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Autore: _Ellie_    03/12/2007    3 recensioni
Ero ancora combattuta tra il rifarmi una nuova vita ed il continuare a coprirlo.
Perchè si vedeva lontano un miglio in quella sua enorme crociata all’IRA, non c’era spazio per nessuno.
Non me l’aveva mai detto, ma io capivo che non c’era.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una sera senza luna nel cielo e senza scopo nella mia vita, una sera di quelle in cui vorresti essere sicura delle poche certezze presenti nello scorrere dei tuoi giorni.
 
Decisamente era una serata da cani.
 
La pioggia ticchettava sui vetri appannati, fuori era buio. Il vento ululava e sbatteva contro i vetri, e se qualcuno avesse avuto il coraggio di mettere la testa fuori, avrebbe potuto prcepire un vago odore salino. Come quasi sempre a Lerwick, Isole Shetland.
O forse come sempre c’era nella lontana Irlanda?
Decisamente il camino ed il la coperta patckwork assumono un ruolo importante in questi casi, senza dimenticarci una tazza di cioccolata calda.
Insomma, stavo riuscendo a sopravvivere a tutto questo.
 
Gabriel (Cáel, mi corressi tra me e me), c’era sempre, anche quando non avrebbe dovuto essereci.
 
Ero ancora combattuta tra il rifarmi una nuova vita ed il continuare ad aspettarlo. Perchè se una cosa era certa, in quel caos di vita che mi era toccato vivere quasi per caso, in quella sua enorme crociata all’IRA, all’UCA, non c’era spazio per nessuno, tanto meno per me.
Non me l’aveva mai detto, ma io capivo che non c’era.
 
Sono passati due anni da quando ci siamo conosciuti, eppure è come se fosse ieri.
Quella meravigliosa giornata a Dublino passata sulle note degli U2, conclusasi con quella rissa al St.Patrick’s Owl.
Le voci si sovrapponevano in un caos indistinto, e l’unica cosa a cui mi aggrappavo era al sapore aspro della birra scura sulle tue labbra. Tra un monumento ed una filastrocca, mi avevi portato a scoprire una Dublino nascosta, senza nè meta fissa nè voglia di avercene una.
 
Decisamente, il tempo è passato.
 
I visi si sono succeduti senza posa, cancellandosi tanto rapidamente come la nostra adolescenza precoce. Le mani da stringere sono tante, sempre, ogni giorno.
Ai funerali di tuo padre, mi scoprii ad essere niente di più che la tua amica inglese.
 
Non che mi aspettassi altro, per carità. Non da te, neo cadetto all’accademia di polizia.
 
Solo la vecchia guardia resiste e persiste, pregando tutti i giorni che tu non compaio nel giornale come ennesino martire nazionale. Paul e Nines si sono scoperti fratelli, più che fidanzati. Menager, soci, allegri ed abbronzati come in piena estate. E sempre con una scusa per fuggire dalla City e rifugiarsi qui, sull’isola.
E Alice e Nikos stanno felicemente assieme dopo quello che tu sai, lei architetto, lui musicista. Anche loro sempre pronti per ospitarmi a Cork
 
Solo io non cambio, sai?
Continuo a rompere, manipolare, pasticciare ogni cosa che mi capita tra le mani. Non so se tu conservi ancora quella lattina di coca-cola magicamente trasformatasi in un fiore tra le mie dita indifferenti ai possibili tagli.
 
Ricordi? Mi guardavi affascinato per il mio sprezzo del pericolo, perchè ogni coccio poteva essere carta, ed ogni fazzoletto un poema.
 
Solo che ora mi pagano, per distruggere ciè che mi circonda.
 
Si stupiscono del mio caschetto biondo, del mio naso lentigginoso, delle dita pallide ed affusolate, del mio vestire mischiando colori fregandomene altamente della scala cromatica.
 
Sono una ricercata artista underground. Anonima, per fortuna. Non potrei sperare d’avvicinarti, sennò.
 
E tu? Non me lo dici, ma anch’io ho le mie fonti. Essere hacker sarà contro la legge, ma la maestria di quando ero piccola non m’ha abbandonata.
Ti seguo stretto, non sono mica una di quelle che aspettano pazienti il ritorno del marito a casa.
 
Mi sorprendo a sorridere dell’idea che, in teoria, neppure stiamo insieme. Ci potrebbero essere mille tue amanti, in giro per il regno unito, ed io essere solo quella che continua a ricordarti dalla sua misera adolescenza.
 
Tu sei uno dell’M-16, hai troppi scontri all’attivo, troppi “amici” a Derry, troppi nemici nell’UCA, per sperare di mollare tutto e vivere la tua vita. Con me o senza di me.
 
Il pensiero è così asfissiante. Perchè se anche vincerai, non potrai più rimanere in Iralnda.
Sarebbe territorio off-limits per te.
 
Il tuo logico pensiero è stato: proteggiamoli tutti. E così hai sbattuto fuori dalla tua vita me, tua madre, Paul, Nines, Alice, Nikos, la stessa famiglia...
 
Manca una parte di me, e quella goccia salata che ho sulle labbra forse è una lacrima.
Ed è strano trovarla qui, dato che pensavo di averle piante tutte.
 
Il calore che sento è freddo in confronto ai tuoi abbracci.
Ma anche io ricordi muoiono. E io ti giuro che mi sto ribellando, ma il tuo sorriso non mi manterrà viva a lungo. Vorrei tanto decidere di poter farla finita prima, ma ho talmente sogni nel cassetto da realizzare, che credo rimarrei viva comunque.
 
Sai che colori utilizzo per i miei quadri?
 
Il verde dei tuoi occhi. Ma non mi ricordo più se era chiaro o scuro.
Il castano dei tuoi capelli. Ma non hanno lo stesso odore di te.
Il rosso delle tue guance. Eppure anche le mele marciscono..
 
Il nero della tua lontananza, il rosso del tuo sangue. So che ne hai versato tanto.
 
Il tuo cuore era il nascondiglio della mia anima da tutti i mali del mondo.
Ucciderei per vedere le tue palpebre vibrare nell’aprirsi poco prima del risveglio.
 
È la tua risata che sento?
 
-È tutto ok, tutto ok, ok, ok ok...
 
Le stagioni cambieranno, ma io no.
Noi no, noi siamo più forti. Che il mare blu mi sia testimone, ti amo!
Non smetterò mai di sostenerti, non ti farò cadere.
Ho ali forti e per i primi tempi, ti aiuterò io.
Non permetterò che la mia purezza venga sacrificata, è solo per te.
Mi vedi? Io mi dichiaro tuo. Fanne quello che vuoi, ma sappi che solo interamente e sinceramente tuo.
 
E la notte scusa si farà calda, solo per noi.
Le stelle cadranno a coronare i tuoi caelli.
Alberi cresceranno impedendoci di vederci da un lato all’altro della barricata.
 
Ma ricordati di volare più alto di tutti... ricordati di essere sempre il meglio di te stessa.
 
Perchè tu sei il mio amore, il mio vero amore, il mio proprio cuore. Ti prego, non volare via...
Ti prego dimmi di rimanere, non mandarmi via...
Essendo qui, toccandoti...
 
La mia forza è la tua, sono i tuoi occhi quelli che vedo se dormo. E mi sveglierò circondato da odio, ma è il tuo viso quello che saluto...
 
Nessuno m’impedirà di dimenticarti. Dall’altro ieri che ti penso... sono il tuo ricordo, il tuo ricordo di ieri.
 
A quella lacrima ne ha seguita un’altra. Un altro pianto per un’altra sera in solitudine, con la pioggia che mi accompagna e mi fa da testimone.
Ho gli occhi gonfi e sono stanca. Con la manica, cerco d’asciugarmi qualche lacrima traditrice, cerdando di dimenticarmi di te.
Trascino i piedi sulle scale, e miracolosamente riesco ad arrivare a letto. E piango, piango...
 
Affogo il mio cuore in quello che resta del mio dolore.
 
....
 
Ci sono cose che non si dimenticano, e di questo me ne sono reso conto. L’appartamento sicuro scelto questa volta è lo studio di un dentista fedele alla causa. Sospiro, affondando in una delle poltroncine della sala d’attesa, il cuore a mille per la paura e la fasciatura che mi sta uccidendo. Eppure non riesco a chidere gli occhi, non voglio.
 
Se cercassi una motivazione sarebbe facile adurre quella di non abbassare mai la guardia, tra amici come tra nemici.
Eppure non è solo questo.
Semplicemente, dietro le mie palpebre ci sei tu.
 
Cerco di scacciarti strofinandomi gli occhi, ma non vai via, essenza stessa dei miei ricordi più felici. Tutti possono svanire nel vuoto, ma tu no.
Non tu ed i tuoi capelli ribelli, il sorriso supponente, le dita goffe che non sapevano mai dove poggiarsi per non disturbare.
Fragile e delicata eri, come una farfalla che non è sicura che i suoi colori siano i più belli ed appropriati per l’occasione.
 
Ma non esistono colori appropriati, nè scelte giuste da fare, nella vita.
 
Tutto è caso, e nella mia vita, tutto è sbagliato.
 
Se solo potessi rincominciare...
 
....
 
 
- Non va più bene, Cáel.
- Perchè?!
- Sei troppo seguito. Abbiamo rilevato che sei seguito perfino se ti cambiamo il cesso tre volte al giorno. Non c’è verso di scollarsi l’M-16 di dosso. E non aiuta il fatto che nell’ultima azione un l’indice della mano destra si sia fottuto.
- Posso imparare a sparare con l’altra mano.
- No, non adesso, non c‘è tempo per il reinserimento dei feriti nelle brigate.
- E mi mollate così? Dopo troppi fottuttissimi anni di servizio mi sbattete fuori così?!
 
Il ragazzo sbattè il braccio sinistro sul tavolo. Il destro giaceva inerte in una fasciatura al collo.
 
Me se avessero potuto sentirgli il cuore, forse avrebbero capito che non era per la rabbia, che batteva così forte.
 
-.-.-.-.-.-.-.
 
Edit: 23/08/2009
 
Fanfiction mai conclusa, scritta durante il mio secondo anno a Siviglia e la mia “Febbre Irlandese”. Ci sono varie varianti (errore in blu XD) sul tema, tra cui una “Romeo & Juliet” ed un’altra molto soap opera adolescenziale. Che non scriverò mai, mi sembra ovvio.
 
   
 
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