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Autore: Verde Pistacchio    17/05/2013    1 recensioni
Questa piccola flashfic è nata leggendo un piccolo approfondimento sul sublime di Kant, osservando a fianco della pagina il Viandante nel mare di nebbia. Infatti essa è ispirata in parte ad entrambi, spero vi possa piacere e aspetto commenti.
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il viandante nell'infinito


Si trovava lì da un tempo indefinito, sarebbe rimasto lì anche tutta la vita, non gli interessava. Guardare, ammirare, osservare, perlustrare quello spazio era tutto ciò che di più completo ci poteva essere. Il mondo: il fiume, il lago, il mare (anche la più piccola pozzanghera!); la pianura, lo scoglio, la collina, il monte... Questo era ciò che osservava, dava le spalle al mondo ma allo stesso tempo gli offriva tutto ciò che la sua persona poteva dare a quel mondo. Oh! Si poteva esclamare, con stupore, davanti a quel quadro. Ah il sublime! Solo in quell'attimo lo poteva percepire, solo un quadro come quello poteva suscitare il sublime. Peccato solo non saper il vero autore di quel capolavoro. No! Perchè? Perchè doveva rimanere Anonimo e non mostrarsi alla luce? Forse non voleva mostrarsi a lui, semplice e piccolo spettatore del mondo intero? Era così piccolo ed insignificante di fronte a quel paradiso che abbassò lo sguardo, ma... Ma se quello era il posto adatto al mare, al lago alla montagna, chi dice che non era anche il suo di posto? Vero era impotente, ma anche il fiume o la collina avevano quel rapporto nei confronti del vasto mare e della possente montagna. La piccola e la grande natura. Eppure entrambi continuavano a svolgere il proprio ruolo assegnatogli. Lui non era piccolo, per lo meno non così tanto, se era arrivato dov'era adesso... Ma guardare quel paesaggio: non capiva dove finiva il mare ed iniziava il cielo, no non si capiva, erano come un tutt'uno, non c'era una fine a quella nebbia che copriva gentilmente quel monte così alto. Gli venivano i brividi solo a guardarlo, quei colori così decisi contrastati dal bianco opaco e dal grigio tenue della nebbia. Ma egli era parte di quel capolavoro, anche lui non era impotente di fronte agli umani avvenimenti. Anche lui faceva parte del Mondo, anche lui aveva un ruolo da svolgere e il suo animo era meno inquieto sapendo si "appartenere" a quello splendore che lo circondava, lo stupiva, gli suscitava meraviglia e allo stesso tempo lo spaventava vedere cotanta grandezza e maestosità. Lì in quel luogo, lì in quel mondo non c'era più niente di semplice e finito. No c'era solo l'infinito, lì, ed egli si trovava proprio all'interno di esso e non l'aveva mai compreso. Il sublime era questo, l'uomo era questo e l'unico freno, l'unico appoggio era la sua mente, la sua ragione. I capelli erano disordinati dal vento, c'era freddo, era tutto permeato dal bianco e dall'azzurro, maculati con i piccoli colori campestri. Si era vero c'era freddo, ma il sole era ancora alto nel cielo pronto a riscaldare. Un sorriso si dipinse sul suo volto.
 
 
 

Sicula Ninfa Azzurra

Allora è la prima volta che pubblico una storia in questa categoria, ma come si dice c'è sempre una prima volta. Allora in questa piccola fic ho giocato molto sull'ambiguità tra un comune osservato intento ad ammirare il Viandante nel mare di nebbia e un uomo nella situazione descritta, ovvero un uomo che si trova di fronte all'immensità del mondo. Spero di esserci riuscita.

Sono ben accetti critiche costruttive e normali commenti!
Vi lascio i miei link su fb, se qualcuno vuol mettere un like o chiedermi l'amicizia siete i benvenuti ^^

 
   
 
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