Axl si svegliò urlando.
L’ennesimo incubo, l’ennesimo sogno in cui riviveva le violenze subite durante la sua infanzia.
Era solo nella stanza, le lacrime cominciarono a scorrergli lungo le guance, il suo respiro si fece più affannoso, veloce, i brividi corsero lungo la sua schiena, dei formicolii gli artigliarono le mani.
Era completamente solo, in balia dei demoni del suo passato.
Singhiozzò nuovamente, le lacrime scivolarono ai lati del viso e caddero sui capelli rossi.

La porta della camera si aprì ed entrò un Jeff ancora mezzo addormentato.
Il ragazzo, senza dire una parola, si sedette accanto all’amico, lo aiutò a sedersi e lo abbracciò “Bill, sei lontano da lui. Ti ho sentito urlare e sono venuto qua.”
Il rosso non rispose, singhiozzò ancora, si sentiva il cuore in gola, batteva furiosamente e il suo respiro era ancora veloce ed affannato.
“Billy calmati.” Sussurrò a bassa voce Isbell, mentre gli faceva appoggiare il capo sul suo petto magro.
Anni prima aveva scoperto che l’amico si distraeva in quel modo, si calmava in pochi minuti e riusciva a riprendere controllo di sé stesso.
Accarezzò la fronte sudata del cantante e passò una mano sulla schiena, compiendo dei movimenti circolari lungo di essa “Rilassati Will, respira con calma. Nessuno può farti ancora del male”
Axl deglutì, strinse con forza la mano pallida del suo chitarrista e riuscì ad articolare “Grazie Jeff”.
Stradlin accennò un sorriso e lasciò che i battiti cardiaci del suo cuore calmassero l’animo tormentato dell’altro “Respira Bill. Piano, lentamente, con calma.”
Il rosso cercò di ubbidire ai consigli dell’amico, chiuse gli occhi e si concentrò, si obbligò a inspirare e ad espirare con regolarità.
Pian piano l’attacco di panico scemò, e il ragazzo poté stendere nuovamente le dita delle mani, che erano rimaste contratte.
Ruotò gli occhi verdi ancora umidi e guardò con gratitudine l’amico, il quale gli sorrise con semplicità “Ti senti meglio ora?”
“Un po’, grazie”
“E’ a questo che servono gli amici, no?”






Angolo dell'autrice/pazza isterica
Ehilà! 
Sì, so che devo aggiornare il mio sclero su 'Capitan Slash, l'uomo scolapasta' (cit.), però oggi durante la prova invalsi ho avuto della sana ispirazione e quindi ho scritto. 
(Tralasciamo che mi sono anche addormentata alla fine della prova di italiano..).
Vorrei dire due parole serie sull'attacco di panico di Axl. E' molto autobiografico, in pratica ho descritto quello che è successo a me due settimane fa.
E boh, credo che questa storia sia... una sorta di 'versione alternativa' di quello che mi è successo. 
Oddio, credo di star facendo un disastro, scusate. In pratica mi sono un po' impersonificata in Axl, nel vero senso della parola. 
Certo, i miei problemi non sono i suoi, questo è ovvio, ma siamo entrambi due teste rosse molto particolari.
La differenza sostanziale è che qui, che è tutto frutto della mia folle immaginazione, William non era del tutto solo, è arrivato Izzy a dargli una mano, mentre quando è successo a me, non c'era nessuno.
Non voglio che si creiino delle allusioni strane (?), in questa storia Bill e Jeff sono semplicemente migliori amici, niente di più.
Ci tenevo a precisarlo, nulla di più.
Spero che vi sia piaciuta, mi lasciate un commento per piacere?
Grazie mille
a presto!
The Edge