Il fratello stolto.

 

Firenze era sempre stata una città rinomata per il proprio libertinaggio, chi in altre città sarebbe stato immediatamente condannato al rogo per eresia, a Firenze veniva rispettato e, in qualche caso, chiamato maestro. Non che avesse dei problemi per questo, assolutamente, lui amava la propria città, anche se a governarla era suo fratello, ma in alcuni casi rimpiangeva i roghi dopo i processi formali, soprattutto se l'imputato era un fastidioso e sfrontato artista che si spacciava per un ingeniere militare! Non che la sua spingarda non avesse funzionato alla fine, quello no, ma era tutto il resto che lo irritava. 

Da Vinci era un cane che non aveva ancora imparato a stare al suo posto.

Non che fossero stati delusi dalla sua dimostrazione pratica sugli uomini di Roma, a Riario doveva rodere abbastanza il culo, ma quello che aveva detto... com'era?

-"Giuro fedeltà a Firenze, a Lorenzo detto il Magnifico, al fratello stolto..."-

Il fratello stolto?!? Era un oltraggio bello e buono ed aveva dovuto contenere i propri istinti omicidi per non ucciderlo subito dopo la sua dimostrazione. Non bastava suo fratello, non era un mistero che Lorenzo condividesse con gli altri la credenza che fosse un idiota, che gli ripetesse quanto poco valesse, quanto fosse un peso per la famiglia, no... doveva anche sentirlo urlare di fronte ai nemici della sua Firenze dal figlio bastardo del loro notaio! E certe cose andavano severamente punite.

Non era bravo ad aspettare, non era mai stato un suo punto di forza la pazienza, ne lo avrebbe mai imparato. Aveva sentito più di una volta la tentazione di bloccarlo al primo angolo cieco della città, o delle bettole che il sedicente artista frequentava, e fargli pagare l'affronto, ma alla fine, per una volta, ringraziò il Signore per avergli dato la forza di attendere. Per una volta la sorte era stata generosa con lui.

Non aveva voluto crederci quando l'aveva vista entrare, Lucrezia, la favorita di suo fratello, che andava a cercare calore nel letto di Leonardo.

Un ghigno gli si era dipinto sul volto, mentre attendeva che la Madonna uscisse da quella casa, no, la fretta era completamente scomparsa, ora era la soddisfazione che lo stava giudando. Quando la vide uscire fu lesto ad entrare, osservando quell'imbratta fogli risistemarsi.

-"Non trovate che questo sia un pò troppo anche per voi, Da Vinci?"-

Il suo sussultare gli strappò quasi una risata, proprio come si aspettava! Quando si girò gli occhi azzurri erano stupiti, impanicati, una sensazione splendida per lui, proprio quella che desiderava vedergli stampato su quella faccia che richiamava pugni, tanto che sorrise ancora appoggiandosi alla parete.

-"Giuliano...è qualcosa che i Medici fanno spesso, spiare i loro ingenieri militari?"-

Ed eccolo che ricominciava con la sua lingua fin troppo lunga, proprio come aveva temuto. Se doveva trovargli un pregio quello era che possedeva una parlantina capace di stordire chiunque, in qualsiasi momento, anche in una situazione nettamente a proprio svantaggio, come quella.

-"Se Lorenzo lo venisse a sapere temo che non avremo più modo di avvalerci dei vostri servigi... artista."-

Marcò l'ultima parola con sarcasmo, quasi fosse un insulto e non un etipeto che gli spettava, vedendolo indurire leggermente i lineamenti. Si chiese per un attimo se fosse più preoccupato per la propria sorte o quella della Madonna, quesito che non aveva nemmeno voglia di risolvere.

-"Glielo direte?"-

Era una delle rarissime volte che lo vedeva così serio, era quasi divertente. Per la prima volta da quando aveva avuto la sfortuna di intrecciare la propria strada con quella di Da Vinci si sentiva la situazione in mano.

-"Dipende..."-

-"Da cosa?"-

Un altro ghigno gli si dipinse sul volto, tutto quello gli aveva dato una nuova idea. Voleva vederlo umiliato, sconfitto, voleva che imparasse a tenere a freno quella lingua lunga che si ritrovava, ben incastrata fra i denti. Ecco perchè lo spinse senza alcuna grazia contro al muro, ridendo appena quando rivide i suoi occhi sgranarsi nuovamente ed intrappolando le sue labbra con le proprie, mordendo e ferendo quella bocca che lo aveva solamente insultato dalla prima volta che si erano conosciuti.

-"Provate ad intrattenere anche me come intrattenete Madonna Donati, Da Vinci... Anzi no, facciamo che sarò io ad intrattenere voi nello stesso modo."-

 

Scoparselo era stata la scelta migliore che avrebbe potuto fare, era stata un esperienza a dir poco soddisfacente, proprio come aveva sperato. Aveva sfogato i propri istinti e poi si era rivestito, lo aveva preso senza alcuna grazia, non si meritava nulla, era affogato nel suo calore e si era assicurato di prendersi il proprio piacere, osservando quasi incantato quel volto che tanto lo irritava contorcersi nel dolore ed in seguito nel piacere. Si sistemò i capelli castani con una mano, voltandosi ad osservarlo. Leonardo aveva un braccio sugli occhi, a nascondergli quei pozzi azzurri di sicuro ancora appannati dal piacere, il petto si abbassava e rialzava ancora troppo in fretta, sul collo, di solito candido, capeggiava un bel marchio rosso, sarebbe stato divertente vedere come lo avrebbe spiegato a Lucrezia.

Si sistemò il cinturone in vita, preparandosi ad uscire.

-"Sapete una cosa?"-

La voce dell'artista lo fece bloccare, ridandogli attenzione quasi di malavoglia, facendogli però inarcare un sopracciglio a quel sorriso irriverente.

-"Cosa?"-

-"Dovrei insultarvi più spesso se questo è il risultato."-

 

Note: piccola GiulianoXLeonardo senza preteseXD Amo questa telefilm, lo adoro, ne sono drogata purtroppo>.< E prima o poi dovevo scriverla, meglio prima che poi, no?XD Spero vi piaccia, anche se non sono molto sicura, comunque mi sono divertita a scriverla^o^ A presto^o^