Fanfic su attori > Logan Lerman
Segui la storia  |       
Autore: Emily Kingston    15/05/2013    17 recensioni
La madre di Carly le ha da poco detto che sta per risposarsi e che dovranno trasferirsi da New York in California. Come se non bastasse, il nuovo compagno di sua madre non è altri che il padre di uno dei più famosi e chiacchierati attori di questo periodo: Logan Lerman.
Carly odia i personaggi famosi e non s'interessa di gossip, perciò il rapporto con Logan, all'inizio, sarà difficile, ma poi la ragazza imparerà a conoscerlo davvero e tra i due nascerà un'amicizia. O qualcosa di più?
Tra lacrime, gite in montagna, giocatori di football, ex fidanzati e balli scolastici, riuscirà Carly a fuggire dai sentimenti o, alla fine, la raggiungeranno?
-
Vide sua madre abbracciare Larry con un sorriso e il ragazzino alzare finalmente il viso, guardando prima i due adulti e poi incontrando per caso il suo sguardo.
Dal vivo era esattamente come in fotografia, forse un po’ meno alto di quanto sembrava e un po’ più magro. Ma i suoi occhi blu – gli stessi che Lily passava serate intere ad osservare – le fecero tremare le gambe.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 It’s all about us

 
Lily si slanciò in avanti, allacciando le braccia attorno al collo di Carly che barcollò leggermente, facendo un passo indietro. Avvolse la vita di Lily con un braccio, mentre con l’altro le stringeva le spalle, affondando il viso tra i suoi capelli rossi.
“Mi sei mancata da morire,” le sussurrò Lily, stringendola forte.
Carly sentì le lacrime bagnarle le guance e ricambiò la stretta, premendo la bocca sulla spala di Lily per non singhiozzare.
Una persona normale sarebbe stata felice, ma l’arrivo di Lily aveva portato a galla tutta la tristezza che Carly aveva nascosto in quei mesi, facendole rendere conto di quanto davvero le fosse mancata la sua migliore amica.
“Anche tu,” rispose.
Intanto, Logan e Dean avevano abbandonato il loro videogioco per vedere cos’aveva creato tutto quel trambusto e adesso se ne stavano a qualche centimetro dalla porta, ad osservare i tre ragazzi dietro alle spalle di Lily. Gli occhi di Simon e Logan s’incontrarono casualmente per un attimo.
“Scusatemi,” disse Carly, liberando Lily e asciugandosi le guance umide. Si voltò a guardare Dean e Logan e quest’ultimo le fece un sorriso. “Loro sono i miei amici di New York,” disse, indicando il gruppetto sulla porta. “E loro sono Logan e Dean,” continuò, rivolgendosi adesso a Marcus, Anne, Simon e Lily.
Anche Lily si asciugò gli occhi e si dette una rassettata ai capelli, poi si avvicinò ai due ragazzi e strinse loro la mano, non senza arrossire quando le sue dita s’intrecciarono con quelle di Logan.
“Finalmente!” Esclamò Dean, quando fu il suo turno di stringere la mano di Lily. “Carly ci parla di te in continuazione,” le disse, facendole l’occhiolino.
Lily sorrise e dopo di lei anche gli altri strinsero la mano ai due ragazzi.
Poi, finite le presentazioni, Logan accompagnò tutti in salotto, mentre Carly sparì in cucina per prendere qualcosa da bere.
Quando tornò trovò i ragazzi impegnati in una discussione sul football, mentre Lily scambiava due parole con Logan (che doveva essersi defilato appena i ragazzi avevano iniziato a parlare di sport).
“Guarda che il suo autografo è uno scarabocchio,” disse Carly, sbucando alle spalle di Lily e Logan. “Non ne vale la pena.”
La ragazza ridacchiò, mentre Logan le fece una smorfia.
“Ma è sempre stata così antipatica o lo fa solo per darmi fastidio?” Chiese il ragazzo a Lily, mentre Carly si metteva a sedere sul bracciolo della poltrona, accanto alla sua migliore amica.
Lily alzò lo sguardo, incrociando gli occhi di Carly. Le due ragazze si sorrisero.
“Ignoralo,” le disse Carly. “È un cretino.”
“Spero che non ti abbia sempre parlato così bene di me,” ridacchiò Logan e Carly gli schiaffeggiò il capo, guardandolo male.
Continuarono a chiacchierare ancora un po’, poi i ragazzi smisero di parlare di sport e si unirono a loro.
“Ancora non mi avete detto cosa ci fate qui,” disse Carly dopo un po’, guardando prima Lily e poi spostando lo sguardo sugli altri tre.
Fu Lily a prendere la parola, schiarendosi la voce e arricciando le labbra in un sorriso.
“Abbiamo pensato di stare un po’ insieme prima di partire per il college,” spiegò. “Ci mancavi, Carl, per questo siamo venuti.”
“Ma così vi perderete il ballo!” Protestò Carly, guardandoli.
Lily si strinse nelle spalle.
“Non importa,” rispose.
Carly fece per ribattere, ma Logan la interruppe.
“Possono partecipare a quello della nostra scuola,” disse.
“È vero,” confermò Dean. “Tanto non c’è nessuno che controlla la lista degli studenti, non si accorgeranno mai che sono di un’altra scuola.”
La ragazza li guardò speranzosa.
“Sul serio?!” Chiese con un gran sorriso e Logan annuì.
Lily allungò la mano e strinse quella di Carly.
“Adesso non hai più scuse per rispedirci a New York,” le disse.
Carly le sorrise e poi guardò anche gli altri, rivolgendo un sorriso anche a loro. Solo in quel momento si rese conto che non aveva ancora rivolto la parola a Simon. Non è che volesse evitarlo, era sicura di non provare più niente per lui, al cento per cento, il fatto era che si sentiva imbarazzata, forse perché l’ultima volta che si erano visti si erano baciati e da quella volta erano successe una marea di cose.
Rimasero a parlare ancora un po’, poi Lily e gli altri decisero di tornare in albergo. Carly provò a convincerli a stare lì da loro, ma non vollero sentire ragioni, continuando a ripetere che non volevano disturbare,  e neanche l’intervento di Logan, che gli assicurò che non davano assolutamente alcun fastidio, servì a nulla.
“Domani andiamo ad affittare i vestiti,” le disse Lily prima di andare via. “E non voglio scuse. Tu ti metterai un bel vestito, dimenticati i jeans e la felpa.”
Carly rise, annuendo.
“Va bene,” acconsentì. “Ma non riuscirai mai a convincermi a fare la foto!” Disse, categorica.
Lily ridacchiò.
“Lo vedremo,” rispose, poi le dette un veloce abbraccio e se ne andò insieme agli altri.
Carly li guardò avviarsi a piedi verso la fermata del pullman dalla finestra, con una mano appoggiata sul vetro, in corrispondenza della figura di Lily.
 

 
Tulle & Tight sarebbe stato un negozio enorme, se la maggior parte dello spazio non fosse stata occupata da abiti da sposa ed eleganti vestiti da cerimonia.
Il bianco era decisamente il colore predominante. Perfino il bancone, che si trovava subito alla sinistra rispetto all’ingresso, era ricoperto da una laccatura bianco lucido.
Di fronte ai camerini – tre piccole stanzette rettangolari chiuse da tende grigio perla – c’era una pedana ricoperta di stoffa bianca, che ricadeva sul pavimento con un gonnellino, e ai lati di essa erano state posizionate due poltrone color panna.
Quando Lily era arrivata a casa sua quella mattina, Sam e Shiver erano già lì da un pezzo e, finalmente, Carly aveva potuto fare le presentazioni. Le tre ragazze si erano subito prese per il verso giusto, tanto da fare comunella tra di loro come se si conoscessero da sempre. Anche Anne sarebbe dovuta andare con loro, ma aveva preferito farsi un giro per Los Angeles con Marcus e Simon, dicendo che, tanto, si era portata un abito per il ballo da New York.
Erano in quel negozio a provare vestiti da qualche ora ormai e lei era rimasta l’unica a non averne trovato uno che le piacesse abbastanza.
Mentre lei entrava e usciva dal camerino, Lily, Sam e Shiver avevano iniziato a parlare del ballo e di chi sarebbero stati i loro accompagnatori.
Carly sapeva che Dean aveva chiesto a Sam se poteva accompagnarla e che Shiver aveva ricevuto un invito da parte di Charlie Martins, un ragazzo che frequentava il suo corso di matematica. Era un tipo piuttosto timido e Shiver aveva raccontato loro che ci erano volute settimane prima che si decidesse a chiederglielo, ma lei aveva una cotta per lui più o meno da quando era al secondo anno, perciò era valsa la pena aspettare.
“E tu, Carly?” Le chiesero, mentre si provava un vestito verde menta che le arrivava al ginocchio.
“Io che cosa?” Rispose lei, uscendo per mostrare alle ragazze l’abito. Lily storse il naso, bocciando il vestito.
Carly sbuffò e la proprietaria del negozio le mise tra le braccia altri tre abiti da sera.
“Aspetti che Logan ti chieda di andare con lui o glielo chiedi tu?” Domandò Sam ridacchiando e, probabilmente, scambiandosi occhiate complici con Lily e Shiver.
Carly spalancò la tenda del camerino, fulminandole tutte e tre con lo sguardo.
“Perché io e Logan dovremmo andare al ballo insieme?” Disse, mettendosi le mani sui fianchi, ma le ragazze non le risposero. Rimasero a fissare il vestito che stava indossando con gli occhi illuminati. Si trattava di un abito bianco lungo fino ai piedi, con un intreccio di stoffa dorata che le stringeva la stoffa attorno alla vita, increspandola un po’. Una spalla era lasciata nuda, mentre sull’altra poggiava un anello di stoffa che univa due lembi di tessuto, formando una spallina.
Carly, notando i loro sguardi rapiti, si voltò verso il grande specchio rettangolare appoggiato alla sinistra della pedana e si specchiò. L’abito che stava indossando somigliava ad una toga femminile greca, con le increspature della stoffa e il taglio che lasciava una spalla completamente scoperta.
La ragazza si lisciò la gonna distrattamente, affascinata da come quel vestito le calzasse stranamente bene, come se fosse stato fatto apposta per lei.
“È bellissimo,” commentò Shiver, guardandola con un sorriso.
Lily e Sam annuirono, insistendo perché lo prendesse.
“Logan ci rimarrà secco,” commentò la sua migliore amica, ammiccando.
Carly si voltò di scatto verso di lei.
“La vogliamo smettere con questa stupidaggine di me e Logan?” Esclamò, avvampando e dandosi della stupida, perché quando si era guardata allo specchio la prima cosa che aveva fatto era stato chiedersi cosa avrebbe pensato il suo fratellastro vedendola con quel vestito.
Sospirò, ritornando nel camerino. Si sfilò il vestito delicatamente, stando molto attenta a non rovinarlo e poi, dopo essersi rimessa i suoi amati jeans e la maglia larga, si avviò alla cassa con le sue amiche.
Solo affittare quegli abiti costò loro quasi cento dollari a testa e, mentre tornavano a casa, Carly si chiese quanto avrebbero speso se li avessero comprati. Da una parte le dispiaceva non potersi tenere quel vestito per sempre. Si sentì strana a pensare una cosa del genere, dato che lei e i vestiti erano sempre stati in pessimi rapporti, ma quel vestito, in un certo senso, l’aveva catturata.
“Dovresti davvero chiedere a Logan di accompagnarti, secondo me,” le disse Lily, mentre venivano sballottate in qua e là dai movimenti bruschi dell’autobus.
Carly sbuffò, stringendo la presa sulla busta che conteneva il vestito.
“Perché siete tutte così convinte che tra me e Logan ci sia qualcosa?” Chiese. Non capiva perché si ostinava ancora a negarlo. Il fatto era che tra lei e Logan c’era qualcosa, solo che non aveva ancora capito bene cosa.
“Non so, forse perché sembra che possiate saltarvi addosso da un momento all’altro?” Ipotizzò Sam, unendosi alla conversazione.
“Io credo che, più che altro, si veda nel modo in cui vi guardate,” disse invece Shiver.
Carly sospirò, esasperata, reggendosi al palo giallo mentre il bus curvava.
“E com’è che ci guardiamo?” Domandò, chiedendosi se fosse davvero così evidente che lei e suo fratello avevano una piccola questione irrisolta.
Be’, non poi così piccola, ricordò a se stessa Carly, ripensando immediatamente alla casa in montagna di Dean e al bacio che si erano scambiati sulla porta di camera di Logan una volta tornati, e poi anche a tutte le altre volte in cui si erano quasi baciati ma non se l’erano permesso. Forse, alla fin fine, tutte le cose di cui parlavano le sue amiche, e che si era chiesta anche lei negli ultimi tempi, erano sempre state lì.
“Come se ci fossero mille cose che volete dirvi, ma non potete,” rispose Shiver con semplicità.
L’autobus si fermò e le ragazze scesero di fronte alla scuola, continuando a piedi la strada verso casa.
“E poi tu hai lasciato Nate,” aggiunse Sam.
“E questo cosa c’entra?” Ribatté Carly.
Sam la guardò con sguardo penetrante.
C’entra, Carly. C’entra eccome. Scosse il capo, sperando che la sua voce interiore una volta tanto la smettesse di blaterare, dandole tregua.
“Be’,” esordì Lily, quando tutt’e quattro si fermarono di fronte al cancello di casa di Carly. E lei le fu estremamente grata per aver attirato l’attenzione su di sé prima che Sam potesse ribattere. “Penso sia ora di andare, si è fatta quasi ora di pranzo.”
Samantha e Shiver annuirono e l’argomento ‘Logan’ fu completamente dimenticato.
“Già,” disse Shiver. “Avevo promesso a Tom che l’avrei aiutato a scegliere tra lo smoking di papà e quello di zio Frank.”
Sam tirò fuori dalla tasca dei jeans le chiavi della macchina e lei e Shiver si avviarono verso il veicolo.
“Ci vediamo domani?” Disse, guardando Lily e Carly con un sorriso.
Le due ragazze annuirono e Shiver e Sam entrarono in macchina.
Quando la macchina di Sam era ormai lontana, Lily era ancora lì.
“Grazie,” le disse Carly, senza guardarla ma sorridendole.
Lily scosse il capo, facendo ondeggiare i lunghi capelli rossi.
“Sono qui apposta,” rispose, sorridendo.
Carly si voltò verso di lei e la strinse tra le braccia, affondando il viso tra i suoi capelli.
“Non lo so come ho fatto ad andare avanti senza di te tutti questi mesi,” confessò, anche se Lily odiava le smancerie.
Nonostante questo, però, la ragazza non disse niente. Le appoggiò una mano sulla spalla mentre con l’altra iniziò ad accarezzarle i capelli, cullandola un po’.
“Adesso sarà meglio che vada,” disse Carly, allontanandosi con un sorriso.
Lily annuì, sporgendosi in avanti per baciarla sulla guancia.
“Ci vediamo domani,” le disse, iniziando ad allontanarsi, diretta di nuovo alla fermata dell’autobus.
Carly sventolò la mano nella sua direzione finché la figura di Lily non fu sparita oltre una curva, poi, con un sospiro, si convinse a rientrare in casa.
 

 
Il centro commerciale era pieno zeppo di gente. Principalmente si trattava di adolescenti alla ricerca di abiti per i balli scolastici di fine anno e di bambini che trascinavano le madri da un negozio di giocattoli all’altro.
Logan girò la cannuccia all’interno del proprio bicchiere, osservando il ghiaccio che si muoveva immerso nella coca-cola.
“Allora,” esordì Dean, bevendo un sorso della sua bibita. “Hai intenzione di invitare Carly o cosa?”
Logan non rispose. Spostò lo sguardo oltre la vetrata, fermandosi ad osservare due ragazzi della sua età che, fermi davanti alla vetrina di un negozio che affittava abiti da cerimonia, guardavano gli smoking indossati dai manichini con aria critica.
Lui, per fortuna, non aveva avuto il problema dell’abito, dato che avrebbe indossato uno dei tanti vestiti eleganti che metteva per andare alle premiere, mentre Dean avrebbe riciclato lo smoking di suo padre.
“Non credo che la inviterò,” rispose, dopo diversi minuti di silenzio.
Dean lo guardò come se avesse detto la cavolata del secolo.
“Lei ti piace e non la inviterai al ballo,” disse. “Spiegami la logica di questa cosa.”
 “Simon,” rispose semplicemente Logan, come se quel nome bastasse per spiegare ogni cosa.
Dean finì la sua coca e poi gettò il bicchiere nel cestino che si trovava dietro alla sua sedia.
“Il suo ex ragazzo?” Chiese, tornando a concentrarsi su Logan.
Il ragazzo annuì, ripensando a quando, il giorno prima, Simon era spuntato fuori casa sua, insieme a Lily e agli amici che Carly frequentava a New York.
“Non ha mai smesso di essere innamorata di lui,” spiegò. “Adesso che è qui immagino non stia aspettando altro che un suo invito per il ballo. E io non voglio chiederle di venire con me perché so che dirà di no.”
Dean scosse il capo, passandosi una mano tra i capelli biondi.
“E quello che c’è stato tra di voi?” Gli disse, guardandolo dritto negli occhi. “Quello non conta niente?”
Logan sospirò.
“È stato un errore,” rispose. “È successo per caso. Noi… noi l’abbiamo superato.”
“Io dico di no,” ribatté Dean. “Secondo me dovresti-”
“Smettila,” lo interruppe Logan, secco. Dean lo guardò con una punta di preoccupazione nello sguardo. Non l’aveva mai visto così combattuto, come se fosse in piena lotta con se stesso per costringersi a non combattere. “Fa già abbastanza male così.”
Logan non aveva avuto molte ragazze, sicuramente meno di quanto ci aspetterebbe da un attore adolescente con la sua bellezza, ma nessuna di loro l’aveva mai ridotto a brandelli così tanto come stava facendo Carly. Forse nessuna di loro gli era piaciuta così tanto, ma se il prezzo dell’amore era quello avrebbe preferito non pagarlo mai.
Uscirono dal locale pochi minuti dopo ed iniziarono a gironzolare per il centro commerciale, fermandosi in un paio di negozi di CD e in un negozio di videogiochi.
Stavano uscendo da un negozio di vestiti dove Dean aveva insistito per entrare dopo aver visto una maglietta a maniche corte in vetrina, quando lui si avvicinò a Logan, tenendo lo sguardo puntato verso una pianta.
“Per caso la conosci?” Gli chiese, indicando la ragazza che s’intravedeva dalle foglie. “Ci segue da un pezzo ormai.”
Logan seguì lo sguardo del suo migliore amico, scorgendo una ragazzina minuta, sicuramente più piccola di lui, con lunghi capelli biondi e brillanti occhi verdi che lo sbirciava insieme ad un’amica.
“È Eileen Westwood,” disse, riconoscendo nella ragazza una ragazzina del terzo anno che frequentava la sua scuola. “Credo che abbia…una cotta per me.”
Dean si girò verso di lui con le sopracciglia alzate.
“Ti pedina e arrossisce ogni volta che ti guarda,” gli fece notare. “Tu credi?”
Logan ridacchiò, coprendosi la bocca con il dorso della mano.
Si soffermò ad osservarla per qualche minuto, ma lei non sembrò accorgersi che la stava guardando, probabilmente perché la sua visuale era coperta dalla testa di Dean.
“Però è carina,” notò Logan, “non trovi?”
Dean si strinse nelle spalle.
“Forse potrei chiedere a lei di venire al ballo,” disse, nel momento stesso in cui l’idea gli attraversò la mente. Non gli piaceva trattare le persone come delle seconde scelte, ma, in realtà, lui non aveva chiesto a Carly di andare al ballo con lui ed era stato rifiutato, perciò, tecnicamente, sarebbe stata solo una seconda idea.
“Io credo che dovresti prima parlare con Carly,” ribatté Dean, chiaramente intenzionato a dissuaderlo. “Non sono sicuro che lei sia sempre così innamorata di quel Simon…”
Logan sventolò una mano in aria per farlo tacere e, ignorando i suoi tentativi di trattenerlo, e raggiunse Eileen e la sua amica.
Quando le due ragazze alzarono lo sguardo e si ritrovarono davanti gli occhi di Logan sobbalzarono, indietreggiando e arrossendo.
“Logan,” esclamò Eileen, con voce innaturalmente acuta.
Logan le sorrise e l’altra ragazza si dileguò con una scusa, lasciandoli da soli.
“Ciao Leen,” rispose il ragazzo.
“Mi dispiace, io…” Eileen abbassò lo sguardo, imbarazzata.
Logan la rassicurò, dicendole che non aveva fatto assolutamente niente di male. Lei lo ringraziò, poi rialzò lo sguardo su di lui.
“Come mai sei venuto?” Chiese, perdendo un po’ di rossore e acquistando sicurezza.
Lei e Logan si erano incontrati la prima volta a casa di Thomas e Shiver, durante la festa per il loro compleanno. Eileen era la loro cugina di secondo grado e, sapendo che era una grande fan di Logan, i due ragazzi avevano deciso di presentaglielo.
A scuola non si parlavano molto, perlopiù s’incrociavano per i corridoi e si limitavano a scambiarsi due parole, ma Logan era sempre gentile con lei, nonostante fosse solo una ragazzina con una mega cotta per lui.
“Pensavo… Sì, insomma, sabato c’è il ballo,” iniziò il ragazzo, ripetendosi di non pensare a Carly e ai propri sentimenti e solo ad Eileen, la ragazza carina che gli avevano presentato i suoi amici.
“Oddio,” Eileen si portò le mani alla bocca, spalancando gli occhi. “Fai sul serio?”
A Logan venne da ridere, ma cercò di trattenersi, distorcendo le labbra in una smorfia. Annuì, vedendo gli occhi verdi della ragazza che si illuminavano e la sua bocca che si apriva in un enorme sorriso scintillante.
“Ti prego, dammi un pizzicotto,” disse, chiudendo gli occhi. “È una cosa stupida, lo so, ma tu fallo e basta.”
Logan obbedì, allungando una mano e pizzicandole delicatamente la pelle del polso.
La ragazza aprì di scatto gli occhi, osservandosi il punto in cui le dita di Logan l’avevano toccata.
“Okay,” inspirò, guardandolo in viso. “Adesso che so che non sto dormendo, possiamo andare avanti.”
Logan sorrise, scuotendo leggermente il capo.
“Ci verresti al ballo con me, sabato sera?”
Eileen annuì così forte che Logan pensò le si sarebbe staccata la testa dal collo.
Rimasero a chiacchierare per qualche minuto, poi Dean richiamò l’attenzione di Logan, dicendogli che si stava facendo tardi e che sarebbero dovuti tornare a casa.
“Passo a prenderti alle otto, allora,” disse, salutando Eileen con un gesto della mano.
La ragazza annuì e Logan le dette le spalle, raggiungendo Dean che lo aspettava di fronte al negozio di vestiti.
“È andata,” gli disse con un sorriso.
Dean lo guardò male e i due s’incamminarono verso l’uscita del centro commerciale.
“Hai intenzione di dirlo a Carly o lo scoprirà la sera del ballo?” Gli chiese.
Logan scrollò le spalle, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans.
“Io… Io glielo dirò,” rispose. “In fondo non c’è niente di male, giusto?”
“Se lo dici tu,” commentò Dean, aprendo la macchina.
I due salirono all’interno della mustang nera di Dean e poi sfrecciarono per le strade di Los Angeles, diretti a Beverly Hills.
 

 
Aveva invitato al ballo un’altra.
Il sole batteva forte, irradiando un fascio di luce calda sul corpo di Carly che, stesa su una vecchia sdraio, stava cercando di prendere un po’ di abbronzatura in giardino.
Mancavano solo due giorni al ballo e l’unica cosa a cui riusciva a pensare era che Logan ci sarebbe andato insieme ad Eileen Westwood, una ragazzina del terzo anno.
Non era tanto Eileen il problema – l’aveva conosciuta ed era davvero una ragazza adorabile – quanto il fatto che ci sarebbe andato con qualcuno che non era lei.
Carly sospirò, calandosi gli occhiali da sole sugli occhi e infilandosi le cuffie nelle orecchie.
Il sound graffiante dei Green Day le riempì le orecchie in meno di un secondo, cullandola mentre picchettava le dita sui braccioli di plastica bianca della sdraio e con la mente tornava al momento in cui Logan le aveva annunciato la ‘grande notizia’.
Aveva introdotto l’argomento con nonchalance e per un misero istante Carly si era illusa che volesse chiederle di andare insieme. Ma poi se n’era uscito con un: “Io ci vado con Eileen, la cugina di Tom e Shiver” e Carly aveva pensato che il mondo si fosse appena distrutto sotto ai suoi piedi, prima di accorgersi di averli ancora ben saldi al pavimento del salotto.
“Sono contenta,” gli aveva risposto, abbozzando un sorriso. E da quel momento non aveva fatto altro che darsi dell’idiota per averci sperato tanto da crederci.
“Sei sempre in fase di depressione?” Domandò Lily, sbucando al suo fianco.
Carly si tolse gli occhiali e si girò a guardarla.
“Non sono depressa,” ribatté, arricciando le labbra.
Lily non disse nulla, si limitò a stendersi accanto a lei su un’altra sdraio.
Rimasero in silenzio per un po’, con il sole a baciargli gentilmente la pelle e il vento caldo a scompigliare loro i capelli.
“Non sono depressa,” ripeté Carly. “Il problema è che non ci capisco più niente.” Lily non rispose, si limitò ad ascoltare e Carly le fu estremamente grata, perché sapeva quando ascoltarla e come capirla, senza sbagliare mai. “Non sono stupida, me ne sono accorta che c’era qualcosa, ma lui ha rovinato tutto,” disse, sospirando. “Il punto è che io non sono fatta per lui e lui non è assolutamente fatto per me, però mi piace comunque così tanto…”
Lily sorrise, allungando una mano per appoggiarla su quella di Carly.
“I sentimenti fanno schifo,” iniziò e le due ridacchiarono. “E forse sono solo una perdita di tempo. Però sono sicura di una cosa: i sentimenti non hanno senso, quindi non perdere tempo cercando di dargliene uno.”
Carly la guardò in silenzio, rendendosi conto di quanto vere fossero le sue parole.
Rimase in silenzio per un po’, poi le sorrise e annuì, calandosi di nuovo gli occhiali sugli occhi e tornando a volgere il viso verso il sole.
Lei e Lily continuarono a chiacchierare e Lily le raccontò che Thomas si era offerto di accompagnarla al ballo, dato che non c’era una ragazza in particolare che voleva invitare e lei aveva bisogno di un accompagnatore.
“Secondo me ha una cotta per te,” le disse Carly, ridacchiando.
“Ma se mi conosce da una settimana!” Esclamò Lily, sottolineando l’assurdità della cosa.
Carly alzò le spalle, borbottando un ‘non si sa mai’.
In quel momento Simon le raggiunse in giardino, con in mano due bicchieri pieni d’aranciata.
“Pensavo aveste sete,” si giustificò, porgendoli alle ragazze. “Con tutto questo sole.”
Le due lo ringraziarono con un sorriso e lui prese una sedia e si mise a sedere accanto a Carly.
Rimasero tutti in silenzio, le due ragazze a bere l’aranciata e Simon a guardarsi la punta delle scarpe.
Quando Carly ebbe svuotato il suo bicchiere lo appoggiò sull’erba del prato e poi si voltò a guardare Simon. Non era cambiato per niente in quei mesi in cui non si erano visti. Aveva sempre i capelli castani lunghi fino al collo e gli occhi verde nocciola che ogni tanto brillavano di luce propria.
“Che c’è?” Domandò il ragazzo con un sorriso. “Ho qualcosa in faccia?”
Carly scosse il capo, facendo ondeggiare i capelli a destra e a sinistra.
“Pensavo che non sei cambiato affatto,” gli disse.
Simon la guardò negli occhi e il suo sorriso si estinse, lasciando spazio a un’espressione seria.
“Anche tu sei uguale,” rispose. “Uguale alla ragazza che mi piaceva.”
Carly arrossì, fuggendo il suo sguardo per fissare la fantasia del costume. Accanto a lei, Lily si era messa le cuffie nelle orecchie e stava facendo finta di non esistere.
“Mi dispiace,” si affrettò a dire Simon, grattandosi il collo con imbarazzo. “Non avrei dovuto dirlo.”
“Non fa niente,” lo rassicurò lei con un mezzo sorriso un po’ imbarazzato. “Hai detto una cosa carina.”
Lui rimase in silenzio e Carly notò che gli si erano imporporate le guance. Sorrise dolcemente e, mentre lo osservava, un’idea le esplose nella mente. Un’idea sciocca e forse sorta per le ragioni sbagliate, ma che poteva diventare la soluzione giusta.
“Io… Eccco,” iniziò, torcendosi le mani in grembo. “Mi chiedevo se… se… se ti va di accompagnarmi sabato,” disse, tutto d’un fiato.
Simon la guardò sbattendo le palpebre, probabilmente confuso da quella richiesta.
“Certo,” rispose infine con un gran sorriso. “Certo che mi va.”
Carly si sentì arrossire e ricambiò il suo sorriso.
Il ragazzo rimase con lei qualche altro minuto ancora, poi Marcus lo richiamò dall’interno della casa, dicendogli che era il suo turno per giocare a un qualche videogioco che Logan e Dean avevano comprato quand’erano andati al centro commerciale.
“Allora, ci vediamo sabato?” Disse, mentre si alzava.
Lei annuì, salutandolo con un cenno della mano mentre si allontanava.
Quando fu sparito oltre la porta, Lily si tolse le cuffie dalle orecchie si voltò verso Carly.
“Sei sicura che sia la cosa giusta da fare?” Le chiese.
“Non lo so se è la cosa giusta da fare,” rispose lei. “Quando uno sta male, c’è mai una cosa giusta da fare?”
 

 
Lily le stava sistemando i capelli, mentre al piano di sotto tutti le stavano aspettando.
Logan era andato a prendere Eileen e l’aveva portata lì, mentre Shiver si era fatta accompagnare da Charlie quand’era andato a prenderla.
“Ragazze, sbrigatevi o faremo tardi!” Urlò Sam dal salotto.
“Un secondo!” Gridò Lily in risposta mentre finiva di intrecciare i capelli di Carly. Dato l’abito alla greca, Lily aveva insistito per legarle i capelli in una larga treccia complicata, facendo passare alcuni nastri dorati tra un intreccio e l’altro.
Con la spazzola in una mano e alcune mollette strette tra le labbra, le legò l’estremità della treccia con un elastico, aggiungendo poi le mollette per renderla più stabile.
“Fatto,” disse, permettendole di alzarsi.
Carly si mise in piedi di corsa, afferrando la borsa e la giacca, precipitandosi poi con Lily al piano di sotto.
Sua madre e Larry gli fecero fare una foto di gruppo in salotto e ci vollero secoli prima che Caroline la lasciasse andare via. Aveva iniziato ad accarezzarle le guance e i capelli, ripetendole che era bellissima con quel vestito e che era felice che fosse finalmente arrivato il momento del suo ballo.
Alla fine, grazie alla collaborazione di Lily e Larry, sua madre la lasciò libera di andare e i ragazzi uscirono in giardino.
Logan era riuscito a recuperare una limousine gratis grazie alle sue conoscenze. La scuola era a due passi da casa, perciò avrebbero potuto benissimo raggiungerla a piedi, ma Shiver e Sam avevano insistito per poter andare in limousine come tutti gli altri.
Arrivarono a scuola in un batter d’occhio e nessuno disse nulla per la presenza di Lily, Simon, Marcus e Anne.
Quando entrarono nella palestra Carly la riconobbe a stento. Il pavimento era ricoperto da palloncini blu e argentati e dai soffitti pendevano ghirlande luccicanti. Le pareti e il tavolo con le bevande e il cibo erano ricoperti di porporina argentata, e una soffusa luce blu illuminava tutta la stanza.
“Il tema era polvere di stelle,” disse Shiver, guardandosi intorno con altrettanto stupore.
Se fosse stato per lei sarebbe rimasta con il naso in aria per tutta la sera. Ma Simon le prese la mano e la trascinò sulla pista da ballo, avvolgendola con le proprie braccia e iniziando a volteggiare lentamente.
“Non so se te l’ho già detto,” le sussurrò all’orecchio, facendola rabbrividire.
“Cosa?” Chiese, appoggiando una mano sulla spalla di Simon e lasciando che lui stringesse l’altra nella sua.
“Che sei bellissima.”
Carly avvampò e sentì il cuore aumentare i battiti. Alzò lo sguardo e, incidentalmente, incontrò gli occhi blu di Logan che ballava con Eileen poco lontano da lei. Non sapendo neanche lei perché, Carly si strinse di più a Simon fino a sfiorargli la guancia con la propria.
Ballarono per un paio di canzoni, chiacchierando ogni tanto del più e del meno, poi Simon si allontanò per andare a prendere da bere.
“Come sta andando la serata?” Logan le sbucò alle spalle, facendola sobbalzare.
Carly si voltò verso di lui, notando che era da solo.
“Bene,” rispose, con una punta d’acidità nella voce. “Dove hai lasciato Leen?”
Logan indicò un gruppetto di ragazzine che chiacchieravano in un angolo e avevano l’aria di essere un po’ su di giri.
“Ti sta bene questo vestito,” aggiunse il ragazzo dopo un po’, abbassando lo sguardo sull’abito di Carly.
Lei si lisciò la gonna con imbarazzo, cercando di non guardarlo degli occhi.
“Sei molto bella stasera,” continuò lui, sorridendole.
Carly alzò di scatto lo sguardo, incontrando i suoi occhi, e sentì il cuore fare un paio di capriole prima di sprofondarle nello stomaco. Non era come guardare gli occhi di Simon, così particolari e timidi. Guardare gli occhi di Logan era come Carly immaginava sarebbe stato fluttuare nello spazio, senza confini e senza la forza di gravità a tenerti ancorato a terra.
“Ecco qua!” Esclamò Simon, apparendo al fianco di Carly. Le porse un bicchiere pieno di punch e lei lo ringraziò con un sorriso.
“Be’, sarà meglio che torni da Leen,” disse Logan, salutando Simon con un’alzata delle sopracciglia. “Ci vediamo in giro.”
I due ragazzi annuirono e lui sparì tra la folla.
La musica ritmata che aveva riempito la palestra fino a pochi minuti prima fu sostituita da una melodia lenta e delicata.
“Ti va di ballare?” Le chiese Simon e lei annuì.
Appoggiarono i bicchieri su uno dei tanti tavolini sparsi per la sala e poi iniziarono a ballare lentamente, a ritmo della musica.
“Cos’è successo tra te e Logan?” Domandò Simon dopo diversi minuti.
Carly, presa alla sprovvista da quella domanda, sobbalzò, alzando di scatto il viso verso di lui.
“Niente,” si affrettò a rispondere.
“Solo un idiota non si accorgerebbe che c’è qualcosa che non va,” ribatté lui, stringendo la presa sui suoi fianchi mentre giravano.
“È complicato,” rispose Carly con un sospiro.
“Prova a spiegarmelo,” insisté Simon. “Magari lo capisco.”
Lo sguardo di Carly si spostò su Logan ed Eileen che chiacchieravano in un angolo della palestra, i visi così vicini che avrebbero potuto baciarsi da un momento all’altro. Sentì la vista offuscarsi e il cuore rimpiccolirsi talmente tanto che dubitò di averne più uno.
“Io ti voglio bene, Simon,” disse, distogliendo lo sguardo.
“Lo so,” rispose il ragazzo, accarezzandole una guancia. “Non dobbiamo per forza stare insieme o niente, possiamo anche essere amici, Carl.”
Lai annuì.
“A-A te va bene?” Gli chiese, sbattendo le palpebre per non piangere.
Non voleva prendere in giro nessuno, voleva solo essere felice. È davvero chiedere troppo voler stare bene?
“Sì,” le rispose, sorridendole dolcemente. “Se a te va bene va bene anche a me.”
“Io… Mi dispiace tanto.” Si allontanò, togliendo le mani dalle sue spalle. “Vado a fare due passi fuori.”
“Vuoi che venga con te?”
Carly scosse il capo, rassicurandolo con un sorriso storto, poi gli voltò le spalle ed iniziò a farsi strada tra la folla. Andò a sbattere contro qualche coppia che ballava, finché una mano non le afferrò il polso, tentando di fermarla.
Per un momento Carly pensò si trattasse di Simon. Si voltò per dirgli che stava bene, ma si ritrovò davanti il volto di Logan. Alle sue spalle Eileen li guardava con aria confusa. Per quanto volesse avercela con lei, Carly non riusciva ad odiarla.
“Dove vai?” Le chiese Logan, ignorando la sua compagna. “È successo qualcosa?”
Carly sfilò il polso dalla presa di Logan, indietreggiando.
“Sto bene,” rispose brusca. “E dove vado sono affari miei, non devo per forza dirti tutto.”
Detto questo cominciò a correre verso la porta, senza dargli la possibilità di ribattere. Fece leva sul maniglione antipanico e uscì nel giardino.
L’aria fresca della notte le accarezzò il viso e solo in quel momento Carly si accorse di quanto caldo fosse nella palestra. Aveva le guance che le andavano a fuoco e i piedi che le facevano male per le danze.
Camminò fino al campo da football e poi salì le gradinate, andandosi a sedere sugli spalti. Il vento fresco le aveva raffreddato il viso e le spalle nude iniziavano a infreddolirsi.
“Carly!” Sentì urlare e abbassò lo sguardo sul campo da football. Vide Logan che correva verso di lei e fece per alzarsi, ma il ragazzo la pregò di non andare via.
“Cosa vuoi?” Gli chiese quando la raggiunse.
Lui si mise a sedere al suo fianco, con il fiato corto a causa della corsa.
“Mi sembrava di averti fatto capire che dovevi lasciarmi stare,” disse ancora Carly, evitando di guardarlo in faccia.
“Ero preoccupato per te,” le rispose, allungando una mano per appoggiarla su quella di lei, ma la ragazza ritrasse la propria.
“Non sei mio fratello, Logan!” Esclamò, stringendo i pugni. “Non devi per forza preoccuparti per me!” Non devi preoccuparti per me e poi uscire con un’altra ragazza. Non devi preoccuparti per me se mi consideri solo una sorella, perché non riesco più a sopportarlo.
“Cavoli, Carly, sei insopportabile!” Rispose lui, con una punta di rabbia nella voce. “È da quando sei arrivata qui a Los Angeles che cerco di aiutarti e starti accanto, ma tu me lo impedisci sempre!”
“Be’, io non voglio essere aiutata da te! Posso benissimo badare a me stessa!”
Logan quasi ringhiò, passandosi una mano nervosamente tra i capelli.
“Ci sono dei momenti in cui vorrei non averti mai conosciuto.”
Carly sentì qualcosa colpirle il petto; un pugno forte sullo sterno che le fece perdere il fiato. Annaspò per qualche minuto, gli occhi spalancati e le orecchie piene dell’eco di quelle parole.
“Be’, allora perché non mi tagli fuori dalla tua vita e basta?” Ribatté con sarcastica acidità.
Accadde tutto in un battito di ciglia. Logan le afferrò le mani e la fece alzare in piedi, l’avvicinò a sé con uno strattone e Carly si trovò con le mani premute contro il suo petto e le braccia strette tra le sue dita.
“Perché mi sono innamorato di te!” Urlò.
La notizia colpì Carly come uno schiaffo. Guardò Logan sbattendo le palpebre, chiedendosi se fosse successo davvero o se lo fosse solo immaginato.
Il ragazzo, probabilmente essendosi reso conto di ciò che aveva detto, abbassò lo sguardo e si buttò a sedere sulla panca. Non tentò di rimangiarsi le proprie parole, né disse nulla, rimase semplicemente seduto con lo sguardo basso.
Carly, dopo essersi data un paio di pizzicotti, si sedette accanto a lui. Allungò una mano e gli afferrò il mento, alzandogli il viso e portandolo alla sua altezza.
Lo guardò con severità e arricciò le labbra.
“Se è una bugia ti ammazzo,” disse.
Gli appoggiò le mani sulle spalle e si avvicinò, sentendo le proprie labbra aprirsi in un sorriso prima di appoggiarsi su quelle di lui. In un certo senso fu come tornare a casa dopo un lungo viaggio, come se fosse quello il posto in cui la sua bocca doveva essere.
Logan le avvolse i fianchi con le braccia e la strinse a sé, rispondendo al bacio.
Mentre si baciavano, Carly si chiese come potesse essergli venuto in mente di dire che tutto quello fosse sbagliato. L’aveva desiderato così tanto senza saperlo che le venne quasi da piangere. Era una cosa stupida, una cosa che fanno le persone nei film strappalacrime per far piangere le ragazzine, ma era così che si sentiva in quel momento. Come se fosse stata svuotata di tutta se stessa e Logan le avesse riportato indietro i pezzi già riaggiustati.
“Era quello che penso?” Domandò il ragazzo quando si staccarono.
Carly ridacchiò, spostandogli i capelli dal viso per guardarlo bene negli occhi.
“Devo farti un disegnino?” Ridacchiò lei e Logan arricciò le labbra con disappunto.
“Piantala!” Ribatté il ragazzo, impermalito.
Carly cercò di soffocare le risate e si alzò in piedi, lisciandosi la gonna del vestito.
“Be’, se la metti così io me ne torno da Simon.”
Fece per allontanarsi, ma le braccia di Logan le afferrarono i fianchi, trascinandola sulle sue ginocchia.
“Scordatelo,” le disse, stringendola forte. “Adesso devo fartela pagare per avermi tenuto sulle spine per tutto questo tempo.”
Carly si girò verso di lui, facendo scontrare i loro nasi.
“Potrei dire lo stesso di te, sai?” Ribatté. “Anche io credo di essermi innamorata.”
Logan la guardò inarcando un sopracciglio.
“Tu credi?” Carly arrossì e lui sorrise. “Be’, allora dovrò proprio fare qualcosa a riguardo.”
“Non credere che ti renderò le cose facili,” lo mise in guardia lei, sentendo il fiato del ragazzo che le accarezzava le labbra.
“E quanto pensi che mi farai impazzire, allora?”
Carly alzò gli occhi al cielo e arricciò le labbra, intenta nel riflettere.
“Mah, io inizierei da per sempre.”
Logan sorrise.
“Sì, per sempre mi sembra un tempo abbastanza ragionevole.”
La ragazza rise, poi gli afferrò la cravatta e lo tirò verso di sé, facendo scontrare di nuovo le loro labbra.
 

- Epilogo

 
Quando Carly era arrivata a Los Angeles l’estate era quasi giunta al termine, perciò il caldo sole di quella mattina la colse del tutto alla sprovvista.
Nonostante la casa fosse piena di condizionatori accesi e quasi tutte le porte fossero aperte, Carly si sentiva quasi soffocare.
Stanca e accaldata era andata a sedersi sul muretto del giardino, all’ombra di uno degli alberi. Sospirò, passandosi una mano sui capelli disordinati e sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla.
Quando alzò lo sguardo la prima cosa che vide fu il sorriso dolce di Logan, solo dopo diversi secondi si accorse che il ragazzo le stava porgendo una bottiglietta di acqua ghiacciata.
Logan si mise a sedere accanto a lei e Carly stappò la bottiglietta, iniziando a bere avidamente.
“Ci siamo,” commentò lui. La ragazza si pulì la bocca dai residui di acqua e annuì, appoggiando la bottiglia sul muretto vicino a lei.
“Già,” gli fece eco, “ci siamo.”
Entrambi portarono lo sguardo verso il parcheggio, dove Larry e Caroline stavano caricando degli scatoloni su un nuovissimo pick-up blu cobalto.
Logan passò un braccio attorno alle spalle di Carly e la ragazza appoggiò la testa sulla sua spalla, cercando di non scoppiare a piangere.
Fin da quando era bambina aveva sempre sognato di frequentare la New York University, aveva sempre immaginato come sarebbe stata la sua stanza al college, come sarebbe stata la sua compagna di stanza, quanto sarebbero stati entusiasmanti i corsi di scrittura e quanto sarebbe diventata brava una volta uscita da lì. Sarebbe stata una scrittrice, avrebbe realizzato il suo sogno. Aveva già pianificato tutto e aveva contato i giorni che la dividevano da quel momento per anni, eppure adesso era terrorizzata. Sentiva la malinconia stritolarle il cuore e la paura aggrovigliarle lo stomaco.
“Tu non hai paura neanche un pochino?” Domandò a Logan.
“Certo che ho paura,” confessò il ragazzo accarezzandole i capelli. “Ma sarà un’avventura. La nostra avventura, New York. Stiamo iniziando a vivere la nostra vita, no?”
Carly alzò lo sguardo su di lui e sentì il cuore riempirsi di gioia, e in quel momento si rese conto di quanto fosse stata stupida a non aver capito prima quanto Logan fosse speciale per lei.
Sorridendo alzò il mento e gli sfiorò le labbra, appoggiando poi una mano sul collo del ragazzo per avvicinarlo di più a lei.
“Ragazzi!” Il richiamo di Larry li interruppe e i due si voltarono verso i loro genitori. “Se non vi sbrigate troverete traffico!”
Logan annuì e scese dal muretto con un balzo, porgendo poi una mano a Carly per aiutarla a fare lo stesso.
Quando la ragazza fu al suo fianco le passò un braccio attorno alle spalle e insieme raggiunsero il parcheggio.
“Scrivimi,” si raccomandò Caroline stringendo forte Carly. “E chiama almeno una volta alla settimana.”
“Sì, mamma,” sorrise la ragazza, accarezzandole la schiena con la mano. “Mi mancherai,” le sussurrò e la donna si lasciò sfuggire un leggero singhiozzo.
“Anche tu tesoro,” rispose, accarezzandole il viso con entrambe le mani. Poi si asciugò gli occhi e fece un passo indietro, tirando su col naso. “Ora andate, su.”
Carly salutò Larry con un braccio, mentre Logan stampò un bacio sulla guancia di Caroline che per poco non scoppiò a piangere come una fontana.
I due ragazzi salirono sul pick-up e Logan mise in moto, puntando il muso dell’auto verso il cancello. Fecero un cenno di saluto con la mano ai loro genitori e poi il cancello si aprì, e il pick-up s’immise in strada, lasciandosi alle spalle l’elegante casa di Beverly Hills.
Carly puntò lo sguardo dritto davanti a sé, sospirando.
Logan intanto aveva chiuso i finestrini, azionato l’aria condizionata e acceso la radio. Il tono frizzante di Forever di Matt Hires riempì l’abitacolo e Carly si lasciò cullare dalle parole della canzone.
“Siamo solo noi adesso,” commentò la ragazza, chiudendo gli occhi.
Logan sorrise, girandosi a guardarla per qualche secondo. Poi riportò lo sguardo sulla strada.
“Sì, adesso siamo solo noi.”



-
Bene, prima che sfoderiate i forconi, lasciate che vi spieghi. Lo so, non aggiorno da mesi e mi sento uno schifo per questo, credetemi, mi ero sempre ripromessa di non farlo e invece... Il fatto è che mi sono capitarte delle cose negli ultimi tempi, cose belle, belle davvero, e quindi mi sono lasciata assorbire dalla felicità, potete perdonarmi?
Questo capitolo era pronto da un pezzo, mancavano solo l'epilogo e una piccola revisione, perciò, dato il mio imperdonabile e deplorevole ritardo, l'ho postato subitissimo per cercare di rientrare almeno un pochino nelle vostre grazie =D 
Spero davvero che vi piaccia perché io mi sono divertita a scriverlo e ci ho messo tutta l'anima, quindi vorrei davvero essere riuscita a comunicarvi qualcosa. 
Adesso vi lascio i link per le foto dei vestiti del ballo delle ragazze e poi passiamo ai ringraziamenti :3

Carly
http://img856.imageshack.us/img856/6521/spromdress.jpg

Lily
http://img716.imageshack.us/img716/8926/spromdressv.jpg

Sam
http://img839.imageshack.us/img839/2540/spromdressa.jpg

Shiver 
http://img694.imageshack.us/img694/6521/spromdress.jpg

Anche se i vestiti di Sam, Shiver e Lily non li ho descritti ho immaginato come volevo che fossero, quindi mi sembrava carino rendervi partecipi di come le ho immaginate vestite io, anche per vedere se le mie idee combaciano con le vostre :)

Bene, ormai siamo arrivati alla fine. Lo so che vi ho fatto penare, che Carly e Logan vi hanno fatto penare, però questa storia per me è stato un progetto importante, sul quale ho lavorato molto e nel quale mi sono impegnata al massimo, per questo per me è molto importante che qualcuno l'abbia apprezzato. 
Perciò ringrazio di cuore tutte le persone che hanno recensito, ringraziandomi, facendomi complimenti, elogiando questa storia e dicendomi quanto gli piacesse. Per me le vostre parole sono state la cosa più bella, la parte migliore di questo progetto. Quindi grazie, grazie davvero tantissimo. 
Ringrazio anche chi mi ha seguita in questi mesi di assenza, senza perdere la speranza che avrei aggiornato, continuando a controllare e a confidare in me. Anche a voi va un grazie superspeciale. 
Grazie a chi a messo la storia tra i seguiti o preferiti, anche voi siete dannatamente importanti e da ringraziare all'infinito. 
E infine grazie a chi è passato silenziosamente e ha letto il mio lavoro, magari apprezzandolo magari no :)
Grazie a tutti voi, per ogni cosa che avete fatto per me. Grazie <3 
Spero di tornare presto con un nuovo progetto, lo spero davvero tanto. 
Ciao a tutti, un bacione grandissimo, 
Emily. 

*Il titolo della canzone è tratto dalla canzone All about us di He is We ft. Owl City 

 

   
 
Leggi le 17 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Logan Lerman / Vai alla pagina dell'autore: Emily Kingston