La
vera illusione è credere che funzioni
di
slice
Forse
per via di quel posto, senza alberi, senza brezza, senza cielo, o
forse perché l'unica cosa che ode è la sua voce,
Kakashi non riesce a vedere né sentire altro che Obito.
È
crudele. Non sono mai stati nello stesso punto allo stesso tempo. Se
lo ricorda fermo in piedi con gli occhialoni sulla fronte, la rabbia
tra i denti e Rin alle spalle. Torna indietro con me.
Adesso
è lui, Kakashi, a fermarsi.
Obito, stai dimenticando Rin
che muore per il villaggio. Ti prego. Torna indietro con me.
Ma
Obito è un uomo, sorride ed è convinto di quel
che dice, c'è quella strana luce nel suo occhio, nero,
luminoso; brilla, e per un momento è come se dicesse ancora
che Zanna Bianca è stato un eroe. Invece sta dicendo che loro,
la loro amicizia, Rin, Minato sensei, Naruto, Konoha, loro, tutti
loro, non ne valgono la pena.
Kakashi inclina la testa di lato,
osservando con feroce distacco il buco nel petto di quello strano
Obito vuoto, il cui occhio brilla per una mera illusione. Lo capisce.
È semplice, in effetti. Quando Obito è morto, lui lo ha
pianto, lo ha seppellito, lo ha immaginato cresciuto, con Rin, con
una bambina dai capelli scuri, gli occhi brillanti e un cuore grande.
Dopo ha pianto perché quell'illusione non ha cambiato il fatto
che Obito fosse rimasto a marcire sotto le macerie, né che il
ventre di Rin non avrebbe mai potuto dar vita a una bambina mora, ma
lo capisce.
Ha una forte nausea e la bile gli sale in gola, mentre
Obito ride. Obito. Un Obito diverso si sovrappone. Serra gli occhi,
mostra i denti, il suo petto e le sue spalle tremano. Ride. Ha dodici
anni e una vita intera per mostrare a Rin quant'è grande il
suo cuore.
Kakashi stringe le labbra in una linea dritta e contrae
la mascella fino a sentire i denti scricchiolare.
Ma quello è
già un uomo. Un uomo solo, affranto, deluso e stanco, stanco
di dover ricordare. È un uomo infelice con un buco al posto
del cuore. Obito è vivo, ma di lui è rimasto un occhio
che brilla per ragioni sbagliate.
Improvvisamente sente il respiro
farsi veloce, il petto brucia e l'occhio con lo sharingan piange, si
sente come se corresse da tutta una vita e per un attimo accarezza
l'idea di cedere, di pregare l'altro affinché lo afferri, lo
fermi. Lo abbracci. Subito però assottiglia lo sguardo.
Rin
ha scelto Konoha.
E, come se quel pensiero lo separasse da un
attacco di panico, ci si aggrappa.
“Nel mondo degli shinobi,
chi non segue le regole è feccia, tuttavia chi lascia indietro
i propri compagni è feccia della peggior specie.”
Sospira. “Chi calpesta i sentimenti degli amici invece è
ancora peggio.” Ascolta il suo battito erratico, concentrandosi
sul suono per non sentire il dolore. “Non calpesterò mai
quelli che erano i tuoi sentimenti, nemmeno se adesso li
rifiuti.”
Non temere, Obito: non ti tradirò
ancora.
500 parole
Quante
altre miriadi di cose che vorrei metterci. Mi si attorciglia lo
stomaco perché i giapponesi sanno dove fa più male e
come mostrarlo, anche con un manga, e io ci casco con tutte le
scarpe.
Vorrei dire un sacco di cose soprattutto perché
questi due personaggi se le meriterebbero, però non so se sono
in grado di tenere il ritmo da qui in poi. Forse so solo arrivare fin
qui e la mia bravura sta nel fermarmi in tempo, forse sono solo la
solita cialtrona pigra, ma in ogni caso spero che troviate, in questa
flash, qualcosa di quel che ho visto io, leggendo questi ultimi
capitoli, leggendo Naruto e il Kakashi Gaiden in particolare.
Ci
sarebbe piaciuto, a me e a Kakashi, poter dire semplicemente... Obito
è vivo, Rin! E invece
ciccia, perché quando le persone stanno troppo male
impazziscono e in quel momento è troppo tardi, tornare
indietro non è più un'opzione. Spero di aver detto una
castronata e di essere presto smentita, anyway.
I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.