chiedetemi come, perché anch’io ho dei buchi riguardo a quello che è successo, ma qualcuno di noi ha pensato che andare a letto insieme sarebbe stata una bella idea.” Continuò Louis. “Per quello che ricordo potrei essere stato anche io, non lo so.”
Sicuramente sei stato tu.” Esclamammo Harry ed io nello stesso istante.
“In ogni caso quel che è successo è successo.” Concluse Louis, facendomi l’occhiolino. “E’ stato divertente, ma ora direi di concentrarci sulla colazione.”
“Caffè.” Concordai. Harry, Louis ed io ci trascinammo in cucina, dove ci sedemmo sugli sgabelli con tre tazze enormi davanti a noi.
Nessuno dei tre disse più una parola, finché la porta di casa si aprì improvvisamente ed entrò mio fratello.
“Dave!” Esclamai. “Non dovevi stare a San Francisco fino a lunedì?”
“Sono tornato prima perché Hannah si è fatta male.”
“Oh. Mi dispiace. Cos’è successo?” Domandai. Sapevo che era solo questione di tempo prima che si rendesse conto di quello che avevamo fatto.
“Una storta.” Rispose velocemente. Si stava già guardando intorno con aria incuriosita. “Cosa… Cos’è successo in questo appartamento?” Domandò dopo qualche istante.
“Niente.” Replicammo immediatamente Louis, Harry ed io. Dave ci guardò alzando un sopracciglio e non disse nulla. Si avviò verso la sua camera e si fermò davanti alla porta di quella di Harry.
“Niente?” Domandò mio fratello.
“Uhm, un party?” Dissi, cercando di scomparire. Dave ed io eravamo molto legati e sapeva che adoravo divertirmi e fare casino. L’avevo sempre fatto anche quando non avrei potuto perché ero minorenne e da quando avevo compiuto ventun anni tre mesi prima la cosa era diventata ancora più ovvia. Ero famosa per quello, in fondo. Il mio singolo era un inno a quello stile di vita e alla gente piaceva.
“Non l’avrei mai detto con le bottiglie vuote, il glitter ovunque e tutto il resto.” Rispose mio fratello con sarcasmo. Scosse la testa e riprese la strada verso camera sua, mormorando “e i vestiti sparsi per la stanza…”
La porta della mia stanza era aperta e sapevo che aveva notato che il mio letto era completamente intatto, segno che avevo dormito insieme ai due ragazzi. Inoltre io ero l’unica ad indossare un accappatoio, gli altri due erano in boxer e tutti e tre eravamo ancora pieni di glitter.
“Vorrei rimanere a prendermi la responsabilità per quello che è successo qui, ma purtroppo mi hanno telefonato dal Kenya e mi hanno detto che serve una mano a pettinare una giraffa.” Disse Louis, alzandosi.
“Grazie.” Replicai, socchiudendo gli occhi e guardandolo male.
“No, seriamente, devo tornare a casa, darmi una ripulita – questo glitter non se ne andrà mai – e cominciare ad imparare le mie battute per il prossimo episodio. Domani cominciamo a provare le scene e non posso arrivare impreparato.” Spiegò il ragazzo. “Quindi me ne vado e ci vediamo presto.” Aggiunse avvicinandosi e dandomi un leggero bacio sulle labbra. Fece la stessa cosa con Harry e tornò in camera del ragazzo per recuperare i suoi vestiti. Louis era estremamente amichevole e baciava tutti i suoi amici più cari sulle labbra per salutarli.
 
Per il resto della giornata cercai di evitare di avere qualsiasi tipo di contatto con mio fratello. Per quanto fossimo legati e sapesse che ogni tanto mi piaceva esagerare non volevo sentire una ramanzina per quello che avevo fatto. Aiutai Harry a ripulire la sua stanza – almeno quello glielo dovevo – e mi chiusi in camera mia a scrivere canzoni. Il giorno successivo avrei dovuto passare parecchie ore in studio per finire il mio primo album. Sarebbe dovuto uscire dopo poche settimane e mi mancava solo una canzone. Tutte quelle che avevo già registrato e che erano in gara per l’ultimo posto libero sul CD non mi convincevano, così decisi di scrivere qualcosa di nuovo, possibilmente sull’esperienza.
Verso sera sentii bussare e chiusi la Moleskine su cui stavo scrivendo un testo nuovo.
“Avanti.” Dissi. La porta si aprì e Harry entrò in camera. I suoi capelli erano spettinatissimi e aveva delle occhiaie piuttosto scure che cerchiavano i suoi occhi verdi. Anche a lui piaceva divertirsi ma non l’avevo mai visto ubriacarsi così tanto. Il ragazzo si sedette ai piedi del letto dove ero semisdraiata con la schiena appoggiata al muro e rimase in silenzio per qualche istante.
Ero sempre stata a mio agio insieme a Harry. Avevamo la stessa età e ci conoscevamo da parecchi anni. Eravamo andati a scuola insieme ed eravamo sempre stati molto amici. Insieme avevamo fatto praticamente di tutto, ma eravamo sempre stati d’accordo sul non rovinare la nostra amicizia con il sesso.
In quel momento mi sentivo incredibilmente in imbarazzo.
“Vuoi parlare di ieri sera?” Mi domandò. Quella era una delle cose che adoravo di più di lui: nonostante fosse un ragazzo era sensibile. Mi ascoltava e mi dava sempre tutti i consigli possibili immaginabili e, soprattutto, parlavamo di tutto. Non aveva paura di mostrarmi quel lato del suo carattere.
“Non ricordo niente, in realtà.” Risposi abbozzando un sorriso.
“Quindi non c’è molto di cui parlare?”
“Esatto.”
La cosa che mi tormentava di più da quella mattina era che Louis ed io non vivevamo insieme, quindi non ero obbligata a vederlo tutti i giorni. Avrei potuto evitarlo per qualche giorno se non avevo voglia di affrontarlo. Harry ed io, invece, eravamo costretti a vederci sempre.
“E’ imbarazzante, vero?” Mi domandò dopo qualche minuto.
“Un po’.” Replicai. “Voglio solo che tu non… non pensi che io sia una zoccola, vero?”
“Stai scherzando, spero.” Disse immediatamente il ragazzo. “Lacey, ho fatto la stessa cosa che hai fatto tu ieri sera. Non ti giudicherei mai e poi mai.”
Emisi un sospiro di sollievo, nonostante non fossi completamente rilassata. Mi sentivo ancora stranamente in imbarazzo in sua presenza e non riuscivo a capire perché. Quella non era di certo la prima volta che mi divertivo con un ragazzo a caso. Solitamente, però, le mie conquiste erano sconosciuti che tendenzialmente non avrei mai più visto. Non ero abituata ad andare a letto con persone che conoscevo così bene.
Non riuscivo a smettere di pensare all’espressione beffarda di Louis e ai suoi maledetti occhi azzurri.
Harry allungò una mano per toccare la mia e provai un brivido al contatto. Ritrassi immediatamente il mio braccio e mi rannicchiai su me stessa come per scaldarmi. Solo che quel giorno non faceva per niente freddo. Dovevo smettere di essere così inquieta.
“Sei sicura che va tutto bene?” Mi domandò il ragazzo con aria preoccupata.
“Sto benissimo.” Dissi e distolsi lo sguardo. Avevo realizzato il motivo per cui ero così agitata e imbarazzata e non avevo la minima intenzione di farglielo scoprire. Avevo paura che l’avrebbe capito solo guardandomi negli occhi, perché mi conosceva davvero bene. Gli sarebbe bastato leggere la mia espressione per capire. “Anzi, mi stavo quasi dimenticando che devo uscire a cena con Lindsay.” Aggiunsi, inventandomi una scusa qualsiasi per uscire da quella casa. In realtà non dovevo vedere la mia manager. Avrei potuto prendere qualcosa al fast food e andare in qualche locale più tardi. Tanto mi divertivo sempre anche se ero da sola.
 
Riuscii ad evitare Harry per qualche giorno. O meglio, riuscii a parlare con lui solo quando necessario, ovvero quando eravamo insieme a mio fratello. Non volevo che sospettasse che c’era qualcosa che non andava tra di noi. Sapeva già abbastanza di quello che era successo quella sera e, nonostante tutto, non mi aveva fatto ramanzine e non me ne aveva parlato. Volevo evitare di dargli una scusa qualsiasi per tirare fuori l’argomento. Riuscii anche a passare più tempo possibile in studio, in modo da evitare di incontrare anche Louis. Non avevo intenzione di trovarmi da sola con nessuno dei due, soprattutto perché avevo cominciato a ricordare certe cose di quella sera ed ero ancora più imbarazzata.
Quando scoprii che Dave sarebbe andato per una settimana intera in Vermont con Hannah capii che non sarei riuscita a portare avanti il mio piano di evitare Harry. Saremmo stati nella stessa casa, da soli, per sette lunghi giorni. Provai a passare più tempo possibile fuori, ma il ragazzo si accorse che c’era qualcosa che non andava. Ovviamente.
“Lace, possiamo parlare un secondo?” Mi chiese un venerdì pomeriggio, entrando nella mia stanza.
“Non si bussa più?” Domandai irritata. Tolsi le cuffie con cui stavo ascoltando il master del mio album e mi raddrizzai sulla poltrona su cui ero seduta. Il ragazzo si sedette su quella di fianco alla mia, così mi alzai e finsi di andare a sistemare un libro sulla mensola dall’altra parte della camera, dandogli le spalle. Avevo sempre quella paranoia che se mi avesse guardata negli occhi per troppo tempo avrebbe capito il motivo per cui ero così strana.
“Mi stai evitando?” Mi chiese improvvisamente. Quella domanda, fatta a voce alta, mi paralizzò. Mi bloccai con il libro a mezz’aria, cercando disperatamente una scusa, ma non trovai nulla.
“Uhm, no?” Risposi con incertezza, sempre dandogli le spalle.
“Veramente? Perché mi sembra proprio di sì. E’ da quella sera che lo stai facendo e non riesco proprio a capire perché! Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
“No. No, non è quello.” Dissi, voltandomi lentamente verso di lui. Non volevo che mi guardasse negli occhi così evitai il suo sguardo e fissai il pavimento.
“Allora dimmi cosa c’è!” Esclamò il ragazzo, alzando la voce. “Perché sto seriamente impazzendo cercando di capire cosa ti è successo!”
“D’accordo.” Dissi, tornando a sedermi. “E’ che è da quella sera che… provo qualcosa.” Aggiunsi.
“Cazzo, lo sapevo. Sapevo che ti saresti innamorata di Louis, non avrei dovuto permettere che succedesse!” Mi interruppe Harry. “Ho sempre saputo che avevi una cotta per lui.”
“Cosa?” Domandai, incredula.
“Lascia stare, sono stato un idiota.” Il ragazzo si alzò dalla poltrona e si diresse velocemente verso la porta.
“Harry…” Provai a fermarlo ma senza riuscirci.
“Dio, voi donne siete troppo complicate!” Esclamò.
Che bel casino. Chiusi gli occhi e passai una mano tra i capelli, cercando di capire come fare a risolvere quella situazione. Potevo fare solo due cose: finire quel discorso oppure continuare ad ignorare il ragazzo. E ovviamente scelsi la seconda opzione.
 
Per parecchi giorni dopo quella discussione Harry ed io non ci parlammo, se non quando eravamo obbligati a farlo. La cosa non mi dispiaceva, perché così avrei potuto evitare di affrontare la situazione. Purtroppo, però, il giorno del mio compleanno arrivò piuttosto in fretta e Harry mise da parte qualunque tipo di rancore per farmi una sorpresa.
“Indovina!” Esclamò. Mio fratello Dave mi aveva svegliata con la colazione a letto e il suo regalo, mentre Harry aveva aspettato il pomeriggio per rendermi partecipe dei suoi piani.
“Cosa?” Domandai, confusa. Eravamo nella sua auto parcheggiata a pochi metri dalla spiaggia a Venice.
“Ti ricordi quando mi hai detto che avresti sempre voluto fare la strada da Venice a Santa Monica sui pattini?” Mi chiese. Annuii, capendo dove stava andando a parare. “Beh, oggi possiamo farlo!”
“Grazie, Harry!” Esclamai. “Ma non ho i pattini.” Realizzai dopo qualche istante.
“Per fortuna che penso sempre a tutto, vero?” Chiese, porgendomi un grande pacco regalo. Lo aprii e trovai al suo interno un paio di rollerblades.
“Non dovevi!” Esclamai.
“Forza, mettili! Ho anche scelto un orario speciale.”
“Le sei e trenta di sera?” Domandai perplessa. Cosa c’era di tanto speciale nelle sei e mezza di sera? Scossi la testa divertita e indossai i pattini, rendendomi conto che, per la prima volta in settimane, ero tornata a trovarmi a mio agio insieme a Harry.
“Vedrai!” Disse il ragazzo.
Cominciammo a pattinare sulla strada che costeggiava la spiaggia ed era davvero bellissimo. Sentivo il rumore delle onde dell’oceano e l’aria fredda sulle mie guance. Quando vidi il tramonto capii perché Harry mi aveva detto di aver scelto un orario speciale.
“E’ stato fantastico!” Esclamai una volta arrivati a Santa Monica. Ci eravamo divertiti, rincorrendoci e tenendoci per mano quando l’altro rischiava di cadere come due bambini. Le luci del Santa Monica Pier si stavano accendendo in quel momento e Harry mi guidò fino al ristorante messicano in fondo al molo.
“Mangiamo qui?” Domandai.
“Cena di compleanno.” Rispose lui annuendo. “E per festeggiare l’uscita del tuo album, domani.” Aggiunse.
“Mi vizi.” Dissi ridendo.
 
Una volta finita la cena tornammo a Venice per recuperare l’auto di Harry e rimanemmo seduti per qualche minuto prima di partire.
“Ti sei divertita?”
“Sì, grazie. Sei unico, Harry.” Replicai, voltandomi verso di lui. Non era del tutto buio e riuscivamo a vederci piuttosto bene. Quando i nostri sguardi si incrociarono mi sembrò che fossero passati anni dall’ultima volta che ci eravamo davvero guardati e provai un brivido lungo la mia schiena.
“Mi sei mancata.” Mormorò il ragazzo così piano che credetti di essermelo inventata.
“Anche tu.” Sussurrai. Senza preavviso e senza metterci d’accordo cominciammo ad avvicinarci lentamente, finché le nostre labbra non si toccarono. Il bacio durò pochi secondi, giusto il tempo per renderci entrambi conto di quello che stavamo facendo. Ci allontanammo immediatamente e non parlammo più per tutta la strada fino a casa, dove ci aspettava Louis seduto sul divano in salotto con le gambe allungate sul tavolino.
“Finalmente! Ho aspettato tutto il giorno per portare il mio regalo alla festeggiata!” Esclamò il ragazzo. “Cosa succede qui?” Domandò poi, probabilmente notando che le cose tra Harry e me erano strane. Eravamo distanti ed evitavamo di guardarci negli occhi. Sembravamo due bambini che erano stati beccati con le mani nel barattolo della Nutella.
“Niente.” Risposi.
“Ci siamo baciati in macchina.” Confessò Harry. Lo guardai male, pensando che non riusciva mai a tenere quella dannata bocca chiusa.
“Oh.” Disse semplicemente Louis. “E che male c’è? Io bacio tutti. Per esempio…” Aggiunse il ragazzo e mi si avvicinò. Le nostre labbra si toccarono per pochi istanti e quando si spostò notai che Harry aveva lo sguardo fisso sulla televisione spenta. Louis si avvicinò a lui e gli diede un lieve bacio. Per quanto non volessi fui costretta a girarmi dall’altra parte, perché la vista delle labbra di Harry su quelle di qualcun altro mi dava fastidio. Stupidi, maledetti sentimenti. Se prima lo sospettavo e basta, in quel momento mi fu completamente chiaro che il motivo per cui ero mortalmente imbarazzata dopo quella sera era perché avevo una cotta per Harry. Come potevo essermi invaghita del mio coinquilino? Avrei reso le dinamiche della nostra convivenza strane e imbarazzanti per tutti. Non che non lo fossero già.
“Ragazzi, voi due avete un problema.” Concluse Louis quando notò che né io e né Harry ci stavamo guardando.
“Nessun problema.” Mormorò il ragazzo.
“Assolutamente no.” Farfugliai io.
“Bene, allora per festeggiare il compleanno di Lacey non avrete nulla in contrario a rifare quella cosetta che abbiamo fatto l’altra volta, vero?” Suggerì Louis.
“Figurati.” Rispose Harry immediatamente.
“No, nulla in contrario.” Replicai io velocemente. Troppo velocemente. Harry ed io continuavamo a rifiutarci di guardarci negli occhi e seguimmo Louis in camera mia.
“Niente alcool questa volta?” Domandò Harry.
“Oh no, niente alcolici per voi. Dovete godervi questa esperienza ancora di più dell’altra volta.” Rispose lui, sedendosi sulla poltrona di fronte al mio letto. “Perché non cominciate voi e io vi guardo?” Suggerì con un sorriso beffardo. Harry ed io eravamo troppo testardi per ammettere che tra di noi ci fosse qualsiasi tipo di problema, così annuimmo e, con imbarazzo, ci sdraiammo sul mio letto. Harry cominciò a baciarmi e in un secondo fui trasportata in un altro mondo, uno dove esistevamo solo lui ed io e non c’era niente e nessun altro intorno a noi.
Prima che ce ne rendessimo conto cominciammo a spogliarci e a perderci l’una tra le braccia dell’altro dimenticandoci di tutto.
 
“Beh, wow.” Commentai. Era stato davvero intenso e non avevo mai provato nulla del genere con nessuno. Probabilmente perché continuavo ad insistere a passare notti di insignificante sesso con ragazzi quasi del tutto sconosciuti per evitare che i sentimenti mi rovinassero la vita. Fino a quel momento aveva anche funzionato, avevo evitato di avere il cuore spezzato e mi ero sempre divertita.
“Già.” Disse Harry. Lo sentii alzarsi a sedere di fianco a me. Lo guardai e notai che si stava guardando intorno come se stesse cercando qualcosa. Ad un certo punto mi tornò in mente un piccolo particolare.
“Louis!” Esclamai. “Dov’è?”
“Non lo so, non è qui.” Rispose. “C’è un bigliettino sulla poltrona.” Aggiunse poi il ragazzo, alzandosi e andando a recuperare il pezzo di carta. Lo lesse, arrossì leggermente e ridacchiò.
“Cosa c’è?” Domandai. Harry non rispose e mi porse il bigliettino con un sorriso.
“Spero che adesso abbiate finalmente realizzato di essere innamorati, razza di idioti! E non preoccupatevi, me ne sono andato appena eravate abbastanza impegnati da non notarmi. Non rimarrei mai a guardarvi. Dovrei essere davvero ubriaco per farlo! Con amore, L”
Quindi Louis l’aveva capito da subito e aveva organizzato quella giornata solo per fare ammettere ad entrambi di avere una cotta l’uno per l’altra? Alzai lo sguardo da quel pezzo di carta con la scrittura un po’ svolazzante di Louis e fissai Harry per qualche istante.
“Il biglietto.” Cominciò a dire il ragazzo. “Voglio dire, quello che dice Louis…”
“Beh…” Risposi, ma mi bloccai. Quello era il momento giusto, avrei potuto confessare a Harry di avere una cotta monumentale per lui. Ma se non avesse ricambiato? E se Louis avesse letto i segnali sbagliati?
“Non preoccuparti se non provi le stesse cose per me, me ne farò una ragione. L’importante è che le cose tra di noi non cambino, perché…”
“Harry?” Lo interruppi. “Louis aveva ragione.” Aggiunsi con un sorriso. Adoravo il fatto che Harry stesse avendo gli stessi dubbi che stavo avendo io. Non l’avevo mai visto così vulnerabile. Era adorabile.
“Siamo due cretini.” Decretò dopo qualche minuto. “Avremmo potuto parlarne molto prima.”
“Oh, beh. Adesso lo sappiamo.” Dissi, felice della rivelazione. Così non ero l’unica ad avere una cotta per il mio coinquilino. Sorrisi automaticamente e mi alzai a sedere anch’io, coprendomi con il lenzuolo.
“Dovremmo ringraziare Louis!” Esclamò Harry.
“Possiamo farlo più tardi.” Risposi, ricominciando a baciarlo.
 

The End



Buonasera!
Ogni tanto torno con una one shot, tra una long e l'altra! Questa ce l'ho in testa da parecchio tempo e sono stata un po' indecisa se pubblicarla o meno.
Alla fine ho deciso di postarla, perché no?
Spero che vi sia piaciuta! Fatemi sapere cosa ne avete pensato se avete voglia :)

Vi lascio il link alla long che sto postando: Live While We're Young
Vi posto anche i link dei miei social network, se volete seguirmi per tutti gli aggiornamenti sulle mie storie o semplicemente se volete conoscermi! Mi piace sempre chiacchierare con voi :)
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Un bacione e buona serata!
xx
   
 
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