Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: rosewhite    11/05/2013    0 recensioni
Lo capisco dai tuoi occhi.. Quanti orrori hai visto?
Tra colleghi ci si capisce. Ma probabilmente pensi che io sia troppo piccola per comprenderti. Prima di giudicare, guarda cosa riesco a fare.
[I primi due capitoli sono d'introduzione. Godetevi la storia]
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jasper Hale, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 20

 

Quanto è vero che il destino è un sadico bastardo.

L’unica cosa che mi aveva sempre spaventato, l’unica che mi aveva fatto desistere dal pensiero di togliermi la vita, era il dolore che avrei provocato alle persone che amavo.

Mia madre, Matt, mio fratello, mia sorella, Jhon...

I loro volti mi passarono dinanzi nell’oscurità delle palpebre.

Alla fine, non è questa la vera paura della morte?

Di te dopo non rimane nulla se non la pace e la consapevolezza che tutto il dolore, tutti i brutti ricordi, scompaiano, come per magia.

Nel silenzio, cullata dal battito cardiaco di Jason, ripensai alle persone a me care che avrei trovato dopo.

Dopo quel bosco e quel buio.

E, con mio stupore, mi pervase la tranquillità.

Tum, tum tum, tum.

<< Come ti senti? >>

<< Molto meglio, grazie – rimasi con gli occhi chiusi. – che ore sono Jay? >> sentii il suo corpo muoversi mentre allungava il braccio per vedere l’orario sul cellulare.

<< Quasi le dieci >>

<< Tra un’ora vado a dare il cambio a Matt -  rimanemmo per un po’ in silenzio poi come intontita da tutta quella tranquillità sorrisi – sai, mi piace >>

<< Cosa? >> domandò confuso.

<< Ascoltare il battito cardiaco. Il cuore è un organo così piccolo ma così importante.. >>

Poggiai la mano vicino al mio viso, sopra quel ritmo rassicurante.

Tum, tum tum, tum.

<< Così rilassante.. >> mormorai.

<< Lo fai anche con Matt? >>

<< Intendi ascoltare il suo cuore? >>

Lo sentii annuire.

<< Ogni tanto, dopo una crisi solitamente. Lo trovo rassicurante. Un modo per tornare alla realtà >>

Per assicurarmi che chi mi sta vicino in quel momento è vivo.

<< Bè, visto che ora ci sono io, quando avrai una crisi sai cosa fare >>

<< Ti abbraccio improvvisamente mentre dormi? >> risi.

<< Potresti farlo. Ora però io andrei a mangiare qualcosina. Tu vuoi qualcosa? >> mi alzai, anche se controvoglia, dal suo petto e sorrisi.
<< Tra poco scendo anch’io. Grazie del pensiero. >> mi arruffò giocosamente i capelli e poi si alzò.

Dopo aver mangiato velocemente qualcosa ed essermi vestita andai dai Cullen.

Camminavo ripensando alla mia visione e al fatto che stessi calpestando le stesse foglie che avrebbero accolto il mio corpo ormai esanime.

Senza quel battito cardiaco che mi piaceva tanto ascoltare negli altri. Portai una mano al petto.

Tum, tum tum, tum.

Sempre più vicino all’ultimo.

Bussai alla porta anche se sicuramente avevano sentito i miei passi.

Mi venne ad aprire Jasper, ma quando notai Leah alle sue spalle mi irrigidii.

Perché non l’avevo vista arrivare? Un dubbio si insinuò prepotente.

Mi voltai ed iniziai a correre verso gli alberi che avevo segnato precedentemente.

Sentii la voce di Matt chiamarmi e poi rapidi passi seguirmi.

Maledizione pensai arrabbiata verso me stessa.

Arrivai alla base del primo albero e mi concentrai attivando la mia seconda vista. Una nebbia nera ricopriva tutto il perimetro di alberi che avevo precedentemente marchiato.

<< Maledizione >> mormorai dando voce all’unica parola che mi vorticava in testa.
<< Che cavolo ti è preso? >> Matt mi raggiunse e si mise al mio fianco, ma lui non poteva vedere o percepire quello che invece per me era cristallino.

Eravamo caduti in qualcosa di più grande del semplice proteggere una mezza vampira.
Eravamo caduti nella rete di qualcuno che usava un potere non convenzionale, un potere sbagliato.

Dopo aver avvisato i Cullen che dovevano trasferirsi tutti da noi sgattaiolai in camera mia e mi stesi sul letto, lo sguardo puntato sul soffitto e le mani incrociate dietro la testa piena di pensieri.

Chi aveva rotto il mio incantesimo?
Dovevo avvisare il Consiglio. Ma prima dovevo proteggere la casa, renderla una roccaforte indistruttibile.

E per quello mi sarebbero servite tutte le mie energie.

Dei lievi colpi alla porta mi fecero distogliere lo sguardo da quel cielo bianco. Rimasi in silenzio, perché ero così assolta nei miei pensieri che non riuscivo più a ricordare come si parlava, succede a volte.

Di nuovo due colpi leggeri poi la porta si aprì ma non entrò nessuno.

<< Bea posso entrare? >> Jason.

<< Entra >> dissi rimanendo stesa. Fece capolino nella stanza poi, prendendo coraggio, entrò.

<< Cos’è successo? Sei entrata in casa con una faccia… >>
Non avevo voglia di parlare, mi sentivo solo scoraggiata e mi sarei presa a schiaffi per non aver pensato che anche i nostri avversari probabilmente avessero una strega dalla loro parte.

Battei piano la mano al mio fianco e lui si avvicinò e si accomodò sul letto.

Lo guardai intensamente negli occhi. Mi ci sarei persa volentieri in quel momento.
Per scappare da tutto.

Per fuggire via dal pensiero costante che una mia minima disattenzione potesse costare la vita a delle persone,  per fuggire via dagli incubi, ed ancora, via dai sensi di colpa, via da tutto. Via dalla morte.

Lesse qualcosa nei miei occhi perché il suo sguardo diventò preoccupato.

<< A cosa stai pensando? >> Scossi la testa.

<< Mettiti vicino a me, solo per dieci minuti – abbassai lo sguardo – solo… niente domande, ok? >>

Lui si stese al mio fianco con una mano dietro la testa e l’altra sul ventre.

<< Come vuoi bambolina >> Sorrisi ed alzandogli il braccio che aveva sul ventre poggiai la testa sul suo cuore.

Tum tum, tum tum.

Poi il suo ritmo cambiò, calmandosi.

Tum, tum tum, tum.

Chiusi gli occhi e lo ringraziai.

<< Solo dieci minuti.. >> mormorai liberando la mente da tutti i pensieri negativi.

Poggiò la sua mano sul mio fianco, nulla di sensuale, solo un mezzo abbraccio confortante.

Ed io mi persi, solo per quei dieci minuti. Il massimo che mi fossi mai concessa.
Pochi minuti di pace, pochi minuti per spegnere il cervello.

Sentivo i suoi addominali sollevarsi ed abbassarsi al ritmo del suo respiro, calmo, rilassato.

Tum, tum tum, tum.

Non potevo non pensare che il suo cuore procedesse allo stesso ritmo del mio, sempre più vicino all’ultimo battito, all’ultimo respiro.

Restare giovane per sempre nel tunnel senza fine della morte.

Quando la voce di J. ci avvisò che i Cullen erano arrivati sussultai.

<< Sei una corda di violino, bambolina >> disse ridendo mentre io mi alzavo dal letto.

Sentii la porta di casa chiudersi e bassi mormorii arrivare dal piano inferiore.
Mi aggiustai i capelli e scesi le scale ad occhi chiusi, carezzando dolcemente il legno liscio del corrimano.

Quando li riaprii erano tutti lì in piedi nel salotto, tutti tranne Nina che si trovava in cucina a studiare per l’imminente esame.

I loro visi confusi e tesi.

Incatenai il mio sguardo a quello di colui che era diventato mio fratello, più per scelta che per obbligo. Quegli occhi azzurri come pochi, che rispecchiavano esattamente il colore del cielo estivo a mezzo giorno. Sembravano splendere di luce propria, una luce preoccupata in quel momento.

Dopo un attimo di emozioni dette senza parole sospirai riabbassando le palpebre.

<< Di cosa hai bisogno? >> mi disse così vicino che sussultai.

<< Solo di cinque candele >> ed un po’ di pace pensai tra me e me.

Matt prese un vassoio d’argento e vi poggiò cinque candele bianche cilindriche, nel seguirlo con lo sguardo notai che gli occhi dei nostri ospiti si erano spostati alle mie spalle.

Senza bisogno di voltarmi seppi che Jason era dietro di me.

<< Dovete togliere i talismani che vi ho dato >> dissi piano sapendo che tutti mi avrebbero sentito distintamente.

Vidi Matt irrigidirsi e Nina uscire dalla cucina.

Sorrisi falsamente ed iniziai ad allungare le mani dietro al collo per sganciare il mio, di talismano.

Appena lo staccai dalla pelle mi sentii leggera, poi Matt fece lo stesso con la sua collana protettrice e me la porse. Sempre più leggera.

<< Inizio a sentire i vostri pensieri >> disse piano Edward, quasi disorientato. Mi limitai ad annuire, concentrandomi per non pensare niente di compromettente, poggiando entrambi gli amuleti sul vassoio d’argento che vennero prontamente seguiti dai braccialetti dati a Jass e Nina il primo giorno. Fin troppo leggera. Pensai rinforzando la presa sul corrimano.

<< Ed ora? >> chiese la ragazza dagli occhi verdi.

<< Ora rimanete in casa e non uscite per nessuna ragione >> dissi prendendo dolcemente il vassoio dalle mani di mio fratello e facendogli un sorriso rassicurante che, però, non rassicurava me.

Uscii ed ispirai l’aria di quei boschi, incredibilmente pulita ed intrisa di energia naturale.

Posizionai le candele formando una stella a 5 punte intorno alla casa e mentalmente disegnai un cerchio che le racchiudesse.

Poi mi inginocchiai  vicino la candela che rappresentava l’apice, la punta dello spirito, e pregai a contatto con il terreno freddo.

Pregai che chiunque avessi contro non fosse così forte da riuscire a distruggere questo incantesimo, pregai di riuscire a salvare la piccola da qualsiasi cosa volessero farle, pregai affinché non capitasse nulla a nessuno di loro.
Della mia morte ero consapevole, ma che almeno loro stessero bene.

Poi mi concentrai e con gli occhi chiusi e le mani immerse nella neve iniziai a raggruppare tutte le mie energie e quelle del bosco.

Vidi l’energia salire dal terreno e danzarmi intorno come vento bianco, anche se i miei occhi rimasero chiusi, sorrisi perché era sempre una bellissima sensazione.

Era arrivato il momento di agire.

Che Dio me la mandi buona.

Sapevo che mi stavano guardando e non me ne curai.

Lasciai che l’energia seguisse il perimetro del cerchio accendendo le candele.

Le fiamme si alzarono  verticalmente danzando armoniosamente come draghi rossi ed unendosi a circa cinque metri dal tetto della casa. Serpeggiavano come se avesse vita propria.
Poi la neve lì vicino si sciolse e raggiunse le fiamme danzando con esse. Era uno spettacolo meraviglioso ma non potevo permettermi di distrarmi. Mandai ancora più energia e le fiamme turbinarono con ancora più forza e più luce.
Protezione pensai.

Protezione contro chiunque non sia umano e che non si trovi già in casa. Ed in quel pensiero vi misi tutta la forza che avevo.
Poi come se nulla fosse successo terminò tutto. Le fiamme si spensero e l’acqua evaporò in un battito di ciglia. Unico residuo di quello che era successo erano gli stoppini fumanti ed il cerchio di terreno sgombro dalla neve.

Piccoli fuochi d’artificio viola e bianchi esplosero davanti ai miei occhi e caddi in avanti, improvvisamente senza forze e spossata. Non caddi con la faccia nella neve solo perché avevo ancora le mani sul terreno.

Perfetto Bea, ora devi ritornare dentro. Disse una vocina nella mia testa. Se solo riuscissi a muovermi..  pensai.

Bruciavo. Non nel vero senso della parola con tanto di fiamme e fumo, ma mi sentivo ardere. Probabilmente ero anche rossa in viso, ma non avevo uno specchio a portata di mano per confermarlo. Maledetti specchi, non ci sono mai quando ti servono.

Ok Bea, lentamente tiriamoci su. Quando provai ad alzarmi vacillai pericolosamente, ma almeno mi alzai.

Non permetterti di svenire nella neve, faresti davvero una pessima impressione. Disse quella vocina fastidiosa nella mia testa.

Oh ma stai zitta. Sbottai.





Ok lo so, sono in un ritardo schifoso e non posto da tipo secoli ma.. Sono sotto esami, capitemi. In più questo capitolo è stato un po' difficile e ...e... ok se volete potete trucidarmi. Dico davvero.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: rosewhite