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Autore: apple92    30/11/2007    2 recensioni
Se qualcuno si è mai chiesto com'erano Shan-poo e Mousse prima dell'incontro con Ranma ecco come mi sono immaginata il primo incontro tra i due giovani cinesi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mousse, Shan-pu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una vita insieme

SI COMINCIA DA PICCOLI

 

10 anni fa villaggio di Joketsuzoku (Cina)

 

“Fermati, smettila di scappare” la spensierata voce della bimba che inseguiva una gatta si mescolava al gran vociferare del mercato. La piccola si era annoiata di stare a guardare l’anziana parente vendere il ramen così aveva trovato come unica distrazione una gattina selvatica ed aveva preso ad inseguirla. La gatta era agile e veloce ma la piccola non era da meno e con tenacia le stava dietro senza perderla mai di vista. Un gioco divertente ma che talvolta può risultare pericoloso, soprattutto in quei giorni.

Una volta al mese nel villaggio delle donne di polso si teneva infatti un mercato del baratto per scambiarsi i prodotti tipici con i villaggi limitrofi. Il folklore, la musica, le vivande, un vero e proprio evento che da anni era sfruttato come un occasione per festeggiare e che di conseguenza portava al villaggio molti forestieri spesso dalle intenzioni non molto onorevoli.

Era ormai parecchio che dava la caccia al felino ma quello non sembrava avesse alcuna intenzione di rallentare e, provata dal lungo inseguimento, era in procinto di arrendersi. Superò numerosi stand e bancarelle fin quando la gatta non si lanciò verso il banchetto della pesca al pesciolino rosso. Bene, finalmente quella sottospecie di tigre in miniatura si era fermata, a breve sarebbe diventata la sua ambita compagna di giochi. La piccola dai capelli lavanda era ad un passo dal suo obbiettivo, con uno scatto repentino saltò sulla gatta ma si ritrovò ad abbracciare il vuoto.

Com’era stato possibile tutto ciò? Aveva studiato i movimenti dell’animale alla perfezione come le era sempre stato detto, non era così veloce. Si stava allenando da tutta un vita per diventare un artista marziale… come aveva potuto prendere un simile abbaglio? Ma allora cos’era successo?

Quella bimbetta ancora un po’ goffa era stata preceduta da un curioso bambino con una lunga tunica bianca e due magnifici occhi verdi che ora era lì, a pochi metri da lei, ignaro di tutte le sue fatiche, ad accarezzare la “sua” gatta. Uno straniero aveva osato infangare l’onore della piccola amazzone, ora doveva pagare. Con il suo ciotto ditino prese ad indicarlo, nello sguardo solo disprezzo. Cosa deve aver vissuto una bimba di sei anni per conoscere così precocemente quello sguardo…quanti allenamenti, quante fatiche, quanti dolori…e poi  a quale scopo? Farsi superare dal primo arrivato?

“Questo mai!” così esordì la bambina “non la si fa così facilmente alla grande Xian-pu”.

Il piccolo dal caschetto nero la guardò interdetto e giustamente si chiese cosa avesse fatto di male. Comunque nonostante il fare autoritario di lei il bambino dalla tunica bianca non sembrava affatto intimorito, anzi, la cosa lo divertiva; e così rise. Forse involontariamente, forse per dispetto ma rise. Non gli sembrava un atteggiamento tipico di chi è ancora nell’età fanciullesca. Perché la bambina dinnanzi a lui era tanto infelice? Non era solo per la questione della gatta quella bambina sconosciuta le sembrava un libro aperto… Ormai aveva preso una decisione: costi quel che costi l’avrebbe resa felice.

“Come osi sfidarmi? Combatti!”

Quella che sino a quel momento per Musi era stata una giornata alquanto noiosa trascorsa a tirare sassolini ai paperi in vendita al banchetto adiacente stava per avere un risvolto inaspettato e molto divertente. “Ci sto” disse scrocchiandosi il collo “In guardia

In tutto quel trambusto i due buffi ragazzini erano completamente ignorati da tutti e così il loro scontro cominciò indisturbato. La voglia di combattere e confrontarsi c’era e anche la tecnica (almeno in principio), le basi erano buone ma ben presto quella che era cominciata come una sfida tra artisti marziali assomigliava sempre più ad un baruffa tra mocciosi dove ogni mossa era lecita…compreso tirarsi i capelli. “Ahia, mi hai fatto male” urlò la bimba che continuò imperterrita a colpirlo senza criterio. Teneva la testa bassa e senza guardare il suo avversario gli scaricava contro una raffica di pugni che l’abile cinesino parava senza troppi problemi. Questo continuò alcuni minuti e lei distrutta e scoraggiata si abbandonò al suolo in preda alle lacrime. Non era stata ferita fisicamente ma di questo Musi voleva esserne ben certo. Non avrebbe mai potuto ferire una ragazza. Certo era forte, molto forte per la sua taglia. Nessuno infatti dei suoi altri numerosi sfidanti era mai riuscito a rompergli il labbro e a provocargli un occhio nero. Ma era giustificato; quel giorno non aveva portato con se le sue potenti catene. Si avvicinò quindi per controllare il suo stato di salute e incautamente abbassò la guardia. Approfittando di questa sua distrazione la cinesina sfoderò un dei suoi calci più potenti che lo scaravento contro un muro poco distante. Entrambi erano a terra in procinto di rialzarsi e ricominciare a combattere.

Un battere di mani però li interruppe.

“Complimenti Musi, vedo che tuo padre ti ha allenato bene in questi sei anni.”

Una ombra rachitica e più minuta dei due bambini si manifestò fra le gamba dei passanti. Fece qualche passo in avanti. Era la vecchia bisnonna di Xian-pu che li applaudiva.

“Oh salve Obaba, da quanto tempo…” intervenne il padre di Musi

“Sono secoli vecchio mio

Mha, non esageriamo mia cara, ti trovo in splendida forma”

“Adulatore!” arrossì la vecchia “Vedo che Musi ha già fatto conoscenza con la mia piccola Xian-pu

“Già sembrano andare d’accordo, piuttosto come va la tua attività?”

 

 

 

Dopo una lunga e noiosissima conversazione dilungatasi nel rievocare vecchi aneddoti era ormai giunto il tramonto e non ci fu più modo di proseguire lo scontro.

“È stato un piacere rivederti ma ora è proprio giunto il momento di andare” si congedò l’uomo.

“Addio.” Rispose Obaba.

Tra i due bambini nessun segno di saluto, solo uno sguardo intenso che faceva intendere che si sarebbero rincontrati. La sfida prima o poi si sarebbe conclusa e finalmente sarebbe stato dichiarato un vincitore. Già, sicuramente avrebbero avuto modo di rivedersi; Musi aveva un compito e lui non era tipo da lasciare le cose a metà. Quando ormai le due figure femminili stavano per scomparire tra la folla Xian-pu si voltò e gli fece una smorfia. Il suo sguardo pareva ridente… il suo compito ora gli sembrava meno arduo del previsto.

“Quante volte ti ho detto che non devi mai sfidare nessuno?! Non sei pronta, ancora. Sai bene quali rischi corri come appartenente al villaggio di Joketsuzoku. Per fortuna sono intervenuta in tempo.” La sgridò la nonna.

Quello della vecchia era uno dei suoi soliti rimproveri ma chissà perché a Xian-pu parve di vedere un piccolo sorriso sulle labbra raggrinzite della bisnonna. Per lei infondo non era andata tanto male quella giornata…cercava in quella gattina una compagna di giochi ma probabilmente aveva trovato qualcosa di meglio…

 

 

   
 
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