Attenzione:
con questo testo, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non voglio
offendere
i personaggi in esso presenti. Tutti i personaggi sono frutto della mia
bacata
immaginazione, così come le situazioni presentate.
Mi
hanno detto di stare seduta sul divano ed
attenderli. Ma se non faccio niente, mi annoio…
Così
alla fine scelgo di appisolarmi.
Nella
mia bella immagine, vedo che sono piccola, e
gioco con un micio. Un micio che ho già visto, è
grigio e nero, a strisce.
Sono
striature
Un
momento… Masashi?
Fratellone??
Masashi chan???
Il
mio fratellone se n’è andato… Forse
perché non mi
vuole più bene. Stiamo calmi. Chiamiamo la Mamma.
Mamma?
Mamma??
Vedo
la Mamma, e poi anche Papà, il fratellino Teru
e Yuki. Mamma e gli altri sono belli, ma io non li ho più.
Penso
che mi hanno messo in punizione perché sono
stata cattiva. Ma io voglio la mia mamma… Mamma, Mamma...
Poi
vedo i Gazette, e l’immagine si fa sempre meno
nitida.
Quando
mi risveglio riconosco il divano. La sala. Giusto.
Oggi il mio caro amico Reita fa il
concerto con la sua band.
Mi
metto le mani sul visino e cerco di soffocare i
miei singhiozzi.
Quando
rientriamo dal concerto, siamo tutti molto
stanchi. Le urla dolci dei fan ci
arrivano fino a qui, nonostante siamo nel retro della sala. Quando vedo
la mia
dolce bambina che trema sul divano, spaventata e sola, quasi mi viene
un
infarto. Mi avvicino di colpo insieme agli altri del gruppo, ci siamo
spaventati.
Ma
che ha?
Quando
mi avvicino, non capisco cosa è che la turba.
“REITA! REITA! OH
REITA!” e si getta piangente tra le mie braccia.
“Reita,
ho… F-fatto un sogno… Che c’era la mia
mamma
e il mio papà che erano felici. Io sono stata cattiva con
loro e loro hanno
detto che si separavano… Reita… E’
colpa mia… Reita…”
Sospiro
più calmo. A stravolgerla è stato solo il
sogno di tempi felici. Mi racconta che nel suo luogo ameno, tutto era
perfetto.
I suoi Versailles non le facevano mai mancare nulla.
“Al
palazzo ci sono persone che mi amano, nessuno mi
vorrebbe mai fare male. Mamma suona e Papà canta. Cantano
canzoni d’amore, mi
hanno detto che l’amore è in tutti i loro gesti.
Nei sorrisi, e negli abbracci
che ci scambiamo. Vedevo
farfalle
bellissime, che volavano libere nel parco. Tutti gli animali erano
felici. La
mamma mi aveva spiegato che tutti erano felici perché
papà, che era il re,
regnava in modo saggio e giusto. Lui
invece gli stava accanto e lo confortava. Per il mio compleanno i
Versailles mi
hanno donato questo” così dicendo, estrae dal suo
zainetto una scatolina. Penso
che dentro ci sia una collana.
Riprende
a parlare aprendolo, e noto che non è una
collana il contenuto di quella scatolina, ma un uovo gioiello. Un uovo
che è
molto decorato all’esterno, ci sono rose, fatte di diamanti e
di quello che
sembra quarzo rosa. Gemme tagliate a rosetta.
“Guardate.”
Gira la chiave (che ha appesa al collo) della piccola creazione, e
questa si
apre.
Mostra
una piccola farfalla con corpo dorato e ali
decorate con gemme preziose. L’insetto sbatte le ali grazie
evidentemente ad un
complicato meccanismo. Si sente una canzone, la riconosciamo tutti ad
orecchio,
è REMINISCENCE.
Restiamo
incantati per tutto il tempo della canzone
a fissare quell’uovo come se non ne avessimo mai visto uno
nella nostra vita.
Solo
quando la canzone finisce, ci rendiamo conto
che quello che abbiamo visto non è un sogno.
Stringo
a me la bambina, lei ripone il prezioso uovo
nel suo contenitore. Si stende su di me e mi chiede un consiglio.
“Reita,
e anche tutti voi, io sono stata cattiva con
i miei Versailles. Potreste accompagnarmi da loro? Vorrei chiedere
scusa per
come mi sono comportata. Pensate che accetteranno di vedermi? E poi
devo
assicurarmi che nessuno faccia del male al fratellino Teru.”
“D’accordo.
Certo, è una cosa che si può fare.”
dice
Uruha.
Takanori
quasi sbotta “ma se si azzardano a farti
soffrire non esitare a chiamarmi, piccola Sara.”
“Va
bene, Takanori.”
“Ora
puoi dormire, piccola…” la sento rilassare il
respiro sul mio petto. Lentamente mi alzo e, tenendola in braccio, la
porto
fino al furgone. La Tomomi guiderà stasera, siamo tutti
troppo stanchi.
Oggi
è il grande giorno, potrò finalmente rivedere
la mia Mamma.
Reita
parcheggia la Mustang, insieme a noi ci sono
anche Uruha, che è dietro di me, Kai, che mi sta accanto,
Takanori ed Aoi, che
ci seguono.
Chi
sta dietro a quella porta molto probabilmente
sussulta, per oggi non dovevano ricevere visite.
Entriamo
tutti. Quando Hizaki mi vede, si volta e
quasi non crede ai suoi occhi.
“La
bambina ha chiesto di vedervi. Badate bene che
se la ferite ancora una volta noi vi ammazziamo.” dice Kai.
Kai è il leader, il
comandante supremo dei Gazette, e nessuno di loro farebbe mai qualcosa
che
andasse contro le sue decisioni.
“Io
volevo parlarvi. Perché sono stata stupida quel
giorno. Voi mi avete insegnato che prima bisogna badare agli altri, e
solo dopo
ci si prende cura di sé. Mentre io, da brava ingrata, ho
dimenticato questi preziosi
insegnamenti. E pensando al mio egoismo vi ho detto che vi odiavo. Io
so che ho
fatto un errore e ne sono pentita. Sono venuta fin qui oggi
perché me ne sono
resa conto e volevo chiedere il vostro perdono. Spero solo di fare
ancora in
tempo a chiedervi Perdono. Mi dispiace molto di avervi ferito dicendovi
che
voi mi odiavate e che io odiavo voi, perché non
è vero. Tutto ciò è stata
un’orribile menzogna. Vorrei che anche Kamijo fosse
qui, così potrebbe sentire che sono conscia di essere
colpevole. E magari
potrebbe dirmi se mi perdona o no. Spero che mi perdonate. Voi siete
Angeli e
gli angeli scesi dal cielo per renderti felice non si offendono.
”
Hizaki
mi stringe. “No, piccola mia, siamo noi che
dobbiamo chiederti scusa. Sappiamo che è passato tanto
tempo, e che molto
probabilmente ti abbiamo già ferito irreparabilmente, ma ti
chiediamo perdono. Abbiamo
solo distrutto un piccolo angelo. Tu sei un piccolo angelo, sei tanto
buona. Se
solo tu potessi restare ancora con noi…”
Passo
un bel pomeriggio con i Versailles. Mi fanno
sentire proprio come a casa. Insieme suoniamo il piano, e cantiamo. Mi
fanno
anche conoscere Zin. Somiglia molto al re. E questo mi fa solo piacere.
Quando
la sera i Gazette mi vengono a prendere si calmano
quando vedono che sono più serena.
Ora
vorrei solo tornare a dormire nel mio letto…