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Autore: Kagome_chan88    01/12/2007    5 recensioni
«Ino?»
«Mh?»
«Ti ricordi il giorno in cui siamo diventati il Team 10?»
«Certo, Shika.»
«Tu eri furibonda perché invece di finire in squadra con Sasuke ti avevano messo con uno che mangiava troppo e con me, che non faccio altro che guardare le nuvole in cielo. Poi, come se non bastasse, ci venne annunciato che il nostro sensei sarebbe stato Asuma, e tu non sopportavi nemmeno lui perché fumava troppo e continuamente.»
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Aeroplani di Carta

Aeroplani di Carta

by Kagome_chan88

 

 

Era un giorno diverso dagli altri quello a Konoha. Il clima era quello giusto e ci si aspettava da un momento all’altro la neve, ma non ne cadde affatto.

Nemmeno un fiocco si vide!

E la giornata venne riempita dalla solita routine che sarebbe stata interrotta solamente dall’arrivo della neve tanto attesa.

I giovani genin correvano da un lato all’altro del villaggio per compiere qualche semplice missione assegnato loro dall’Hokage, speranzosi che prima o poi venisse dato loro qualche impegno ben più gravoso.

I negozi tirarono su le saracinesche rumorose, bagnate da gocce di rugiada scese nella notte e fattesi quasi ghiaccio per via del freddo pungente; Ino Yamanaka si tolse dal maglioncino che indossava qualche goccia d’acqua caduta aprendo la porta del negozio di fiori.

Sistemò qualche pianta al di fuori e si mise in attesa di qualche cliente che sarebbe prima o poi giunto.

Quella mattina era toccato a lei svegliarsi quasi all’alba, visto che i suoi genitori erano stati bloccati a letto da un colpo d’influenza acuta, con tanto di febbre altissima e mal di gola insopportabile! Quasi non le andava di lasciarli, quella mattina! Ma il negozio doveva pur aprire.

Aprì una rivista sulle ultime tendenze, leggendola davvero con interesse e sorseggiando un caffè bollente per scaldarsi dall’aria pungente e penetrante di quella mattina. Nemmeno sentì il campanello attaccato alla porta tintinnare, segno che qualcuno aveva appena varcato la soglia del negozio di fiori.

 

«Yo

 

Ino alzò la testa dal giornale andando ad incontrare lo sguardo ancora assonnato del suo compagno di squadra ed amico, Shikamaru Nara.

 

«Ehilà, Shika! Già in piedi?»

«Ti sembro tipo da svegliarmi di mia spontanea iniziativa così presto?»

«Appunto! Cosa vuoi?»

«Non è che potresti prepararmi un mazzo di fiori?»

«Fiori? E per chi, scusa?»

 

Shikamaru vagava per il negozio, toccando qualsiasi cosa capitasse sotto i suoi occhi.

Sembrava perso (come al solito!) in chissà quale mondo al di là del tempo e dello spazio, ad almeno mille metri da terra e non degnava nemmeno di uno sguardo la sua amica, oramai indispettita.

 

«Insomma, Shikamaru! Ma che hai stamattina?»

«Nulla, che domande.»

 

Ino si arrese. Il che non era certo cosa di tutti i giorni, ma quella mattina le stava sicuramente sfuggendo qualcosa; lei capiva al volo il giovane Nara, e se per una volta l’incantesimo non le riusciva, allora ci doveva davvero essere qualcosa che non funzionava.

 

«Dimmi almeno che fiori vuoi

 

Shikamaru sbadigliò. Lui non ne sapeva affatto di fiori! E tanto meno sapeva che tipo di fiore sarebbe stato il caso di prendere…Ma sapeva anche che Ino lo avrebbe aiutato, soltanto che non aveva voglia di chiedergli proprio nulla! E sapeva anche che la ragazza si era già spazientita abbastanza per il suo comportamento più strano del solito di quella mattina.

 

Ino, possibile che te ne sia completamente dimenticata?

 

Quella domanda gli saltò facile al cervello, conscio del fatto che una come Ino non si sarebbe mai dimenticata una cosa tanto importante! Forse, faceva di tutto per non ricordarsene…

Il che sarebbe davvero da parte di un tipo come Ino Yamanaka! Ma ugualmente una cosa del genere gli rimaneva scomoda anche solo da pensare, perché è impossibile dimenticare!

 

Dimenticare, per lui, avrebbe significato anche far finta di niente. E per uno che ha sempre poca voglia di fare qualsiasi cosa, sarebbe stato davvero semplice.

Ma non in quel caso.

Non quel giorno.

 

«Ino?»

«Mh?»

«Ti ricordi il giorno in cui siamo diventati il Team 10?»

«Certo, Shika

«Tu eri furibonda perché invece di finire in squadra con Sasuke ti avevano messo con uno che mangiava troppo e con me, che non faccio altro che guardare le nuvole in cielo. Poi, come se non bastasse, ci venne annunciato che il nostro sensei sarebbe stato Asuma, e tu non sopportavi nemmeno lui perché fumava troppo e continuamente.»

 

Ino ricordò tutto come se fosse accaduto da poche ore. La sua litigata con Sakura per la fortuna capitatele, Choji che continuava ad ingozzarsi di patatine…

E Shikamaru che poggiava stancamente la testa ad una mano, sospirando.

Eppure non riusciva a capire il motivo per il quale, quella mattina, Shikamaru avesse rievocato quei momenti ormai lontani qualche anno.

Aspettò che il suo amico continuasse, perché sapeva che il discorso non era finito lì.

 

«Il primo giorno di allenamento arrivai in ritardo perché non ero riuscito a svegliarmi e tu mi sgridasti sonoramente, mentre Asuma-sensei mi guardò divertito per poi darmi una pacca sulla spalla. Fu in quel momento che capìì di aver trovato una persona che non guardava solamente i miei difetti, ma anche ai miei pregi; mi convinsi che avrebbe sempre creduto in me e che mi avrebbe sostenuto nei momenti difficili, come tanti se ne hanno nella vita.»

 

Asuma-sensei…

Oh, stupida, stupida Ino!

 

Ino si portò una mano alla bocca, capendo solo allora che giorno era quello: non era semplicemente il giorno in cui la neve, sempre puntuale, non si era fatta ancora vedere, era qualcosa di molto, molto di più.

Sciocca Ino.

 

«Shika…Io, mi dispiace…Come ho fatto a…»

«Nulla, Ino. Sono qui apposta, non ti pare?»

 

Ino non avrebbe solo dovuto ricordarsi che erano trascorsi esattamente quattro anni dalla morte di Asuma-sensei, ma avrebbe dovuto ricordarsi anche dell’importanza che Asuma-sensei aveva per Shikamaru.

Quello non sarebbe davvero stato un giorno come gli altri.

 

«Dammi questa.»

 

Nara indicò una bella pianta, profumata, e dai fiori rossi. Ino scese dal suo sgabello e lo raggiunse.

 

«Il Giacinto, dici?»

«Si chiama così? Che strano nome…Comunque, si. Voglio questo.»

«Ma non volevi dei fiori?»

«Ho cambiato idea. Voglio mettere questa pianta ai piedi della roccia dei Caduti, così che tutti possano vederla, ed anche Asuma-sensei.»

«Si, Shika

 

Ino prese la pianta e la vestì di una carta che riprendesse i colori dei suoi fiori per poi circondarla di un nastro nero.

 

«Shikamaru?»

«Mh?»

«Ti ricordi quando Asuma-sensei ci ha insegnato a fare gli aeroplani di carta?»

 

Nara la guardò interdetto.

Ino non era mai stata una ragazza attaccata ai ricordi! Possibile che in tutti quegli anni, non avesse capito proprio nulla di lei?

 

«Si, certo.»

«Per quanto ci provassimo, io e Choji non siamo mai riusciti a farne uno decente, mentre tu…Bè, a te veniva quasi naturale piegare la carta con le mani, e ricordo che ne lanciasti in cielo almeno una ventina. Quel giorno, poi, c’era anche vento e li vedemmo volarsene via, chissà dove, portati lontano. Poi, Asuma-sensei ti guardò, orgoglioso, semplicemente per essere riuscito a fare degli aeroplani di carta…In quel momento non capìì perché tu fossi migliore ai suoi occhi di me o di Choji, e la risposta ancora non la conosco

«Non dire assurdità, Ino! Non sei riuscita a farne nemmeno uno semplicemente perché non ti andava…E Choji perché era troppo impegnato ad ingozzarsi!»

 

Ino sorrise, divertita.

 

«Si, forse hai ragione.»

 

Shikamaru prese la pianta e fece per andarsene…

 

«Aspetta! Ti accompagno…»

«Dovrei anche pagarti.»

«Non dire stupidaggini!»

 

La bionda chiuse il negozio ed insieme si avviarono ai confini di Konoha, passeggiando tranquillamente in quella gelida giornata diversa dalle altre.

 

---

 

Arrivarono alla roccia dei Caduti senza aver scambiato nemmeno una parola, ma semplicemente godendo della presenza dell’altro. Oramai, erano sempre più rare le missioni che li vedevano combattere insieme…

Shikamaru scavò una piccola buca e vi mise la pianta, per poi ricoprirne la base con la terra che aveva precedentemente tolto.

 

«Resisterà all’inverno?»

«Non ti preoccupare, sarà forte.»

 

Poco più in là, dei giovani genin si stavano allenando, saltando da un ramo ad un altro con estrema maestria; uno di loro si arrampicò ancora più in alto e lanciò nel cielo un piccolo aeroplanino fatto di carta colorata.

 

«Alla loro età sembra tutto estremamente semplice, non credi?»

«Vero, Ino.»

«Sarà meglio che torni in negozio! Sei i miei si accorgono che sono uscita chi li sente…»

 

Shikamaru fissò ancora un attimo i nomi dei Caduti di Konoha, afferrando poi il polso della Yamanaka, fermandola.

 

«Aspettami stanotte.»

«Vuoi venire anche con questo freddo?»

 

Shikamaru la strinse a sé.

 

«Ci penserai tu a scaldarmi!... E poi, è meglio approfittare ora che i tuoi sono malati…»

 

Ino gli sfiorò le labbra e si slacciò dal suo abbraccio.

 

«Potresti darmi lezioni su come si fanno quei così che volano!»

«Come desideri!»

 

Ino si allontanò verso il villaggio lasciando Shikamaru ai suoi pensieri.

 

Sei proprio caduto in basso, Shikamaru! Lasciarti abbindolare in quel modo da una donna come Ino!

 

Il giovane si accese una sigaretta.

 

Brutto vizio!

 

Fatela finita, sensei!!

 

 

Owari

 

Note dell’autrice: piccolo sclero momentaneo! Avevo in testa questa shot da parecchio, ormai e finalmente oggi ho trovato il tempo per metterla per iscritto! Spero possa essere di vostro gradimento! Inoltre vorrei scusarmi con tutti coloro che seguono la mia long-fic “Costant Craving”, visto che non aggiorno da una vita; vi prometto che cercherò di scrivere il prima possibile! Pazientate ancora un po’ ^.^ Con questo, passo e chiuso! Kiss by kagome ^^

 

Piccola nota:Il Giacinto rosso” nel linguaggio dei fiori significa “dolore” “sofferenza”; mentre di altri colori può anche significare “gioia” e “divertimento”. Ho voluto mettere proprio questo fiore perché ho cercato di mettere a confronto il sentimento della sofferenza (morte di Asuma-sensei) con quello del divertimento (aeroplani di carta) e spero vivamente di esserci riuscita.

 

 

 

 

 

 

   
 
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