Questa fan fiction ha partecipato al contest
di ottotrenove su personaggi originali e secondari
del Trono di spade (Link: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10507411)
Al fondo troverete il suo commento, ho riportato su EFP la one
shot senza alcuna modifica rispetto a quella che ho
inviato per il contest.
Note: Invece di Sovrintendente di Gondor, nel testo
ho scritto Protettore di Gondor, per un parallelismo
con Protettore del Nord. Gli Ent sono gli alberi del
secondo film che distruggono Isengard. Il titolo non
ha senso, ma va bene così. Citazioni molto blande sulla Dagor
Dagorath, la battaglia delle battaglie (per maggiori
informazioni cercare su wikipedia, Morgoth è colui che ha reso Sauron
cattivo).
A DEAD KING'S LITANY - E DEL FIGLIO CHE VISSE DA MORTO
Il pomeriggio stava per volgere alla fine.
L'ombra di Bran Stark si stagliava sul terreno spezzata dalle radici
sporgenti degli alberi e dai rami che filtravano la scura luce del tramonto. Il
bambino, poco distante dalla compagnia con cui si era allontanato da Grande
Inverno, riuscì ad allungare il collo ciò che bastava per poter scorgere la
freccia di Theon Greyjoy
conficcata nel petto del brigante dai capelli color cenere. L'uomo crollò a
terra, l'espressione incredula congelata sul suo volto dalla morte; Theon era l'unico a sorridere.
« Bruti a sud della Barriera? » Robb aggrottò le sopracciglia, non riconosceva gli abiti
dei briganti che li avevano assaliti durante la loro battuta di caccia. Il
battesimo di fuoco di Bran non era decisamente andato
secondo le tranquille prospettive di lord Eddard Stark.
« Dimmi il tuo nome. »
Il filo della spada di Ned
appoggiava minaccioso vicino al collo dell'uomo, stranamente calvo, con la
pelle troppo scura per un uomo del nord ed abiti di una foggia che lui mai
aveva visto in tutta Westeros.
Il brigante sollevò la testa, con un'insolita
calma, ed aprì la bocca. Delle poche parole che pronunciò nessuno tra i
presenti riuscì a coglierne anche solo una.
« Un Dothraki. »
borbottò mastro Hullen, sebbene non totalmente convinto
della propria affermazione.
« Un Dothraki? » Theon rise per l'assurdità, ma a parlare fu Jory Cassel.
« I Dothraki non
oltrepasserebbero mai qualcosa su cui i loro cavalli non possono muoversi. »
L'uomo parlò ancora una volta, ma riuscì solo
a suscitare una nuova risata da parte del giovane Greyjoy
ed aumentò la perplessità che gravava sui presenti.
Bran avvertì la tensione, era palpabile nell'aria, ed il suo sguardo guizzò
avido da un volto all'altro, speranzoso di trovare qualche spiegazione più
concreta da parte di Jon o Robb.
Tuttavia i loro sguardi non erano rivolti a lui e lui ancora conosceva troppo
poco ed era troppo giovane per permettersi di intromettersi nelle loro
discussioni. Bran aveva nove anni e quella era stata
la prima volta che aveva visto qualcuno morire.
« Se vuoi delle risposte, devi porre delle
domande giovane Stark. »
Una voce roca e sconosciuta lo sorprese. Girò
la testa e saltò indietro con uno scatto convulso che gli fece tremare il
corpo; incespico urlando nelle radici e cadde a terra tra il frusciante
fogliame.
Il più rapido a reagire fu Jory
Cassel, la cui lama fendette l'aria con un sibilo nel
girarsi verso Bran. Quattro lame ed una freccia
puntarono la placida figura di un vecchio comodamente seduto su una radice
spessa, ammantato da una tunica grigia, il volto coperto da una lunga barba e
un cappello a punta rattoppato; per nulla intimorito dall'allerta dei
cavalieri, osservò i presenti appoggiato ad un lungo bastone nodoso
all'estremità superiore.
« Non era mia intenzione spaventarti. » venne
scosso da alcuni tremori che Bran tardò ad associare
ad una risata.
Un rapido tramestio riportò l'attenzione
generale sul brigante. Quei pochi istanti gli erano bastati per portarsi fuori
dal raggio d'azione della lama di Ned e stava correndo
verso l'oscuro ventre della foresta.
« Sta scappando! » Theon
tese la corda dell'arco, ma non fu la sua freccia a bloccare la fuga dell'uomo.
Con un dardo conficcato tra le scapole, il brigante cadde emettendo un ultimo
rantolo.
« Ned, ti dispiacerebbe
controllare chi tra quei briganti ha la mia pipa? »
« Tu chi sei? »
Robb non abbassò la spada, con decisione carica di sospetto scrutò gli occhi
chiari del vecchio. Per quanto fosse lui in netta posizione di vantaggio, provò
una sinistra inquietudine, una morsa di timore all'altezza del petto.
« Abbassa la spada Robb.
» Ned stava rovistando con cautela tra le pieghe
degli abiti dei cadaveri « Jon, anche tu. »
Jon fu il primo a riporre la lama nel fodero, allungò la mano a Bran per aiutarlo a rialzarsi mentre Robb
stava rinfoderando la propria.
« Lord Stark... »
mastro Hullen non completò la frase, ma il modo in
cui lasciò in sospeso le parole fu eloquente.
« Lui è Grendhal,
un- »
« -vecchio incapace con il senso dell'orientamento
di un orco calpestato da un Ent! »
Borbottando parole raspose, un nano alquanto
bizzarro fece capolino nella piccola radura: basso e avvolto da un'armatura che
lo rendeva ancora più tozzo. Nonostante l'ascia che impugnava, fu difficile per
i presenti mettersi in allerta e Theon rise di nuovo.
Tuttavia il nano parve non averlo sentito e, ignorando coloro che erano lì,
puntò l'indice destro verso Grendhal, brandendolo con
stizza. Aprì la bocca, pronto a sputare chissà quale insulto, ma all'improvviso
si bloccò e fissò il vuoto con aria ebete.
« Dov'è il cavallo? »
« Bè, suppongo di averlo perso di vista. »
« Come si fa a perdere un cavallo? »
Bran parlò, senza riuscire a trattenersi, e bloccò involontariamente
l'invettiva del nano.
« Questo vecchio perderebbe la testa se non ci
fosse il collo a tenergliela attaccata al corpo! E forse riuscirebbe a perderla
se fosse solo un tanto così- » avvicinò i polpastrelli dell'indice e del
pollice « -più tonto! »
« Vi aiuteremo a ritrovarlo. »
A Jory bastò un'occhiata
di Eddard per capire che sarebbe stato lui a dover
eseguire il compito, anche se di quel vecchio conosceva solo il nome.
« Secondo me non ce n'è bisogno. » commentò Jon.
« Come mai? »
Lo scetticismo di Greyjoy
non lo toccò per niente e Jon si limitò a fare un
cenno alla sua destra; a loro si stava avvicinando la distinta ombra di una
persona seguita da tre cavalli.
« Sei acuto. » una voce maschile, il giovane
teneva in mano le redini delle cavalcature, aveva capelli mossi e castani « E'
ritornato quasi subito dai suoi fratelli, appena dopo che sei corso via Thales. »
Il nano sbuffò « E per una buona ragione! Non
saprebbe nemmeno trovare la porta di casa sua se non ci fosse qualcuno a
mostrargli sulla mappa come si fa! »
Eddard attese che Thales si quietasse, ancora
borbottando tra i denti, e parlò « Cosa ti porta a Grande Inverno? »
Grendhal stava frugando con calma nelle grandi maniche della veste « Grande
Inverno? » si guardò attorno « Per Gandalf il Bianco Ned, siamo quasi ad Approdo del Re! »
« Queste terre sono sotto la giurisdizione
degli Stark di Grande Inverno. » replicò placido Ned.
Il vecchio tirò fuori dalla manica una pipa
ricurva « Davvero? » parlò con il cannello tra le labbra « In effetti risultava
essere un estate piuttosto fredda. » si lasciò andare a due risate.
« "So dove stiamo andando!" » Thales alzò gli occhi al cielo, quindi fece un gesto carico
di irritazione con la mano e si avvicinò ai cavalli, riprendendo le briglie del
proprio « Bah. »
Jon e Robb non mancarono di guardarsi perplessi,
così come Mastro Hullen non riuscì ad evitare di
palesare la propria incredulità. Jory riuscì a
contenersi e Theon si limitò ad un tranquillo sorriso
ironico perchè era quasi sicuro che qualcosa di più
palese avrebbe potuto incontrare il disappunto di Lord Stark.
Eddard, per la prima volta dall'incontro con i briganti, distese il viso e si
tranquillizzò.
« Non ti avevano rubato la pipa? »
Grendhal aggrottò le fitte sopracciglia « Infatti. L'hai già scordato? »
Il Lord di Grande Inverno si lasciò andare
infine ad una risata che riuscì a tranquillizzare tutti circa l'identità di
quel vecchio strambo. L'unico a non sentirne l'effetto fu Theon
Greyjoy: sfilando il dardo dalla schiena del brigante
riconobbe subito le frecce che aveva scorto nella bisaccia del ragazzo. Quando
alzò la testa incrociò il suo sguardo e decise che non poteva stargli
simpatico.
Arrivarono a Grande Inverno cavalcando le
tenebre. Così disse Grendhal raccomandando a Bran di non voltarsi indietro per scrutare le zone che il
sole del tramonto non riusciva più a raggiungere. A Grande Inverno il bambino
decise finalmente di guardare dietro di sè, ma tutto
ciò che vide fu la steppa immersa nella notte e non capì.
Mastro Hussel era
perplesso, Theon Greyjoy
non si fidava, ma Lord Eddard aveva deciso che la
cena di quella sera sarebbe stato ciò che più di simile c'era ad un banchetto
festivo, per accogliere al meglio il suo vecchio amico. Durante la serata Robb e Jon trovarono una bizzarra
intesa con Thales, mentre i bambini erano affascinati
da Grendhal e dalle brevi storie che continuava a
declamare instancabilmente.
Theon approfittò della distrazione generale, dovuta all'ennesima storia, per
chinarsi verso il ragazzo, Lanther si chiamava.
« Ti piace? »
Lanther aggrottò le sopracciglia « Chi? »
Il sorriso furbo di Theon
si allargò « Jon Snow. » Jon stava ancora ascoltando Grendhal,
al contrario di Robb, impegnato in una discussione
con Jory Cassel e Thales « E' tutta la sera che continui a lanciargli
occhiate. »
« Mi ricorda un mio vecchio amico. »
« Un vecchio amico. » Theon
bevve un sorso di vino « Hai una buona mira con l'arco. » commentò da sopra il
boccale « Eri piuttosto lontano. » lo scrutò con attenzione e serietà « Un tiro
difficile. » riprese a bere.
« Bè... si può dire che io ce l'abbia nel
sangue. » Lanther sorrise osservando il piatto vuoto
senza vederlo « Tu hai una buona posizione di tiro. »
« Il mio non voleva essere un complimento. »
Lanther sollevò il proprio boccale e colpì piano quello di Theon,
suscitandone la perplessità « Neanche il mio. »
Nell'atto del bere, i loro occhi non smisero
di scrutarsi.
Poi la voce di Grendhal
si fece più forte e chiara, sovrastò il chiacchiericcio della sala e lo quietò
in un lento scemare.
« Quando il signor Bilbo
Baggins di Casa Baggins
annunziò che avrebbe presto festeggiato il suo centoundicesimo
compleanno con una festa sontuosissima, tutta Hobbiville
si mise in agitazione. »
Nel momento in cui tutti giunsero a chiedersi
chi fosse il signor Bilbo Baggins,
il silenzio era totale e Theon si scordò di Lanther e del suo dardo.
Eddard si era addentrato nel Parco degli Dei subito dopo il mezzogiorno, Grendhal lo aveva raggiunto dopo aver lasciato ai suoi
figli più piccoli la speranza della seconda parte del racconto sull'Unico
Anello. I rami dell'albero diga erano piegati su Ned
in un docile ma distante abbraccio.
« Il rigoglioso simbolo di Gondor
vive ancora, lontano dalla sua terra natale, ma vicino al suo re. » commentò Grendhal appoggiando una mano sul tronco bianco.
Ned mantenne lo sguardo fisso sullo specchio d'acqua « Da ciò che mi avevi
detto al nostro ultimo incontro pensavo che saresti giunto prima. Ormai non ti
aspettavo più. »
Un odore sconosciuto indurre Ned a sollevare il capo e vide che dalla pipa di Grendhal si stava levando un sottile rivolo di fumo, spanendo un insolito aroma di erba fresca e paglia.
« Uno stregone non è mai in ritardo, Eddard Stark. Né in anticipo.
Arriva precisamente quando intende farlo. » commentò sollevando appena un
angolo della bocca « Erbapipa della contea. Non ne
trovi di migliore in tutta la Terra di Mezzo. »
Grendhal si sedette vicino a Ned e scorse un pesce
guizzare con un rapido movimento di coda.
« Perchè sei diretto
ad Approdo del Re? »
« Vado a parlare con il Re. » sembrò che Ned avesse posto una domanda dalla risposta ovvia « Un
unico trono per sette regni, una contesa infinita e ora silente ma ancora in
atto, stretta tra la morsa di Essos e del Nord della
Barriera. Uno scenario sconfortante anche senza aggiungere il ritorno di Morgoth, colui che ha piegato Sauron
al male. » lo stregone guardò Eddard « Non è ancora
tempo di far conoscere al giovane il proprio destino. Ma- » Grendhal
gli impedì di crogiolarsi nell'illusione di una falsa tranquillità « -dovrà
saperlo prima o poi. »
I guanti di pelle stridettero sotto la salda
stretta delle dita intrecciate tra loro, Ned riuscì a
non esternare fisicamente la propria ansia, rimase immobile e saldo, ma la sua
fronte era corrugata e il suo sguardo accigliato.
« Sarebbe più facile vincere da soli questa
guerra che far ragionare Re Robert. »
« Ned, ciò che tu
conosci come guerra diventa una sciocca scaramuccia in confronto a ciò che sta
per accadere sulla Terra di Mezzo. Tanto devastante che i suoi effetti si
stanno manifestando anche qui, in questa terra di ignari. Quelli che voi avete
definito come briganti, sono dei disertori di Rohan,
che hanno preferito la fuga allo scontro con le forze di Morgoth.
»
« Hanno preferito l'ignominia ad una morte
onorevole. »
« Quindi puoi ben capire qual'è
il terrore che attanaglia gli abitanti della Terra di Mezzo, il loro sconforto
nel sapere che l'ultimo re di Gondor è morto. »
Grendhal scandì le ultime parole puntanto i propri
occhi in quelli di Ned, lo incatenò a sè con il solo contatto visivo, impedendogli di
distoglierlo usando null'altro che un forte silenzio.
« E resterà tale finchè
non riuniremo qui a Grande Inverno la compagnia partita da Gran Burrone. »
Eddard provò un gran sollievo quando lo stregone si alzò in piedi « Da Gran
Burrone partì anche la Compagnia dell'Anello. Una strana coincidenza. »
commentò prima che il vecchio potesse sparire tra gli alberi.
Lo stregone si voltò « Una coincidenza? »
sorrise « Quando i tuoi figli sapranno tutta la storia dell'Unico Anello, potrò
andare via più sereno. Gli eredi dei protettori di Gondor
non possono mancare di conoscerla. »
Ned rimase di nuovo da solo e si accorse allora che avrebbe preferito che Grendhal fosse rimasto. Aveva troppe domande da porgli e
troppe risposte di cui aveva timore.
Jon andò a scontrarsi con qualcuno subito dopo aver girato l'angolo. Non
cadde a terra, ma si appoggiò sul muro con una mano.
« Scusami. »
Non ricevette risposta e spontaneamente
osservò l'espressione inebetita di Lanther.
« Tutto bene? »
« Oh sì. » sorrise.
« Siete in partenza. »
Jon fece cenno al mantello tenuto fermo da una spilla verde brillante a
forma di foglia.
« Approdo del Re è ancora lontano. »
« Cercate di non arrivare alla Barriera. »
Lanther rise di gusto e Jon si accorse all'improvviso
che in quei pochi giorni non aveva avuto occasione di parlare con lui.
« Ci proveremo. »
Lanther si massaggiò la spalla destra e per un istante si mostrò sofferente.
« Qualche problema? »
« Una vecchia ferita, ogni tanto pizzica. »
« E' guarita male? »
« Qualcosa del genere, è stata difficile da
curare. »
Il discorso era caduto in un punto molto
frivolo, eppure l'espressione di Lanther era
affranta, quasi triste nonostante il leggero sorriso.
« Dicono che a sud ci siano i migliori
guaritori di Westeros. »
« Sarà difficile trovare qualcuno in grado di
far passare il male. »
Parlando si erano incamminati verso le mura
esterne della cittadella.
« Che tipo di ferita si tratta? »
« Una ferita da taglio. Una spada. »
« Una spada? »
Jon si era mostrato più curioso che compassionevole e non nascose lo
scetticismo. Aveva avuto occasione di vedere diverse ferite, alcune delle quali
davvero gravi, ma vedendo il modo con cui Lanther si
muoveva gli era difficile credere che avesse subito lesioni di difficile cura.
« Usate bene le cose più semplici possono
compiere il loro lavoro in modo eccellente. » Lanther
si mantenne sul vago e Jon capì che la discussione
non sarebbe andata oltre.
« Bell'anello. » buttò lì notando la rondella
d'oro all'indice destro del ragazzo.
« Lo ha forgiato un mio familiare. » Lanther lo sfiorò con malinconia « Non ha molto valore di
scambio, però è importante. » sorrise.
Jon annuì e si sentì di poco più vicino a lui.
I cavalli erano già stati preparati, Thales attendeva impaziente sul proprio, con un'agitazione
tale che Theon non si capacitava del fatto che il
destriero non l'avesse ancora scalciato via. L'ultimo ad arrivare fu Lanther, ma Grendhal, prima di
issarsi sulla montatura, abbracciò Eddard.
« Protettore del Nord, protettore di Gondor. » sussurrò al suo orecchio « L'ultimo re è nelle
tue mani fino alla rinascita. »
In seguito tutti si chiesero il perchè, benchè nessuno riuscì a
dare una risposta, tuttavia attesero che i tre viandanti sparissero sulla linea
dell'orizzonte.
« L'inverno sta arrivando. »
Robb sentì chiaramente le parole del padre ed ebbe anche lui il sentore che
qualcosa di importante fosse accaduto, benchè non
riuscì a coglierlo tra le ombre del dubbio e dell'ignoranza.
« Un altro incubo, giovane elfo? »
Thales stava russando rumorosamente, Grendhal gli
diede un colpo sulla testa, il terzo quella notte, ed il nano si risvegliò per
un istante, prima di crollare di nuovo in un sonno appesantito dalla certezza
istintiva che non era prossimo alcun pericolo.
Lanther passò una mano tra i capelli, mostrando per qualche istante un paio di
orecchie puntute. Appoggiato sul tronco dell'albero si strinse nel mantello e
sospirò.
« Sempre lo stesso. Uguale in ogni dettaglio,
rivivo la notte in cui Minas Tirith
venne inghiottita dalle fiamme di Morgoth. » si tenne
la spalla, visibilmente dolorante, chiuse gli occhi e si piegò in avanti
sconfortato.
Grendhal ascoltò in silenzio, il viso dell'elfo era una maschera di orrore,
delicata e con gli occhi fissi sulle braci del fuoco.
« Ma quando mi inginocchio per guardarlo...
non è lui. Non è più lui. » spostò lo sguardo sullo stregone « E' suo figlio. »
« Tu lo hai salvato quasi diciotto anni fa,
procurandoti quella ferita e l'ultima creazione di un fabbro elfico nella Terra
di Mezzo. »
Lanther toccò il liscio anello. Quell'anello era ciò che lo stava purificando
dal male infusogli dalle torture dei seguaci di Morgoth,
ciò che gli stava impedendo di crollare nel baratro che avrebbe potuto
corromperlo nella mente e infine nel corpo, facendolo divenire un orco.
« Se avessi parlato allora, a quest'ora Eddard Stark non avrebbe un re da
proteggere col silenzio. »
« Se tu avessi parlato, a quest'ora Eddard Stark non avrebbe più un
Nord da proteggere. » commentò Grendhal « E comunque,
quell'anello da solo non ti difenderà per sempre, devi distruggere colui che ti
ha imprigionato per far dissolvere la sua personale influenza su di te. »
Lanther decise di evitare lo sguardo dello stregone, si ridistese a terra e
infilò una mano sotto la casacca, tastando i rigonfiamenti venosi in rilievo
che deformavano la sua pelle, una ragnatela infettiva che minacciava di
consumarlo da quel taglio profondo quanto il suo corpo.
« Aragorn IV, ha il
nome di suo padre, Aragorn III. » l'elfo parlò quando
lo stregone credeva che si fosse sopito di nuovo « Aragorn
lo ha deciso poco prima che venisse colpito a morte. E l'ultima cosa che gli ho
detto è stata che era un idiota a pensare al nome di suo figlio in un momento
del genere. »
Il fumo soffiato da Grendhal
venne spazzato via da una lieve brezza che non portava più il gelido sentore di
Grande Inverno « Bisogna ammettere che Jon Snow gli si addice di più. »
Lanther si addormentò poco prima che Thales
riprendesse a russare. Grendhal lo colpì ancora con
una buona dose di rassegnazione e sospirò mentre l'ultima brace si spegneva.
« Non si può fermare l'avanzata dell'inverno,
giusto Ned? »
Nota aggiuntiva post contest:
Ho voluto scriverla perché sono affascinata dagli OC che, purtroppo, il
più delle volte sono ridotte a macchiette. Non mi ritengo una grandiosa
conoscitrice di Tolkien, lessi alcune cose parecchio tempo fa e dovrei
riprendere in mano alcune letture, ma il tempo non permette. Se ci sono errori riguardo
i riferimenti ai contesti tolkeniani chiedo venia ai
fan più accaniti.
Il titolo? Il titolo non ha molto senso, come tutti i miei titoli.
A dead king's kitany, e del figlio che visse da morto, di Galamy
Da quando mi avevi accennato alla tua idea di un
crossover con il Signore degli Anelli, ero molto curiosa di capire a cosa
avrebbe portato questa idea. Ti dico anche cosa mi aspettavo io: una Westeros dipinta come la Terra di Mezzo un 3000 anni dopo,
con vestigia del mondo del Signore degli Anelli sopravvissute all'allontanarsi
della magia e una spiegazione del perché, con la cometa rossa, si sta
risvegliando la magia. Mi sono un po' ritrovata e un po' no.
Pezzi
che ho apprezzato particolarmente
- la rivalità tra Theon
e Lanther e i bisticci che intavolano (la tensione
sessuale è voluta? XD)
- restiamo su Lanther:
la sua storia, l'anello che lo salva dalla corruzione, il legame che ha con Jon e suo padre. Mi sarebbe piaciuto saperne di più.
- il fatto che hai letto la venuta dell'inverno
come segnale del ritorno di Morgoth
- la lettura che hai dato degli alberi Cuore, mi è
piaciuto come li hai resi "eredi" dell'albero bianco di Minas Tirith.
- il carramba finale. Me
lo aspettavo, ma in fondo rispetto a tante teorie sui genitori di Jon Snow è la più originale che
ho letto (anche se decisamente folle)
Pezzi
che non mi convincono del tutto
- non ho capito come sono legate Terra di Mezzo e Westeros, e fino a che punto le sorti di un regno
influenzano l'altro. Mi è anche poco chiaro se si trovino sullo stesso
continente geografico o in dimensioni diverse.
- il riproporre la compagnia dell'anello:
stregone, nano, elfo. Ho trovato il nano di troppo per questa one-shot, mentre se tenessi questa storia come prologo di
qualcosa di più lungo, allora avresti tempo di svilupparlo in seguito. Però mi
è sembrato, con Grendhal e Thales,
di star leggendo di Gandalf e Gimli.
Rinnovo invece i complimenti su Lanther, davvero mi
piacerebbe leggere di più su di lui!
- dato che Jon è la
chiave di tutto, l'avrei fatto comparire di più in scena, non solo nel breve
dialogo con Lanther. Forse avresti dovuto introdurlo
dall'inizio come interlocutore privilegiato dei tre viandanti. Insomma, pare
abbia in mano il destino di ben due mondi.
- non ho capito chi hai scelto come personaggio
secondario dei libri
Qualche
osservazione sullo stile
Piccolezze, ti metto i punti che correggerei:
Durante
la serata Robb e Jon
trovarono una bizzarra intesa con Thales, mentre i
bambini erano affascinati da Grendhal e dalle brevi storie che continuava
a declamare instancabilmente.
Gnu, espressione bruttina. Meglio andare sul
semplice con "e dalle storie che raccontava"
Un
odore sconosciuto indurre Ned a
sollevare il capo e vide che dalla pipa di Grendhal
si stava levando un sottile rivolo di fumo, spanendo un
insolito aroma di erba fresca e paglia.
Occhio ai due errori di battitura!
«
Che tipo di ferita si tratta? »
Meglio "Di che tipo di ferita si
tratta?"
La storia in generale mi ha dato l'impressione di
essere un prologo di qualcosa di più vasto. La fusione di alcuni elementi dei
due mondi ti è riuscita bene, altri particolari meno. Credo che questo dipenda
anche dal limite della one shot:
prova con una storia di più ampio respiro!