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Autore: NCSP    16/05/2013    3 recensioni
Piccole shot su momenti inaspettati, frutto della mia mente malata
Un grazie speciale alla mitologia norrena per un nome impronunciabile come Jormungandr
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«Beh? Sei andato a prendere il latte ad Asgard perché quello di qui ti faceva schifo?» la voce gli muore in gola non appena alza gli occhi sul compagno: accanto a lui c'è quello che sembra un cucciolo di husky, appesa al suo collo una bambina dai lunghi capelli neri che potrebbe avere quattro o cinque anni e a completare il quadretto un serpente simile a un boa avvolto attorno alle sue spalle come uno scialle.
[IronFrost]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Tony?»
«Sì?» non alza gli occhi dal giornale.
«Volevo chiederti una cosa...» indugia differentemente dal suo solito e questo fa preoccupare Stark.
«Cosa?»
«Insomma, é da un po' che sto qui, solo per praticità, sia chiaro» si affretta ad aggiungere cercando di darsi un tono «Ma a casa, ad Asgard, c'é chi mi reclama.»
«Se si tratta di tuo fratello/non fratello/quel che è ne abbiamo già discusso: sono una persona possessiva e...» ripiega il giornale e gli dedica la sua completa attenzione ma viene subito interrotto.
«Non si tratta di Thor, non in quel senso. Il fatto è che non mi fido di lui.»
«Perché?» chiede sollevato per non essere ricaduto nella Questione Spinosa che lo ha fatto andare a letto da solo per due settimane.
«Ehm... Tu gli affideresti mai dei bambini?»
«Al biondo col martello, il quoziente intellettivo di un bradipo rincoglionito e la grazia di un bufalo? Non penso proprio, piuttosto a Jack lo Squartatore. Senza offesa, ma almeno quell'uomo un po'di cervello ce l'aveva.»
«Appunto, è proprio per questo che te ne sto parlando.»
«Dove vuoi andare a parare?» assottiglia lo sguardo cercando di capire qualcosa dalla sua espressione visto che si mostra così parco di spiegazioni.
«Preferisco mostrartelo.» e sparisce nella consueta luce verdina che per settimane ha preannunciato il suo arrivo e l'inizio di molte ore di piacere, anche se con il tempo quella luce si è fatta vedere sempre meno, non perché il dio si fosse stufato di lui, ma perché aveva deciso di piantare le tende in casa sua, o meglio nel suo letto. Non che la cosa a Stark dispiacesse.
Sospira, ormai abituato a venire tenuto all'oscuro di tutto e riprende la lettura del suo giornale.
Un nuovo bagliore verde, questa volta più intenso, lo distoglie nuovamente dalla lettura; e riuscito a leggere sì e no cinque righe.
«Beh? Sei andato a prendere il latte ad Asgard perché quello di qui ti faceva schifo?» la voce gli muore in gola non appena alza gli occhi sul compagno: accanto a lui c'è quello che sembra un cucciolo di husky, appesa al suo collo una bambina dai lunghi capelli neri che potrebbe avere quattro o cinque anni e a completare il quadretto un serpente simile a un boa avvolto attorno alle sue spalle come uno scialle.
Sgrana gli occhi, conscio di avere le pupille grandi quanto palle da tennis e la mascella quasi all'altezza delle ginocchia.
«Tony, ti presento Fenrir,» accarezza la testa del cucciolo chinandosi e questo scodinzola felice «Hela,-»accenna alla bambina «e Jormungandr. Fate ciao bambini.»
«C-ciao.» tenta la piccola, nascondendosi poi timida contro la spalla di Loki, seguita da un leggero uggiolio e da un sibilo a dir poco inquietante.
Tony li sta ancora guardando con gli occhi a palla simili a quelli di un cartone animato, incapace di proferire parola.
«Tony, i miei figli, bambini, Tony.» finisce le presentazioni facendo uscire con il piede il cagnolino che si era rifugiato dietro la sua gamba.
«I tuoi cosa?!»
«Sono i miei figli, ecco di cosa ti stavo parlando prima.»
Si limita a fissarlo con un'espressione ebete.
«Beh? Dov'è finito l'uomo che si considerava un genio?»
«È scappato dopo aver saputo che uno: hai dei figli, e due: un paio di questi sono animali.»
«Pensavo avresti capito…» mormora deluso stringendo a sè la bambina e il serpente, mentre il cucciolo gli sale su un piede.
«No, non fare così.» gli si avvicina velocemente, cercando di ignorare il fatto che ha in braccio una piccola anaconda «Non sto dicendo che sembrate un circo o qualcosa di simile, sono solo sorpreso e un po'spiazzato, concedimelo.» appoggiando la mano sul braccio privo di serpente lo conduce verso il divano.
«Quindi non pensi che siamo la famiglia più squilibrata dell'universo?»
«Questo sì, ma lo pensavo già prima di te, tesoro.»
Il cucciolo prova a saltare sul divano ma viene fermato dalla voce imperiosa del padre.
«Fenrir, no. Sul divano no.»
Lo fissa con i grandi occhioni verdi delusi e si acciambella sul tappeto.
Se Tony credeva che Loki sapesse fare bene gli occhi da cucciolo ora deve ricredersi: nessuno può battere l'espressione di quel cagnolino dal manto argenteo.
«Ma povero...»
«Non voglio dargli cattive abitudini e poi rovinerebbe il divano graffiandolo.»
«Questo divano ne ha viste di peggio.» fa un sorrisetto allusivo suscitando uno sbuffo e il sollevarsi di un paio delle otto iridi smeraldine che ora sono fisse su di lui.
Loki mette giù la bambina e il serpente, che raggiungono il fratello e ben presto si mettono ad azzuffarsi, finendo tra i piedi dei due adulti, o meglio dell'adulto e del ragazzino troppo cresciuto.
Si guardano per un attimo in silenzio, poi Loki decide che forse può dimostrarsi così magnanimo da fornirgli una spiegazione.
«Ho dovuto portarli qui. Ultimamente passo molto del mio tempo in questo posto e non posso abbandonarli a casa da soli; Thor si é offerto di fare da balia, ma anche se le sue intenzioni sono più che nobili è inaffidabile, rischierebbe di far loro del male anche solo abbracciandoli e non lo posso

permettere.»
Deglutisce a fatica «Quindi...?»
«Quindi ti sto chiedendo di ospitarli qui.»
Il fatto che quel "chiedendo" sia in realtà un "sia ben chiaro che nonostante tutto sono io quello che decide" è del tutto tralasciabile.
«Aspetta un attimo. Mi stai chiedendo di tenere in casa mia tre piccoli tornadi» indica la massa informe di braccia, zampe e spire che si dibatte sul suo tappeto «così, giusto per hobby e perché c'é spazio?»
«No, te lo sto chiedendo perché non posso dividermi tra tutti voi, e mi spiace ma loro sono la mia priorità.»
L'idea di essere stato scavalcato da quei tre mostriciattoli lo infastidisce e lo fa sentire tradito, ma poi porta lo sguardo su di loro, vedendo che hanno finalmente smesso di azzuffarsi; sono lo spettacolo più tenero del mondo, accoccolati uno addosso all'altro stremati per la lotta.
«Quindi vuoi trasferirti qui con tutta la truppa?» non riesce a distogliere lo sguardo da quell'ammasso di squame, pelo e pelle nivea che sono i tre cuccioli.
«Mi sembra l'idea migliore. Se non vogliamo smettere ciò che facciamo di solito, e dal canto mio non ne ho voglia, ho bisogno di saperli da qualche parte non molto lontana e al sicuro. Non hai idea dei sensi di colpa quando vengo qui e li lascio chiusi in una stanza.» i suoi occhi si scuriscono al pensiero.
«Non puoi cercarti una tata?»
«Chi mai farebbe da tata a Hela, Fenrir e Jormungandr, portatori del Ragnarok?» mormora intristendosi.
«Questa me la spieghi.» lo abbraccia e lo tira a sè visto che tanto i 'bambini' si sono addormentati.
«Le leggende del mio popolo raccontano che loro porteranno il Ragnarok, il tramonto degli dei. Secondo le Norne Fenrir ucciderà Odino mentre Jormungandr farà lo stesso con Thor e Hela porterá pestilenze e malattie in tutti i mondi perché è destinata a diventare la Regina degli Inferi.»
«Ma sono solo leggende.» mormora tra i suoi capelli corvini.
«È uno dei vari scenari possibili del Destino, l'ho visto e sto cercando in tutti i modi di evitarlo, ma gli Asi non vogliono correre questo rischio. Se li trovassero li ucciderebbero.» esce dall'abbraccio di Tony per sedersi accanto ai piccoli e accarezzarli.
Il genio che in questo momento non riesce a dare un ordine ai propri pensieri lo segue «Thor cosa ne pensa?»
«È d'accordo con me e vuole proteggerli, non gli importa di cosa dicono le Norne.»
Tony stende cautamente una mano verso il cucciolo fino a posarla sulla sua testa e a fargli un grattino dietro l'orecchio «Loro dovrebbero sterminare gli dei?» domanda assorto, assorbito dalla contemplazione dei tre piccoli addormentati che sembrano l'incarnazione della tenerezza.
«Ora sono piccoli, ma cresceranno. Gli Asi hanno paura di affrontarli quando sarà il momento, quindi vogliono stroncarli ora che non sanno difendersi.»
«Quindi vuoi tenerli qui in modo che siano nascosti... Ma sono dei quelli che li stanno cercando, non poliziotti inglesi, possono vederli ovunque, credo.»
«In teoria sì, ma l'energia del reattore Arc, come ho potuto sperimentare, devia i nostri poteri. In sostanza casa tua è un punto cieco per qualunque essere divino li stia cercando.»
«Come l'hai scoperto?» chiede mentre un sospetto inizia a farsi strada dentro di lui.
«Non l'ho scoperto, sto sperando di aver ragione.» sospira tornando a posare lo sguardo sui propri figli.
Il sospetto sparisce proprio come era arrivato: non lo ha usato solo per trovare un riparo ai suoi figli, ciò che c'è tra loro non dipende da quello.
«Spiegami solo una cosa: hai intenzione di venire a vivere qui in pianta stabile con i tuoi figli?»
«Ho bisogno di un posto dove possa essere sicuro che i miei figli non vengano uccisi, Tony, se poi questo coincide con lo stare con te tanto meglio.» lo guarda da sotto le ciglia, gli occhi quasi disperati.
«Stai davvero aspettando una risposta senza fare a modo tuo a priori?»
Annuisce.
Sospira «Probabilmente me ne pentirò molto presto, ma potete restare.»
Rialza gli occhi e sorride, un sorriso felice da mozzare il fiato, per poi spingerlo contro il divano e baciarlo con forza «Grazie.» mormora quando hanno entrambi ormai il fiato corto.

 

                                                                       ***

 


«Scendi da quel divano!»
«Lascialo stare, gli ho detto io di venire qui.» Tony scoppia a ridere mentre Fenrir gli salta addosso e gli lecca la faccia.
Alza gli occhi al cielo «Perché gli hai detto di salire?»

«Lotta!» esclama iniziando a fare il solletico al cucciolo che uggiola felice dimenandosi e scodinzolando freneticamente.
«Allora scendete entrambi dal divano!»
«Stai scherzando»
«No. Niente lotte sul divano, vale per entrambi.»
Fenrir appiattisce le orecchie per il rimpovero e Tony lo accarezza.
«Casa mia, regole mie.»

«Figli miei, regole mie.»
«Casa mia, regole mie.» ribadisce.
«Scendi dal divano.»
«È il mio divano!»
«Ti faccio scendere io...» sibila minaccioso ricordando molto Jormungandr che se ne sta appeso su una pianta portata apposta per lui. Si avvicina con passo felino e balza anche lui sul divano, iniziando a lottare contro Tony per farlo cadere, ma ben presto entrambi perdono qualunque voglia di suonarsele, distratti l'uno dallo strusciare del corpo dell'altro sul proprio.
Si fermano appena in tempo, ricordandosi a stento della presenza dei cuccioli e si fissano negli occhi, in una tacita promessa che sottintende "dopo".
«Niente più lotte sul divano.» si alza dalla vita di Stark, su cui era salito a cavalcioni creando non pochi problemi a entrambi.
«Se l'effetto è questo non potrei giurarci...»
«Inventerò qualcosa per convincerti.»
«Devo preoccuparmi?»
«Forse che sì, forse che no.» si china per guardare Fenrir negli occhi «Non sul divano, va bene? Puoi suonargliele dove vuoi ma non sul divano.» spiega con tono autoritario ma al tempo stesso dolce.

                                                                       ***

 

 


«Mi è ancora difficile credere di averti detto di sì.» sono le prime parole che riesce a pronunciare, stremato proprio come l'altro che adesso ha la testa appoggiata al suo petto e gli occhi chiusi.
«Mmh...»
«Davvero, non so cosa mi abbia fatto accettare, ma forse ho degli indizi.» fa scorrere la mano sulla sua schiena nuda.
«Quindi è tutta una questione di sesso e di non smettere?»
«Non sarai tu quello che cerca un lato sentimentale della cosa, vero?»
Resta in silenzio.
«Oh no, aspetta, lo stavi cercando, vero?» domanda allarmato, rendendosi conto dell'immane cazzata che ha appena fatto.
«Non ho detto niente di simile.» si tira a sedere incrociando le gambe e rivolgendogli le spalle.
«Ehi.» gli appoggia una mano sul fianco «Possiamo parlarne?»
«A che pro? Ho capito come stanno le cose, sei stato chiaro.» prova ad alzarsi del tutto ma l'altro lo ferma tenendolo per un braccio.
«No, aspetta. Sai che il più delle volte parlo senza riflettere, e in situazioni come queste il mio cervello se ne va alle Bahamas, quindi se mi dai un momento per richiamarlo possiamo parlarne come due persone adulte.»
«Se volessi parlare con una persona adulta non mi rivolgerei a te.» si arrende e resta seduto.
«Bene.» deglutisce cercando di prendere tempo, e nel mentre si tira a sedere accanto a lui «Che cosa intendevi con quella frase?»
«Niente di cui ti importi a quanto mi pare di capire.»
«Non è quello che ho detto.»
«Ma é quello che intendi, quindi grazie per l'ospitalità ma penso che a questo punto sia ora per noi di togliere il disturbo.» conclude gelido alzandosi dal letto e iniziando a rivestirsi.
«Fermo lì e prova a ragionare.« gli si para davanti «Se per me fosse solo una questione di sesso ti avrei mai permesso di portarli qui?»
«Considerando che ti ho detto che tra loro e te avrei scelto loro direi di sí.»
«Ti avrei fatto una scenata non meno di un mese fa, finendo con l'andarmene a letto da solo per due settimane?»
«Mi sembra di essermi fatto perdonare al mio ritorno.»
«Non te lo sto rinfacciando, ti sto esponendo i fatti. Se non tenessi a te ti avrei fatto portare qui quel simpatico branco di cuccioli che é ricercato da un molto meno simpatico branco di dei?»
Tace.
«Quindi smettila di fare la ragazzina complessata e prova a ragionare.» gli poggia le mani sulle spalle per poi farlo tornare sul letto.
«Quindi...» mormora dopo qualche minuto di silenzio.
«Dai che ce la fai.»
«Tu...»
«E tu saresti il cervello più sveglio di Asgard? Non mi stupisce che i tuoi figli siano riusciti a scappare.»
«Non è solo una storia di sesso?» domanda titubante.
«Ma bravo, ci sei arrivato.» smorza la presa in giro con un bacio sulle labbra, scendendo poi lungo il suo collo e costringendolo a sdraiarsi di nuovo.
«Ho perso un passaggio.» cerca invano di controllare il respiro sempre più accellerato.
«Quale?-
«Prima mi hai chiesto se ero proprio io a cercare un lato sentimentale nella cosa, e adesso mi vuoi far passare per cretino perchè non l'ho capito. I casi sono due: o tu sei un idiota o io ho perso un passaggio.»
«Lo sai che la mia bocca e il mio cervello sono due parti completamente separate, che viaggiano su binari paralleli.» risponde mentre la suddetta bocca non smette per un attimo di tormentare la pelle nivea dell'incavo della spalla dell'altro.
«Quindi sei un idiota.» mormora intrecciando le dita tra i suoi capelli.
«Un adorabile idiota.» gli mordicchia piano la clavicola fino a lasciare un segno rosso sulla sua pelle e poi spostarsi un po'più in basso.
«Di questo ne riparliamo.»
«Vuoi dire che non sono adorabile?» interrompe la sua lenta tortura per guardarlo negli occhi,

appoggiandosi con le mani ai lati del suo viso.
«Tu sei tutt'altro che adorabile, sei un grandissimo bastardo.» sogghigna mordendogli un labbro fino a veder sgorgare una minuscola gocciolina di sangue.
«Ma oh!» si alza con un'espressione offesa che fa ridere l'altro.
«Su, non prendertela, adorabile bastardo.»
Tony si volta e con un sorriso a millemila denti gli salta addosso.

 

 

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Salve! So che non avrei dovuto impelagarmi in un’altra shot o Ironfrost, ma mi facevano troppa tenerezza questi quattro e non ho potuto fare a meno di scriverla.

Lo ammetto, ho un dubbio: non so se scrivere qualche altro siparietto fluff con i cuccioli o meno, fatemi sapere voi, mi adatterò al vostro volere xD

Bene, ora sparisco. Se volete lasciare un piccolo commento e farmi sapere cosa ne pensate sappiate già in anticipo che vi adoro <3

Baci e a presto

  
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