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Autore: MerasaviaAnderson    18/05/2013    6 recensioni
{Dal testo}
Jeremy lo guardò male mentre tutti ridevamo, la brezza marina ci scompigliava i capelli, persino la perfetta cresta di Odd stava per perdere volume a quel vento leggero, forse non avremmo mai avuto quello che avevamo sempre chiesto alla vita, ma per adesso ci andava bene così, chi sa? Forse fra qualche anno ci saremo trovati a pronunciare un “Sì” su un altare o a stringere un bambino fra le braccia, ma adesso, nonostante tutte le mancanze, ci sembrava tutto perfetto.
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Fan Fiction dedicata alla mia cara amica Ludos98 per ringraziarla di tutte le sue perle di saggezza che mi ha dato .. :*
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aelita, Jeremy, Odd, Ulrich, Yumi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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QUESTA VOGLIA MATTA DI VIVERE LA VITA
 
{Ulrich’s Pov}

Un altro anno scolastico era passato, X.A.N.A. era sconfitto, avevamo tutti ripreso la vita di prima, senza pensieri, senza preoccupazioni, senza corse contro il tempo.
Era appena iniziata l’estate, la stagione calda, che ti cambiava, che ti scuriva la pelle e che ti illuminava il sorriso.
Era una torrida mattina di Luglio, era il 9 per precisare, ero buttato sul mio letto mezzo depresso per via delle litigate con i miei genitori, non sopportavo vivere con loro, era come una pena, una condanna. Una nuova mattina con loro per me equivaleva ad una nuova litigata, avrei fatto meglio a restare in collegio solo come un cane, almeno lì non mi avrebbe disturbato nessuno.
Mi squillava il cellulare, lo presi e risposi un po’ annoiato, era Odd.
-Pronto?
-Ehi Stern! Ascoltami bene!
-Dimmi tutto.
-Allora, i miei sono fuori per una settimana, io sono solo come un cane nella villa in spiaggia, allora ho invitato Einstein, Yumi e Aelita a farmi un po’ di compagnia. Loro hanno parlato con i loro vecchi e li fanno venire, manchi solo tu.
-Aspetta, vai un po’ più piano … allora, noi tutti siamo invitati a casa tua e manca solo la mia conferma, giusto?
-Si, parlane con i tuoi, così mi chiami dopo e me lo dici.
-Ok, ma non ti garantisco nulla, siamo mezzi arrabbiati, ultimamente in famiglia ci sono un po’ di tensioni.
-Beh, allora una vacanza è ciò che ti serve, amico! Ad ogni modo, adesso devo chiudere, spero che sia un sì, richiamami, ok?
-Va bene, Odd, ciao.
Chiusi la chiamata e mi alzai dal letto per parlare ai miei di quella vacanza, avrebbero sicuramente detto di no, ma io dovevo trovare il modo di convincerli, almeno per una settimana non li avrei dovuti sopportare.
Volevo ribellarmi, cambiare, uscire, gridare al mondo intero la mia rabbia, gridare a tutto l’universo tutta la mia frustrazione.
Ero serio, avrei voluto uscire in strada e urlare, ma mi avrebbero preso per matto, quindi decisi di parlare ai miei della vacanza che ci aveva proposto Odd. Chissà, magari accettavano.
-Mamma? Papà?
-Dimmi, Ulrich. – mi rispose mio padre con il suo solito tono freddo ed altezzoso, mi faceva ribrezzo ricordare che non mi aveva mai dato un segno di affetto in quindici anni.
-Allora … Odd ha invitato me e i ragazzi a casa a mare da lui per una settimana, i ragazzi hanno detto che vengono, io ci posso andare?
Sentii mio padre che stava per obbiettare, ma la voce più serena di mia madre lo interruppe.
-Va bene, vacci, nel frattempo io e papà ci schiariremo alcune idee. Avevamo giusto bisogno di un po’ di tempo per discutere da soli.
Quando facevano quei discorsi avevo i brividi anche se era il 9 di Luglio. Temevo che potessero separarsi e dimenticarsi completamente di me, ragionavo ancora come un ragazzino, insomma … questi potevano essere i pensieri di un bambino di cinque o sei anni, ma io ne avevo quindici! Ero davvero infantile!
Presi il telefono e chiamai Odd.
-Pronto Stern?
-Ehi, Odd, i miei hanno detto che posso venire, quando dobbiamo partire?
-Domattina alle 10.00 dovete essere qua.
-Bene, faccio le valige … ciao, a domani.
-Ciao Stern, a domani.
Avevo notato che in quell’ultimo periodo Odd aveva preso l’abitudine di chiamarmi “Stern”, un po’ strano da parte sua, ma che dicevo!? Odd era stato sempre strano! Cambiava umore da un momento all’altro e da quella bocca di forno sparava sempre cose senza senso! Ma in sostanza era il mio migliore amico, non potevo detestarlo, nemmeno tutte le volte che aveva preso in giro me e Yumi; già, Yumi, non la vedevo dalla fine della scuola e adesso l’avrei rivista di nuovo, era sempre bellissima e perfetta, il suo sorriso era sempre smagliante e i suoi occhi sempre accesi, la amavo, era un peccato che avesse deciso che dovessimo restare solo amici, ancora ci soffrivo per quello, in quel momento avrei voluto spararla e lo avrei fatto se Jeremy non avesse chiamato e avessi avuto una pistola, ma lei non mi amava, pazienza, non potevo certo costringerla! Non mi chiamavo William Dunbar! Ah! Quel maiale! Non l’avevo mai sopportato, ronzava sempre intorno a Yumi! Se solo pensavo che tra due mesi avremmo ricominciato la scuola e lo avrei rivisto mi veniva la rabbia fin sopra i capelli!
Finii di fare le valige e uscii fuori a farmi due passi, il vento caldo dell’estate mi scompigliava i capelli dandomi una sensazione di infinita leggerezza in tutto il corpo, mi sentivo libero.
 
La notte era passata velocemente e mi trovavo a casa di Odd, dovevo essere sincero, più che una casa sembrava un albergo, aveva sette camere da letto, tre bagni, un salone immenso e una cucina che sembrava infinita, ero stupito, i suoi genitori erano registi e si potevano permettere una casa tanto grande, ma mi chiedevo il perché l’avessero fatta così grande, la curiosità mi assaliva, allora decisi di chiederlo a Odd.
-Odd, scusa un attimo, ma come mai la tua casa è così grande? Insomma, è impressionante, io qui dentro mi ci perderei!
Odd si fece una risata, sembravo un bimbo di quattro anni impiccione che faceva domande a raffica. -Forse dimentichi le mie sorelle, loro non si sognerebbero mai di dormire nella stessa camera!
Diamine! Era vero! Le sorelle di Odd! Perché non ci avevo pensato? Perché dovevo sempre mettermi in situazioni imbarazzanti? Cercai di sbrigarmela al più presto.
-Ah! È vero, già, le tue sorelle! Avevo dimenticato! Ma dove sono?
-Sono andati con i miei vecchi a Londra, io non volevo andarci allora mi hanno lasciato qui.
-Ok, ehm ... bene.
Dopo quella serie di domande imbarazzanti che avevo fatto a Odd andai in cucina attratto da un delizioso odore, peccato che l’odore non provenisse dalla cucina, ma dalla veranda che si affacciava sulla spiaggia, le ragazze stavano facendo il barbecue.
 
Anche quella giornata passò veloce, era notte, tutti dormivano, io solo ero sveglio, mi ero seduto in veranda per godermi un po’ il fresco della notte, feci uno sbadiglio, era meglio andare a dormire. Entrai in casa e mi incamminai verso camera mia.
Camminavo per il corridoio della casa di Odd e mi vidi venire incontro una dolce figura, lei, Yumi era avvolta in un morbido asciugamano rosa e aveva i capelli bagnati, probabilmente si era fatta la doccia, era così bella.
-Ehi … ancora sveglio? – mi disse.
-Si, ero  in balcone a godermi il fresco.
-Pensavo che dormissero tutti.
-Già, anche io, ma a quanto pare … - le sorrisi e lei ricambiò il sorriso un po’ imbarazzato.
Le vidi un taglio sulla mano e gliela presi.
-Cosa è successo? Ti sei fatta male?
-Non è niente, ho solo sbattuto contro uno scoglio …
-Ti fa male?
-Solo un po’ …
Gli sorrisi dolcemente – Va’ a vestirti … e sta’ attenta la prossima volta, ok?
-Certo … ah! Ulrich! Una cosa! – ridacchiò un po’ tra sé e sé.
-Dimmi.
-Ho sedici anni.
-Lo so … - ridacchiai.
La vidi allontanarsi verso camera sua, aveva ragione, l’avevo trattata come una bambina, ma non sembrava essersi offesa, anzi, ci aveva scherzato su, menomale, meglio così. Mi diressi stanco verso camera mia e mi buttai sul letto con molti pensieri che mi affollavano la mente, ma ero così stanco, chiusi gli occhi e mi addormentai pensando a lei. Avrei così tanto voluto averla accanto.
 
Un’altra settimana era passata, era l’ultima sera che avremmo passato da Odd, l’indomani si ritornava tutti a casa, peccato, era stato divertente, ma il nostro umore non era dei migliori quella sera.
-Dunque domani si ritorna a casa. –mormorò Aelita.
-Già. – rispose Jeremy.
-Peccato, è stato bello, Odd, se sei d’accordo l’anno prossimo potremmo rifarlo, che dici?
Odd balzò dal divano. –Ma certo, Principessa, però quei musi lunghi non li voglio vedere, adesso facciamo una cosa bella: Yumi, va’ a prendere i marshmallow in cucina, Ulrich, prendi un po’ di legna in cantina, io vado a prendere la mia chitarra e Jeremy e Aelita … beh … voi aspettateci fuori!
Andai in cantina a prendere la legna, Odd voleva fare un falò, beh, almeno concludevamo in bellezza, uscii in spiaggia carico di legna.
-Basta questa? – chiesi.
-Si, si, è più che sufficiente! – mi rispose Odd.
Accendemmo il fuoco e Odd cominciò ad uscire il suo repertorio di canzoni, mentre mangiavamo i marshmallow cantavamo come cinque cretini con il cibo in bocca, ogni tanto a qualcuno partiva qualche risata e si affogava e noi altri ridevamo ancora di più.
 
Avevamo finito di mangiare i marshmallow, tutti eravamo lì intorno al fuoco, ma mancava qualcuno, lei … era seduta in riva al mare e guardava le onde infrangersi in una fresca spuma bianca, mi andai a sedere accanto a lei, il forte odore di mare dava una sensazione bellissima e i suoi occhi sembravano illuminare il buio che ci circondava.
-Perché rimani sola? – le chiesi.
-Non so … volevo starmene un po’ tranquilla a guardare il mare, lo faccio ogni volta che ne ho l’occasione, mi piace, mi sento libera, senza alcun pensiero, mi sento fuori dal mondo.
La guardai, era sempre così perfetta, notai in lei qualcosa di strano, di diverso, aveva degli shorts di jeans chiaro e una maglietta rossa.
-Noto con piacere che non vesti più di nero. – commentai io.
-Già … mi sento cambiata, mi sento una persona nuova – rise, poi continuò – e per l’immensa gioia di Aelita ho incominciato anche a truccarmi. – si stese sulla spiaggia a guardare le stelle, un momento di pausa, poi riprese a parlare. –Sento che qualcosa in me sta cambiando, che una forte emozione sta cambiando e ripristinando all’origine la vera Yumi, sento che dentro di me sta entrando una grande forza che mi cambierà ma che allo stesso tempo mi farà restare uguale.
Mi sdraiai accanto a lei, era bello sentirle dire quelle parole.
-La sai una cosa, Yumi? – le dissi – Sono fiero di te.
-Cosa? Di me?
-Sì, sono fiero di esserti amico e di avere la fortuna di starti vicino ogni giorno, non tutti sono così fortunati come me, non tutti hanno un’amica così al proprio fianco.
Non sapevo nemmeno dove trovai il coraggio di dirle quelle parole, erano così profonde che credevo che non ce l’avrei mai fatta.
-Anche io sono fiera di te. – mi rispose – sono fiera perché sei più maturo, più spavaldo, - rise – ad anche più alto!
Era vero, adesso ero molto più alto di lei, in quei pochi mesi l’avevo superata, meglio così, mi sentivo meglio e non avrei avuto più quel senso di inferiorità di fronte a lei.
-Dici sul serio? – le chiesi.
-Sì, è bello sapere che una persona importante per te è cresciuta. – A quel punto si alzò, si tolse le scarpe e si legò la maglietta con un nodo appena sopra l’ombelico. –Togliti le scarpe e la maglietta. – mi disse.
-Cosa?
-Non ti stupro mica! Cretino! Non fare quella faccia!
-Perché dovrei togliermi la maglietta e le scarpe?
-Tu fallo e basta!
Non avevo la minima idea di cosa volesse fare, ma io la maglietta e le scarpe li tolsi lo stesso, però, era vero … era diversa, era più aperta, più sorridente. Ad un certo punto salì sugli scogli.
-Dammi la mano! – mi disse.
-Cosa fai? – le chiesi ridendo e dandole la mano.
-Sali! È divertente!
Io salii insieme a lei su quegli scogli dove batteva l’acqua fresca e spumeggiante che ci faceva udire a pieno il piacevole rumore del mare. Dopo pochi minuti arrivammo alla fine degli scogli e Yumi mollò la mia mano e si buttò in acqua.
-Cosa fai? – le urlai ridendo mentre lei si scostava i capelli dal viso.
-Vieni! Forza! L’acqua è caldissima!
Io le sorrisi e mi buttai vicino a lei schizzandola tutta, eravamo uno di fronte all’altro, io la guardavo in quei suoi bellissimi occhi scuri color carbone, era bellissima, allungai una mano e le faci una carezza sulla guancia, era stato un gesto coraggioso da parte mia, lei mi guardava negli occhi un po’ timorosa ma allo stesso tempo felice per quella carezza. Quel guardarsi negli occhi reciproco mi diede il coraggio di metterle un braccio dietro la schiena e avvicinarla lentamente al mio corpo, notai che lei si lasciava trasportare da me, allora le cinsi i fianchi anche con l’altro braccio, lei allungò le sue mani fino alle mie braccia carezzandomele. Fu un momento, mi abbassai a baciarla e lei allungò le sue braccia sul mio collo, prima timorosamente poi con più convinzione. Quel bacio fu bellissimo, più tempo passava più era pieno di passione, tanto che la sua lingua venne a intrecciarsi con la mia muovendosi entrambe in un unico sentire. Ci staccammo. Le sue mani tornarono sulle mie braccia ed entrambi ci guardammo negli occhi con un sorriso leggero, le sue morbide mani mi carezzavano le braccia. Silenzio, c’era solo un bellissimo silenzio che metteva in evidenza il dolce fruscio e il trasportarsi delle onde. Fu lei a romperlo.
-Ti sei fatto i muscoli, Stern! – mi disse ridendo.
-Già … ti piaccio?
-Sì.
-Ascoltami, Yumi, io devo parlarti.
Avevo paura del discorso che stavo per fare, le sue mani carezzavano ancora le mie braccia tremanti per l’emozione e la paura. Pian piano alzai le mani prendendole il viso mentre lei alzava lo sguardo per guardarmi negli occhi.
Era la prima volta che mi sentivo così impacciato, ma se si era lasciata baciare un motivo ci doveva essere, no?
-Yumi – le dissi – ascoltami, è da due anni che cerco di parlarti, ma non ho mai trovato né il coraggio, né le parole giuste per farlo.
-Ulrich, io non …
-No, Yumi – la interruppi. – fammi parlare, o parlo adesso o non parlerò mai più. Ascoltami, da quel maledetto giorno dell’anno scorso in cui tu mi dicesti di restare solo amici io non ho avuto più pace, mi sei sempre piaciuta Yumi, fin dall’incontro in palestra.
Il buio camuffava i nostri visi rossi e imbarazzati, ma il suo dolce sorriso splendeva alla luce della luna che illuminava i nostri due corpi un po’ scuriti dal sole del giorno.
-U - Ulrich –iniziò a parlare con voce tremante, ma poi il suo tono divenne più deciso e determinato – anche tu mi piaci tanto.
Le portai di nuovo le braccia ai fianchi e le lei le allungò sul mio collo. Un altro bacio.
Lei andò a sbattere con la schiena contro gli scogli mentre il nostro bacio si faceva sempre più intenso, il dolce sapore delle sue labbra sulle mie aveva completato quella notte fantastica. Ad un certo punto ci sentimmo chiamare, erano i ragazzi.
-Yumi! Ulrich! Dove siete?
Ci staccammo e ci mettemmo a ridere.
-Si, arriviamo! – urlò Yumi ridendo.
Raggiungemmo i ragazzi, ma il Magnifico Odd incominciò con il suo famigerato interrogatorio.
-Dove siete stati?
-A fare una passeggiata. – disse Yumi ridendo sotto i baffi.
-E allora perché siete tutti bagnati?
-Perché qualcuno … - azzardai io guardando Yumi con la coda dell’occhio. – ci ha fatto cadere in acqua.
Yumi mi sorrise, peccato che Odd non aveva alcuna intenzione di porre fine all’interrogatorio.
-Allora perché la maglietta di Ulrich e le vostre scarpe sono ancora sulla spiaggia? – ci chiese ridendo.
Vidi Yumi cambiare colorito e diventare rossa tutto di un colpo, allora presi subito le difese.
-Diamine Odd! Saranno affaracci nostri?!
-Ok, ok, come vuoi tu, ma solo una domanda, com’è spassarsela con una ragazza?
-Odd, cazzo! Ho detto di smetterla!
Detto questo, presi Yumi per il braccio, presi violentemente la mia maglietta sulla spiaggia e me ne andai con Yumi in un posto isolato.
-Forse non dovevi essere così precipitoso, sappiamo tutti com’è fatto Odd – mi disse Yumi.
-Si, lo so, ma non mi va che metta in giro voci non vere.
-Neanche a me, ma a mio parere il fatto che ce ne siamo andati rafforzerà di più la sua ipotesi.
Eravamo sdraiati sulla sabbia a guardare le stelle, sentivamo solo il fruscio del mare, io volli approfittare di quella situazione.
-Successo quel che successo, ciò non toglie una cosa. – le dissi.
-Che cosa?
-Che questa notte è magnifica.
Azzardai a baciarla, era dolcissima, non credevo che mi sarei mai sentito così bene in tutta la mia vita, ma ad un certo punto avvertii la presenza di qualcuno: erano Odd, Jeremy ed Aelita. Ecco, adesso sì che eravamo fregati, ci staccammo e li guardammo imbarazzati, io mi alzai sui gomiti e parlai.
-Cosa volete?
-Dai Stern! – esclamò Odd – lo so che non te la sei spassata con Yumi, se siete fidanzati ditecelo punto e basta, così non ci sorprendiamo più di nulla!
-Va bene – dissi io arrossendo – siamo fidanzati, ma acqua in bocca ragazzi, ok?
-Va bene … state tranquilli. Saremo dei pesci!  - disse Jeremy.
-Non c’è bisogno che tu lo dica Einstein, tu un pesce lo sei già! – esclamò ridendo Odd.
Jeremy lo guardò male mentre tutti ridevamo, la brezza marina ci scompigliava i capelli, persino la perfetta cresta di Odd stava per perdere volume a quel vento leggero, forse non avremmo mai avuto quello che avevamo sempre chiesto alla vita, ma per adesso ci andava bene così, chi sa? Forse fra qualche anno ci saremo trovati a pronunciare un “Sì” su un altare o a stringere un bambino fra le braccia, ma adesso, nonostante tutte le mancanze, ci sembrava tutto perfetto. Coglievamo la vita un minuto dopo l’altro, un sogno dopo un sogno, un gioco dopo un gioco, avevamo la piena consapevolezza  che dovevamo vivere a pieno la vita e cogliere e sfruttare al meglio tutte le occasioni che essa ci offriva. Era normale, avevamo sedici anni, eravamo amici, uniti, ci amavamo, e quella era la cosa più bella che ci potesse capitare.
Eravamo come appena entrati in un sogno, o in un mondo nuovo, un mondo più pulito, più vivo, più felice; sì, era vero, ancora c’era molto da cambiare, ma in sostanza ci andava bene così, lo avremmo cambiato poco a poco riuscendo ad uscire dai mille casini in cui ci saremmo messi, era questa voglia matta di vivere la vita che ci spingeva a continuare e noi avremmo continuato, non ci saremmo mai arresi al primo ostacolo e avremmo camminato sempre a testa alta perché nessuno sarebbe mai stato così potente da farci abbassare lo sguardo.

*Angolo scrittrice*
Spero che la FF vi sia piaciuta ... ^_^ Ci ho messo tanto impegno ... per favore ... recensite ... Grazie in anticipo ... :D
   
 
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