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Autore: Freiheit_19    12/05/2013    2 recensioni
- Sii forte, ragazzo. Questo è il prezzo da pagare. Anche se non vuoi. Devi. -
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Guardate! Signora, guardi! Signore, guardi! Bambini, guardate! No, non serrate gli occhi. Guardate! Dovete guardare! - la sua voce possente, piena di disperazione, si imponeva sulle grida delle donne, delle mamme, delle bambine, degli anziani, dei ragazzini che avevano appena trovato il corpo a cui era stato succhiata via prepotentemente la vita di un proprio caro.
- Guardate! Tutti voi dovete guardare, ricordate la mia faccia, ricordate lui, guardatelo. Non distogliete lo sguardo. - continuava a gridare portando un corpo privo di vita, con le braccia che penzolavano senza alcuna vitalità, in braccio. Seppure facesse fatica a reggere quel pesante corpo, camminava con passo deciso. Tuttavia sapeva che quella sicurezza si sarebbe presto mutata in un pesante crollo, che non era dovuto al peso del corpo, non di certo, ma al fardello cui le sue spalle erano costrette a sopportare.
Si rivolgeva alla disperata folla mentre si faceva avanti a grandi passi, ora incerti, ora sicuri mentre puntava il dito a chiunque incrociasse il suo sguardo: - Questo è ciò che mi hanno regalato, mi hanno lasciato questa cosa che reggo tra le braccia. No, non è un animale. E' mio fratello, era mio fratello. Era il mio fratello minore, era andato a trovare la madre in ospedale, voleva accertarsi che fosse ancora viva, pensate! -

Quell' afosa mattina del mese di Aprile, un mese dopo la morte del padre, Omar si era recato in ospedale per mantenere la promessa fatta alla madre il giorno prima, per accertarsi che le ferite, causate dallo scoppio di una bomba davanti alla porta di casa, abbiano smesso di buttare pus e sangue.
Probabilmente un paio di giorni dopo l'avrebbero dimessa. Le aveva portato una minestra di verdure che lui stesso aveva preparato per aiutarla a rimettersi in sesto, e riprendere le forze che quel folle scoppio aveva frantumato così come tutte le finestre dell' appartamento.

Una donna gli si avvicinò e appoggiò la sua grinzosa mano sulla sua spalla e docilmente, con un filo di voce poco comprensibile gli rivolse dolci parole che si udirono sotto forma di sussurro: - Non piangere figliolo, non piangere. Sii forte e coraggioso. Ho appena ritrovato il corpo squarciato di mio figlio a cui mancano il braccio destro e il piede. Che dolore più grande può esistere per una mamma? Per me? Ma sii forte, ragazzo. Questo è il prezzo da pagare. Anche se non vuoi. Devi. - si asciugò che umide lacrime che iniziavano a rigarle le sciupate guance, riprese: - Questa non è l'ultima parola, ti giuro che non è finita qui. Non disperare.-
- No, madre, sorella, nonna, io non dispero. Lui ha vinto, non qui, ma altrove ha sicuramente vinto, ne è uscito vittorioso a differenza di questi porci, cani! Io non dispero, ma questo che vedi non si chiama morire! Non c'è dignità, non esiste un pizzico di rispetto per questo povero ragazzo, questa non è una morte dignitosa. Non è possibile che io trovi il corpo di mio fratello minore davanti la porta, con la testa fracassata, non vedi che parte del cranio non c'è più, non vedi le cervella che spuntano fuori, non vedi il sangue che lo avvolge, non vedi che ciò che è rimasto della testa è attaccato ad un collo smorzato? Non vedi tutto questo? C'è dignità in tutto questo, donna? C'è dignità nel morire in questo modo? Dov'è l'altra parte del cranio? Non lo so, ci sono pezzi di carne dappertutto, ci sono pozzanghere di sangue che divorano il pezzo mancante di un corpo. Non vedi che i bambini non riescono a riconoscer il volto della propria mamma che li ha allattati, che li ha trasmesso l'affetto attraverso un abbraccio, o del proprio fratello. Il fratello con cui si ingannava la perfidia del tempo. C'è dignità in tutto questo? DIMMELO! - concluse emettendo un grido disumano, sprigionando la bestia in lui che troppo tempo aveva taciuto, ma che in quel momento aveva rotto la prigione che lo ingabbiava.
- Questo prezzo è troppo caro. Non posso sopportare tutto, non sono così forte come vedi. Non credere, signora, che portare questo pallido cadavere faccia di me un uomo forte. –
Fece così per voltarsi di scatto e ritornare a riprendere ciò che era rimasto del fratello: un vassoio di metallo carbonizzato, che molto probabilmente prima avrebbe emanato un’accecante luce dovuto dal riflesso del vanitoso sole, contenente il pane; e una mezza scarpa tutta annerita lontana una decina di passi che aveva riconosciuto per il suolo colorato vivacemente.

Omar amava i colori sgargianti e dimostrava questa sua passione indossando abbinamenti di colore piuttosto insoliti. Poche settimane prima, aveva acquistato un paio di scarpe col suolo color verde evidenziatore e blu elettrico.

Raccolto ciò che quel giorno Omar portava, si rivoltò dall’altra parte e continuò a camminare tra la gente che ad ogni suo passo faceva largo per lasciarlo procedere, e mentre lo faceva lasciava una scia di sangue che colava dal cranio fracassato del fratellino. La testa di Omar era retta dalla vigorosa mano del fratello che cercava di non farla piegare troppo per paura che questa si stacchi dal collo o che parte del cervello scoperto penzoli fuori.


***

 
 Una fila perfetta. Era proprio quella perfezione che lo spaventava, anzi lo terrorizzava. Una fila di soldati che portavano la divisa militare, e degli scarponi neri, alcuni portavano dei berretti militare, tutti reggevano in mano armi da fuoco: la prima fila possedevano tra i guantoni neri le F88S Austeyr, mentre le file dietro le Steyr AUG A1 (407 mm), non lontano era stato piazzato un cannone automatico da 25 mm che, nonostante non era stato ancora attivato, minacciava chiunque si avvicinasse.
Ecco, colui che reggeva il freddo corpo, colui, cui quella fila perfetta lo terrorizzava, si era piazzato di fronte a quegli armati soldati per piegarsi lentamente e adagiarlo dolcemente su una tela candidamente bianca stesa sul polveroso terreno.
Aveva portato con sé una paletta, e aveva iniziato a scavare una fossa a grandezza d’uomo, poco più grande perché questo contenesse il cadavere.
Riprendendo in braccio il corpo di Omar ancora coperto dalla tela bianca avanzò fino ad trovarsi faccia a faccia con uno dei soldati che in tutto quel teatro, lui, era il più divertito e soddisfatto del pubblico dal momento in cui aveva stampato in faccia un malvagio sorriso che irritava profondamente il protagonista della scena. Scoprì il capo e mostrò al pubblico in che stato avevano ridotto il migliore degli attori e mostrò loro il collo smorzato, mostrò loro le ferite riportate al ventre, mostrò loro il prezzo da pagare.
- Questo che vedete è ciò che m’avete risparmiato. Proprio un bel regalo, ragazzi. Ottimo lavoro! Sì, ora ritornate dal generale e mostrategli che il lavoro è andato a compimento. Andate e pretendete una medaglia. Sì, vi daranno tanti riconoscimenti: festeggerete e berrete, sarete onorati ed elevati di grado. Sarete pagati e darete da mangiare alle vostre famiglie grazie al sangue delle strozzate vite. Lo vedete? È grazie a lui se al ritorno vi daranno una medaglia d’oro, è grazie a lui se voi continuate ancora a vivere. –
Parte dei soldati stropicciarono la loro espressione per il disgusto di quella scena.
Com’era possibile? Essere disgustati di una propria azione? Ad ogni azione corrisponde una reazione: ciò che vedevano era il risultato prodotto dalle loro stesse mani. Com’era dunque possibile?
- Perché ve ne ricordiate per sempre. Perché la medaglia possa risultare talmente pesante da non riuscire a sopportarla sulla giacca. –
Così dicendo prese Omar avvolto nelle bianche tele e lo seppellì nella fossa scavata davanti a quella fila che stranamente non era più così perfetta.
Copertolo si alzò asciugandosi i gonfi occhi con le braccia scoperte, s’avvicinò al soldato di prima e iniziò a sussurrare al suo orecchio: - Lo sai che a perdere sei stato tu dannato porco? Lo sai che ora sei fottuto? –
- Ehi, modera il linguaggio con me, ho qualcosa che non hai. Quindi ti conviene tenere serrata quella fottuta bocca. O… se preferisci, ti ficco una pallottola dritta in testa. –
- Ah sì? Fallo se vuoi, per me non fa differenza. Cosa vi ho detto prima? Non lo ricordate? Bene. Vi ho detto che grazie alle persone su cui sperimentate i vostri stupidi fucili le vostre famiglie mangiano. Ma se così non fosse? Ah, soldato? Cosa accadrebbe alla tua povera moglie che ora se ne sta a casa sola soletta a badare ai tuoi figli? Cosa succederebbe se al tuo ritorno non trovassi nessuno? Rispondi, soldato! –
- Hahahah! Sei proprio simpatico. Questa sarebbe una minaccia? Spiegamelo perché proprio non l’ho capita. Hahaha. –
- Non lo so… Ma ora io me ne vado e potrebbe succedere qualsiasi cosa. –
Prese la paletta e si girò per ripercorrere la strada del ritorno.
Un colpo all’aria sospese il suo cammino.
- Guardami bastardo! Guardami negli occhi ed esala l’ultimo respiro. –
Una pallottola attraversò la sua gamba facendolo piombare sul suolo provocando un gran tonfo.
- Soldatooo! – gridò a gran voce per l’atroce dolore – ti guarderò in faccia, ma tu guarda queste lacrime: non bagnano il mio viso per paura di morire o per il dolore, ma scendono per te. Scendono per te perché dopo aver raggiunto il record di uccisioni farai la fine di una cane, di un porco, sarai una comune merda che tutti schiacceranno per poi maledirti per aver sporcato le loro scarpe – scarpe col suolo color verde evidenziatore e blu elettrico -. Piango perché a te il perdono non sarà concesso. Ora sparami, sparami dritto in fronte. –

Un magnifico cerchio gli si disegnò sulla spaziosa fronte colorandola di un rosso vivace. Aveva pagato il prezzo da pagare. Era ormai senza debiti.





 

Angolino mioo:
Salve gente, tutto bene? Questa one- shot nasce dopo aver visto una foto, REALE, di un corpo di un ragazzo morto a causa della guerra retto da un familiare provocando in me grande rabbia. Le descrizioni che ho fatto sono fedeli a ciò che ho visto, ma di sicuro la realtà è molto molto più atroce. 
Ok, spero che vi sia piaciuto e... se vi va, recensite per farmi sapere cosa ve ne pare o per aiutarmi a migliorare la scrittura. Grazie! 
Ciaooo c:

  
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