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Autore: carmineeramo    16/05/2013    0 recensioni
Scendo giù alla macchinetta della scuola e incrocio Roberta.
Mi strattona fuori per capelli senza dire una parola.
Una volta arrivati fuori esclamai: «Cazzo Roberta, smettila mi fai male!»
«Scusa, ma dovevo parlarti il prima possibile» rispose.
Aveva un maglioncino rosso sopra una maglia da partiva una leggera scollatura, poi dei leggins e delle classiche scarpe da ginnastica, strano per una come Roberta che vestiva sempre in maniera raffinata anche a scuola.
«Beh, allora dimmi pure...» dissi oramai impaziente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
- Questa storia fa parte della serie 'Fabio.'
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Proprio nel bel mezzo di una partita sento qualcuno che mi chiama: «Mi dici quando comincerai a studiare?»
«Papà, ho già studiato. Smettila di chiedermelo in continuazione.» risposi.
«Ho controllato i tuoi voti, non vai per niente bene quest'anno» disse.
Io annuì e lo lasciai perdere, ero troppo concentrato ma dopo un po' decisi di spegnere e andare a letto.
Faccio fatica ad addormentarmi, a volte cazzeggio un po' con il telefono o racconto delle brevi storie a mia sorella per convincerla a non andare a dormire nel letto dei miei e di provare ad addormentarsi nel suo.
Ma di solito rimango sul letto ritto in avanti a pensare.
Avete presente quelle strane idee che serpeggiano nella vostra testa per tutta la notte che prima di addormentarvi vi sembrano delle genialate assurde ma poi si rivelano essere cavolate pazzesche? Ecco, il più delle volte la mia testa è sempre avvolta da queste idee.
Poi, senza manco accorgertene, suona la sveglia e devi correre a scuola.
Era un giovedì di maggio, la scuola stava per finire e la testa iniziava a svuotarsi.
Arrivato in classe incontrai i miei compagni che, come al solito, erano svegli quanto un ghiro a mezzanotte.
Ecco lui invece, si lui, il professore.
Si ferma sull'uscio scruta la classe e pronuncia un sonoro quanto odioso: «Buongiorno ragazzi, pronti per il compito?»
Cosa? Compito? Il mio cervello iniziò a riprendersi e mi girai verso Claudia, la mia compagna di banco: «Oi Clà, c'era compito oggi?»
«Ehm, sì quello di inglese… »
«Dio, per fortuna in inglese me la cavo piuttosto bene» dissi tirando un finto sospiro di sollievo.
Per essere in un liceo linguistico sono uno dei più bravi della mia classe.
Le due ore di compito passarono rapide, secondo le mie previsioni il mio voto sarebbe dovuto andare sopra la sufficienza, per fortuna.
Scendo giù alla macchinetta della scuola e incrocio Roberta.
Mi strattona fuori per capelli senza dire una parola.
Una volta arrivati fuori esclamai: «Cazzo Roberta, smettila mi fai male!»
«Scusa, ma dovevo parlarti il prima possibile» rispose.
Aveva un maglioncino rosso sopra una maglia da partiva una leggera scollatura, poi dei leggins e delle classiche scarpe da ginnastica, strano per una come Roberta che vestiva sempre in maniera raffinata anche a scuola.
«Beh, allora dimmi pure...» dissi oramai impaziente.
«Allora, ieri ho visto Marco in giro. Con una ragazza. »
«Impossibile, ieri alle 5 sono andato con Marco in cornetteria e ci siamo ritirati verso le sette.»risposi incredulo.
«Infatti io l'ho visto in giro alle otto con Nicole»
«Non credo, non si abbasserebbe mai ai livelli di quella troia, rifiuto di crederci.»
Chi era questa fantomatica Nicole?
Semplicemente la ragazza più disinibita del paese, anche soprannominata "Ostello della Gioventù".
«Sì invece, a te ha detto qualcosa?» chiese Roberta.
«No, di Nicole non mi ha mai detto niente, però mi ha detto che ti aveva vista baciare un ragazzo ed è venuto a sfogarsi con me>>
«Aspetta, chi? Gianluca? Ci sto insieme da 2 settimane… lo è venuto a sapere solo adesso?»
«Senti, Robè» risposi «non lo so, me ne ha parlato solo oggi, io cerco spiegazioni riguardo a questa Nicole ma tu spiegami una cosa: perché sei gelosa nonostante tu sia fidanzata?»
«Ecco cosa dovevo dirti. Io amo ancora Marco»
La guardai, si girò e corse via per le scale.
Rimasi lì, fermo come una statua e sorrisi.
Marco può finalmente tornare ad essere felice.
   
 
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