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Autore: porcelain heart    15/05/2013    12 recensioni
« Avevo quindici anni quando vidi Harry Styles per la prima volta; non dimenticherò mai, mai quel giorno. »
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ai piedi del letto una valigia ancora fatta, ed uno zaino che non era neanche stato aperto; l'armadio era vuoto, la scrivania completamente vuota. 
July era tornata a casa da dieci giorni, ma era come se non avesse mai varcato quella soglia: la sua presenza non si avvertiva minimamente, così come nessuno aveva ancora udito la sua voce - nè una risata, nè il suono di un telefono che potesse colmare quel silenzio. Si era completamente estraniata da se stessa, ritrovandosi solamente per quei brevi istanti che servivano per muoversi da una stanza all'altra; cuffie nelle orecchie, volto pallido, labbra costantemente serrate. Una leggera ombra violacea sotto gli occhi, e neanche la voglia di prendere una penna per potersi sfogare. Non si sentiva vuota, quanto esausta. 
Tutto quello che aveva sempre creduto di amare aveva finito per distruggerla, e non aveva più la forza di credere che un giorno le cose sarebero cambiate; aveva perso se stessa negli occhi di una persona che non l'aveva salvata come aveva sperato, bensì l'aveva condannata. 
Se n'era stata seduta su un piccolo dondolo posto nel portico che segnava l'inizio del piccolo giardino sul retro della casa dei suoi genitori, le mani ad avvolgere tazze colme di un caffè nero che finiva per raffreddarsi senza essere mai bevuto. Il telefono accanto a lei, che si illuminava a tratti senza essere degnato d'attenzione; di rapportarsi al mondo, non ne aveva ancora voglia. L'unica cosa che desiderava era rimanere lì, ad aspettare di metabolizzare, nella speranza che il dolore un giorno avrebbe deciso di lasciarla stare. Non era la prima volta che si trovava a vivere quella situazione, ma stavolta sembrava che fosse lei stessa ad impedirsi di star bene: la sua mente che si distraeva a tratti, perdendosi in brevi e luminosissimi ricordi di una felicità che esisteva unicamente in quel piccoli flash, le sue dita che durante la notte correvano ad accarezzare lo spazio vuoto al suo fianco nella speranza di trovare la pelle calda di quel ragazzo di cui nessuno pronunciava il nome; nessuno osava parlarne: perfino July, ad un tratto, pensò di averlo dimenticato. A volte capitava che, involontariamente, i suoi occhi si abbassassero fino ad incontrare la frase che aveva tatuata sull'avambraccio, ed allora avvertiva delle vertigini che le offuscavano la mente per intensi istanti. Piangeva raramente, solo di notte. Piangeva fino ad addormentarsi, soffocando nel cuscino i singhiozzi e stringendo a sè le coperte con mani tremanti. 
Daphne continuava a non darsi pace, le telefonava in continuazione; sapeva che l'amica non le avrebbe risposto, ma non aveva intenzione di arrendersi. Le avrebbe dato un altra settimana, poi sarebbe andata a prendersela.. e se non ci fosse riuscita, sarebbe rimasta con lei. Harry non parlava più con nessuno; si limitava a salire sul palco, fare quei sorrisi di cortesia, fingere di divertirsi durante le interviste.. nessuno sapeva se davvero quella storia gli stesse facendo del male, o meno. Il coraggio di chiederglielo mancava a tutti, ed ogni volta che tentavano di prendere l'argomento, lui rispondeva che era stanco ed aveva bisogno di riposare prima del prossimo viaggio. Erano passati pochi giorni, ma sembrava un'eternità; l'assenza di July si faceva sentire in ogni singolo angolo della casa: in quella televisione spenta, in quelle lenzuola perfettamente intatte, nei vestiti gettati alla rinfusa per la camera da letto.. Harry non stava ormai praticamente più in quell'appartamento. Aveva cominciato ad uscire ogni notte, girando per locali e club, ritirandosi solamente all'alba del mattino seguente; lentamente, si stava trasformando nel cattivo ragazzo di cui tutti i giornali parlavano fin dall'inizio della sua carriera. A lungo andare, quella situazione avrebbe danneggiato non solo la sua persona, ma anche la sua immagine. 
 
Era giovedì pomeriggio, uno di quelli in cui il clima non è più invernale ma il vento non si è ancora arreso all'inesorabile giungere dell'estate, e ad Holmes Chapel l'atmosfera era particolarmente elettrica. Tutti sapevano che il giorno dopo si sarebbe tenuto il Ballo di Primavera della scuola superiore, ed ognuno cercava di collaborare al meglio delle proprie possibilità pur di dare una mano: il signor Flynn che gestiva il negozio di addobbi per le feste in fondo ad Alumbrook Avenue aveva donato alle organizzatrici alcune lanterne da esterno per adornare il vialetto che avrebbe condotto all'ingresso della palestra, la signora McGloin aveva fatto un paio di turni extra nella boutique di sua proprietà per permettere anche alle ritardatarie di comprare il proprio vestito, la ditta di autonoleggi aveva messo a disposizione un numero superiore di limousine ad un prezzo leggermente ridotto.. insomma, l'intera comunità si stava muovendo, come ogni anno. Da qui, l'idea della signora White; aveva proposto a July di aiutare le ragazze del Comitato Studentesco con la preparazione di quella che sarebbe stata la sala principale in cui si sarebbe svolto l'evento. La voglia di dirle di no era stata davvero forte, ma alla fine dei conti convenne che sarebbe stato meglio fare almeno finta di aver intenzione di ricominciare a vivere; glielo doveva, soprattutto alla sua famiglia.
Era andata in camera sua, sedendosi con le gambe incrociate davanti ai bagagli che aveva quasi completamente abbandonato; dalla tasca esterna dello zaino aveva estratto il portafogli, e da lì la chiave del lucchetto della valigia. Aveva cominciato ad estrarne i vestiti con lentezza, poggiandoli sul letto in pile ordinate - poi si era alzata dal pavimento, ed aveva osservato con attenzione ogni indumento, cercando di decidere cosa mettersi: non aveva voglia di essere carina, proprio non ne sentiva il bisogno. Optò per una canottiera nera, ma proprio nel momento in cui la sollevò, si accorse della presenza di qualcosa che non aveva notato prima: una semplice maglietta bianca con lo scollo a v. La prese, portandosela vicina al volto.. l'odore di Harry la prese quasi alla sprovvista, forte e violento come poche volte era stato perfino nella realtà. Non ricordava di aver preso volontariamente quell'indumento, e si lasciò sfuggire un mite sorriso ripensando alle mille volte in cui si era arrabbiata con lui per il suo disordine cronico. Sospirò, confusa. Infine, decise di indossarla, con dei semplici jeans scuri e delle Converse basse: non era ancora abbastanza forte per potersi opporre al destino. Guardandosi allo specchio, pensò che quella maglietta stesse molto meglio a lui, e che un giorno gliel'avrebbe fatta riavere in qualche modo. 
Scese le scale in fretta, e subito fuori dalla porta trovò la sua vecchia bicicletta ad attenderla: aveva chiesto al padre di darle una sistemata, per poterla usare e muoversi senza dover dipendere da loro. Cominciò ad attraversare la piccola cittadina, le cuffie nelle orecchie, la voce di Demi ad accompagnarla ed il vento a scompigliarle i lunghi capelli scuri..quando arrivò finalmente davanti la scuola che aveva frequentato fino a pochi anni prima, non potè fare a meno di fermarsi ed osservarla. Se doveva essere sincera, non era cambiata quasi per niente: gli alberi intorno perfettamente curati, l'edificio in mattoncini, il cartello che ne segnava la denominazione.. insomma, per qualche secondo pensò davvero di essere tornata indietro nel tempo, a quei sedici anni che ricordava ancora con vivida intensità. 
Poggiò la bici nello spazio apposito, e cominciò a camminare fino a scorgere l'edificio della palestra appena dietro l'angolo; vi entrò, stando ben attenta a non pensare troppo a ciò che stava facendo, ed una volta oltrepassato l'uscio si guardò intorno. 
Un gruppo di ragazze se ne stava raccolto intorno a quello che sarebbe stato il tavolo dei drink, e gli addobbi erano raggruppati tutti in degli scatoloni aperti e disposti lungo il piccolo palco che era stato montato per l'occasione. July si prese di coraggio, ripetendosi che era più grande di tutte le persone lì dentro messe insieme e che, in quanto tale, non avrebbe dovuto esitare neanche un solo secondo; si avvicinò al gruppetto del Comitato Studentesco, riuscendo a cogliere degli stralci di una conversazione riguardante la disposizione dei tavoli.
"July!" Esclamò ad un tratto una di queste, che aveva casualmente sollevato lo sguardo per incontrare quello della nuova arrivata.
"Oddio, Phoebe.." Incredula, la piccola White riconobbe una sua vecchia compagna del corso di matematica che a quanto pare stava a sua volta aiutando i nuovi ragazzi dell'ultimo anno.
Le due si abbracciarono, considerando anche che non si vedevano da quando la scuola era finita e che erano state discretamente legate in passato; gli occhi dei presenti - scorse anche un paio di ragazzi poco più in là - si puntarono tutti su di lei, e si sentì piuttosto a disagio per istanti che le sembrarono quasi ore. Phoebe la presentò a tutti, spendendo giusto un paio di parole per non sembrare scortese ma subito dopo richiamò immediatamente l'attenzione sul motivo per cui si trovavano lì.
"Pensate che convenga assegnare i posti all'ingresso?" Domandò una ragazzina dai capelli scuri, scorrendo rapidamente la lista di coloro che avevano già comprato il biglietto per partecipare.
"Potrebbe essere una buona idea.."
"Farebbe perdere troppo tempo, e creerebbe una fila all'ingresso che metterebbe di cattivo umore tutti i presenti.." Intervenne July, che tempo prima aveva dovuto assistere ad una scena di quel genere. "..sarebbe opportuno riservare i tavoli unicamente per i professori e le varie squadre sportive, considerando che sono le categorie più interessate a trascorrere la serata insieme." 
Ci rifletterono, per annuire subito dopo.
"La postazione del fotografo verrà sistemata fuori, giusto? Insomma, abbiamo fatto spostare il ballo da febbraio a maggio proprio per poter approfittare anche degli spazi esterni.."
In quell'esatto istante, fece il proprio ingresso un ragazzo a cui venne indicata una postazione sul fondo della palestra: quello che doveva essere il dj, raggiunse quindi il suo angolo di lavoro cominciando a sistemare i vari cavi e l'attrezzatura che si era portato dietro. 
A poco più di 24 ore dall'evento dell'anno, tutto cominciava a prendere forma: un paio di matricole erano state mandate a sistemare le luci ed a provarle per tenerne d'occhio il funzionamento, i ragazzi della squadra di calcio che erano arrivati da un paio di minuti avevano cominciato a portare dentro i tavoli ed a disporli secondo una precisa organizzazione, una professoressa era arrivata per controllare che non ci fossero problemi.. July e Phoebe, dal loro canto, avevano deciso di occuparsi dei vari festoni, nastri di raso, fiori e palloncini vari; ecco perchè, dieci minuti dopo, si trovavano già in piedi su delle sedie tentando di agganciare un immenso striscione con sopra scritto "Spring prom, 2012/2013."
"Cosa hai fatto in tutto questo tempo?" Attaccò la ragazza.
"Ho vissuto a Londra, cambiato un paio di lavori.. insomma, non ho trovato la stabilità che cercavo!" Rispose July aprendo un piccolo squarcio sull'angolo superiore della tela.
"E sei stata con Harry Styles!" 
Abbassò appena lo sguardo. "Sì.." Sibilò, sottovoce.
"Oddio, scusami.. non pensavo che.." Phoebe era mortificata. "Su un paio di giornali avevo letto che eri stata tu a lasciare lui, altrimenti non ne avrei parlato."
"Non è stato così facile, diciamo che ci siamo lasciati entrambi - anche se non sembra avere molto senso." Rispose. "Non preoccuparti, era ovvio che qualcuno me l'avrebbe chiesto prima o poi.." Sospirò. "Anzi, è strano: mi aspettavo che fossero le altre ragazze ad avvicinarmi, non so perchè."
"Diciamo che le ho intimidite a sufficienza: sono stata io a telefonare a tua madre proponendole di suggerirti di raggiungerci.. quando mi ha detto che avevi accettato, ho specificato che non avrebbero dovuto prendere l'argomento."
"Ti ringrazio, allora.." July sorrise, facendo passare per quella piccola apertura uno dei fili che avrebbe tenuto su l'intero striscione. "Tu invece, che hai combinato?"
L'altra sistemò a sua volta lo striscione, scendendo dalla sedia ed osservando il lavoro con aria impegnata. "Sono rimasta qui, in realtà.. a settembre, però, mi trasferirò vicino Manchester per cominciare finalmente il college." Sorrise. "Tira un po' più su il tuo lato.." Osservò con un occhio chiuso. "..okay, adesso è perfettamente dritto!" Esclamò infine, soddisfatta.
Anche July mise piede sul pavimento della palestra. "Cosa studierai?"
"Chimica!" 
Si diressero insieme verso il palco, trascinando giù uno degli scatoloni e cominciando ad estrarne i vari addobbi; aprirono i pacchi dei palloncini e cominciarono a gonfiarli con l'aiuto di un paio di ragazzi che le raggiunsero, e subito dopo li sistemarono a gruppi di tre fermandoli con del nastro di tulle e dei fiocchi: avrebbero sistemato quelle composizioni lungo il perimetro della stanza, ed ai lati del palco. 
"Ricordi il ballo del nostro anno?" Esordì la ragazza, intenta a scegliere alcune combinazioni di colore per le ultime composizioni con degli splendidi fiori finti che alla fine sarebbero serviti come centrotavola. "Ero l'organizzatrice principale, ho passato in questa palestra almeno tre giorni per far sì che tutto fosse perfetto." Ricordò, mentre il dj fece partire la prima canzone.
"A me invece non importava quasi niente: pensavo solamente a studiare, studiare e studiare.." Sospirò July, alzando esponenzialmente il volume della voce per contrastare i decibel provenienti dalle casse che erano state disposte ai quattro angoli della palestra. "Stano addirittura cominciando a provare adesso?" Si distrasse, voltandosi verso la postazione, leggermente accigliata.
"Ci tengono parecchio che tutto vada bene.. certo, provare la musica il giorno prima forse è un tantino esagerato.." Sospirò Phoebe, nel momento stesso in cui le luci si abbassarono per diventare soffuse. "..ed anche le luci."
"Così sembra di essere già al ballo!" Ma in fondo a July non dispiaceva: certo, bisognava metterci il doppio dell'impegno per riuscire a vedere poco più in là del proprio naso e per sentire le persone nelle vicinanze, ma l'atmosfera era davvero bella.
"Con 24 ore di anticipo.."
"..o tre anni di ritardo!" Si sistemò gli occhiali, che le erano leggermente scivolati lungo il naso.
Intanto, i tavoli erano stati sistemati praticamente alla perfezione lasciando uno spazio piuttosto ampio che sarebbe stato adibito a pista da ballo, i microfoni erano stati portati sul palco ed ogni cosa veniva controllava nei più piccoli dettagli; la stessa ragazza che aveva proposto l'idea di assegnare i posti, adesso girava tra i vari gruppi di lavoro chiedendo se avessero bisogno di qualcosa ed a che punto fosse il loro lavoro. 
"Abbiamo finito praticamente tutto, dovremmo spostarci fuori per sistemare le lant.." Phoebe si voltò, sgranando appenagli occhi. 
July, che era intenta a prendere un paio di forbici ed il nastro adesivo che aveva poggiato poco prima per terra, non capì immediatamente cosa fosse accaduto; in un primo momento pensò di non aver sentito la conclusione della frase a causa della musica che ancora non accennava ad abbassarsi, ma dovette ricredersi quando si accorse che il tempo sembrava essersi fermato. Si voltò a sua volta in direzione degli sguardi di tutti i presenti, e per poco non ebbe un giramento di testa: lì, in piedi davanti l'ingresso, c'era Harry - jeans scuri, t-shirt grigia, camicia aperta blu a quadri, converse bianche. 
Vederlo lì, in quella palestra, dopo tutto quello che era successo sembrava incredibile; la ragazza si convinse che fosse la sua mente a giocarle brutti scherzi, che niente di quello che aveve davanti agli occhi fosse vero. Che cosa ci faceva lì? 
Qualcuno tentò di avvicinarsi a lui, ma il buonsenso generale mantenne gli animi abbastanza calmi: Phoebe si allontanò, e così fecero anche alcune ragazze che decisero di uscire. In un paio di minuti, la palestra era vuota - fatta eccezione per Harry, e July. Il ragazzo avanzò di qualche passo, mentre l'unica cosa che lei riusciva a fare era starsenne immobile; dentro, avvertiva una tempesta di emozioni contrastanti ed in conflitto tra loro.. da un lato aveva voglia di dargli uno schiaffo ed andar via, ma c'era una piccola parte di lei che avrebbe semplicemente voluto gettare a terra ciò che teneva tra le mani e correre da lui, per stringerlo a sè e dirgli quanto gli era mancato. 
"Non farlo mai più.." Esordì il ragazzo.
"Fare cosa?"
"Andartene."
July distolse lo sguardo, ma le dita affusolate di Harry raggiunsero il suo mento e le fecero alzare il viso.
"Me l'avevi promesso, July."
"E tu mi avevi promesso che non mi avresti più mentito." Rispose, con voce ferma. "Ma evidentemente non siamo molto bravi."
"Non l'ho fatto." Aggiunse, secco.
"Harry.." Scosse il capo, allontanandosi. 
"Hai letto quella mail, vero?"
"L'hai lasciata lì perchè lo facessi, o sbaglio?"
Non rispose, e July gli diede un colpo alla spalla destra.
"Che cosa volevi ottenere? Stavi cercando di farmi vedere come alla fine l'abbia vinta sempre tu?" Aggrottò le sopracciglia. "Lo sapevo già, non ce n'era bisogno."
"Possibile che tu fraintenda sempre tutto?" La guardò, leggermente esasperato. "Volevo solo dimostrarti che saremmo potuti stare insieme, che non saresti stata d'intralcio alla mia carriera come hai sempre pensato.. volevo che vedessi con i tuoi occhi che non avremmo avuto più ostacoli."
"E per fare questo hai avuto bisogno di farmi sentire come fossi solamente un oggetto?"
Il ragazzo sospirò. "Hai ragione, ho sbagliato."
"Certo che l'hai fatto, non hai nessuna attenuante stavolta."
Si guardarono negli occhi, sostenendo lo sguardo l'uno dell'altra senza nessuna esitazione.
"Che cosa sei venuto a fare, Harry?"
"A mettere a posto le cose."
Trattenne una risata. "Credi che sia così facile? Ci sono caduta già una volta: il tuo ritorno scenografico, l'effetto sorpresa, le mille scuse e giustificazioni.. ma non sono più così stupida." Ridusse gli occhi a due fessure. "Adesso so chi sei davvero, e non voglio avere a che fare con te." Fece per voltarsi, ma il ragazzo le afferrò un braccio con dolcezza ma vaga forza. Applicò una leggera torsione, così da poter avere sotto gli occhi il tatuaggio della ragazza; con la mano libera, alzò la propria manica e venne allo scoperto anche il suo - l'altra metà della stessa frase, la sua conclusione, il suo senso. 
"Che tu lo voglia o no, sarò sempre con te." Sibilò, alzando gli occhi verdi nei suoi.
July ritrasse il braccio, con un gesto deciso. "Ti sto supplicando Harry, dammi un po' di pace.."
"Non tornerò a Londra senza di te."
Rimasero entrambi in silenzio.
Nello stesso istante in cui i loro occhi si incrociarono di nuovo, giocando ancora a quello sciocco nascondino, l'intera palestra venne riempita dalle prima note di 'Give me Love' - la ragazza non si era accorta che il dj era rimasto lì.
"Ricordi, July? 'Dimentica l'inizio, così dimenticherai anche la fine'.' Ripetè Harry; a July tornarono in mente i primi giorni che avevano trascorso insieme a Londra, quel post-it che lui le aveva lasciato, quella foto del ballo che era scomparsa.. non potè fare a meno di lasciarsi sfuggire un sorriso.
Notò, poi, la mano del ragazzo tesa verso di lei; lo guardò con sguardo interrogativo, prima di sentire la sua voce dire "Piacere, Harry. Harry Styles." 
Dimenticare l'inizio, dimenticare la fine, tornare esattamente al punto di partenza per poter ricominciare ancora una volta e non fare gli stessi errori. Il labbro inferiore le tremò appena, in bilico tra passato e presente. 
Afferrò la mano del ragazzo, e si lasciò trasportare fino al centro della pista. Lui le accarezzò i capelli, spostandone una ciocca dietro l'orecchio destro; le sfiorò le labbra con l'indice, osservando con particolare attenzione ogni dettaglio del suo viso. 
"Mi dispiace, sul serio.."
"Va bene, va bene lo stesso." Sussurrò.
"Riuscirò mai ad amarti senza farti del male?"
"Se vuoi, puoi provarci."
"Non scherzavo quando dicevo che sei tutto quello che ho.."
"Hai molto più di me."
"Niente per cui valga davvero la pena tornare a casa dopo un concerto."
Lei lo guardò, prima di poggiare il capo sulla sua spalla, e chiudere gli occhi. 
 
Avevo quindici anni quando vidi Harry Styles per la prima volta; non dimenticherò mai, mai quel giorno.
Adesso di anni ne ho quasi venti, ma le cose non sono ancora cambiate.
Sono July White – non Juliet, non Juls,
e questa è una storia per tutti i cuori che hanno ricominciato a battere.
 
 
Fine.




 
Ringraziamenti.
A July White  ─ per tutto quello che ti ho fatto passare e perchè, nonostante tutto, hai continuato a provare un amore più forte della mia fantasia. Ho scritto per te la vostra storia, e ti ho lasciata a questo punto perchè voglio che adesso sia tu a decidere del tuo destino.. prendi la decisione giusta, e dammi ancora un amore da raccontare.
Ad Harry  ─ ho voluto regalarti la persona che hai sempre cercato, e che non sei riuscito a trovare. L'ho fatto, perchè meriti di essere felice al di là della tua carriera e dei giornali.. trova il coraggio di guardarti intorno, lasciati sorprendere, e lasciati amare da qualcuno che per quegli occhi morirebbe.
A Daphne  ─ ancora una volta sei stata il mio destino.
 
« E invece eccovi qua, Peter Pan e Wendy, destinati a vivere una favola insieme, la vostra favola. E io crederò sempre in voi, perché qualsiasi problema abbiate avuto o possiate avere in futuro, io so che vi amerete, sempre. »
 
Alla mia July  ─ sei la mia persona, quella con cui condividere i sogni ed i progetti di una vita. Ti ho donato tutto questo, perchè tu possa credere che ciò che speri possa realizzarsi e possa non arrenderti mai davanti a nessuna difficoltà. Mi hai regalato la felicità di avere una migliore amica, il calore di una promessa, il tremore di un conto alla rovescia; per questo, io ti ringrazio. Per essere stata la mia musa, ed avermi tenuto la mano in ogni singolo capitolo.
A Fabrizia  ─ la mia piccina, la ragazza che più è riuscita a darmi quel silenzioso affetto di cui avevo bisogno. Sei una creatura meravigliosa, neanche ti rendi conto di quanto tu sia speciale e di quanto io possa volerti bene, dal profondo del mio cuore.
A Claudia, la mia Bucks  ─ la mia adorabile Bucks, aggiungerei. Sai perchè questo è per te, lo sai forse dal primo momento in cui la nostra chat si è aperta: sei tra queste pagine, più di quanto non lo sia io.
A Sara  ─ forse nessuno ha creduto in Haly quanto l'hai fatto tu, con fiducia, amore, speranza. Sei stata il mio faro nella notte, mi hai fatto credere in questa storia perfino quando non avevo neanche la forza di scrivere.. so quanto loro siano importanti per te, e voglio che tu possa sempre ricordarti che Harry e July vivranno sempre, nel tuo cuore.
A Diletta  ─ mille volte ti ho detto quanto le tue recensioni siano state fondamentali per me, ma non credo di aver mai reso l'idea. Sei stata accanto a me in ogni singola parola, in ogni più piccola lacrima.. credo che questa storia ti appartenga più che a chiunque altro.
 
« A questa storia devo molte cose, ma soprattutto devo tanto a Harry e July.
Per avermi fatto un po' capire che in qualche parte del mondo, forse,l'amore vero non è solo un'utopia. Per avermi fatto compagnia in questi mesi e non avermi mai lasciata da sola. Per avermi fatto conoscere persone magnifiche e per avermi dato la voglia di ricominciare a sognare un po', dopo un periodo brutto. »
 
A Gaspare  ─ hai letto e commentato ogni capitolo stando al telefono con me, aiutandomi nello scrivere quando davvero avrei avuto voglia di prendermi a schiaffi. Hai corretto gli errori, e mi hai sopportata dandomi anche mille idee per poter andare avanti. Ti amo.
A Emma, Valeria D., Martina, Claudia C., Sharon, Marcella, Alessia B., Alessia P., Gaia, Alberta, Benedetta, Cecilia, Angela, Laura, Giorgia, Caterina  ─  per aver trovato sempre il tempo di fermare un secondo le vostre vite e leggere ciò che avevo da dire; per avermi incoraggiata ad arrivare fino alla fine. Avete appoggiato le mie scelte senza criticarmi mai, senza dubitare per un secondo che potessi deludervi.. non mi avete abbandonata nonostante le assenze protatte quasi all'infinito, ed i capitoli non sempre all'altezza delle vostre aspettative. 
A tutto il team, ragazze sopra citate comprese  ─ non so come avrei fatto senza di voi, mi sarei sentita persa. E invece guardatevi.. siete la mia famiglia, la cosa più preziosa che io possa avere; mi fate sentire a casa, protetta, apprezzata, mi avete dato qualcuno per cui scrivere, qualcuno per cui essere me stessa. Le mie storie esistono grazie a voi, grazie al fatto che avete creduto in me in ogni singolo istante; non sarei niente senza di voi, davvero.
 
« Questa storia mi ha cambiato la vita. »
 
Ad ogni ragazza che ha recensito ─ avete aspettato con pazienza, e mi avete sempre dedicato più dell'attenzione che meritavo. Per questo, io vi dedico la mia storia ed il mio infinito amore.
A chiunque sia rimasto nell'anonimato  ─ se siete arrivati fin qui, grazie.
 
Anche quest'avventura insieme è finita,
sono sicura che ci rivedremo alla prossima.
 ♥
 
Grazie.
 
 
  
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