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Autore: Abby_da_Edoras    03/12/2007    18 recensioni
Autrice: LadyArien. Questa è una parodia un po' Tolkien un po' E.R. per fare in modo che un'ambulanza giunga ad Amon Hen proprio al momento giusto per salvare il povero Boromir ferito dalle frecce. Aspetto commenti, grazie mille!
Genere: Parodia, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Boromir, Gimli, Legolas, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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In quel momento da un punto imprecisato sbucarono fuori Arien e dietro di lei tre…

IL SALVATAGGIO DI BOROMIR

Questa è una parodia in cui il mio personaggio preferito, Boromir, viene salvato dalle frecce di Lurtz grazie all’arrivo improbabile di un gruppo di paramedici venuti fuori da chissà dove. La verosimiglianza è quella che è, ovviamente, trattandosi di una parodia il cui unico scopo è quello di far ridere il prossimo. I personaggi sono piuttosto OOC e la parodia è AU senza ombra di dubbio. Il clima è un po’ E.R. e un po’ Signore degli Anelli.

 

I paramedici erano spaventatissimi. La loro ambulanza stava viaggiando tranquillamente sulle strade della città di Chicago, di ritorno al Pronto Soccorso, quando, improvvisamente, erano stati risucchiati in una sorta di buco nero.

Il medico a bordo non si era accorto di nulla, inizialmente, ma poi aveva cominciato a chiedere dove accidenti aveva la testa il paramedico alla guida. Il poveretto, però, non lo sapeva. Gli pareva che la vettura stesse viaggiando all’interno di un tunnel totalmente buio e temeva di essere giunto ai Confini della Realtà.

Finalmente quell’oscurità ebbe fine e l’ambulanza si fermò in una radura. I paramedici ed il medico fecero appena in tempo a tirare un sospiro di sollievo, rendendosi conto di essere di nuovo sulla Terra e di non essere stati rapiti dagli alieni, quando davanti a loro si parò una scena incredibile. La radura non era deserta: vi si trovavano due Uomini vestiti molto stranamente e per terra, in mezzo ad un mucchio di frecce sparse in ogni dove, c’era una sorta di mostro nero coperto di ferite e decapitato.

I tre disgraziati soccorritori pensarono di avere le allucinazioni o di essere finiti nel bel mezzo di un film in costume. Poi, però, il dottore notò che uno dei due Uomini era appoggiato ad un tronco d’albero e gravemente ferito da numerose frecce. L’altro Uomo gli stava accanto con aria molto preoccupata.

“In questo momento non ha importanza dove siamo.” disse il medico ai suoi assistenti. “Quel signore è ferito e rischia la vita. Dobbiamo occuparci di lui. Rimandiamo a dopo ogni spiegazione.”

Naturalmente gli altri due furono d’accordo e si precipitarono in soccorso dell’Uomo.

Vedendo arrivare di corsa tre strani tipi con abiti e attrezzature mai visti, Aragorn (perché proprio di lui si trattava!) sobbalzò credendoli nemici, ma non ebbe il tempo di reagire. I tre in un baleno furono accanto a Boromir e uno dei paramedici spintonò il Ramingo con malagrazia.

“Si allontani, dobbiamo occuparci del ferito.” disse l’uomo. “Maledizione, ma chi ha ridotto così questo poveretto? Che diamine gli hanno fatto?”

I tre uomini si affannavano attorno a Boromir il quale, smarrito, guardò Aragorn con espressione interrogativa. Ma il Ramingo ne sapeva quanto lui! Senza tanti complimenti spogliarono il paziente per esaminargli le ferite e questo sconvolse l’Uomo di Gondor più di ogni altra cosa. Non era certo abituato a…

“Dobbiamo estrarre immediatamente queste frecce.” esclamò il dottore “Presto, l’anestesia.”

Con orrore, Aragorn vide che un paramedico infilava un ago in vena a Boromir e gli iniettava qualcosa: ma erano pazzi? Non lo avevano già ferito abbastanza le frecce? L’altro nel frattempo collegò l’Uomo di Gondor ad uno strano aggeggio che emetteva suoni.

“Ma che state facendo?” protestò Aragorn. “Così è peggio. Sta soffrendo moltissimo.”

“Stia zitto e ci lasci lavorare. Chi è lei, un parente? Può avvertire la sua famiglia?”

“Sono un amico. La sua famiglia è lontana, non so se…”

“Beh, gli telefoni, no? Ma guarda te che imbranato.” Evidentemente i soccorritori non avevano capito di essere finiti in un altro mondo.

Intanto l’anestesia aveva avuto effetto: Boromir si era addormentato e il medico aprì le ferite per estrarre le frecce senza danneggiare organi o vasi sanguigni e poi le suturò. Uno degli assistenti stava intubando il Gondoriano per mandargli l’ossigeno nei polmoni. Tutto questo sconvolse Aragorn.

“Ma così lo avete ucciso. Non vedete che non si muove più?” esclamò disperato.

“Ci vuol lasciare in pace? Noi sappiamo benissimo quello che va fatto. Non vede sul monitor che il cuore batte? Lentamente, ma batte. Ma da dove viene lei? Non sa proprio niente?” brontolò il dottore.

“Ha perso molto sangue.” disse un paramedico “Rischia uno stato di shock: la pressione è 80 su 50 e il battito rallenta.”

“Gli dia due litri di soluzione salina per reintegrare la perdita di sangue. Qui ho quasi finito. Dovremo portarlo in ospedale.” rispose il medico. Le frecce erano state estratte e le ferite cauterizzate. Ma Boromir andò in arresto cardiaco.

“Presto, presto, il defibrillatore! Carica a duecento. Libera!”

Aragorn, incredulo, vide il medico posare due aggeggi sul petto di Boromir, lo vide sussultare, vide l’agitazione dei paramedici.

“Il battito non riprende. Ancora una volta. Libera!”

Un’altra volta.

“Ma che fate?” protestò di nuovo Aragorn, al quale sembrava un abominio vedere Boromir sobbalzare così, come colpito da un fulmine.

“Lo stiamo salvando. La pianti di fare tutta questa confusione. Il cuore ha ripreso a battere, ma il paziente ha perso troppo sangue, necessita di una trasfusione. Di che gruppo è il suo amico, lo sa?”

“Eh?” fece Aragorn “Gruppo? Viene da Gondor, è il figlio del Sovrintendente…”

“Ci prende in giro? Non è il momento di scherzare. Allora, che gruppo sanguigno ha quest’Uomo?” chiese di nuovo il medico. Ecco un bel problema! Come erano i gruppi sanguigni nella Terra di Mezzo?

“Non lo so.” ripeté Aragorn. Si stava innervosendo perché non capiva le domande di questi tre strani individui e non sapeva come fare per aiutare Boromir.

“Se non troviamo sangue compatibile da dargli quest’Uomo morirà.” disse il dottore. Allora Aragorn prese una decisione molto importante.

“Posso darglielo io, anche se non so come farete a prenderlo per darlo a lui. Ma se è in gioco la sua vita non posso tirarmi indietro.” si offrì. L’uomo lo guardò, piuttosto sospettoso.

“Lei di che gruppo sanguigno è? Come fa a sapere di essere compatibile con il suo amico?”
“Sono di sangue Numenoreano.” replicò Aragorn “Ed ho ragione di credere che lo sia anche lui, in quanto discendente dalla stirpe dei Sovrintendenti.”

“Ma le pare il momento di scherzare? Cosa diamine sarebbe il sangue numero… numero cosa?”
“Numenoreano.” insisté il Ramingo. Ma questi signori non sapevano proprio niente? “Discendiamo dalla stessa stirpe e per questo ritengo che il mio sangue possa essere adatto per lui.”

“Spero per lui che sia così. Del resto non possiamo fare altrimenti. Si sieda.” disse un paramedico. Con grande sorpresa di Aragorn gli infilò una siringa enorme in vena e gli prelevò il sangue che poi iniettò nelle vene di Boromir.

“Sembra che stia meglio: la pressione sale e il battito si sta regolarizzando.” disse il dottore. In effetti Boromir stava riprendendo colore. Piano piano si svegliò, aprendo lentamente gli occhi.
“Si sente meglio?” chiese l’uomo che gli stava facendo la trasfusione “Aspetti, ora la estubiamo. Stia rilassato.”

Era una parola! Il poveretto trasalì violentemente quando si sentì estrarre dalla gola il tubo che lo aveva aiutato a respirare. Poi guardò stupito la siringa che gli iniettava il sangue. Ma cosa gli stavano facendo?

“Stai meglio,ora? Ti sei ripreso?” gli chiese Aragorn “Avevi perso troppo sangue ed hanno dovuto darti un po’ del mio per salvarti.”

“Come?” Boromir sembrava molto imbarazzato “Non è possibile. Tu hai dato il sangue dei Re Numenoreani a me? Ma io…”

“Non preoccuparti, ora. Devi solo pensare a rimetterti in forze.”

Giunsero anche Legolas e Gimli che fino a quel momento si erano divertiti a massacrare un bel numero di Orchi.

“Ma che succede qui?” chiese l’Elfo.

“Boromir è stato gravemente ferito.” gli spiegò Aragorn “Ma questi gentili guaritori sono giunti improvvisamente e lo hanno salvato.”

“E tu stai bene?” chiese Gimli, vedendo il Ramingo un po’ pallido.

“Sì. Ho dato il mio sangue a Boromir perché ne aveva perso troppo e rischiava di morire.” rispose “Devo solo riposarmi un po’e mi sentirò subito meglio.”

Il medico e i suoi assistenti rimasero molto stupiti vedendo Legolas e Gimli. Dopo un primo attimo di sbalordimento, però, l’istinto del medico si risvegliò e l’uomo si avvicinò all’Elfo scrutandolo con occhio clinico.

“Signore, lei deve assolutamente recarsi con noi al Pronto Soccorso. Il suo pallore e la sua magrezza sono veramente preoccupanti e quelle orecchie a punta non mi convincono. È sicuro di stare bene? Da quanto tempo non si sottopone ad un check-up?” gli chiese. Il giovane arciere rimase senza parole per la sorpresa, ma reagì quando uno dei due assistenti lo prese per un braccio e cercò di condurlo verso l’ambulanza.

“Io sto benissimo.” protestò vivacemente, “Quelle di cui parlate sono le mie caratteristiche elfiche e quelli della mia Razza vivono in perfetta salute per migliaia di anni.”

A queste parole il dottore apparve ancora più inquieto, cominciando a dubitare anche della sanità mentale del suo paziente. Fece cenno ai paramedici di aiutarlo a trasportare il giovane su una barella, ma Gimli intervenne. 

“Lasciate in pace il mio amico.” urlò, brandendo la sua ascia “È vero che è solo un brutto Elfo, ma sta bene e non ha bisogno delle vostre cure. Via di qui se non volete assaggiare questa!”

L’attenzione del medico si rivolse allora al Nano.

“Il suo amico soffre senza dubbio di una perniciosissima anemia e noi vogliamo solo aiutarlo. Ma mi preoccupa la sua reazione: non sa che spesso le persone affette da nanismo hanno problemi cardiaci e di ipertensione? Non dovrebbe infuriarsi così, le fa male. Anzi, già che ci siamo, perché non viene anche lei con noi per un controllo?” disse. 

“Ve lo faccio io un controllino come si deve!” esclamò Gimli, slanciandosi verso di loro.

Per i tre sarebbe finita davvero molto male se un improvviso tunnel sotterraneo non li avesse nuovamente inghiottiti assieme alla loro ambulanza e a tutte le attrezzature. Il Nano si ritrovò a fendere l’aria e si guardò intorno allibito.

“Ma dove si sono cacciati?” brontolò.

“Non lo so. Forse sono tornati da dove erano venuti. Comunque non ha importanza, quello che conta è che Boromir stia bene e che possiamo riprendere il nostro viaggio.” concluse Aragorn.

“Forse un po’ di importanza l’aveva.” ringhiò ancora Gimli “Volevano portarmi via con loro e farmi chissà che cosa.”

“Nel tuo caso non avevano tutti i torti. Salti su per un nonnulla, ti sembra di essere normale?” replicò Legolas.

“Zitto tu, Orecchie a Punta! Volevano rapire anche te, se non sbaglio.”

“Io sono superiore a queste cose. Esse scivolano come acqua di ruscello sulla mia più completa indifferenza e non intaccano alcunché il mio equilibrio interiore.” rispose l’Elfo.

Nessuno capì quello che voleva dire, ma non se ne preoccuparono: Boromir sarebbe presto guarito e i membri superstiti della Compagnia si sarebbero messi sulle tracce di Merry e Pipino rapiti dagli Orchetti.

 

 

 

FINE

 

   
 
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