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Autore: Arrow    12/05/2013    2 recensioni
Non riusciva a dormire. Il ricordo dell’incontro bruciava ancora. Era estatico. Non riusciva a rimuovere dalla mente le immagini di Misaki. Non voleva rimuoverle.
[SaruMi - post 5° episodio]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fushimi Saruhiko, Misaki Yata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo Scar.

Fandom K project.

Personaggi Fushimi Saruhiko, Yata Misaki.

Rating Giallo.

Avvertimenti Flashfic, post 5° episodio.

Wordcount 374

Note Come mi vengano certe cose non lo so. Quel che so è che dovrei studiare letteratura italiana e invece sono invasa dai feels SaruMi. Odiatemi. Yay!




«Yata-san, come va il braccio?»

Ricordando l’episodio connesso a quella ferita, a Misaki passò la voglia di rispondere. Si tolse la maglia bianca e mostrò la pelle martoriata, sostituendo la visione alle parole.

 

--

 

Non riusciva a dormire. Il ricordo dell’incontro bruciava ancora. Era estatico. Non riusciva a rimuovere dalla mente le immagini di Misaki. Non voleva rimuoverle. Ghignò quando la sua mente si colorò del rosso sangue che era riuscito a far sgorgare dal corpo di Misaki, quel corpo che avrebbe voluto precludere alla vista del mondo, fare suo per poi distruggere.

Si poggiò una mano in fronte; la pelle a contatto con altra pelle tremò. Rise sommessamente. Probabilmente aveva la febbre. Febbre da follia. Gli era capitato altre volte. Misaki era come una malattia infettiva. Lo contraeva ogni volta che gli si avvicinava. Il ragazzo era sempre nella sua mente, ma averlo a pochi passi di distanza da sé non era la stessa cosa. Scosse di eccitazione, freddo e caldo tutte insieme invadevano il suo corpo alla vista dell’altro. Era felice, Saruhiko. Felice di essere riuscito nel suo intento. Pronunciò il suo nome che rimbombò nel silenzio della sua stanza. Era riuscito nel suo intento di fargli del male. Da quel momento in poi l’altro non avrebbe potuto fare a meno di pensare a lui, a quel giorno, al dolore da lui procuratogli, quando la sua attenzione fosse stata catturata da quella che sarebbe diventata presto una cicatrice. Erano pari, pensò Saruhiko. Ora entrambi avevano una cicatrice causata dall’altro. Perché quel simbolo macchiato bruciava ancora, a distanza di anni. Saruhiko era convinto che non avesse mai sfiorato la mente di Misaki che l’artefice di quel graffio potesse essere lui stesso. Saruhiko era sicuro che nemmeno sputando in faccia la verità a Misaki, quello gli avrebbe creduto. «Fa male, vero, Mi-sa-ki?»

 

--

 

Misaki passò la notte in bianco. Quella dannata ferita non la smetteva di sanguinare e rinunciò all’idea di dormire dopo che il lieve sonno febbrile che era faticosamente riuscito a conquistare svanì per la seconda volta. Realizzando che tutto quel sangue versato non avrebbe portato ad altro che ad una ferita perenne seppur chiusa, imprecò. Strinse i denti intorno al labbro inferiore e al sangue sulle lenzuola si aggiunse quello sul cuscino.

 


   
 
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