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Autore: discordandrhythm    13/05/2013    1 recensioni
Dal testo:
[...] “Ma voglio baciarti.”
“Beh, non puoi,” rispose con una traccia di esasperazione.
Sebastian non colse le sue parole. Si fece avanti e lo afferrò per le mani, costringendolo a incespicare in avanti, così da farlo stare tra le sue gambe. “Mi piace baciarti. Mi è mancato baciarti.”
Kurt si scostò dalla sua presa. “Sebastian, no.”
Sulla fronte del giovane apparve un solco, ma lasciò ricadere le mani e lo osservò in silenzio. Kurt resse quello sguardo per un secondo, cercando di capire se l’altro avesse intenzione di attaccarlo di nuovo, prima di avvicinarsi ancora una volta e cominciare a sbottonargli la camicia.
“Sei arrabbiato con me?” domandò Sebastian dopo un momento di silenzio.
[...]
Traduzione a cura di therentgirl
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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NdT: Salve a tutti, qua è therentgirl che parla! Purtroppo non posso del tutto giustificarmi del fatto che io sia sparita per due settimane e che non abbia postato per tutto questo tempo ma, a mio favore, dico che la colpa è delle mail. Non voglio lasciare in tredici @nameless colour, quindi vedo di risolvere qualunque sia il mio problema con hotmail e, nel frattempo, vi lascio qualcosina. Non sto cercando di tenervi buoni, giuro *fischietta*, solo che ho ricevuto tweet riguardo DYR e capisco che senza preavvisi diventa sfiancante attendere.
Quindi, ecco qui qualcosa di relativamente nuovo, non certo la continuazione della fan fiction, ma quantomeno vale sempre la pena di leggere qualcosa della nostra autrice, giusto? Spero che non inizi un linciaggio, vi voglio bene, tutti quanti! :)
P.S. Ho preferito metterlo in una One Shot a parte per motivi di comodità, così tutta la fan fiction è intera e senza interruzioni.
Link all'originale

NdA: Questa one shot ha luogo i primi giorni del 2017, quando Kurt torna da Lima dopo le vacanze di Natale e comincia a frequentare Liam. Il resto della storia è raccontato da Sebastian nel Capitolo 26 di DYR. Dovreste conoscerlo per sapere cosa sta accadendo. Non riuscivo a togliermi dalla testa questa scena e, ovviamente, ho dovuto scriverla. Spero vi piaccia! :D

 

INTERLUDE: 2017

 

Era un’ottima cosa il fatto che Kurt conoscesse abbastanza bene l’appartamento di Sebastian, altrimenti era sicuro che avrebbe rotto qualcosa incespicando al buio. Il suo lavoro non era reso più semplice da un Sebastian ubriaco, che aveva bisogno del suo supporto e quello di Liam per reggere il suo peso, da che non faceva il minimo sforzo per tenersi in piedi. Al contrario, cantava a pieni polmoni, cantando canzoni sguaiate e frasi a metà che lo facevano uscire pazzo, ma aveva problemi peggiori in quel momento che correggere le canzoni del giovane ubriaco.

“Zitto,” disse mentre sgusciava via dalle braccia di Sebastian per accendere le luci in soggiorno.

AND FUCKING YOOOOU IS THE BEST THING I’VE EVER DONEEEE.

“Che diavolo sta cantando, poi?” domandò Liam con voce alterata, ora che era l’unico a tenersi addosso tutto il peso dell’altro.

“Da quello che mi sembra di capire sta facendo a pezzi ‘Loving You’ degli Ourselves. Un peccato, è una bellissima canzone.”

AND YOU’RE SO TIGHT FOR ME I CAN FEEEEEL IT! YOU AND ME – WE WERE MEANT TO FUCK TOGGGEEETTTHEEERRR.

“Sebastian sta’ zitto,” disse di nuovo Kurt, prendendogli il braccio e poggiandoselo sulla spalla. Sebastian liberò l’altro braccio dalla presa di Liam e si aggrappò alla vita di Kurt, strofinando il naso contro la sua guancia.

“Fai odore di buono,” sussurrò, la voce appena rauca a causa del massacro di canzoni dell’ultima mezz’ora.

“E tu fai odore di tequila e del profumo di Rebecca.”

“Lo stava facendo con me.”

“Lo so,” rispose Kurt mentre scrollava le spalle e trasportava il giovane verso la camera da letto. “E questo dovrebbe essere abbastanza da dirti quanto fossi ubriaco.”

“Cazzo,” esalò Liam, alle sue spalle. Kurt si volse, insieme a Sebastian, per vedere il giovane guardarsi attorno nell’appartamento con un mix di soggezione e incredulità. “Ha questo posto tutto per sé?”

In ogni caso l’appartamento di Sebastian non era affatto enorme, era confortevole e decisamente più grande di quello che possedevano i tutti gli altri ventiduenni. Kurt era già passato attraverso la fase di gelosia quando l’aveva visto la prima volta ma si era dissipata da un bel po’ ed era ormai familiare all’ambiente.

Sapeva perfettamente che il divano era della misura perfetta per due persone abbracciate durante una serata trascorsa a guardare un film, ma che non era abbastanza grande per dormirci – specialmente quando ti chiami Sebastian e dormi come un omino di marzapane, spalmato su tutti i lati.

Sapeva che la finestra aveva bisogno di una spinta ferma prima di aprirla, che l’acqua calda bastava per una lunga doccia solitaria, ma che quando si era in due era meglio farla insieme (per molte ed ovvie ragioni).

Qualche volta, credeva di conoscere meglio l’appartamento che Sebastian stesso.

Rise all’espressione dipinta sul volto di Liam. “I vantaggi di essere uno Smythe.”

“Cazzo,” ripeté Liam, scuotendo il capo. “E pensare che devo convivere con un ragazzo che si rifiuta di tenere tutto il disordine confinato nella sua stanza.”

“Non dovresti lamentarti. Io devo convivere con due ragazzi, uno dei quali mi propone sempre di fargli da modello di nudo, così che possa ritrarmi.”

“Dovresti accettare,” disse Sebastian, e la sua voce era così vicina che lo fece sussultare. Aveva dimenticato che stava ancora strofinandosi contro il suo volto ma in quel momento, mentre il suo respiro si fondeva contro la sua pelle, il suo corpo si accese improvvisamente di consapevolezza. Sebastian si stava chinando sempre più verso di lui, le braccia più strette attorno a lui e sembrava intento a raccogliere le parole per sussurrare altro, si abbassò ancora quando Kurt provò a volgere indietro il capo. L’altro premette il naso dietro il suo orecchio e anche se non sapeva se Sebastian ricordasse, dopo le ore trascorse a esplorare il suo corpo, quanto fosse sensibile quella zona o se fosse una mossa involontaria, ciò non gli impedì di farlo rabbrividire. “Sei fantastico quando sei nudo.”

Fortunatamente, Liam era troppo occupato a guardare i quadri appesi al muro per notare come le guance di Kurt fossero diventate di un bel rosa acceso. Non pensava che il suo ragazzo avrebbe apprezzato il modo in cui Sebastian gli stava baciando la mascella o sussurrando lodi su come Kurt apparisse quando veniva.

“E tu sei ubriaco perso,” disse Kurt, spingendo via il suo volto.

AND YOOOUUU ARE MY ONNNLLLY FFFUUUCCCKKK. THE BEST FUCK I’VE EVER HAD.

Liam si volse appena in tempo per vedere Kurt scoppiare a ridere. “Ecco che ricomincia,” disse Kurt, rivolgendo a Sebastian un sorriso affettuoso. “Giuro, qualcuno ci denuncerà e poi uscirà in strada pregandosi di farti entrare.”

Sebastian smise di cantare per sorridergli, le dita premute contro il suo mento. “Tu mi farai entrare, vero? Mi tieni stretto così bene.”

Liam aveva cominciato ad apparire a disagio, aveva ottime ragioni e Kurt non voleva costringerlo a fare più di quanto avesse già fatto. Erano usciti a cena quando Sebastian aveva mandato un messaggio chiedendogli se avesse voglia di uscire e nonostante Liam avesse reso la propria antipatia nei confronti di Sebastian parecchio evidente, stato lui ad insistere perché Kurt lo invitasse.

Kurt fino a quel momento aveva evitato di uscire con Sebastian da quando era tornato, due settimane prima, da Lima, scoprendo la fila di ragazzi che aveva tenuto il giovane ben soddisfatto mentre era via. Non poteva rimproverargli niente a riguardo perché non importava quanti appuntamenti avessero avuto, quante volte avessero fatto sesso o quante volte si fossero addormentati tra un bacio e l’altro, non importava quanto Sebastian si fosse aperto con lui come Kurt sapeva non avrebbe fatto con nessun altro – non erano fidanzati. Quando uscivi con qualcuno come Sebastian Smythe, a meno che tu non esprimessi esplicitamente di volere l’esclusiva, non lo eri per niente. Quindi non aveva tirato fuori l’argomento, scegliendo invece di schiacciare i sentimenti per lui e tornare alla loro semplice amicizia.

Sebastian ovviamente non aveva capito l’antifona ancora perché, di nuovo, si era chinato per dargli un bacio salivoso sulla guancia.

“Hai bisogno di aiuto con lui?” domandò Liam.

“No, è tutto a posto,” rispose lui, poggiando il palmo sulla guancia di Sebastian e spingendolo via di nuovo. “Andiamo”, disse, mentre tornava a trascinarlo verso la camera da letto. Riuscirono a entrarvi senza danneggiare niente, ma nell’attimo in cui oltrepassarono la porta, le labbra di Sebastian erano di nuovo sulla sua pelle.

“Sebastian, il mio ragazzo è qua fuori,” disse, mentre l’altro gli mordicchiava il collo.

“E quindi?”

Quindi,” rispose lui, piazzando le mani sulle sue spalle per spingerlo verso il letto. “Dovresti tenere le labbra e le mani a posto.”

“Ma voglio baciarti.”

“Beh, non puoi,” rispose con una traccia di esasperazione.

Sebastian non colse le sue parole. Si fece avanti e lo afferrò per le mani, costringendolo a incespicare in avanti, così da farlo stare tra le sue gambe. “Mi piace baciarti. Mi è mancato baciarti.”

Kurt si scostò dalla sua presa. “Sebastian, no.”

Sulla fronte del giovane apparve un solco, ma lasciò ricadere le mani e lo osservò in silenzio. Kurt resse quello sguardo per un secondo, cercando di capire se l’altro avesse intenzione di attaccarlo di nuovo, prima di avvicinarsi ancora una volta e cominciare a sbottonargli la camicia.

“Sei arrabbiato con me?” domandò Sebastian dopo un momento di silenzio.

Lo sguardo dell’altro scattò verso l’altro, dapprima appuntato su un bottone rigido sul quale stava lavorando, per vedere Sebastian osservarlo intensamente. “Non sono arrabbiato con te,” disse dolcemente, finendo con i bottoni e sollevandosi per togliergli la camicia di dosso.

“Si, lo sei,” ribatté Sebastian. Le braccia strette contro i fianchi, si rifiutava di lasciar scivolare via la camicia del tutto. Kurt gli rivolse un’occhiata insofferente, ma il giovane continuò a osservarlo con la fronte aggrottata. “Perché ce l’hai con me?”

“Non ce l’ho con te,” ripeté pazientemente, arrendendosi con la camicia e spostandosi per slacciargli le scarpe.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?”

“A parte provare a baciarmi con Liam a qualche met-”

“Dimenticati di Liam!” la voce di Sebastian era frustrata, al limite, non più tinteggiata dai fumi dell’alcol.

Kurt sentì i passi all’ingresso. Un secondo dopo, Liam apparve sulla porta. “Qualcuno ha detto il mio nome.”

“No,” rispose lui, volgendosi per donargli un breve sorriso. “Lo stavo solo aiutando a sistemarsi.”

Liam guardò dritto al di sopra della sua spalla, dove sedeva Sebastian con la camicia sbottonata e a metà delle spalle, che lo guardava fisso. “Tutto bene?” chiese.

“La tua faccia è nel mio campo visivo,” rispose Sebastian. “È una fottuta catastrofe.”

“È una parola grossa, quella, Sebastian,” disse Liam, sgranando gli occhi. “Sei sicuro di essere abbastanza lucido da sapere cosa significhi?”

“Fottiti,” sputò astiosamente l’altro.

“Quale diavolo è il tuo problema?” domandò Liam, volgendo lo sguardo a Kurt come a chiedergli una spiegazione.

“È… lascialo stare.” Rispose, lanciando a Sebastian uno sguardo d’avvertimento, da sopra la sua spalla, per tenerlo calmo. “Torna al taxi, tesoro, arrivo tra un paio di minuti.”

Liam era diffidente, ma annuì e se ne andò con un ultimo sguardo penetrante rivolto a Sebastian. Kurt attese che la porta d’ingresso si chiudesse alle sue spalle, prima di volgersi all’altro ragazzo.

“Non puoi fare così,” disse, con fermezza.

“Come dici tu,” borbottò l’altro. Si sollevò, scivolando sul parquet, e Kurt lo afferrò per il braccio per trattenerlo. Il giovane non lo guardava mentre si scrollava completamente di dosso la camicia e la gettava da un lato. “Non mi piace,” disse.

“Beh, dovrebbe, visto che è il mio ragazzo.”

“Non per molto,” ribatté, armeggiando con la fibbia della cintura.

“Cosa dovrebbe significare?”

“Significa che nessuno dei tuoi ragazzi dura più di un paio di giorni al massimo e il tempo di Liam sta per finire.”

Kurt digrignò i denti. “Beh, ho scoperto che mi piace Liam.”

“No, Liam ha scoperto che gli piaci e a te piace che tu gli piaccia.” Si fermò a metà della frase, come se volesse provare a capire se le sue parole avessero un senso. L’espressione sul suo volto era impagabile per poter far durare la rabbia di Kurt. Scosse il capo, reprimendo un sorriso e fare un passo avanti, schiaffando via la mano di Sebastian dalla cintura per slacciarla lui stesso con un movimento fluido. Lo snap del cuoio, quando liberò la cintura, risuonò per la stanza, un chiaro ricordo delle innumerevoli volte in cui gli aveva strappato la cintura freneticamente, impaziente di rimuovere ogni strato tra loro il più velocemente possibile.

Spinse da parte quel pensiero e sbottonò i jeans, lasciando l’altro di modo che potesse toglierseli, mentre andava a prendergli una bottiglia d’acqua dalla cucina. Quando tornò, Sebastian era in piedi di fronte al letto, indossando nient’altro che un paio di boxer scuri.

“Ecco,” disse, tendendogli la bottiglia d’acqua. “Bevi.”

Sebastian la prese dalle sue mani e la lanciò sul letto senza una seconda occhiata e, prima che l’altro potesse protestare, era nuovamente entrato nel suo spazio personale, aveva sollevato le mani e le aveva poggiate a coppa sulle sue guance.

“Sebastian-”

“Kurt, ti prego…” Kurt non si scostò immediatamente, attese che Sebastian dicesse qualunque cosa avesse in mente, prima. “Dimmi cosa ho fatto di sbagliato,” completò in un sospiro.

“Nulla,” rispose.

“Non… non fare così,” disse l’altro con un sospiro frustrato. “Non chiuderti a riccio, cazzo. Dimmi cosa ho fatto.”

“Non c’è motivo, visto che non ricorderai questa conversazione domattina,” rispose Kurt.

“Lo farò.”

“No, non lo farai,” replicò. “Ti sveglierai e avrai dimenticato tutto.”

“Quindi puoi dire quello che vuoi… non importa, perché non lo ricorderò.”

Per un momento, Kurt considerò quella possibilità, considerò di poter dire ‘Odio di non essere stato abbastanza per te. Odio che tu mi abbia fatto credere che avessimo qualcosa di speciale, ma ancora di più, odio me stesso per aver creduto che non mi avresti spezzato il cuore quando sapevo che l’avresti fatto.’ Alla fine, scostò gentilmente le dita di Sebastian dal proprio volto e lo condusse verso il letto.

“Liam è di sotto,” disse, una volta che il fondoschiena di Sebastian si poggiò sul materasso. “Dovrei andare.”

Sebastian sembrò infastidito da come l’altro stesse evitando l’argomento, ma tutto ciò che disse fu, “Ti prego, non farlo.”

Kurt esitò, la mano che giaceva sulla fronte dell’altro, incerto per un momento prima di lasciare che le sue dita scivolassero tra le ciocche di capelli, soffici e appena umidi di sudore. Gli occhi dell’altro si chiusero di scatto a quel tocco e sospirò.

“Ti prego, Kurt.” Sebastian sapeva essere così… innocente, quand’era ubriaco. Era buffo, visto che appena quindici minuti prima stava urlando canzoni sconce, ma in quel momento, alla luce della luna, sembrava quasi un bambino. Ricordò a Kurt di quella notte in cui erano rimasti alzati fino a tardi a parlare della loro infanzia, le gambe intrecciate tra loro e i sorrisi ricchi di nostalgia. Momenti come quelli in cui si convinceva che lui e Sebastian stavano diventando più che amici che si divertivano a darsi sui nervi a vicenda e che ogni tanto uscivano.

Sebastian era ancora in attesa della sua risposta, lo fissava con grande aspettativa, ma ignorò la sua richiesta e si limitò a dire, “Ricordati di mangiare, domattina. Se guardi anche solo una bottiglia di alcol giuro che ti troverò e-”

“Resta.”

“Cosa?”

“Resta,” ripeté Sebastian, implorandolo palesemente. “Con me, stasera. Ti prego.”

“Non posso,” disse Kurt, piano. “Lo sai che non posso. Liam è-”

“Liam non è abbastanza per te,” disse l’altro con un broncio quasi comico.

“Sembri abbastanza sicuro nel dare giudizi su quanto le persone stiano bene l’una con l’altra,” rispose con un sorrisetto, le parole Non sei abbastanza per Blaine che risuonavano nella sua testa, dopo anni da quella volta al Lima Bean.

“Resta.”

Kurt sospirò, tentato di crollare sotto le coperte e lasciare che l’altro si accoccolasse contro il suo fianco, come aveva fatto molte altre volte. Sapeva che l’avrebbe fatto se Liam non fosse stato in strada ad attenderlo, ma era lì… così tutto ciò che si limitò a fare fu chinarsi e sfiorare la fronte dell’altro in un bacio. “Buonanotte.”

Il suo telefono squillò improvvisamente, forte abbastanza, nella quiete della stanza, da farli sobbalzare entrambi. Tenne una mano tra i capelli di Sebastian e tirò fuori il cellulare dalla tasca con l’altra.

“Pronto?”

“Kurt… fai ancora molto?”

Kurt abbassò lo sguardo al volto di Sebastian, osservando il modo in cui cercava di tenere gli occhi aperti per fissarlo. “Un altro paio di minuti,” disse, sollevando ciuffi di capelli dell’altro e carezzandoli leggermente, in un modo che fece socchiudere gli occhi al giovane. “Mi spiace farti aspettare.”

“A dire il vero, devo scappare,” rispose Liam. “Mio cognato ha appena chiamato; Ash ha partorito.”

“Um… wow,” fu tutto ciò che riuscì a dire.

“Sì, lo so,” disse. “Sono zio adesso.”

“Quindi stai andando in ospedale?”

“Stavo per andarmene, avevo pensato di chiederti se ti andasse di venire con me, ma so che è stata una notte lunga.”

“Già,” rispose, il senso di colpa che gli attanagliava le viscere. “Ti spiace se torno a casa appena ho finito qui?”

Si sentiva lo stronzo più grande al mondo, ma quando chiuse la telefonata e osservò il volto speranzoso di Sebastian, tutto il senso di colpa svanì. “Allora rimani?” domandò.

“Voglio essere chiaro, adesso,” disse Kurt. “Non accadrà nulla, stanotte.”

Sebastian annuì. “Nulla.”

“Sono qui solo per tenerti d’occhio, ubriaco come sei.” Sembrava che stesse giustificando il suo rimanere lì più a se stesso che a Sebastian, ma funzionava, perché quando il giovane annuì di nuovo, si sentì può sicuro riguardo l’intera situazione.

Dieci minuti più tardi si era avviato a infilarsi sotto le coperte, indossando un paio di pantaloni di tuta di Sebastian e una maglietta di una taglia troppo grande per lui. Si era appena sistemato quando l’altro scivolò verso di lui e infilò il capo sotto il suo mento. Era qualcosa di dolorosamente familiare, e non poté evitare di passare le braccia dietro la sua schiena e stringerlo al proprio petto. Mentre per la maggior parte del tempo Sebastian provava ad agire freddamente e in modo distaccato quando doveva dimostrare quanto fosse incurante degli abbracci, non esitava mai a prendersi ciò che voleva quand’era ubriaco. Contava sul fatto che sarebbe rotolato via nel sonno e che non avrebbe ricordato niente la mattina dopo, perché le cose sarebbero state troppo complicate se si fossero svegliati l’uno stretto all’altro.

And loving you is the best thing I’ve ever done,” cominciò a cantare Sebastian, improvvisamente. Aveva la voce roca e bassa, ancora leggermente stonata, ma quantomeno diceva le parole giuste quella volta. “You’re the one for me I can feeeeel it-

Kurt sentiva la gola chiusa, ma riuscì a dire, “Allora conosci le parole giuste.”

Sebastian premette la guancia contro il petto dell’altro, più forte. “Mm, vuoi sentire ancora?”

“Penso di aver sentito abbastanza per stasera,” rispose, carezzandogli i capelli ad una maniera che solitamente gli dava fastidio, ma Sebastian era troppo ubriaco per curarsene.

“Vuoi fare sesso?”

“Pensavo che avessimo detto che non sarebbe accaduto niente.”

“Potremmo fingere.”

Kurt rise, “Dormi, Sebastian.”

“Non mi piace Liam.”

“Dormi.”

“Prima baciami.”

“No che non ti bacio.”

Sebastian fece un suono di protesta che si trasformò a metà in un singhiozzo. Kurt rise, guadagnandosi un lieve pugno alle costole per questo, ma almeno Sebastian si era rimesso in sesto con un paio di mormorii incoerenti. Kurt lo carezzò sulla nuca per farlo star zitto, e funzionò, fin quando Sebastian disse, “Kurt?”

Non ti bacio, Sebastian.”

“Sono contento che tu sia tornato. Mi sei mancato.”

Era la prima volta che lo diceva senza scherzarci sopra. Per un secondo, Kurt non seppe come rispondere, sperando che l’altro si addormentasse, così da salvarsi dal dover dire qualcosa ma, alla fine, disse, “Sono sicuro che tu mi sei mancato di più.”

 

  
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