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Autore: u s h i o    12/05/2013    8 recensioni
Sul volto del ragazzo si dipinse un sorriso amaro, mentre ritirava la mano che ancora stringeva il coltello e allontanandosi di qualche passo.
«Ho sempre saputo che in te c'era qualcosa di anormale.»
L'altro in risposta si grattò il capo con espressione quasi confusa. «Qualcosa di anormale soltanto secondo il vostro concetto di normalità!»
«Falla finita» lo interruppe subito prima che potesse continuare il suo discorso, e «che cosa sei esattamente?» domandò quasi urlando.
«Colui che ha in pugno il vostro destino.»
[Naruto x Sasuke]
Genere: Angst, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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If I can, I want to end while shrouded this like

 
 

Giappone, 1868




«Uzumaki Naruto-kun.»
Riecheggiò ovattata la severa voce dell’uomo seduto al centro dell’ampio e imponente salone, decorato da mille quadri diversi e da sfarzosi mobili.
Il ragazzo, sentendosi chiamato dal piano di sopra, si bloccò di scatto girando i tacchi e, dopo essere entrato in velocità nella sala principale ed essersi avvicinato di qualche passo all’uomo che lo stava chiamando, abbassò il capo in segno di rispetto e chiuse le palpebre inginocchiandosi al suo cospetto, aspettando che proseguisse il suo discorso. Aveva i capelli biondi scompigliati e il lungo mantello nero che sventolava a causa del forte vento che trapelava dall’enorme finestra che dava sul giardino, alla sua destra.
«Avete qualcosa da dirmi?» domandò, restando immobile.
L’uomo allungò il proprio bastone fino ad arrivare a sfiorare il mento del ragazzo inginocchiato davanti a lui con la punta di esso, facendogli alzare leggermente il viso in sua direzione, così da concedere al giovane di incrociare a malapena il suo sguardo. Naruto aprì con lentezza i propri occhi, ritrovandosi quelli dell’uomo che lo scrutavano impassibili. «Dovresti saperlo. Ho un nuovo compito da darti, Uzumaki-kun.»
«Ditemi. Sono pronto a tutto, Heika-sama1
Passò qualche minuto di silenzio, mentre gli occhi del ragazzo non facevano altro che vagare ovunque pur di non incontrare quelli dell’altro, in un improvviso moto di angoscia e ansia nello scoprire in che cosa consisteva il suo nuovo incarico – anche se, comunque, una mezza idea ce l’aveva avuta fin dall'inizio. Mentre osservava l’argenteria che brillava quasi di luce propria sopra la credenza di legno come fosse la cosa più interessante del mondo, sentì nuovamente la voce dell’uomo rivolgersi a lui.
«So che è passato già un po’ di tempo dal tuo ultimo incarico, Uzumaki-kun, per questo affido a te questo compito speciale. Dovrai tornare tra gli umani oggi stesso.»
L’ordine arrivò forte e chiaro alle sue orecchie, e il sorriso indecifrabile che segnò il volto di Naruto diede la prova che quello era esattamente ciò che aspettava di sentire fin da quando era stato chiamato poco prima. I compiti che solitamente venivano assegnati a quelli come lui erano sempre gli stessi – a meno che non si trattasse di svolgere qualche semplice commissione, cosa fin troppo rara nel suo caso – e quindi facili da immaginare. Poggiò un braccio sulla sua gamba ancora piegata, alzando del tutto il proprio volto.
La curiosità cominciava a farsi sentire, nonostante l’idea di tornare in mezzo agli umani non lo allietasse granché. Creature fin troppo inferiori.
«Quale compito precisamente, Heika-sama?»
L’uomo davanti a lui accavallò le gambe e stese leggermente le proprie braccia lungo i braccioli del trono, chiudendo gli occhi quasi come per pensarci su. Prese e fiato e ricominciò a parlare.
«Dovrai stare fra loro per tempo prolungato, questa volta, Uzumaki-kun. Tutto questo a causa di un’anima particolare.» proferì tutto d’un fiato lui, dondolando con estrema lentezza il piede destro, coperto dal sandalo in pelle.
Particolare? «Che intendete dire?»
«C’è un’anima che stiamo cercando di prendere da molto tempo, un’anima preziosa che è riuscita a sfuggire più di una volta a molti di noi» rispose l’uomo con voce grave, critica. «Per questo, ora, manderò te a cercare di mieterla. Dovrai riuscire a prendere quell’anima che tanto cerchiamo. Avrai tempo cinquanta giorni prima della data prestabilita per farlo.»
Naruto storse leggermente il capo, incuriosito da quella situazione. Mai gli era capitato un caso simile, un caso evidentemente difficile rispetto a tutti gli altri che aveva trattato. Sorrise dentro di sé – così da non farsi vedere –, soddisfatto dell’avere tra le mani una situazione tanto speciale quanto rara.
«Dovrai avvicinarti all’anima tanto da riuscire a prenderla senza lasciartela sfuggire, per questo motivo prima diventerai parte integrante della sua vita.»
Abbassò nuovamente il volto, puntando gli occhi celesti sul pavimento. «Come desiderate, Heika-sama.» confermò, quasi con gratitudine.
«Uzumaki-kun» lo richiamò la stessa voce severa, bloccandolo all’improvviso dall’allontanarsi. Si girò verso di lui guardandolo con la coda dell’occhio, attendendo.
«Se fallirai sai bene quali saranno le conseguenze, non è vero?»
Naruto deglutì a vuoto, riflettendo ancora una volta sulle leggi che vigevano su di loro. «Lo so.» disse d’impulso.
E nello stesso momento in cui sentì Heika pronunciare il nome della persona condannata alla morte e lanciargli la piccola cartella con tutti i suoi dati all’interno, sparì in un baleno dalla stanza senza lasciare alcuna traccia, dirigendosi subito alla meta prestabilita.
 
 
Nel momento in cui arrivò davanti alla sua meta, per un momento non seppe che cosa fare o come comportarsi. Alzò gli occhi azzurri, facendoli vagare lungo la struttura di quella casa: enorme, sfarzosa e per lo più fatta in legno. Non poteva certo aver sbagliato, visto l'aspetto lussuoso di quell'abitazione. Bussò all’ingresso e si mise subito in ginocchio di fronte alla porta, in attesa che qualcuno gli aprisse. Non appena sentì il rumore della porta scorrevole – tipicamente giapponese – che veniva aperta chiuse gli occhi di colpo, poggiando una mano sul proprio ginocchio.
«Chi siete voi?» si sentì domandare da una voce maschile, profonda e autoritaria.
Naruto deglutì a vuoto, prese fiato, e «sono Uzumaki Naruto, un umile servitore. Sono qui per voi.» recitò.
Dopo aver concluso quella frase sentì il tono dell’altro cambiare improvvisamente. «Ah, sei un servitore. Non l’avrei detto da ciò che indossi. Chi ti manda?» gli chiese quello, con sdegno nella voce.
«L’imperatore, mio signore.»
L’altro sbatté il piede più volte con fare perplesso. Naruto non poteva vedere la sua espressione, ma era sicuro che in quel momento lo stesse scrutando e studiando a fondo. «Eppure l’imperatore non mi aveva comunicato nulla.» disse poi.
Non fu difficile convincerlo del contrario.
«Perché voleva omaggiarvi a sorpresa.»
Nel momento in cui Naruto lo sentì sbuffare e borbottare un vago tsk si lasciò andare a un sospiro – quasi di sollievo – e schiuse le proprie palpebre, sempre però volgendo lo sguardo al pavimento legnoso così da non rischiare di risultare in qualche modo offensivo.
«Entra. Voglio sapere di più.» gli ordinò secco, e solo allora Naruto si sentì libero di alzarsi in piedi e puntare gli occhi su quella che immaginava essere la propria vittima. Capelli mediamente lunghi e neri, pelle d’alabastro, occhi a mandorla e neri come la pece. E una faccia da schiaffi, aggiunse Naruto nella sua mente.
Non appena vide il ragazzo – avrà avuto intorno ai venticinque anni – voltargli le spalle ed entrare in casa si lasciò scappare un ghigno di soddisfazione per essere riuscito ad abbindolarlo subito: di certo non sembrava essere una persona tanto furba come l’apparenza faceva invece credere.
Si tolse i sandali all’ingresso di casa per poi entrare, seguendo colui che sarebbe stato il suo signore per i prossimi cinquanta giorni. Nell’osservare la sua schiena gli tornarono in mente le ultime parole che gli aveva detto Heika-sama, e un nuovo sorriso si fece spazio sul suo volto.
 

«Uzumaki Naruto, Shinigami numero millequattrocentonovantotto. Tu avrai il compito di mietere l’anima di Uchiha Sasuke, l’ultimo shōgun.»





















 

Heika-sama1 = non è un nome di persona, bensì significa Sua Maestà.


Note:
Lo so già che ho tante storie in corso, ma... non ho resistito alla tentazione di pubblicare questa, mi va così. Non so quando potrò aggiornarla considerando lo studio e tutto, ma ci tenevo a sapere la vostra opinione
La storia si ambienta in Giappone, nel 1868 (come c'è scritto all'inizio della storia) alla fine del periodo Edo; e come avete letto nelle note della storia è sovrannaturale perché in questa fiction Naruto è uno Shinigami. Il Naruto che intendo dipingere è più "adulto" del solito, ma cercherò comunque di farlo IC, solo che vi avviso che non leggerete un Naruto nel genere "temeee!", ecco, tutto qua (: per il resto farò di tutto per renderlo al meglio pur evitando i cliché di quel genere visto che sono in tutt'altra epoca.
Questa storia è fuori dal comune (non ho mai letto niente del genere in giro per questa sezione), quindi per ora la prendo soltanto per un esperimento. Ah, gli Shinigami che voglio dipingere nella storia avranno caratteristiche molto diverse, diciamo un po' un gran misto tra Bleach, Death Note, Black Butler e Shinigami no Ballad x°
Grazie per aver letto! Spero gradiate! *^*



Disclaimer: I personaggi descritti non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
   
 
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