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Autore: purepura    13/05/2013    4 recensioni
“Ciao, Rogue” mi aveva accolto Tempesta, mentre Logan non accennava a voltarsi. “Entra pure. Logan mi stava dicendo che ha intenzione di andare via per un po’”[...]
“Di nuovo?” mi ritrovai a dire[...]

Non è una Logan/Marie. Non credo sia nata per questo, anche se non ci metterei la mano sul fuoco. Non mi ha ancora detto che cos'è... E' ambientata dopo la fine del terzo film - sui quali questa storia è interamente basata.
Spero di non essere andata troppo OOC. In tal caso, sarò pronta a mettere l'avvertimento, o direttamente a cancellarla....
Buona lettura!!!!
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marie D'Ancanto/Rogue
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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LE COSE CAMBIANO

CAPITOLO XXVIII

 

Siamo fermi nel grande parcheggio sotterraneo, tutti e quattro allineati davanti alla macchina. Ho la giacca tra le mani e la mente completamente vuota.

Mystica ha assunto sembianze umane poco prima di scendere dall’auto. Ha un passaporto che la ritrae con quell’aspetto e quel nome: Raven. Non so chi sia, vedo solo che è bionda ed è davvero bella.

Per Wolverine è stato più difficile. Si è sempre spostato con un’auto o un furgone. Viaggi che richiedevano documenti non erano mai stati previsti, ma a quanto pare il Professore è riuscito a dargli nuovi documenti prima di morire.

“Qualcuno mi spiega perché non abbiamo preso il vostro jet?”

Mystica appare ironicamente disperata. Il suo tono fa sorridere Bobby, a fianco a me. Gli lancio un’occhiataccia e gli tiro una gomitata sul braccio. “È di ‘Ro. Non avremmo avuto il suo permesso”

“Non era degli X-Men in generale?”

“No, mai stato”

“Quindi l’ha comprato lei, da sola? Con i suoi soldi? È così ricca?”

Sbuffo. “Il Professore l’avrà comprato. Purtroppo stai parlando con i membri più giovani. Non sappiamo come sia andata. Sta di fatto che ora è suo, così come un tempo era il Professore che assegnava le missioni”

“Io continuo a dire che avremmo fatto prima”

“Grazie, ci credo anch’io” sbuffo, mentre senza aspettarci Mystica parte in direzione degli ascensori. Mi affretto a prendere il mio bagaglio mentre gli altri la seguono. Mi metto al suo fianco. “Non era d’accordo, niente mezzo di trasporto”

“Continuo a pensare che sia un’ingiustizia. Dovrebbe essere a disposizione, e siccome a loro non serviva sarebbe dovuto toccare a noi. Perché non ci hai pensato tu? Avrei potuto rubarlo”

“Oh, su questo non ho dubbi” mormora Logan, che ci segue da vicino, con Bobby al fianco che ticchetta con la lingua in una maniera esasperante. Non gli dico nulla, però, perché sto scandendo il tempo allo stesso modo, ma nella testa.

Sette ore, sette ore e dieci secondi, e undici, e dodici. Sette ore e quindici secondi da che ho visto mio figlio. E venti. E trenta.

L’ascensore ci porta al piano superiore e ci ritroviamo nella reception affollata.

“Accidenti” mormoro. “State attenti a dove metto i piedi, per favore?”

“Tranquilla, ti farò uccidere più persone possibili”

Faccio un verso esasperato. Ci fermiamo un istante tra le molte file di sedie di plastica per decidere chi tra i quattro deve avere il primo contatto con gli umani. Io vengo esclusa dalla logica, Mystica si esclude da sola e Wolverine semplicemente passa oltre, perché non riesce ad avere contatti civili nemmeno con noi. Per cui rimane Bobby, il più mite e mimetizzante.

Tutto infatti fila liscio. Prenota quattro biglietti in classe economica di un volo che partirà da lì a due ore. Ma i miei nervi non resistono due ore in aeroporto, ferma in fila per il check-in.

Cerco di distrarmi guardandomi intorno, controllando i tabelloni dei passeggeri in arrivo del terminal distante e verificando se qualcuno mi stia cercando sul cellulare, ma niente. Il telefono tace e le mete da cui provengono coppiette smielate e comitive poco assortite non suscitano interesse.

Una volta passati i controlli e detto addio ai bagagli, che saranno caricati nella stiva molto prima di noi passeggeri, eccomi seduta su un’ennesima sedia di plastica, tra mio marito e Wolverine. Mystica ha comprato un panino imbottito e sta mangiando spensierata, seduta a quattro sedie di distanza da noi. In questo modo, già tre o quattro uomini hanno cercato di abbordarla, senza alcun successo. Schiva e rifiuta le avances con disinvoltura. Mi piacerebbe sapere come faccia ad apparire sexy nonostante si stia ingozzando di pane, capperi e acciughe. Ne sento l’odore sin da qui, e mi dà la nausea.

Mi sporgo oltre Bobby, che sta forse distraendosi con il cellulare e uno dei suoi giochetti cretini, per parlarle. “Perché invece di venire da noi, non hai pensato di far carriera sul marciapiede?” domando. “Sei sulla buona strada, mi pare”

Scocco uno sguardo al suo abbigliamento. Prima di portare il bagaglio, è fuggita in bagno e si è cambiata d’abito. Dice di odiare il periodo in cui era stata Raven, ma a quanto pare ora si diverte a far mostra di sé e delle sue lunghe gambe. Gli stivali dal tacco altissimo completano il quadro, e, infatti, il mio commento non è così fuori luogo.

Bobby mi scocca un solo sguardo, per poi tornane ai suoi affari.

“Rogue, non sta bene prendersela con me perché tu puoi solo sognare di portare vestiti così”

“La mia non è gelosia, è disgusto”

“Per che cosa?”

“Per tutto ciò che ti riguarda”

Prima di ora, ha tenuto gli occhi bassi e indifferenti sulla sua cena. Adesso invece mi guarda, e qualcosa mi spinge ad abbassare il capo, con la vaga sensazione di avere esagerato un tantino, col mio ultimo commento.

Sono arrabbiata, nervosa, e come di solito quando accade, mi sento in dovere e diritto di dire tutto ciò che mi passa per la testa. La vita è stata orrenda con me. L’unica cosa bella, che dà un senso anche ai giorni più disperati, ora è minacciata, ed è lontana da me. Se succede qualcosa a Charlie, io ho finito. Non nel senso che smetterò di comportarmi da brava personcina che si sforza tanto di fare la cosa giusta e proteggere gli umani che non ci capiscono dai mutanti che non capiscono gli umani, ma in quello per cui smetterò di fare tutto, compreso il sopportare. Dalla posizione di persona disagiata e sfortunata, che è ricorsa a mezzucci governativi che ovviamente non hanno funzionato, ho piena facoltà di reagire come mi pare.

Così come penso sia dovere degli altri sopportarmi.

Per questo, zittisco ogni sorta di senso di colpa. Mi limito a scuotere le spalle, per poi tornare a guardarla. Mi sta ancora fissando. Ha una piega beffarda sulle labbra, le gambe accavallate e gli occhi socchiusi.

“Wow” mormora, dopo qualche altro secondo. “Carina”. Il tono è quieto e indifferente. Ritorna alla sua cena senza aggiungere nient’altro.

A questo punto, Bobby abbandona il telefono e si volta verso di me, che ho ripreso a mordicchiarmi l’unghia dell’anulare – quello sinistro, quello senza anello – e a fissare con ostinazione la sedia di fronte.

“Non sei stata molto carina”

“Oh, guardalo: si preoccupa per la Signorina Killer” Logan lo fissa, scuotendo la testa.

“La mia è giustizia sommaria. Se dobbiamo collaborare, dobbiamo cercare di andare d’accordo. Rimprovererei Rogue, anche se trattasse male te”

“Anche o persino?”

“Sono una persona intelligente che sa mettere da parte le diatribe, quando serve”

Il verso sarcastico giunge dalle parti di Mystica, ora.

Bobby si volta di scatto e apre la bocca.

“Scusate” dico, “la piantate?”

Bobby ora guarda me. “Non ho capito: tu puoi discutere e fare l’acida maleducata quanto ti pare, ma quando siamo noi che discutiamo dobbiamo smetterla?”

“Sì, giusto”

“Ma non ha senso”

“L’ha per i miei nervi tesi”

“Solo tu qui hai i nervi tesi, a quanto pare; o il diritto di averli e di sfogarli”

“Tu fammi girare le scatole! Avanti, continua a rompermi le palle e ti farò vedere io i diritti! Solo che ti farò vedere quelli della Magna Carta con una bella botta in testa!”

“Ma se non hai neanche finito le superiori, che cosa ne sai tu della Magna Carta!”

Forse stiamo dando un tantino troppo spettacolo. L’idea era quella di non farsi notare, ma così non credo funzionerà, soprattutto se continuiamo a urlarci addosso in un aeroporto affollato.

Mi alzo sbattendo un piede a terra. E alla fine mi scappa dalla bocca, dopo ore in cui tento disperatamente di dimenticarlo, perché io avevo impegni e lui no, perché ero troppo lontana, perché avrebbe dovuto impedirlo. “Stai zitto! Proprio tu, che neanche ti saresti accorto che era sparito se non te lo fossi venuto a dire io. Non sai nemmeno prenderti cura di tuo figlio, è sempre più facile lasciarlo a Kitty invece che controllarlo qualche volta in più, no?”

“Ok, ok” questa è Mystica, che sorprendentemente ci riporta all’ordine, allontanandoci e mettendosi fra noi. Scocca uno sguardo a Bobby, che ha la bocca aperta e gli occhi sgranati, oltraggiato, e poi a me, che ho la bocca aperta e gli occhi lontani. “Ecco a voi la nuova Signorina dai Colpi Bassi!” esclama lei. “Che diavolo vi è preso? Pensate vi possa aiutare, questo?”

Ci?” Bobby si volta verso di lei, indicandomi con due mani. “Le! Questa è pazza!”

Allora faccio un passo avanti, perché è dura ammettere che forse un tantino di ragione l’ha, e che dovrei calmarmi invece di continuare a parlare.

“Basta! Vi voglio in due punti estremi della sala. Ora. Bobby, vai a fare qualcos’altro, vatti a prendere da bere”

“Non ho sete”

“E chi se ne frega! Vattene!”

Quando Bobby inizia a camminare dandoci la schiena, Mystica guarda oltre le mie spalle e fa un cenno a Logan, che ci sorpassa e si dirige alle macchinette automatiche, lontano da Bobby, contento di non entrare nella faccenda, probabilmente.

Incrocia le braccia e mi osserva. “La domanda è legittima: che cavolo hai nella testa? Segatura?”

Sbuffo. “Vai a quel paese!”

“Guarda, mi piacerebbe enormemente raggiungere Neverland e farmela con Capitan Uncino, ma sono incastrata qui, in mezzo ai tuoi casini e a quelli degli umani. Sto cercando di darti una mano! Io!” aggiunge poi, facendosi dubbiosa, come se stesse ripensando a qualcosa. “Mystica!” fa un’altra pausa. “Davvero, dovrebbero annotarlo e applicarlo su un’insegna luminosa che dice ‘Attenzione, allarme idiota!’ con una freccia che indica la mia persona. E poi altre trentasette frecce che indicano te” riprende severamente.

“Hai finito di divagare stronzate?” sbotto.

“E tu hai finito di dire stronzate?”

“Tu hai finito di impicciarti?”

“No, perché finirai per mandare a scatafascio ogni cosa, se non la smetti”

“Potrei non rivederlo più” mormoro. “Potrei. Mai più”

“Non accadrà. Abbiamo una traccia. E il tuo istinto, che a quanto pare è nel giusto. Lo troveremo”

Fisso lo sguardo in quello di Mystica. Ora che è più simile a me, riesco a leggerne meglio anche le espressioni. È fiduciosa. È sicura. Sta promettendo qualcosa che sa di poter mantenere.

“Devo sperarci” mormoro ancora, voltandomi verso i grandi tabelloni in tempo per scorgere la partenza del nostro volo che si sta avvicinando. “Non posso non farlo. Sarebbe come impazzire”

Gli uomini sono di ritorno con una gran quantità di pacchetti di merendine. Logan butta manciate di cibo su una sedia. “Dovevo far passare il tempo in qualche modo” alza le spalle, quando Mystica lo guarda malissimo. “Andiamo?”

Prende il suo borsone, non degna d’attenzione alcuna il cibo che ha comprato e si avvia. Bobby passa oltre senza fermarsi e Mystica fa cenno di precederla. Afferro al volo una barretta ai cereali, che metto in borsa, e un’occhiata mi fa capire che le altre spariranno in quella di Mystica in una decina di secondi. 

 


  
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