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Autore: Mini GD    13/05/2013    4 recensioni
Non credo nell’amore a prima vista. Non ci ho mai creduto, a dire il vero.
Sono eternamente convinto che non è un innamorarsi, ma un ritrovarsi, un meritato premio dopo tempo passato a cercare quegli occhi, quell’anima incastonata nel sorriso della dolce metà. Un segno del destino, per l’appunto.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non credo nell’amore a prima vista. Non ci ho mai creduto, a dire il vero.
Sono eternamente convinto che non è un innamorarsi, ma un ritrovarsi, un meritato premio dopo tempo passato a cercare quegli occhi, quell’anima incastonata nel sorriso della dolce metà. Un segno del destino, per l’appunto.
Non saprei spiegarmi, se non così, il significato della scintilla, chiamata da tutti colpo di fulmine; lo trovo piuttosto illogico, il fatto di ritrovarsi senza motivo, attratti da un’essenza estranea, completamente nuova alle nostre conoscenze, dal nome sconosciuto, così come il passato.
Le anime alla fine si cercano, una corsa nei secoli e negli anni, per ricongiungersi e raggiungere la perfezione, o almeno una specie, l’importante è toccare la pace.
Ed eccomi, nei vestiti più semplici e leggeri che ho trovato nel mio armadio, abbinati a scarpe che non mi piacciono neanche un po’, comprate solo per fare una favore a YoungBae che voleva le stesse Nike dai colori sgargianti che volevo anche io; eccomi negli occhi dell’anima della mia dolce metà, dell’anima che la mia cerca. Peccato che sono l’unico ad averlo capito, dopotutto non mi ha visto ancora del tutto, il mio viso è coperto dalle grandi lenti scure usate in questa giornata, calda e rovente come una piastra per la carne.
“Vuole acquistare qualcosa?” sento la voce della commessa, che fiuta aria di affari a kilometri di distanza;  forse è stata attirata dalla moltitudine di abiti che ho scelto e messo nel camerino, per provarli.
La mando via con un gesto della mano, in modo da farle capire che, se avessi voluto, mi sarei fatto avanti io.
“Scusi, questa ha solo una taglia unica?” domanda la ragazza dai capelli mossi e gli occhi castani, che mi ha rapito qualche minuto prima; stava frugando nei vestiti maschili, probabilmente con l’idea di fare un regalo a qualcuno di speciale.
“Si, se vuole le mostro quest’altra fantasia” si mostrò disponibile la stessa commessa di prima, che prendeva alcuni capi da farle vedere. Solo ora mi sono accorto dell’altra presenza, della ragazza alta che le sta picchiettando dolcemente la spalla, cercando le sue attenzioni, tanto quanto la commessa cercava di chiudere l’acquisto.
“Ehi, ho trovato il regalo giusto per tuo fratello, che ne dici di quello?” le indica con l’indice, una volta ottenuto il suo sguardo, un paio di pantaloncini bianchi, con delle rifiniture fatte a mano, dal tessuto leggero e taglio molto semplice. Adatto per fare sport, soprattutto quelli che implicano la corsa come attività principale.
“Stupendi!” esulta, correndo e lasciando, nelle mani della donna biondo tinto, i vestiti presi. Prende uno dei tanti pantaloncini di quella serie, toccando con mano il tipo di tessuto usato, guardandolo con fare esperto.
Non si può dire che ha cattivo gusto, è vestita in modo sportivo, con un pantaloncino di jeans che lasciano scoperte le sue gambe, fino alle converse rosse, abbinate alla maglietta di cotone con dei disegni astratti, raffiguranti, probabilmente, una polaroid che scatta foto a dei paesaggi. I capelli sono liberi e ribelli, castani e mossi, con dei colpi di luce che risaltano il suo viso leggermente paffuto, ma non troppo.
“Visto che hai fatto bene a portarmi?” incrocia le braccia l’altra, fingendo un espressione da superba, pronta a ricevere ogni serie di elogi che poteva regalarle l’amica.
Perché poi le sto fissando? Sembro un impiccione, quando poi sono il primo a detestare ogni forma di disturbo della privacy, a partire dalle mie cabine armadio, violate dalla presenza di Seungri, convinto che io non mi renda conto che prova qualche mio abito.
Ho perso il conto delle innumerevoli scuse che trova ogni qualvolta lo becco, ha una fantasia spiccata, come quella di un bambino. Beh, infondo è il maknae, no? Non dovrei in qualche modo accettare che lui mostri questo lato infantile più del resto del gruppo?
Non che SeungHyun si dimostri molto diverso da lui, quei due, oltre al nome, condividono uno spiccato istinto giocherellone, solo che il più grande ha dalla sua un viso e uno sguardo che lo rendono completamente innocente, che lo fanno apparire maturo e professionale; non che non lo sia, ma certe volte…
“Prendo questo, una confezione regalo per favore” eccola che porge il paio di pantaloncini scelto alla ragazza mora che gestisce la cassa. Guardo d’istinto la pila che avevo accumulato, scartando tutti gli abiti che non mi attirano più di tanto o che ho già visto nei negozi di Seul. Sono qui a Londra, cercando vestiti originali, cercando quel qualcosa in più che mi può dare l’Inghilterra. Oltre a dei bei posti da visitare, sia chiaro, la trovo affascinante sotto questi punti di vista; questa mini vacanza mi aiuterà anche a migliorare la pronuncia, così dal perfezionarmi sempre di più nelle canzoni che scrivo.
“Solo questi prendi? Ti sei sprecata sorellina!” commenta la ragazza alta, che per me resta ancora anonima, dandole piccoli colpetti al braccio con il gomito, stuzzicandola.
Mi sento buffo, anche leggermente sciocco, dopotutto sono capace di cantare davanti a un pubblico che si perde a vista d’occhio negli spalti, ma non riesco a togliermi le lenti da sole e cercare modo per attaccare bottone con quella ragazza. Sarà il mio lato da JiYong, il ragazzo comune, celato dalla personalità estroversa e fashionista di G-Dragon. Mi sento sdoppiato, è come avere due me, sempre eternamente a confronto, ma in pace, senza torture che mi portano da un psicologo;  è uno dei problemi di essere famosi, ognuna delle mie fan può vedermi come desidera, plasmando la mia figura in modo da farla rientrare nel loro mondo colorato e zuccherino. Non che mi dispiaccia, loro hanno contribuito al realizzarsi del mio sogno di cantare e portare il mio messaggio nel mondo, quindi, non mi lamento, anzi, apprezzo il loro amore.
“Sara, per mio fratello, questo regalo è già troppo” eccola, ha dato un nome a quella ragazza dai capelli liscissimi, neanche mi avesse letto nel pensiero. Anche lei è straniera, si sente dal suo modo di parlare, dall’aspetto e dal modo di porsi e gesticolare. Oltre al fatto che ha pronunciato un nome che non mi ricorda tanto un accento British.
“Sei un caso perso Cristina, povero tuo fratello, che ti ama con tutto il suo cuoricino” la canzona, assumendo buffe espressioni facciali, accompagnate da cuori fatti con le mani, che suscitano ilarità nella giovane ragazza dai colpi di sole, con un nome, finalmente.



-Rieccomi gente, con una storia che mi frulla nella testa, con la speranza che piaccia a qualcuno çwç
Grazie, come sempre, di leggere ciò che scrivo, farmi sapere quello che ne pensate mi renderebbe felice *^*
Baci, da Mini GD <3
  
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