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Autore: telesette    16/05/2013    1 recensioni
Toshiko sollevò il capo, guardando negli occhi la donna che aveva amato e che amava ancora nonostante tutto.
Anche Kyushi sentiva di provare ancora dell'affetto per lui, non solo perché era il padre di Mila, e tuttavia si rendeva conto perfettamente di non poter in alcun modo rimettere assieme i pezzi del loro matrimonio...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mila e Shiro due cuori nella pallavolo, conosciuta in Giappone come Attacker YOU! ( アタッカーYOU! Atakka YOU! ) è una serie televisiva anime prodotta dalla Knack Production. In Italia la serie è arrivata nel 1986 e trasmessa da Italia 1. La versione animata è in realtà un adattamento del manga originale dell'opera ( molto diverso sotto numerosi aspetti narrativi ), a metà tra il genere sportivo e sentimentale, scritto ed illustrato da Jun Makimura e Shizou Koizumi.
Per le generazioni cresciute con gli anime fino agli anni '90, e in parte anche oltre, la storia di Mila Hazuki ( You Hazuki in originale ) non dovrebbe avere bisogno di presentazioni. La giovane e brillante giocatrice di pallavolo, innamorata perdutamente tanto del gioco quanto del bellissimo Shiro Takiki, votata ad eccellere sempre di più in questo sport fino ad ottenere un posto più che meritato nella nazionale giapponese durante le Olimpiadi del 1988 a Seoul. 
Purtroppo però, visti i tempi in cui ci troviamo, molta gente ignora o definisce "superate" tutte quelle storie incentrate su: impegno agonistico, spirito di squadra, coraggio, determinazione, sacrificio, costanza, sudore, lacrime, sangue e lezioni importantissime... nello sport come nella vita!
Tutta roba sulla quale le intellettuali di oggi, senza nemmeno sapere di che si tratta, ci sputano vergognosamente sopra.
Chiunque sia cresciuto/a con questa serie, non può non guardare con ammirazione alle vicende di Mila e di giocatrici del calibro di: Nami Hayase, Kaori Takigawa, Kira Tsubushi, Sori Shinoda, Yogina Yokono, Rayaka Omori, Vera Oriki, Tullia Kaido... e molte altre ancora.
La serie ha avuto ( ahimé! ) un seguito nel 2008, dal titolo Mila e Shiro - il sogno continua, sempre ad opera ( incredibile ma vero! ) della stessa casa di produzione. La domanda è come mai, dopo più di vent'anni d'attesa, il risultato sia venuto fuori nulla più che un imbarazzante flop commerciale? A parte le opinioni discutibili sulla trama, molte delle quali vanno senza dubbio soppesate secondo vari criteri di valutazione, appare infatti evidente che gli animatori non hanno ben compreso la qualità del prodotto in questione.
Tralasciando la comprensibile e differente maturità di Mila, dopo anni di ritiro forzato a causa dell'infortunio al tendine d'Achille, e che la vicenda si svolge in un contesto chiaramente diverso ( nuove e più giovani giocatrici, nuove squadre, nuovi obiettivi ), è tuttavia imperdonabile la leggerezza con cui gli autori hanno trattato i volti noti provenienti dalla serie originale. Molte caratterizzazioni sono infatti vere e proprie "forzature", cercando  invano di giustificare la presenza di personaggi che NON avrebbero alcuna ragione di muoversi entro quel contesto. A cominciare dall'incongruenza di Nami e Kaori che, dopo aver proseguito la carriera professionistica ( ricordando soprattutto la classe e la caratterizzazione di Kaori, la tecnica impareggiabile e la sicurezza carismatica ), le ritroviamo allo stesso livello agonistico di giocatrici senza alcuna esperienza; pure non molto chiaro il sodalizio tra gli allenatori Daisaku Daimon e Dani Mitamura, dei quali va ricordata la differenza storica sulla rispettiva concezione pallavolistica; l'atmosfera colorata e vivace, in particolare riferimento alla giovane esordiente Glin Wong, da una parte può risultare simpatica e divertente... dall'altra invece, un susseguirsi di tamarràggini assurde come il "Servizio a Giroscopio del Drago" ( il quale sembra uscito direttamente dal "Pugno del Drago" di Goku, degno appunto della serie di Dragon Ball ).
E' vero che i manga ed anime sportivi hanno come caratteristica distintiva proprio l'assurdità di determinate azioni ma, dopo aver dato uno sguardo alla prima e alla seconda serie, appare evidente come le storie alla base siano strutturate in modo totalmente diverso una dall'altra. La cosa migliore sarebbe appunto distinguere le due storie, per apprezzare entrambe secondo gusti e preferenze, senza associare alla prima nulla che appartiene alla seconda e viceversa.
Tra le note di merito della seconda serie va forse il piccolo approfondimento sul rapporto tra Mila e Shiro, i quali appaiono molto più maturi e consapevoli dei propri sentimenti, ma anche qui non si ha modo di vedere quella dolce storia d'amore altresì presente nel ritornello della celebre sigla cantata da Cristina D'Avena.

clicca qui per vedere la sigla italiana:
http://www.youtube.com/watch?v=CnsZ-XpOX5Q

 

Un angelo chiamato Kyushi

( immagini tratte da internet ) 

 

- Non hai motivo di preoccuparti, Kyushi - fece Toshiko, sorridendo alla sua ex consorte per tranquillizzarla. - Anche se apprendere la verità in questo modo l'ha certamente sconvolta, Mila è una ragazza più in gamba di quello che pensiamo; ci penserò io a parlarle con calma, non appena gli impegni sportivi glielo consentiranno, e le spiegherò con calma le nostre ragioni; vedrai, sono sicuro che capirà!
- Lo spero - mormorò Kyushi dubbiosa.
- Dopotutto non è più una bambina - sottolineò Toshiko. - Anche se abbiamo sbagliato a tacere fino ad ora, dobbiamo prendere atto che la nostra Mila è cresciuta: è diventata una ragazza forte e determinata... come sua madre, del resto!

Kyushi abbassò lo sguardo.
Al pensiero di aver sacrificato gli anni più belli del suo essere madre sull'altare della pallavolo, per conseguire fino in fondo gli obiettivi che si era prefissata, il rammarico le pesava enormemente sul cuore.
Chiunque, sentendo la sua storia, l'avrebbe certo giudicata una donna egoista e una pessima madre. Lei stessa non andava certo orgogliosa di aver fatto soffrire le persone più care della sua vita, solo per mantenere una promessa quasi altrettanto importante, e neppure la comprensione di Toshiko poteva far apparire meno grave la colpa che aveva verso di loro.
Le ultime parole tra Kyushi e Toshiko, all'epoca in cui lei scelse ostinatamente di proseguire lungo il cammino della pallavolo, erano state dette con rabbia e con un fortissimo disprezzo: Toshiko riteneva che la moglie dovesse abbandonare certi traguardi, per non sottrarre tempo alle necessità della loro famiglia, ma per Kyushi non si trattava solo di dire addio ad una "sciocca palla bianca"...
In quella bianca sfera rimbalzante, Kyushi Tajima aveva riposto tutti i suoi sogni ed i suoi desideri.
Certo Mila e Toshiko erano importanti, su questo non vi era dubbio, ma troppi sacrifici avevano segnato la sua carriera di giocatrice. Innumerevoli sforzi, lacrime, impegno e fatica, per arrivare dove era arrivata, e Toshiko non aveva diritto di imporle una simile rinuncia.
Purtroppo Toshiko Hazuki non intese ragioni allora, e non le avrebbe mai intese neppure in futuro.
Kyushi non avrebbe mai potuto dividere il suo cuore dalle cose che più amava ma, messa alle strette dalle dure parole del marito, si ritrovò costretta a scegliere.
La famiglia o la pallavolo?
Toshiko non le avrebbe mai permesso di dividersi tra le due cose, ostacolandola anzi con ogni mezzo, e Kyushi era troppo orgogliosa per accettare una simile prepotenza da lui.
Entrambi accecati dalla collera, si dissero dunque delle cose orribili.
Kyushi lo mandò all'inferno.
Lui fece lo stesso.
E fu così che, da moglie e madre di famiglia, Kyushi Tajima si ritrovò in un certo senso "costretta" ad andarsene.
Non era stata una scelta priva di sofferenze, tantomeno di rimpianti e reciproci sensi di colpa, ma non si poteva cambiare ciò che era stato.
Ormai era troppo tardi per tornare indietro.
Troppo tardi, per riallacciare da dove avevano interrotto.
Più avanti avrebbero affrontato la questione con Mila, mettendola giustamente a parte di ciò che era accaduto tra loro, sperando che quest'ultima riuscisse a trovare dentro di sé la forza di comprenderli e perdonarli.

- Quella di ieri è stata una notte lunga per tutti - osservò Kyushi. - Spero davvero che tu abbia ragione, che Mila non decida di tagliare i ponti proprio con te, non riuscirei mai a perdonarmelo altrimenti...

Ciò detto, la donna fece per andarsene.

- Vai già via?
- Sì, credo sia meglio - rispose lei piano, rassettando con un gesto il divano sul quale aveva passato la notte. - Non me la sentivo proprio di rincasare, dopo quello che era successo, ma non mi sembra giusto arrecarti altro disturbo!
- Capisco - fece Toshiko, socchiudendo gli occhi gravemente. - Però, se non hai fretta di tornare al palazzo sportivo, potresti almeno fermarti a bere una tazza di caffé!
- Sei gentile - sorrise. - Ma non vorrei sottrarti tempo al lavoro e...
- Non c'è problema - spiegò Toshiko. - Da che Sunny ha cominciato ad andare a scuola, ho preso le mattine libere per ogni evenienza; ora che Mila è impegnata con la Nazionale, non posso certo chiederle di badare lei al fratellino!
- Sei stato un buon padre anche con lei - sottolineò Kyushi convinta. - La nostra bambina è venuta su sana e forte, perché ha potuto contare soprattutto su di te; avrei tante cose da chiederti, in effetti, ma non saprei davvero da dove cominciare!
- Sediamoci, allora - propose l'altro tranquillo. - Davanti a una buona colazione, si discute meglio!

Ciò detto, Toshiko si apprestò ai fornelli, per mettere su il bricco e scaldare due fette di pane imburrato.
Kyushi appoggiò la borsa sul tavolo e, guardandosi attorno, cercò di cogliere nella stanza qualunque segno della presenza di Mila. Come ogni fotografo che si rispetti, Toshiko aveva incorniciato diverse immagini in soggiorno: c'erano lui, Sunny e anche Mila; nelle foto sembravano allegri, a volte imbronciati o in pose un tantino buffe, ma nei loro sguardi si percepiva chiaramente una forte luce di serenità.

- E' caldo, stai attenta - la ammonì Toshiko, servendole il caffé fumante in una tazza e sedendosi di fronte a lei col vassoio.
- Grazie!

La donna sorseggiò il nero liquido aromatico, senza smettere di guardare in giro, e nel contempo cercò di fare ordine nel porre le sue domande. Lei e Toshiko si misero così a chiacchierare degli ultimi anni di Mila: delle sue amicizie, dei suoi studi, e di come era solita trascorrere tuttora le vacanze dai nonni in montagna; Kyushi era felice di sentire come la sua bambina amasse godere delle cose semplici, mostrandosi generosa e leale con tutti; alcuni aspetti del suo carattere aveva già avuto quantomeno modo di intuirli, scambiando con lei qualche parola occasionalmente, ma Toshiko l'aveva vista passare dall'infanzia all'adolescenza e conosceva molte cose che Kyushi ignorava completamente.
Mentre l'altro parlava, costei rimase immobile con la tazzina tra le dita.

- Sono contenta - mormorò. - E' bello che la nostra bambina sia venuta su così spontanea e vivace, oltretutto si è fatta proprio una splendida ragazza!
- Già - fece eco Toshiko con una smorfia. - Anche se un po' troppo testarda, a volte!
- Beh, in questo direi che assomiglia ad entrambi, non sei d'accordo?
- Hmh ?!?

Entrambi si guardarono un momento, prima di lasciarsi andare ad una comprensibile risatina di cuore.
Erano anni che non si vedevano e non si parlavano, anni trascorsi lontani uno dall'altra e viceversa, eppure non avevano del tutto dimenticato quanto fosse piacevole sedersi e discorrere tranquillamente del più e del meno.

- Oh, mamma mia - singhiozzò Kyushi, asciugandosi una lieve lacrimuccia di ilarità. - Non sei cambiato affatto, Toshiko: sei sempre lo stesso adorabile "tiranno"...
- Anche tu non sei cambiata, Kyushi - ribatté serio l'altro. - Sei rimasta bella, proprio come quando ti vidi la prima volta sul podio tanti anni fa!

A quelle parole, Kyushi tacque improvvisamente, socchiudendo gli occhi e poggiando la tazzina sul tavolo.

- Si... Si sta facendo tardi - esclamò. - Oggi devo incontrarmi coi dirigenti della nostra Nazionale!
- Ho una cosa da darti, prima che te ne vada - disse Toshiko, alzandosi con noncuranza e dirigendosi verso la porta del suo studio.

Poco dopo, il fotografo tornò in soggiorno con un grosso scatolone sottobraccio e ne trasse fuori un piccolo pacco rettangolare incartato.

- Avevo intenzione di recapitartelo per posta - spiegò. - Ma, dal momento che sei qui, mi sembra giusto dartelo adesso!

Kyushi accettò il pacco con gratitudine e, una volta apertolo, si rese conto che si trattava di un grosso album di fotografie.

- Sono tutte le partite di Mila, dai suo esordi nella squadra dell'Hikawa ai match disputati con la maglia delle Seven Fighters, ho finito di riordinarle giusto qualche giorno fa!
- E'... E' un regalo bellissimo, ti ringrazio!
- Non devi ringraziarmi, è giusto che anche tu veda quanto è cambiata nostra figlia; possiamo guardarle assieme, se vuoi...

Kyushi annuì appena.
Toshiko era sempre stato molto bravo, soprattutto per la sua particolare abilità nel riprendere i soggetti in movimento. Le sue foto erano perfette: tutti i primi piani delle azioni veloci o delle schiacciate di Mila, catturate in quelle piccole immagini con incredibile precisione; mentre sfogliavano assieme l'album sul divano, Kyushi ripensò nostalgicamente agli scatti che l'allora giovane fotografo Hazuki non mancava mai di farle nel seguire fin dagli inizi la sua brillante carriera agonistica.
Certo che ne era passato di tempo.

- Posso... Posso vedere altre foto della nostra Mila?
- Ma certo - rispose lui. - Sono tutte in quello scatolone, aspetta che...
- No, lascia, faccio io... Ops!

Nel momento in cui le mani di entrambi urtarono una contro l'altra, rovesciando il contenuto dello scatolone, alcune foto scivolarono fuori dagli album che le contenevano e si sparpagliarono sotto i loro occhi.

- Ma... Ma questa è...

Kyushi sgranò gli occhi perplessa, nel riconoscersi durante la cerimonia di premiazione che l'aveva consacrata campionessa assieme alle sue compagne della rappresentativa olimpica.
Fu in quella occasione che lei e Toshiko si conobbero.
Era stato proprio lui, infatti, a scattare quella e tutte le altre foto presenti ora sul tavolino.

- Non... Non credevo che le avessi ancora - fece lei debolmente. - Pensavo che le avessi buttate via!
- Io... Io, ecco... Devo essermele dimenticate, dopo tutto questo tempo!
- Ma certo - annuì lei, senza tuttavia distogliere lo sguardo da quelle immagini.

In quei volti sorridenti, oltre ai ricordi e alle emozioni allora provate, vi erano anche e soprattutto i pensieri rivolti all'uomo dietro l'obiettivo. Toshiko Hazuki aveva preso molto a cuore la bella pallavolista Tajima seguendola dapprima professionalmente e, in seguito, anche in modo molto più intimo e confidenziale. Anche Kyushi era rimasta piacevolmente colpita, dal suo sguardo e dal modo in cui le sorrideva, ogni volta che la pregava di mettersi in posa.
Entrambi si erano presi una bella cotta l'uno per l'altra, ancora prima di rendersene conto da soli.
Guardando altre foto, Kyushi poteva chiaramente scorgervi ben più di una semplice immagine stampata. Di tutti i fotografi legati a lei e alla sua immagine di atleta, Toshiko era l'unico ad aver colto le espressioni più dolci ed intense del suo sguardo. Ogni scatto aveva una luce particolare, un sorriso colmo di affetto e di tenerezza, e Kyushi rammentava ancora bene per chi erano realmente rivolti la maggior parte dei suoi sorrisi in quelle fotografie.

- Mi sembra incredibile - sussurrò la donna, osservando le proprie dita alzate nella foto in segno di vittoria. - Ero poco più che una ragazzina, allora...
- Eri una campionessa - precisò l'altro. - La più grande giocatrice di pallavolo di tutto il Giappone, nonché la più affascinante!
- Anche tu eri un gran bel ragazzo - ammise lei. - Così timido e imbarazzato, quando mi chiedevi se potevo mettermi in posa!
- C'era sempre così tanta folla - rammentò dunque lui con ironia. - Non potevo certo pretendere di averti tutta per me, con quella confusione... e forse avrei dovuto capirlo e accettarlo fin da allora, invece di farmi tanti problemi inutilmente!
- Oh, Toshi...

Toshiko chinò il capo mestamente, tenendo le braccia nell'incavo delle ginocchia, dunque si lasciò andare ad un irresistibile bisogno di sincerità con lei.

- Avevo pensato di bruciarle, quelle foto - mormorò. - Il giorno stesso in cui te ne sei andata, presi tutte le immagini che avevo di te con l'intenzione di incenerirle... ma subito mi resi conto che non potevo farlo, non ne avevo il coraggio!
- Caro - gemette Kyushi, vedendolo così affranto.
- E' veramente triste commettere certi errori - ammise l'uomo, con grande amarezza nella voce. - Ho avuto la fortuna di amare una donna splendida, una madre dolcissima per la nostra bambina, e invece ho rovinato tutto!
- Non dire così - provò a ribattere lei. - Anch'io ho sbagliato ad andarmene, anche se ero furibonda con te, non avrei mai dovuto lasciare te e Mila!
- Ma io ti ho messa di fronte a quella scelta: ti ho obbligata a scegliere tra le cose che amavi, mostrandomi cinico ed egoista; ti ho rovesciato addosso una cattiveria imperdonabile, e per questo sono stato punito!
- Anch'io ho la mia parte di colpa, in quello che è successo - sottolineò Kyushi. - Ho preferito andarmene, invece di restare ed affrontare la situazione; ho agito vigliaccamente, e solo ora me ne rendo conto!
- Kyushi...

Toshiko sollevò il capo, guardando negli occhi la donna che aveva amato e che amava ancora nonostante tutto.
Anche Kyushi sentiva di provare ancora dell'affetto per lui, non solo perché era il padre di Mila, e tuttavia si rendeva conto perfettamente di non poter in alcun modo rimettere assieme i pezzi del loro matrimonio.

- Eravamo tutti e due molto giovani - disse lei, con voce sottile e gli occhi lucidi di commozione. - Abbiamo commesso degli errori ma, nonostante tutti i nostri sbagli, ci resta ancora una gioia importantissima da vivere insieme!
- Mila!
- Esatto, Mila - ripeté Kyushi. - La nostra Mila è la cosa più importante, è il nostro angelo!
- Tu eri il mio angelo, Kyushi - esclamò dunque Toshiko, prendendo garbatamente la mano della donna tra le sue.
- Toshiko, ti prego...
- Sono stato un pazzo a lasciarti andare - sospirò lui, passandosi mentalmente una mano sulla fronte. - Se non fossi stato così egoista, se non ti avessi messa di fronte a quella scelta ignobile, tu non avresti mai lasciato Mila da sola!
- Una madre che lascia la propria figlia è una donna che non ha alcuna giustificazione - concluse Kyushi, rimproverandosi assai duramente da sola. - Dimentichiamo quello che è stato, per quanto possibile, e cerchiamo ora di essere i genitori di cui Mila ha bisogno!

Toshiko annuì.
Kyushi si alzò senza aggiungere una parola, afferrando la tracolla della borsa e tenendo l'album delle foto di Mila sotto il braccio, dopodiché uscì fuori dall'appartamento lasciando Toshiko immobile sul divano. L'uomo rimase dunque a contemplare le fotografie di lei, incapace anche solo di prenderle tra le dita, e questo anche quando Kyushi si era chiusa la porta dietro le spalle già da diversi minuti.
Un sottile rivolo luccicante scivolò dunque dalle palpebre semichiuse del fotografo.
Il passato non si poteva cambiare, per quanto facesse male ad entrambi, quella era la realtà e dovevano sforzarsi di accettarla.

FINE

   
 
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