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Autore: Medea Astra    15/05/2013    5 recensioni
Troppe volte sfogliando le pagine dei nostri manuali di storia, dimentichiamo che dietro quelle date e quei nomi che dobbiamo imparare a memoria, ci sono stati uomini e donne che hanno vissuto esattamente come noi, hanno provato gioie, dolori, affanni. Con questa breve storia voglio regalarvi ancora una volta uno scorcio di vita privata dell'ultima famiglia imperiale di Russia.
Con la speranza che possa piacervi, vi auguro buona lettura.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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« Con Alix sono immensamente felice. Peccato che gli affari di Stato mi prendano tanto tempo. Preferirei trascorrere con lei tutte queste ore. »
Nicola II, diario personale del 1894

Amore di padre

Nicola entrò nella nursery con fare concitato, era sera tardi ed era appena riuscito a liberarsi dagli impegni governativi che lo avevano tenuto tutto il giorno fuori casa.Non gli era mai piaciuto dover accantonare la famiglia e gli affetti più cari per le cosiddette “questioni di stato”  ma mai gli era pesato come quel giorno. Poco dopo l’inizio della riunione con i rappresentanti dei vari possedenti agricoli, Vladimir, uno dei più fidati tra i suoi consiglieri, era entrato nella sala ricevimenti con gli occhi iniettati di sangue e il fiato corto, si capiva subito che era successo qualcosa di estremamente brutto e preoccupante, per questo Nicola non si era affatto stupito quando gli avevano comunicato che suo figlio Aleksej era caduto nuovamente vittima di una delle sue crisi.
Quel bambino apparentemente così solare e giocoso era in realtà afflitto ,sin dal giorno della sua nascita, da un terribile male, l’emofilia, il morbo tedesco, come amavano chiamarlo tutti coloro che, essendo ostili alla zarina, ricollegavano la malattia del figlio alle sue origini teutoniche. Nicola dal canto suo non aveva mai attribuito alcuna colpa alla consorte, sapeva che nella famiglia di lei molti bambini erano morti d’emofilia ma non gli sembrava corretto attribuirle la colpa delle sofferenze del figlio.  Era sicuro che la maggior parte delle dicerie nei riguardi della moglie fossero fomentate dalla zarina madre, l’anziana donna infatti non aveva mai visto di buon occhio la giovane nuora, avrebbe preferito una donna meno avvenente maggiormente  soggiogabile, aveva da subito intuito che Alessandra, sebbene giovanissima e non molto esperta di governo, riusciva ad esercitare su Nicola un tale ascendente da riuscire ad imporre il proprio pensiero su questioni di svariati ambiti e difficoltà. 
Ai tempi della guerra contro il Giappone, quando le perdite umane erano state talmente forti da riuscire ad assestare il colpo di grazia alla già fragile economia della grande madre Russia, Alessandra e la zarina madre, rimaste praticamente da sole al governo, non avevano saputo metter da parte i loro rancori per affrontare la situazione ,ma al contrario, si erano gettate in un’assurda e folle competizione a chi facesse più del bene. Così, quello che doveva essere  un incredibile atto di bontàper il popolo, risultava invece dettato da puro egoismo.
Nicola si era trovato spesso a pensare al rapporto tra le donne più importanti della sua vita, ormai gli era chiaro che tra le due non correva buon sangue e mai ne sarebbe corso, si odiavano reciprocamente di un odio atavico e sordo che non avrebbe avuto fine se non alla morte di una delle due, momento in cui, colei che sarebbe rimasta avrebbe pianto con lacrime tanto finte da non riuscire nemmeno ad uscire dagli occhi.
Sebbene fosse conscio dei conflitti tra sua moglie e sua madre, non riusciva a portare rancore a nessuna delle due, al contrario, da quando si facevano vicendevolmente guerra sentiva che il suo amore nei loro confronti cresceva giorno per giorno, quasi a voler controbilanciare l’astio da loro prodotto.
Quando entrando nella nursery Nicola vide la moglie china sullo scrittoio e ormai addormentata, si avvicinò piano e le passò una mano tra i capelli arruffati. Quando Aleksej stava male Alessandra non badava mai al proprio aspetto, si lasciava sprofondare in uno stato di disperazione tale che sarebbe risultato quasi impossibile ad un occhio non esperto, conoscer la differenza tra lei, la zarina di Tutte le Russie,  e una qualsiasi contadina del popolo. Nicola notò però ,che nonostante fosse spettinata e senza un filo di trucco, quel viso, ancora contratto in una smorfia di angoscia,
riusciva ancora a fargli battere il cuore come il primo giorno.
Erano passati anni orma, più di trenta dal loro primo  incontro, eppure la complicità e l’affetto tra loro non erano mai scemati.
Proprio come le giovani coppie, anche loro, qualche volta, si trovavano a scambiarsi carezze proibite sotto le coperte o  sguardi languidi mentre ballavano ai grandi ricevimenti.
Nicola si avvicinò al viso della moglie e le sfiorò la guancia con le labbra, gli piaceva sentire il contrasto con le sue labbra quasi sempre screpolate per il freddo e quel viso morbido, non sapeva  perché ma quel contatto lo faceva sentire uomo.
Alessandra aprì  lievemente gli occhi cercando di riconquistare cognizione di sé e di dove si trovasse, ricordava di aver assistito il figlio per tutto il giorno e di essersi ritirata nella nursery a sera ormai inoltrata in cerca di un po’ di quiete ma non ricordava affatto di essersi addormentata. Con la vista ancora annebbiata dal sonno riuscì a metter a fuoco un viso maschile a poca distanza dal proprio. Riconobbe suo marito, Niky come amava chiamarlo lei, e come una bambina si gettò a capofitto tra le sue braccia affondando il viso sul suo ampio petto.
“ Cosa è successo amore mio?” chiese Nicola con la voce incrinata dalla preoccupazione.
“ Aliosha questa mattina si è svegliato e quando è sceso per la colazione aveva già in corso una forte emorragia dal naso, abbiamo cercato di arrestarla in qualsiasi modo ma non c’è stato verso di bloccare il flusso del sangue così i medici gli hanno somministrato alcuni calmanti e io sono rimasta con lui tutto il giorno pregando San Filippo che proteggesse il nostro piccolo raggio di sole”  raccontò tutto come se mentalmente stesse rivivendo la giornata attimo per attimo, con la stessa angoscia e la stessa preoccupazione che l’avevano accompagnata fino ad allora.
“ Non preoccuparti Alix, vedrai che domani starà meglio, è un ragazzo forte e non sarà di certo questa crisi a strapparcelo via. Sono certo che domattina sarà già nel pieno delle sue forze e correrà fuori a giocare con Jimmy e Ortino, a proposito cara, ricordati di vestirlo pesante qualora dovesse uscire, fuori nevica senza sosta da ormai tre giorni e perfino le carrozze fanno fatica a procedere in totale sicurezza!” Nicola sperava che cambiando discorso anche l’attenzione della moglie si sarebbe spostata sul qualcosa di più leggero. Sapeva che per Aleksej non era certo un bene avere al proprio fianco una madre allo stremo delle proprie forze e spettava proprio a lui, in qualità di uomo di casa farsi carico della situazione e cercare di condurla verso un finale positivo.
Alessandra rimase qualche minuto in silenzio poi si alzò di scatto e prendendo la mano del marito lo trascinò fuori dalla stanza, in giro per i corridoi illuminati a festa per il Natale ormai imminente.
“ Dove mi porti?” chiese Nicola divertito.
“Ti porto da Aleksej, senza dubbio vedere suo padre e sentire la sua presenza al suo fianco gli farà bene e lo aiuterà a rimettersi nel minor tempo possibile.”
La nuova allegria di Alessandra lo aveva stravolto, che fosse davvero così efficace la sua tattica? Sebbene non fosse mai stato abile come uomo di governo, doveva ammettere che come marito e padre se la stava cavando davvero bene. Sua moglie lo amava come il primo giorno e i suoi figli lo consideravano sempre un modello d’indiscutibile levatura morale, si sentiva sempre soddisfatto e appagato quando era con loro. Nulla sarebbe stato migliore che viver in quella famiglia, e di questo ne era certo.
Entrando nella camera da letto del figlio, Nicola lo trovò addormentato con il viso sereno ma ancora lievemente emaciato,  si sedette di fianco a lui e dopo averlo osservato per qualche minuto gli si sdraiò di fianco stringendolo forte contro il suo petto e respirando il profumo dei suoi capelli.  
"Sii forte piccolo mio..." sussurrò dolcemente.
Alessandra li guardò ed ebbe la conferma  che quello che aveva sposato era l’uomo migliore al mondo

   
 
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