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Autore: _matthew_    02/12/2007    10 recensioni
"Sentì il suo ultimo respiro, pensò a Kate, all'odio che provava per l'uomo che giaceva ai suoi piedi... incontrò lo sguardo di Ziva, le sue lacrime, l'odio svanì. - Mi spiace Ari, questa volta sei tu ad aver perso -"
Spero di avervi incuriosito a leggere... XD
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora...che dire...la scelta del personaggio è un po' insolita...ma in fondo anche Ari è un personaggio interessante; e il suo passato è avvolto nel mistero,o quasi,quindi...non ho resistito alla voglia di dargli un "volto" XD spero vi piaccia!


Il petto gli bruciava,il respiro era sempre più faticoso ed irregolare,la pozza rosso scarlatto si andava allargando sul pavimento. Sentì uno sguardo penetrarlo,osservare i suoi ultimi momenti,non poteva vederli,ma sapeva benissimo che a fissarlo erano due occhi azzurrissimi,freddi,decisi a godere a fondo della sua morte,ma non gliene importava,finalmente era libero. I ricordi gli si srotolarono davanti agli occhi,facendogli rivivere tutta la sua vita,prima della fine.

"Ari! presto,vieni qui!" lo chiamò una donna sulla quarantina,lunghi capelli castani,come i suoi occhi,le ricadevano sulle spalle in bellissimi ricci -come quelli di sua sorella-. SI affrettò verso di lei,nell'angusto spazio di un tendone di un campo profughi sovraffollato,al confine tra Israele e Palestina,reggendo un rotolo di garza e un flacone di alcool; li porse alla donna,che disinfettò e bendò l'uomo sdraiato a terra.
-gli piaceva l'odore dell'alcool,portava tanti ricordi-
Suo padre lo aveva mandato a Edimburgo,in Europa,per studiare medicina,in modo che potesse essere utile nei campi profughi -per poter aiutare tua madre- questo gli aveva detto,ma la verità era un'altra. Era il figlio del direttore del mossad,la sua istruzione aveva un altro scopo,come tutto quello che faceva suo padre -quanto odiava quell'uomo- privo della capacità di amare.
Era una spia,doveva curare i feriti,ma al solo scopo di ottenere informazioni,doveva essere una talpa,un'ombra tra le ombre -e lo era diventato- doveva riferire periodicamente al mossad -e perchè non anche a qualcun altro?-
Non aveva mai tradito,non fino a quel giorno,il giorno in cui cambiò tutto. Quel giorno in cui sua madre,dopo aver fasciato l'uomo sdraiato a terra non si rialzò,ma si afflosciò a terra,colpita a morte da un proiettile israeliano. Uscì dalla tenda di corsa,rumore di spari,da qualche parte stavano esplodendo delle granate,un soldato lo colpì.
Finì a terra,un fucile puntato alla testa,ma non successe nulla. Lo riconobbero,e lo portarono via,al sicuro,lo strapparono da sua madre; la lasciarono affogare nel mare del suo sangue,la uccisero con un proiettile in mezzo agli occhi.
-lui,la talpa,era troppo prezioso; era lui che contava per suo padre,non sua madre,una semplice palestinese- Da quel giorno conobbe un solo sentimento,l'odio.
La talpa cambiò tana,ora non stava più da nessuna parte,non spiava per qualcuno,ma solo per se stesso,non agiva per il Mossad o per Hamas,ma solo per la sua vendetta. Aveva agito in quasi tutto il mondo,anche in America,nella sede dell' N.C.I.S.
Lì aveva trovato un nuovo nemico -Jetrho- e una nuova vittima -Kate-
Ziva la sua sorellastra -com'era simile a sua madre,quando lo fissava con i suoi profondissimi occhi nocciola- il suo supporto in quasi tutte le missioni,glielo ripeteva in continuazione di dimenticarsi di loro,ma era più forte di lui,quegli occhi azzurri carichi di odio,quegli occhi azzurri carichi di soddisfazione,quando il proiettile gli aveva spappolato la spalla,erano un chiodo fisso; si sarebbe vendicato.
Erano anni che faceva il doppio gioco,giocando però una partita in cui era lui a fare le regole,sfruttando tutto e tutti,ma tutto finì. -ancora quegli occhi- Aveva insinuato il dubbio nel Mossad,aveva fatto venire il dubbio che lui,con tanta abilità,aveva sempre eluso,aveva dimostrato la realtà: Ari Al-Suari è una scheggia impazzita ne agente ne terrorista,solo pazzo. -solo Ziva voleva ancora credergli-
Era sdraiato sul tetto,vedeva il mondo attraverso il mirino graduato di un fucile di precisione.
I suoi uomini erano in un magazzino di fronte a quello su cui si era appostato,quando Gibbs arrivò,rovinando ancora una volta i suoi piani...l'ultima volta.
Non era riuscito a impedire che uno dei suoi uomini deviasse il missile,facendo fallire l'attentato,ma la sua sarebbe stata una vendetta rapida -sei così vulnerabile-
Vedeva il suo viso,i capelli brizzolati tagliati corti,gli occhi azzurri e freddi,il sorriso di gioia mentre aiutava Kate a rialzarsi... -Kate...i suoi occhi,il suo profumo- Rivide la ragazza dagli occhi castani freddi e decisi prendere un bisturi da uno dei tavoli per le autopsie,la rivide penetrare la sua guardia,e fermare l'arma a pochi millimetri dal suo collo,gli occhi castani fissi in quelli neri di lui -uccidimi!- non lo fece.
Aveva visto qualcosa di umano in lui,qualcosa di buono -no,io non sono così debole- aveva visto la sua solitudine,il suo dolore -la mia ragione di vita- aveva avuto pietà di lui,non aveva voluto strapparlo a quella vita,gli aveva dato un'emozione nuova -la sindrome di Stoccolma vale anche per i rapitori?-
Gli era rimasta in mente,rivedeva il suo viso tutte le sere,quando,prima di addormentarsi,lasciava i pensieri liberi di vagare per la sua testa. La osservò a lungo,i capelli castani lunghi fino alle spalle,quegli occhi fantastici,che non riusciva più a dimenticare,quel viso così perfetto,quel sorriso così dolce,rivolto a quello stupido damerino italiano. Prese la mira.
Non c'era vento,la bandiera americana che svettava sopra al magazzino era immobile,osservò quegli occhi azzurri,che molto presto sarebbero stati chiusi per sempre,si ricordò di quello che gli aveva detto Ziva l'ultima volta "Agente speciale Leroy Jethro Gibbs,moglie e figlia uccise. Mentre viaggiavano sotto scorta in un'auto dell'N.C.I.S. un cecchino aveva ucciso il conducente,e l'auto era andata a sbattere."
Sorrise,avrebbe sofferto quello che aveva sofferto lui,avrebbe provato il suo stesso dolore -sei pronto ad odiare la vita,Gibbs?-
Prese accuratamente la mira,l'occhio incollato al mirino,il dito appoggiato al grilletto...sparò.
- addio Kaitleen-
Gli stessi occhi sorpresi,gli stessi capelli che ricoprivano il volto esanime,lo stesso grido inespresso sulle labbra,la stessa pozza di sangue che si allargava sotto di lei. -come mia madre,Gibbs-
Se ne andò,nella mente quegli occhi azzurri carichi di rabbia e di odio -come i miei,quando lei è morta-
Lui sarebbe morto presto,sarebbe stato il terzo,dopo la scienziata...voleva farlo soffrire,prima. -chi odia perde il controllo; chi perde il controllo diventa più vulnerabile-
Ziva lo avrebbe aiutato,lo aveva sempre fatto,lo avrebbe fatto per sempre,era il suo unico parente -loro padre non esisteva,non sapeva essere umano- anche lei aveva il suo stesso odio,a lei avevano portato via una sorella.
Con la scienziata aveva fallito,ma non importava,era lui che voleva,e ora era lì,davanti a lui,impotente. -sei ancora così sicuro-
"Stai per morire Gibbs,non ti vuoi difendere?" sorrise,sedendosi,gli occhi pieni di un odio gelido "Ho già ucciso fin troppa gente,questa volta mi accontenterò di vederti morire" rispose lui sedendosi.
Puntò l'arma,sfiorò il grilletto,ma qualcosa lo trattenne; sulle scale della cantina era comparsa un'altra persona...Ziva. -ora mi odi,vero?-
Lo fissò per un istante,poi fissò l'uomo seduto,rivide il loro colloquio,Tony che la pedinava,Ari,il suo fratellastro,il suo unico vero familiare l'aveva tradita.
Sparò.
Il petto bruciava,quello sguardo gelido curava la ferita infertagli dalla morte di Kate con lo spettacolo della sua agonia; una pistola rotolò sugli scalini,una lacrima toccò terra,seguita subito da molte altre -non devi piangere Ziva,mi hai fatto un favore-
Singhiozzava in silenzio,mentre scendeva le scale,mentre osservava Gibbs immobile che fissava Ari,si erano fidati di lei,entrambi...aveva fatto davvero la cosa giusta? Uno sguardo azzurro e freddo le disse di si...volle credergli.
-sono io ad aver vinto...finalmente sono libero...hai perso ancora Gibbs,ora non potrai più odiarmi-
Sentì il suo ultimo respiro,pensò a Kate,all'odio che provava per l'uomo che giaceva ai suoi piedi...incontrò lo sguardo di Ziva,le sue lacrime,l'odio svanì.
-mi spiace Ari,questa volta sei tu ad aver perso-


ed eccoci alla fine...sperando che vi sia piaciuta XD
spero che mi facciate sapere cosa ne pensate,quindi...recensite! ok??
p.s. un ringraziamento a tutti quelli che hanno recensito la mia prima fic su N.C.I.S. ...spero vi piaccia anche questa... XD
  
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