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Autore: FanDiArtemis_    16/05/2013    3 recensioni
Questo è un racconto che parla di Rhionne, la centrocampista della Diamond Dust. Qui ho scritto della sua infanzia e ho messo come suo fratello Artemis, visto che entrambi portano una maschera.
Tratto dalla storia:
-Le emozioni ti fanno diventare debole, non dimenticarlo. Le emozioni ti feriranno. Se nessuno saprà come ti senti allora non potranno farti del male.- mi disse, si girò e se ne andò.
Io lo chiamavo ma lui continuava a camminare. Poi vidi mio fratello entrare nella macchina con quell'uomo e sparì.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Due visi più freddi del ghiaccio.


Era una bella giornata di sabato nel Giardino di Sole.

Tutti si stavano svegliando lentamente e alcuni sono più veloci degli altri, come Rhionne, il centrocampista della Diamond Dust. Fece un grande sbadiglio, si stiracchiò e pian piano andò al bagno per prepararsi per la giornata. Quando ha finito sospirò, si messe la maschera e si legò i capelli come faceva sempre.

Stava andando nel soggiorno: i suoi compagni di squadra si erano già seduti e stavano già facendo colazione. E con “compagni di squadra” intendo quelli di Gemini Storm, Prominence, Genesis, Epsilon e Diamond Dust.

Si sedette vicino ad IC che le sorrise e le salutò. Rhionne annuì e IC cominciò a parlare con il suo fratello IQ. Presto anche quelli che si erano svegliati tardi li raggiunsero, e arrivò anche la loro allenatrice: Hitomiko Kira con un ragazzo dai capelli rossi chiamato Torch e il suo amico Midorikawa.

-Buon appetito.- disse Hitomiko quando si sedette anche lei.

Quando avevano finito di mangiare Hitomiko portò alcuni studenti fuori a giocare a pallone. Dopo un po' anche gli altri li raggiunsero e andarono anche loro a giocare. Rhionne stava aiutando una bambina piccola sull'altalena, spingendola piano piano per non farla cadere. Poi Rhionne si mise da parte per farla giocare da sola ed ecco che arriva un'altra bambina che vuole giocare con lei.

-Rhionne-san! Rhionne-san!- la bambina gridò correndo verso di lei, poi si riposò un attimo per riprendere fiato. -Vuoi giocare con me a pallone?-

Rhionne annuì. -Certo.- disse mentre stava ridendo dietro la maschera.

-Vado a prendere un pallone, aspettami.- disse alla bambina.

Rhionne corse verso Gazelle per prendere un pallone ma inciampò su un sasso e cadde per terra. Pianse dal dolore. Gazelle corse verso di lei, la prese e la abbracciò.

Rhionne allargò gli occhi: le era venuto in mente la sua famiglia. Infatti in quel momento pensò che Gazelle sembrava proprio suo fratello. E, per coincidenza, anche Gazelle stava pensando alla sua, come Rhionne sembrasse la sua sorella.

E allora Rhionne subito scappò via. Voleva dimenticarsi del passato.

Midorikawa, vedendola così strana, fece per rincorrerla per chiedere cosa le è successo, ma vide che Hitomiko stava già correndo verso di lei. Ed ecco che arriva Torch che mise una mano sulla spalla di Midorikawa.

-Non preoccuparti per Rhionne. Ci penserà Hitomiko.- disse.

Midorikawa si accigliò ma annuì.


 

X


 

Rhionne si fermò un attimo per riprendere fiato.

Stava disperatamente scappando dal passato. Stava per piangere ma non lo voleva farlo: non aveva mai più pianto da quando suo fratello la lasciò. Non poteva mica piangere adesso. Rhionne vide un grosso albero e quindi si sedette sotto, nell'ombra.

-Rhionne?-

Rhionne alzò la testa di scatto e vide che era Hitomiko. Sospirò e continuò a fissarla.

Hitomiko si sedette vicino a lei e disse: -Non ti obbligherò a dirmi cos'era successo ma forse ti aiuterà.-

Rhionne ci pensò un attimo e sospirò: -Sai, è una lunga storia.-

X

Avevo sei anni ed ero una bambina felice. Avevo una mamma, un papà e un fratello che amavo tantissimo. Giocavo sempre con lui a calcio perché noi lo amiamo molto come sport. I suoi capelli sono corti e hanno un colore verde-grigio, la sua carnagione è chiara. Lui assomiglia di più al papà e io alla mamma.

Un giorno però gli avevo chiesto di giocare a calcio con me ma lui mi fece pat-pat e mi disse di andare a giocare con i miei amici. Aggrottai le sopracciglia ma avevo fatto quello che mi disse di fare. Ma da allora in poi quando gli chiedevo di giocare con me lui mi dice sempre la stessa cosa.

Quindi un giorno feci finta di scappare di casa chiudendo la porta e mi nascosi nell'armadio.

Improvvisamente sentii urla e grida e quindi sbirciai dalla fessura dell'armadio. Andai verso il soggiorno camminando piano.

Quello che avevo visto aveva cambiato la mia vita: era papà che piacchiava mamma e mio fratello che cercava di fermarlo. Papà stava urlando delle brutte cose su mamma. Boccheggiai e per fortuna nessuno mi aveva sentito, o almeno credo. Tornai nella mia camera e mi tuffai sul letto. Nascosi la faccia nel cuscino e cominciai a piangere.

Alla fine mi ero addormentata, poi ho sentito mio fratello che entrava nella mia camera e baciarmi la guancia. Sapeva che ero lì perché mi aveva sentito boccheggiare.

Il giorno seguente lui mi aveva svegliato presto e mi aveva aiutato a prepararmi per la giornata. Quando ero pronta mio fratello mi aveva dato una borsa e mi disse di seguirlo. “Dove stiamo andando, Arute-san?” chiesi piano, ma lui mi disse: “Non preoccuparti, seguimi” e mi portò nel soggiorno dove mamma era venuta ad abbracciarmi.

Mamma si era inginocchiata per legarmi i capelli in una coda e mi disse: “Ascoltami figlia mia, ti amerò per sempre okay? Sarò sempre qui per te anche se non è proprio così.” e subito mi sono fatta prendere dal panico. Voglio dire, avevo solo sei anni, non avevo idea di cosa stava succedendo.

Mamma consegnò un foglio a mio fratello e ci diede un bacio sulla fronte e ci abbracciò di nuovo.

Volevo restare ma mio fratello mi prese la mano e cominciò a correre. Urlai, gridai e gli avevo tirato persino i calci, ma niente.

Alla fine mio fratello mi portò sulla macchina. Era papà che guidava e ci lasciò nel centro della città vicino ad un ristorante.

Piansi e guardai mio fratello ma lui non stava sorridendo, come faceva sempre con me. Era impassibile e non aveva emozioni e ciò mi spaventò. Dopo che mi lasciò la mano feci un passo indietro e presi la borsa.

-Arute-san?- dissi sperando che mi sorrida, ma non lo fece. Poi arrivò un uomo alto con i capelli neri legati in una coda di cavallo. Aveva un sorriso spaventoso. Aveva messo una mano sulla spalla del mio fratello e mi aveva detto: -Prenderò cura di tuo fratello.-

Feci un altro passo indietro. Lui diede a mio fratello una maschera bianca di marmo e disse: -Indossalo. Ti aspetto in macchina.-

Mio fratello annuì e indossò la mashera. L'uomo entrò in una macchina e io guardai mio fratello cercando di capire cosa stesse succedendo. Mi prese la mano di nuovo e mi portò in un parco, vicino al ristorante.

Mi guardò. Anch'io cercavo di guardarlo, ma quella faccia senza espressione mi fece paura e allora piansi di nuovo.

-Le emozioni ti fanno diventare debole, non dimenticarlo. Le emozioni ti feriranno. Se nessuno saprà come ti senti allora non potranno farti del male.- mi disse, si girò e se ne andò.

Io lo chiamavo ma lui continuava a camminare. Poi vidi mio fratello entrare nella macchina con quell'uomo e sparì.

Camminavo nel parco e poi vidi una maschera per terra: era bianca e aveva un motivo simile ad un diamante color turchese. Lo presi e lo pulii con le mani e ripetevo quello che mi aveva detto mio fratello.

-Debole.- dissi. Pulii le lacrime con il dorso della manica e lo indossai. Era un po' grande ma non importava. Poi vidi una casa carina e scoprii che questa è la mia vera casa: il Giardino di Sole.


 

-Ed è per questo motivo che sono così triste. Mi manca moltissimo mio fratello e prima quando Gazelle mi abbracciò mi ha fatto pensare a mio fratello.-

Hitomiko alzò il braccio e levò la maschera di Rhionne. Aveva un'espressione scioccata. Hitomiko sorrise e la abbracciò.

Rhionne aveva le labbra tremanti e a quel punto fece scendere tutte le lacrime che conservò per nove anni.

-Non ti preoccupare per tuo fratello. Ricordati che non sei più sola e scommetto che tuo fratello non ti ha mai dimenticato.- Hitomiko sussurrò nelle sue orecchie.

-Come fai ad esserne così sicura?- la voce ammuffliata di Rhionne replicò.

Hitomiko sorrise: -Non preoccuparti.- e dopo questa esclamazione prese la maschera e la consegnò a Rhionne.

Rhionne sorrise ad Hitomiko prima di infilarsi la maschera.

-Beh, ora credo che puoi andare a giocare con i tuoi amici.- disse Hitomiko alzandosi. -Sicura di star bene?- chiese di nuovo.

-Sì.- Rhionne disse e andò verso il palazzo.

Stava per entrare nel palazzo quando improvvisamente arrivò Gazelle: -Stai bene?-

Rhionne annuì, salutò tutti e andò a letto presto.


 

X


 

Qualcuno entrò nella camera di Rhionne e si sedette accanto a lei.

-Yuyu-chan.- sussurrò.

Rhionne aprì gli occhi e boccheggiò, pensando che fosse un sogno: -A-Arute-san?-

Lui le prese la mano: -Sono io.-

Rhionne istintivamente lo abbracciò piangendo: -Mi mancavi così tanto.-

Lui sussurrò: -Anche tu mi mancavi tantissimo.-

-Arute-san dov'eri in tutto questo tempo?-

-Ti ricordi quell'uomo alto, con la coda di cavallo? Lui mi ha portato in una scuola chiamato Zeus Junior High. Mi ha detto che se io lo obbedivo diventerò il giocatore più forte del mondo, quindi io feci quello che mi chiedeva e ho bevuto questa bevanda chiamato Nettare degli Dei. Ti faceva diventare più forte fisicamente e abbiamo giocato contro la Raimon Junior High ma abbiamo perso. Poi sono tornato normale e mi sono reso conto di cosa ho fatto: ho abbandonato la mia sorellina. Perdonami se sono stato così egoista. Il capitano della squadra Afuro Terumi mi ha detto di venire da te. Ti prego, perdonami.- Artemis disse.

Rhionne gli levò la maschera e vide gocce di lacrime che stavano cadendo. Artemis sorrise e la abbracciò di nuovo.

-Non lasciarmi mai più da sola okay?- Rhionne chiese.

Arute sussurrò: -Sì, lo prometto.-

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