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Autore: jede    15/05/2013    1 recensioni
[Sequel di Fairytales e A new fairytales]
Santana ed Emma assieme, nelle loro prime volte, ad affrontare momenti di ordinaria quotidianità assieme, con la speranza di avere il loro lieto fine.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Santana Lopez
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a time...'
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To Dede <3

HAPPY EVER AFTER


 
 
 
Cosa ci insegnano le favole? che c'è sempre un rovescio della medaglia.
 
 
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Once upon a time .... 
 Red Riding Hood chose the shortest road
 
 
-Ti prego-, la voce cristallina della ragazza escludeva ogni altro rumore nella stanza.
Santana scivolò via dalla sua presa, schiacciandosi contro il bracciolo del divano, ridendo. -No, Emma, scordatelo-.
Con uno sbuffo, la piu piccola cercò di bloccarle le mani. -Ma perchè, scusa?-.
-Emma-, la rimproverò l'altra, liberandosi senza difficoltà dalla sua presa.
-Santana-, la imitò, sorridendo.
La mora con uno sbuffo scivolò giù dal divano, dirigendosi verso la cucina, senza un vero bisogno di qualcosa, solo una sottospecie di scusa per allontanarsi dalla ragazza e dai suoi occhietti a cerbiatto.
Aprì il frigo, ringaziando la ventata d'aria fredda che le colpì il viso; con l'avvicinarsi dell'estate, e il suo delizioso aumento della temperatura, la presenza di Emma nelle sue giornate era aumentata in maniera sproporzionata, non che se ne lamentasse.
Ricordava ancora i pianti notturni della piu piccola per la tristezza di abbandonare il liceo e la paura imminente degli esami, ma alla fine erano riuscite a passare anche attraverso quello.
Aveva avuto anche il piacere di ospitare delle amiche della sua ragazza per dei pomeriggi intensi di studio, che si erano rivelati una vera noia, tanto che alla fine aveva preferito lasciarli le chiavi e andarsene a fare un giro con Quinn o alcune amiche che aveva conosciuto sul posto di lavoro; la prima volta aveva funzionato, ma gia dalla seconda volta Santana aveva capito che i pomeriggi di Emma assieme alle sue amiche le avrebbero recato piu di un problema. 
Infatti le ragazze, il secondo pomeriggio che si erano fermate a casa della mora, avevano avuto la brillante idea di preparare dei pop corn per aiutarsi a concentrarsi sullo studio; inutile dire qualto quell'idea risultò sbagliata; Al suo ritorno, dopo un messaggio leggermente allarmato da parte di Emma, Santana aveva ritrovato mezza cucina sommersa da un pesante fumo nero che aleggiava per tutta la stanza, e delle diciottenni spaventate e colpevoli che si rigiravano le mani in grmbo sedute sul pavimento del corridoio.
Al suo arrivo, Emma le era praticamente corsa in contro spiegandole a grandi linee che il microonde aveva fatto dei strani rumori, prima di esplodere in quella nuvola di fumo nero.
Da allora, la presenza di Santana in casa durante quei pomeriggi, era stata costante.
Come quel pomeriggio, nel quale aveva osservato il gruppetto di cinque ragazze riunito attorno al tavolino del salotto a studiare qualche materia del classico, mentre Santana se ne stava comoda sul divano a compilare qualche modulo aggiuntivo per lavoro; Alle cinque la stanza si era svuotata e Santana era letteralmente stata aggredita dalla ragazza, che le era piombata in grembo.
Con un sorriso sulle labbra, Santana poggiò sul bancone della cucina la bottiglia di pepsi, recuperando due bicchieri; Sentì la presenza di Emma nella stanza solo quando questa spostò alcuni fogli dal tavolo per sedervici sopra.
La mora le lanciò un'occhiata da sopra la spalla, scuotendo la testa quando le vide sul viso ancora quell'espressione supplicante; Senza poterci fare nulla, il suo sguardo scese seguendo la linea morbida del collo della ragazza, per interrompersi sulo scollo della maglietta azzura aderente in cotone che portava, e che le fasciava in modo delizioso il corpicino, per finire sui pantaloncini a tre-quarti di jeans che le lasciavao scoperte parte delle gambe.
Oh, Santana amava il caldo.
Intercettò subito il sorrisetto della rossa che sicuramente aveva capito il corso del suo sguardo, seguito, ovviamente, dal classico rossore sulle guancie.
Stavano ormai assieme da mesi, quattro e mezzo per l'esattezza, ma la tenerezza che colorava sempre le guancie della ragazza, ogni qualvolta la mora le facesse un complimento, che fosse a parole o che non lo fosse. Ogni volta.
E Santana non poteva far altro che meravigliarsene.
Da allora tutto aveva assunto un sapore e un colore diverso.
-Santana-, Emma la fece riscuotere e con una scrollata di capo le allungò uno dei biscchieri, poggiandosi a sua volta contro il ripiano della cucina, di fronte a lei.
La piu piccola osservò il liquido prima di continuare. -A me piacrebbe moltissimo e se pensi che abbia qualche problema con il fatto di..-.
-No, Emma-, scosse la testa la mora. Con uno sbuffo distolse lo sguardo da quello della rossa. -Lo so che tu non hai problemi a.. farlo, ma... Io non credo sia una buona idea-.
-E perchè mai?-.
Santana boccheggiò un istante. -Perchè... Non lo so, ma..-, non trovò le parole per spegarle quanto quell'idea le stesse mettendo confusione nella testa in quel momento.
Emma poggiò il bicchiere sul tavolo, guardandola decisa. -Spiegami-.
Santana la guardò negli occhi, rendendosi conto di qualto in quei mesi il suo appartamento fosse cambiato con l'arrivo di quel piccolo elfo nella sua vita; Non era quasi mai sola quando era là, nei mobili della cucina c'era molto piu cibo spazzatura di quello che avesse mai comprato da quando si era trasferita là, le riviste che aveva sul tavolo erano state sosituite dai volumi pesanti di Chimica o Matematica Avanzata; In bagno, sul mobile oltre ai due spazzolini posti dentro al bicchiere, c'era una confezione di elastici sempre pronti all'uso, dato che Emma risciva a perderli sempre.
Il suo balsamo alle noci era affiancato da uno piu colorato con stampate sopra delle more, alcune maglie della piu piccola abbandonate sopra ad una sedia in camera da letto, un paio di scarpe col tacco di una taglia troppo piccola per essere della mora, che Emma preferiva lasciare nel suo appartamento perchè si vergognava di mostrarle davanti al padre.
Emma era ormai ovunque là dentro, e davvero, la mora non se ne rendeva neppure conto alle volte.
Ripose la bottiglia di pepsi nel frigo, prima di riportare l'attenzione sulla sua ragazza. -Emma, ma.. la credi davvero una buona idea?-.
-Ovvio che si-, le rispose quella con un sorriso enorme stampato in faccia. -Sarebbe perfetto-.
Santana la guardò titubante, con le braccia incrociate e un sopracciglio alzato. Emma, dalla sua posizione, senza perdere il sorriso, allungò le braccia, in un richiamo silenzioso a cui Santana rispose subito, allungandosi fino a far sciolare le braccia attorno alla vita della piu piccola e sfiorare con le labbra la fronte.
-Mi sembra tanto un salto nel vuoto-, sussurrò alla fine.
Ma Emma la conosceva abbastanza da sapere che già quel contatto le aveva fatto vacillare la decisione già cosi precaria in precedenza. -Non lo è. Sii positiva, prova a vederla come una qualcune serata passata assieme a me-.
Santana chiuse gli occhi, poggiando la fronte contro quella della rossa, cercando di scacciare quella sensazione che le impediva di darle il via libera; Era spuntata fuori dal nulla, non pteva davvero credere che non si sarebbe sentita sperduta per un istante davanti a quella richiesta e il fatto che non la lasciasse pensare da sola per un secondo solo non l'aiutava. Ma forse anche quella era tutta una tattica, per metterla spalle al muro e farla cedere senza che se ne rendesse neppure conto.
Sospirò. -Emma...-.
-Santana!-, l'esclamazione di Quinn e lo sbattere della porta con violenza contro il muro, le fece spalancare e alzare di botot la testa.
La bionda le raggiunse a passo di marcia, bloccandosi solo quando ebbe le due ragazze di fornte, che non avevano neppure fatto in tempo a separare le braccia in mezzo a quel baccano.
-Quinn-, sussurrò confusa la mora. -Che diavolo ti prende?-.
Senza battere ciglio, la diretta interessata sbattè con una mano sul tavolo un cartoncino bianco che, Santana aveva notato, stringeva con forza tra le mani da quando era entrata.
La mora la squadrò per un minuto, cercando di capire cosa potesse mai essere accduto per averla fatta andare su tutte le furie; Si separò da Emma, che dal canto suo era rimasta immobile al suo poto ad osservare la scena confusa tanto quanto lei e, anche, leggermente spaventata.
Santana allungò una mano, afferrando quel cartoncino che aveva portanto tanto scopiglio in una giornata normale, per poi rigirarselo tra le mani ed infine soffermarsi a leggere quello che una calligrafia ondulata ed elegante citava.
Agrottò la fronte, osservando quelle parole incredula e confusa.
-Cos...-.
-Finn Hudson si sposa!-, sbottò Quinn, precedendola.
Santana scosse la testa, passandogli il cartoncino. -Okay-, sussurrò con titubanza, ancora colpita.
Quinn la guardò scioccata. -Okay?? Santana, Finn Hudson si sposa!-, la rimproverò.
-Ho capito, Quinn, so leggere-.
-No, non hai capito: Finn. Hudson. Si. Sposa-.
-Ripeterlo dovrebbe aiutarmi perchè...?-.
-Santana!-, Quinn posò le mani sui fianchi, esasperata. -Quell'idiota sparisce per mesi, lascia Rachel senza uno straccio di notizia di sè per mesi, dopodichè si rifà vivo solo per mollarla ed ora, ora che tutto sta andando le manda un invito di nozze, il suo, facendola ritornare a quel fottuto stato di epatia che aveva dopo che avevano rotto-.
Santana, scosse la testa, senza trattenere un sorrisetto derisorio. -Quindi il centro del problema è Rachel?-.
-Mi sembra ovvio, no, lei..-.
-Quinn!-, la bloccò, alzando le mani davanti al viso. -Tu mi hai-ci hai disturbate-, sussurrò indicando anche Emma. -Entrando in casa mia come una pazza solo perchè Rachel ha il cuore a pezzi?-.
Il scietticismo nel suo tono era tangibile, ma questo non fermò Quinn, come non l'aveva mai fermata il caratteraccio della mora. 
-Si-, sussurrò con convinzione. -E' il punto-.
Santana scosse la testa, allontandosi da lei e tornando a poggiare una mano sul ginocchio di Emma. -Tu sei pazzo, neppure state assieme e ti fai tanti di quei problemi per lei...-.
Sentì la presa della mano si Emma sul suo braccio, come a placarla: a volte non se ne rendeva conto, ma nulla sembrava toccare Quinn come un semplice accenno alla sua mancata relazione con Rachel.
La mora incirciò lo sguardo della sua ragazza e fece un piccolo cenno, per farle capie che aveva recepito il messaggio.
Con uno sbuffo, poi, si rivolse alla bionda. -Ma tanto io non lo sopporto dal liceo, quindi sfondi una porta aperta-.
Quinn le lanciò uno sguardo, carico di tutte quelle emozioni che Santana preferiva non farci troppo caso e alzò le spalle. -Si, comunque quello è il mio invito, ma penso proprio che ce ne sia uno col tuo nome, di sotto-.
Santana alzò un sopracciglio. -Dici?-.
La bionda alzò gli occhi al cielo. -Certo che si: per una volta che crede di aver fatto una cosa giusta nella sua vita, immagino che abbia invitato tutta Lima-.
La mora non fece in tempo a dire nulla che Quinn continuò il suo monologo. -Quindi ovviamente, ha pensato bene di invitare anche la sua ex per spiattellargli in faccia il fatto che ha trovato finalmente una poveraccia che lo sposi, e quindi credo che, anche se lo odio profondamente e non ci vorrei mai andare, Rachel abbai davvero bisgno del nostro supporto-.
-Bè immagino sia cos-aspetta! Nostro?-, sbottò Santana, sgranando gli occhi. -Io non ci vengo a quel matrimonio-.
Quinn scosse la testa. -Oh no, tu ci verrai. Berrai molto alchool, ballerai rubando la scena ai novelli sposi, ti spoglierai nel corridoio dell'hotel e non ti ricorderai un bel nulla la mattina dopo-.
-Non ci penso proprio...-.
-Ma cosa piu importante: farai distrarre Rachel ed è questo quello che le serve, Santana-, continuò imperterrita.
La mora strinse le palpebre, passandosi una mano tra i capelli. -Non lo farò, Quinn, mi dispiace-.
Peccato che Quinn non fosse il classico tipo di persona che si arrendeva facilmente o a cui piacesse tirare per le lunghe un discorso; Con un'alzaa di spalle, lanciò un'occhiata preoccupante in direzione della rossa che aveva preferito non muoversi dalla sua posizione e tornò ad osservare Santana con un'espressione seriosa.
-Santana Lopez, se non vuoi che la tua attuale ragazza scopra tutto quello che io so sulla tua vita da adolescente, è meglio che tu risponda di si a quell'invito-, sbottò.
Santana scosse la testa, piegando la bocca in una smorfia. -Sei patetica, Quinn-.
-Santana!-.
-No, Quinn-.
La bionda sospirò, poggiandosi contro il muro della cucina. -A Rachel serve, e io ho bisogno di te-.
Quelle parole ebbero l'effetto desiderato: come schiacciate da un quintale di cemento, le spalle della mora si piegarono all'inguì, e il suo sguardo si affilò.
-Sei una vera stronza-, sbottò, incrociando le braccia. 
Quinn sorrise. -Perfetto-, ridacchiò, piegando il cartoncino e infilandolo in una tasca nascosta del suo vestitino a fiori. Con un'espressione soddisfatta in viso, che riusc ad irritare ancora di piu la mora, si rivolse verso Emma. 
-Allora, di che stavate parlando poco fa? Mi pare di aver interrotto qualcosa-.
Santana lanciò uno sguardo ad Emma, supplicando di non continuare quel discorso interrotto poco fa; Per il momento era già al livello massimo, non avrebbe retto di riprendere a parlare di quello davanti a Quinn.
Ma la piu piccola sembrò capire tutto, perchè le sorrise. -Santana è stufa del cinese, tutto qui-.
Quinn non sembrò del tutto convinta, ma scrollò ugualmente le spalle, voltandosi per andarsene dalla stanza. -Discorsi da coppiette-, minimizzò, chiudendo dietro di sè la porta dell'appartamento e lasciando Santana ed Emma piu confuse che mai da quel sbalzo d'umore.
 
 
Piu tardi, seduta sul divano, mentre Emma riponeva il cellulare con cui aveva appena avvisato i suoi che avrebbe dormito fuori, Santana si soffermò a pensare al matrimonio di Finn Hudson: avrebbe dovuto rimettere piede a Lima, sarebbe dovuta tronare a casa dalla sua famiglia da cui si era distanziata, avrebbe rivisto le stesse persone che riempivano la sua vita al liceo.
Non sembrava per nulla una buona idea tronare lì, soprattutto ora che aveva trovato un posto sicuro in cui essere felice.
Sentì le braccia di Emma stringersi attorno alle sue spalle, e sorrise di riflesso, portando le sue sopra quelle della piu piccola; Si sporse leggermente indietro, posando la testa contro il dorso del divano e lasciando spazio alla ragazza che incastrò il mento sull'incavo del collo.
-A cosa pensi?-, le domandò.
Santana scosse la testa. -Non so se è una buona idea-.
La rossa le posò un bacio sulla guancia. -Il matrimonio o...-.
Santana ridacchiò. -Entrambe-.
Una sbuffo divertito e sentì la ragazza sfilargli le braccia da intorno al collo, ma non riuscì a protestare che se la ritrovò seduta accanto, già sporta per accoccolarsi come spesso faceva sotto al suo braccio. -Sei proprio cocciuta-.
Stavolta rise, alzando gli occhi al cielo. -Ah, io sarei cocciuta? Sentitela!-, sbottò dandogli un pizzicotto sul fianco.
Emma si scostò, divertita, prima di tornare a poggiarsi contro Santana. -Perchè non ti convince?-.
-Il matrimonio o...-, ripetè le sue stesse parole, con un timbro differente.
-Il matrimonio-.
Ci fu silenzio per un istante, un'istante solo, che bastò a far capire ad Emma che si stavano per inoltrare in uno di quei momenti; uno di quelli che Santana preferiva evitare, quando le piccole bolle che contenevano i suoi segreti e le sue paure si facevano piu fragili, fino a scoppiare.
E in quei momento, ad Emma, non restava altro che ascoltare.
-Non sarà bello-, sussurrò dopo.
Emma alzò lo sguardo, per scrutarle il viso, lo sguardo diretto verso lo schermo della televisione che non stava realmente seguendo. 
-Mi pare che tu non ti stia riferendo allo scambio degli anelli-.
-Emma!-, sbuffò Santana. Si passò una mano sul viso, stanca di quel discorso. -E' che.. ogni volta che penso a come andranno le cose, non riesco a pensare ad una sola variante nella quale le cose possano andare per il verso giusto-, sbottò.
-Ci saranno tutti, dovrò affrontare gli stessi discorsi stupidi e senza senso che facevo quando vivevo ancora là, vedere tutte quelle persone che non hanno fatto altro che giudicarmi per una vita intera e mi sembrarebbe di dovermi.. mettere in mostra-, abbassò lo sguardo suelle sue gambe, sfuggendo ancora a quello della piu piccola. -Non ho bisogno di giustificarmi con nessuno, se sono andata via da lì è ancora per quello-.
Una strana sensazione si insinuò nelle membra della ragazza piu giovane e, come per riflesso incondizionato, la sua mente scivolò lontana, alla ricerca di un'altro momento che assomigliava a quello, e che aveva già vissuto; E quando arrivò la consapevolezza, un nuovo macigno si posò sul suo stomaco.
La voce le uscì leggera, sottile. -E ci sarà... lei-.
Santana non rispose, ma quella per Emma fu già per se una conferma ai suoi dubbi, e come accadeva spesso quando il ricordo di lei o un'accenno a quello che Santana aveva avuto prima di Emma, la ragazza preferì zittirsi e smetterla di pensare.
Perchè pensare la portava sempre a dubbi, e i dubbi a domande e spesso quelle domande ricevevano risposte mute che le facevano troppo male.
Con una scrollata di spalle, scacciò via quei pensieri, concentrandosi invece su un punto lasciato ancora aperto e che non aveva ancora ricevuto una conferma.
-Comunque, sto ancora aspettando una risposta-, la distrasse.
Santana abbassò il capo, lasciandosi sfuggire un sorriso. -Emma...-, l'ammonì.
Ma la rossa non la fece continuare: con un sorriso stampato in facci, le spostò il braccio, scivolando a cavalcioni sul suo corpo e obbligandola cosi a scontrarsi con i suoi occhi. Santana le poggiò le mani sui fianchi, sistemandosela megli addosso, sorridendo quando quella le posò le braccia sulle spalle facendosi piu vicina, fino a sfiorare appena le sue labbra con quelle carinose della mora.
-Santana Lopez-, sussurrò, specchiandosi negli occhi della sua ragazza, non riuscendo ad impedire alle sue stesse guancie di colorarsi di rosso. -Verresti al ballo con me?-.





NdA :)
Salve e bentornate (a chi avesse già letto le scorse oneshort)! Questa storia è ferma da un pò nel pc e mi ero completamente scordata, ma alla fine ho deciso di pubblicarla lo stesso, anche se temo che ci siano ancora molti errori sparsi qua e là :(
Spero che vi sia paciuta fino ad ora, perchè ho deciso di diviverla in piu parti dato che è piu lunga del solito, ma dato che è già conclusa, pubblicherò ogni 2/3 giorni ogni capitolo :)
Un bacione, ditemi che ne pensate!
   
 
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