Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Bei e Feng    19/05/2013    3 recensioni
L'estate è il periodo di vacanze per eccellenza. Vacanze che di solito si passano al mare. Anche se Tsuna preferirebbe passarle a casa a recuperare le ore di sonno perse con scontri mafiosi vari.
Ma se Kyoko lo invitasse a passare un'intera giornata al mare con lei, loro due soli?
Tsuna immagina già che questo piccolo invito possa diventare l'inizio della sua storia d'amore con la ragazza più carina della scuola.
Ma le cose non sempre accadono come vogliamo noi!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vacanze Mafiose'
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Nata dalla richiesta di mio cugino di scrivergli una ff con tutti i personaggi di Reborn (esclusi i Vongola di prima generazione), questa storia è ambientata alla fine della quinta saga, più precisamente all'inizio dell'estate successiva all'ultimo scontro.
I primi capitoli di questa fanfiction (ce ne saranno molti) erano già pronti da settembre dell'anno scorso, ma visto che l'estate era appena finita ho trovato fuori luogo e nostalgica l'idea di metterla subito, e così ho aspettato fino adesso. ^^
I primi quattro capitoli, perlopiù introduttivi e un po'monotoni, verranno pubblicati secondo queste date:
il 19/5 (ovvero oggi) il I;
il 30/5 il II;
il 12/6 il III;
il 22/6 il IV.
Dal quarto in poi, oltre che prendere una svolta ultrademenziale, i capitoli verranno pubblicati secondo il solito tempo di aggiornamento (cioè una volta al mese).
Detto ciò, se volete andare avanti, buona lettura e (forse un po'troppo in anticipo) buona estate! :D


- Sveglia Imbrana-tsuna! E' domenica, sono già le 5:45 del mattino e tu stai ancora poltrendo! - la voce di Reborn rimbombò nelle orecchie di Tsuna, accompagnata da un fastidioso e penetrante suono di tamburello.
Il ragazzo aprì gli occhi pigramente. Che cosa era preso a quel bambino? La scuola era finita, l'ultimo scontro si era concluso nel migliore dei modi già da una settimana, e questo era dovuto solamente a Tsuna e alla sua capacità di unire un gruppo eterogeneo come quello dei suoi alleati. Reborn sembrava essersi dimenticato per l'ennesima volta di essere salvo solamente grazie all'idea del suo allievo.
E doveva aver anche dimenticato le sette ore di fuso orario che separano il Giappone dall'Italia.
Il Decimo Vongola guardò il suo katekyo travestito da sciamano.
- Che cosa stai facendo? - borbottò.
- Questa è la danza africana per svegliare gli elefanti: sembra funzionare anche con te. - rispose l'altro, con la sua solita vocina canzoniera.
Il ragazzo sorrise di fronte a quell'ennesima stravaganza. Poi si mise a sedere sul letto, con gli occhi ancora socchiusi.
- Quindi sarei un elefante? - chiese, divertito.
Il bambino ricambiò quel sorriso, che però, a differenza di quello del Vongola, aveva un vago accento di presa in giro che Tsuna, ancora addormentato, non riuscì a cogliere.
- Lascialo decidere a lei. - disse Reborn, accennando a qualcuno dietro di lui.
Sawada seguì quel cenno con aria addormentata. E poi sbarrò gli occhi, ricacciandosi sotto le coperte per l'imbarazzo.
- C-Ciao, Kyoko... - disse il mucchio di coperte tremando.
Lei sorrise. Tsuna sarebbe voluto sparire per l'imbarazzo, ma l'emozione di vedere il volto dolce della ragazza ancora una volta lo tratteneva, e ardì a sporgersi da sotto la matassa di coperte. Lanciò una rapida occhiata alla sua stanza, ma se ne pentì immediatamente: la camera era nel caos completo. Magliette e pantaloni sparsi sul pavimento e sullo schienale della sedia, cartacce delle patatine per terra davanti alla TV, dove i joystick della playstation erano ancora collegati dal giorno prima (quando Tsuna aveva giocato per l'ennesima volta con Lambo). Certo non era quella l'immagine che voleva presentare a Kyoko della sua casa e, in particolare, della sua camera.
- Hai veramente una bellissima camera, - disse invece la ragazza, guardando verso la finestra. - Il panorama è bellissimo. -
- Non ti sembra disordinata? - si lasciò sfuggire Tsuna.
- Per niente. Quella del mio fratellone è molto peggio! - e sorrise.
Tsuna ricambiò quel sorriso, figurandosi Ryohei che dormiva nella palestra della Namimori sotto lo sguardo timorderòamortesco del proprietario di casa (Hibari).
- Ero venuta a chiederti se volevi venire con me al mare, stamattina. - disse Kyoko, sempre sorridente.
- Certo! Verrò certamente! - esclamò Tsuna, impacciato ma emozionato e felicissimo. Come poteva dire di no a quegli occhi??? - Puoi aspettarmi per qualche minuto? -
- Sicuro! - sorrise Kyoko, uscendo. - Ti aspetto all'ingresso. Partiamo tra mezz'ora. -
Tsuna restò per un attimo imbambolato a fissare la porta appena richiusa. Kyoko-chan gli aveva appena chiesto di andare al mare con lei!... Non ci poteva credere...
Voleva un pizzicotto!...
- NON E' POSSIBILE! - urlò Tsuna, quando lo raggiunse un calcio di Reborn. Possibile che l'Arcobaleno lo dovesse svegliare anche dalle sue fantasticherie?
- Sbrigati! Solo le ragazze si fanno attendere! - lo rimproverò il bambino.
Tsuna ubbidì, e mise ancor più in disordine la stanza per trovare asciugamano, crema solare, borsa, ecc. Reborn lo osservava, esaminando ogni suo movimento.
- Per curiosità - chiese il bambino, sorridendo. - Quando è stata l'ultima volta che sei andato al mare? -
Tsuna arrossì di nuovo, imbarazzato. Si ricordò solo in quel momento che l'ultima volta che aveva messo piede in spiaggia aveva appena cinque anni.
Ma per fortuna i costumi di suo padre gli entravano perfettamente.

Dopo un'ora di pullman, i due ragazzi raggiunsero un areoporto. Be'... definirlo areoporto era un complimento: quello di fronte a cui si trovarono sembrava più una pista d'atterraggio improvvisata nel nulla, dove stava parcheggiato un jet privato di lusso. Un uomo in giacca e cravatta stava fermo, in piedi, davanti al grosso macchinario. Quando Tsuna e Kyoko si avvicinarono abbastanza, il Vongola lo riconobbe, e sbarrò gli occhi.
- Kyoko Sasagawa e Tsunayoshi Sawada? - chiese.
Tsuna avrebbe voluto rispondere: "Sono rimasti imbottigliati nel traffico.", afferrare la mano di Kyoko e portarla via, lontano da lì e da altri guai.
Ma fu lei a prendere la sua mano, emozionata come se avesse vinto alla lotteria.
- Siamo proprio noi! - esclamò, entusiasmata.
- Prego, accomodatevi pure dentro. - li invitò gentilmente l'uomo.
- Wow! - esclamò la ragazza, trascinando l'amico nel jet, seguiti dall'estraneo. Kyoko e Tsuna si accomodarono (in realtà Tsuna restò teso come una corda) su due sedili vicini (anzi, gli unici due sedili del jet).
- Kyoko, forse sarebbe meglio... - il ragazzo avrebbe voluto concludere con un "scendere subito e andarsene in fretta"; ma le parole gli morirono in gola, mentre vedeva l'uomo chiudere la portiera del jet, tagliando ogni via di fuga.
- Hai ragione, Tsuna. - disse Kyoko, improvvisamente seria.
Sawada la guardò esterrefatto. Nonostante le avesse già da tempo rivelato la storia della mafia, non credeva che Kyoko potesse capire, intuire subito una situazione come quella. Ma... Tsuna sorrise tra sé e sé. Kyoko non era mica una stupida!...
- Bisogna sempre allacciare la cintura di sicurezza! - continuò lei, sorridendo, allacciandosi la cintura di sicurezza.
"NON INTENDEVO QUELLO!!!" urlò il ragazzo nella sua mente, immaginandosi mentre piangeva, si strappava i capelli, e poi si buttava dal finestrino... E invece rimase lì, immobile, senza avere il coraggio di dire o fare niente, anche perché non poteva falro: aveva lasciato i guanti a casa.
Tsuna si stava ancora chiedendo cosa fare, quando una voce parlò da un fantomatico altoparlante, rivolta ai due passeggeri. Una voce familiare e amichevole:
- Benvenuti su questo jet preparato apposta per voi! Partiremo immediatamente, ma prima qualche informazione: il viaggio durerà almeno dodici ore. Il comandante, cioè io, vi consiglia (se ci riuscite) di dormire e riposare. Al momento dell'atterraggio verrete svegliati dal sottoscritto. Per qualsiasi cosa, non esitate a chiamare. Il tempo atmosferico previsto a destinazione è ottimo, la temperatura è compresa tra i 25°C e i 30°C. Ci sono domande? -
"Sì," si chiese Tsuna. "DOVE STIAMO ANDANDO???"
- La nostra sistemazione in albergo? - domandò Kyoko, sempre più entusiasta.
"ALBERGO??" Tsuna continuò ad urlare mentalmente, sembrando in preda a qualche crisi, mentre ascoltava immobile, guardando la schiena dell'uomo in giacca e cravatta (che poteva scorgere oltre l'oblò della porta del pilota). "E TU QUESTA LA CHIAMI UNA GIORNATA AL MARE???"
- All'arrivo un nostro rappresentante vi accompagnerà all'hotel. Altro? -
- No, grazie infinite. Siamo soddisfatti. - rispose la ragazza.
- Bene, allora spegnete i telefoni. - l'uomo si voltò verso di loro. - La compagnia aerea 'Vongola & Co.' vi augura un buon viaggio verso l'Italia! -
In quel momento gli occhi esterrefatti di Tsuna incontrarono quelli calmi e fermi del Nono.
  
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