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Autore: Alley    20/05/2013    9 recensioni
"Rating arancione con nette sfumature di rosso
Jane gliel'aveva detto che i libri della James le avrebbero fatto male...
Avanti Darcy, avanti! Se la sua fan fiction è diventata un best seller, la tua può tranquillamente ambire alla conquista di un posto tra le storie più popolari del fandom."
Darcy è disposta a tutto pur di raggiungere il successo. Persino ad "ammazzare" la sua migliore amica.
[(fintissimo) one-sided Clint/Coulson; secretary!Darcy]
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Agente Phil Coulson, Clint Barton/Occhio di Falco, Darcy Lewis, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Darcy's world ~ Diario di una fangirl'
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Darcy lancia un’occhiata desolata al file immacolato che campeggia sullo schermo del suo portatile ed emette uno sbuffo sonoro e contrariato.

Scoraggiata, distoglie lo sguardo e stende la schiena contro la scomoda spalliera della sedia su cui è accasciata vanamente da ore, allungando verso l’alto le braccia da troppo tempo tese verso la tastiera del piccolo pc, per stiracchiarle e scacciare il torpore che le ha indolenzite.

Accanto a Philip – Darcy ha la stramba abitudine di dare un nome agli oggetti più cari e, malgrado sia un catorcio, vuole davvero bene al suo computer – giace la pila di romanzi rosa e riviste – di un colore leggermente più scuro – che ha consultato, anche in questo caso senza alcun risultato, fino a qualche ora prima.

Spera con tutto il cuore che l’ispirazione - quella brutta puttana – la fulmini prima che Jane li trovi, perché sarebbe davvero difficile spiegarle per quale motivo il suo armadio è pieno zeppo di giornaletti porno. È lecito chiedersi perchè una giovane fanciulla per bene – un po’sopra le righe, ok, ma senza dubbio per bene – e all'avanguardia come lei debba correre il rischio di passare per ninfomane tenendo nascoste nel proprio guardaroba delle riviste di quel tipo anziché ricorrere a metodi sicuri e veloci come Youporn.

La risposta è che Darcy vorrebbe tanto avvalersi della tecnologia, ma da quando i Men in black hanno cominciato a trafficare con la roba sua e di Jane evita di fare ricerche troppo compromettenti, perché qualcosa le dice che cancellare la cronologia non sarebbe sufficiente a tenergliele nascoste. Per questo ha ritenuto più prudente abbonarsi ad una di quelle riviste stile Playboy, dicendo a Jane che si trattava di un settimanale a tema gastronomico - i cuochi in copertina sono fighi, sì, che c’è di strano? - e aveva cercato in quelle pagine un barlume di luce che potesse condurla fuori dall’oscurità, ma nulla era accaduto.

Non s’era persa d’animo e aveva provato con “Cinquanta sfumature di grigio”, con Twilight e persino con alcuni racconti sentimentali scovati in maniera del tutto casuale nella sezione dedicata agli autori stranieri: “Three meters above the sky”, “I want you” e “Sorry, but I want to marry you” ma, per quanto li avesse trovati accattivanti, non l’avevano aiutata ad uscire dalle sabbie mobili.

Darcy si solleva e si reca in cucina, apre il frigorifero e tira fuori l’ennesima lattina della giornata, pronta a trangugiare un altro litro di Coca Cola.

È certa che continuare a sfogliare libri e giornali non le servirà a nulla. Molti anni prima, al corso di letteratura italiana, ha sentito – l’unico giorno in cui s’è degnata di prestare un briciolo di attenzione alle parole dell’insegnante – che, secondo un celeberrimo autore di cui non ricorda il nome – ha ascoltato, davvero, ma è troppo pretendere che, a distanza di anni, si ricordi persino il nome – “L'arte tende a ritemprarsi, a rinovellarsi per mezzo della osservazione diretta e coscienziosa”; in questo momento Darcy si rende perfettamente conto di quanto costui avesse ragione.

Quello di cui ha bisogno è guardare con i propri occhi, toccare con le proprie mani – magari – indagare personalmente, stare a stretto contatto con i propri soggetti. Si potrebbe pensare che, essendo la migliore amica della fidanzata di uno dei soggetti in questione, la sua esigenza sia facilmente assecondabile, ma non è affatto così. Jane e Thor sono due pessimi soggetti, per niente adatti al tipo di lavoro che in mente di produrre – senza contare la scarsissima fama di cui Jane gode in certi ambienti, che non è di certo un incentivo a designarla come protagonista…

Darcy è a tal punto immersa nel suo atroce dilemma che la suoneria del cellulare la fa sobbalzare. Scava tra i libri e i fogli pieni di appunti che sommergono la sua scrivania e, quando finalmente individua il telefonino, lo afferra e se lo porta all’orecchio.

"Darcy?"

La voce di Jane è contratta e titubante, la classica voce da “non dirmi che sei ancora seduta davanti al pc! Se continui così, dovranno chiuderti in una centro di disintossicazione”.

"Non dirmi che sei ancora seduta davanti al pc! Se continui così, dovranno chiuderti…"

"Sto bene Jane, grazie. Tu, invece? Sei arrivata in terza base?"

Il silenzio tombale che cala tra di loro è la più eloquente delle risposte.

Darcy è costretta ad ammettere che le tendenze del fandom non sono poi così immotivate. C’è più tensione sessuale tra un calzino e un tostapane che tra Thor e la sua amica.

 "Ascolta" divaga Jane, la voce macchiata d'imbarazzo "Ho una buona notizia per te."

"Di che si tratta?"domanda Darcy senza entusiasmo. Lei e Jane hanno sempre avuto una visione del mondo antitetica: quello che la giovane astrofisica considera una buona notizia potrebbe essere, dal suo punto di vista, una catastrofe planetaria.

"Stai ancora cercando un lavoro o hai deciso di restare incollata al pc per sempre?"

Darcy impiega qualche secondo a recepire le parole dell’amica e a dargli un senso. Quando finalmente ci riesce, le torna in mente che, fino a pochi mesi prima, erano gli annunci su Internet che consultava spasmodicamente, alla ricerca di qualche offerta che facesse al caso suo, e non le sezioni Marvel di EFP.

È più che mai a corto di risorse e le farebbe proprio comodo un lavoretto. In quel momento, però, le sue priorità sono altre: non potrebbe mai dedicarsi ad altre attività prima di chiudere quella pratica.

"Jane, veramente…"

"Allo S.H.I.E.L.D. cercano una segretaria."

Darcy quasi si strozza con la Coca Cola e strabuzza gli occhi a tal punto da trasformarli in due palle da biliardo.

Osservazione diretta e coscienziosa…

"Stai scherzando?"

"No" risponde Jane e Darcy decide che è meglio smettere di bere, prima di strangolarsi davvero "Vorrebbero qualcuno che sia al corrente del vero ruolo dell’agenzia, per evitare di coinvolgere persone este…"

"Ma è magnifico!" esclama su di giri ed ha la tentazione di fiondarsi su Spotted per sbandierare ai quattro venti che è appena stata scritturata per fare la segretaria allo S.H.I.E.L.D., ma è certa che per i Men in black sarebbe una bazzecola rintracciare l’anon che si nasconde dietro ad un post e probabilmente troverebbero la rivelazione un ottimo motivo per licenziarla ancor prima che cominci.

Euforica, inclina il capo affinché il cellulare si regga nell’incavo della sua spalla e afferra tutte le riviste porno, per poi gettarle – non senza un pizzico di rammarico – nel cestino della carta.

"Quando si comincia?"

***


La prima cosa che Clint pensa quando arriva al settimo piano e poggia lo sguardo sulla scrivania di Ester è che Coulson deve elargire stipendi molti generosi se la sua segretaria può permettersi una mastoplastica da un momento all’altro. Non che se ne intenda di chirurgia estetica, ma passare da una tabula rasa a due mongolfiere come quelle in meno di ventiquattro ore – il giorno prima la donna ha lavorato fino a tarda serata, lo sa perché è rimasto a spiare Coulson – non è cosa da tutti: deve aver promesso al chirurgo una bella somma per convincerlo ad operarla in fretta e furia in piena notte.

Quando, dopo qualche istante, la segretaria alza il volto dalla scartoffie che sta analizzando, Clint pensa che nessuno salario, per quanto lauto, possa comprare un elisir di giovinezza o altre diavolerie di questo tipo, pertanto, a meno che alla mastoplastica non si siano aggiunta una plastica facciale dagli effetti strabilianti e lifting miracolosi, la proprietaria delle due bocce non è Ester.

"Buongiorno, agente Barton. Posso fare qualcosa per lei?"

Il Falco storce appena la bocca, perplesso, e sta quasi per replicare che no, non può fare niente per lui – a parte caricarsi in spalla quei due esorbitanti cocomeri e sparire dalla circolazione – quando, all’improvviso, una domanda prende a ronzargli in testa e scalza la risposta sgarbata che si stava apprestando a darle.

"Come sai il mio nome?"

La tizia sfodera una smorfia interdetta e vagamente colpevole.

"Io, ecco…L’ho letto sulla targhetta dell’ufficio attiguo a quello del vicedirettore. Visto che gli altri due appartengono a delle donne ho fatto due più due e…"

"Non sto andando nel mio ufficio" la interrompe e avanza verso la porta di quello di Coulson "Devo parlare con il tuo capo."

"Non può" ribatte Darcy perentoria e, se fino a quel momento a Clint la sua voce era suonata sgradevole, adesso gli appare detestabile.

"Perché?"

"Mi ha detto di non far entrare nessuno."

Questo è esattamente il motivo per cui Clint non voleva che Coulson cambiasse segretaria – in modo particolare, non voleva che la rimpiazzasse con una dotata di un davanzale come quello. Ester, che portava una striminzita ed innocua seconda, conosceva le sue abitudini e si era ormai rassegnata al fatto che violasse costantemente le sue direttive e ce n’era voluto, di tempo, per ammansirla. Adesso avrebbe dovuto ricominciare da capo la trafila e, considerando che la novellina voleva senza dubbio fare colpo su Coulson – lavorativamente parlando, s’intende – avrebbe dovuto sudare sette camicie per togliersela dai piedi.

"Appunto" commenta con strafottenza, sollevando appena le spalle "Io non sono nessuno."

La ragazza aggrotta la fronte e si alza, palesemente infastidita. Barton la ignora ed allunga un braccio verso la maniglia. L’ha quasi raggiunta quando una presa salda gli afferra un polso e lo blocca.

"Forse non sono stata sufficientemente chiara" ringhia la giovane e se Clint non fosse concentrato a riversarle addosso tutto il suo odio l’occhio gli cadrebbe senza dubbio sulla vertiginosa scollatura che gli sta davanti "L’agente Coulson non vuole essere disturbato."

Clint la squadra dal basso verso l’alto, con un’arroganza ed una sufficienza che acuiscono la sua collera.

"Sei stata chiarissima, tesoro" le dice, rivolgendole un sorriso falso e melenso "Ma tu sei nuova qui e ancora non sai come vanno le cose. Occhio di Falco non obbedisce agli ordini di nessuno, tanto meno a quelli della nuova portaborse di Coulson."

La ragazza – Darcy Lewis, come recita il cartellino che pende da un lembo dalla camicetta – emette un suono stizzito che, se non fosse stato abituato ai grugniti di Natasha Romanoff, Clint troverebbe inquietante e stringe ulteriormente la presa attorno al suo polso.

"Lasciami immediatament-"

"Ascoltami tu, bellimbusto" abbaia e gli occhi chiari sparano fulmini e saette nella sua direzione "Io sono appena stata assunta e non ho alcuna intenzione di perdere il posto per colpa tua. Questo lavoro mi serve, ne ho assoluto bisogno."

L’enfasi e il fervore con cui pronuncia le ultime frasi a Clint non piacciono affatto.

"Le segretarie sono molto richieste. Proprio ieri ho letto un annuncio in cui-"

qui che voglio lavorare, qui e in nessun altro posto, chiaro? E adesso vattene, prima che ti infili una delle tue dannate frecce su per il-"

"C'è qualche problema?"

Il volto perplesso di Coulson fa capolino da dietro la porta dell’ufficio e Darcy molla il polso di Clint e ritrae il braccio.

"Vicedirettore" balbetta, imbarazzata. Teme che verrà licenziata in tronco e mai come in quel momento trova splendide le storie in cui Barton subisce soprusi e angherie di ogni tipo da parte di Loki. Se verrà buttata fuori, ne scriverà una anche lei "Stavo spiegando all’agente Barton..."

"Chi cazzo è questa?" sbotta Clint, ignorandola "Dov’è Ester?"

Coulson gli lancia un’occhiata glaciale, prima di voltarsi verso Darcy e rivolgerle un sorriso ampio e rassicurante. "Lo perdoni, signorina Lewis. L’agente Barton e il galateo non vanno particolarmente d’accordo."

Fino ad un istante prima Darcy si sarebbe goduta le scuse e la ramanzina rivolta al suo nemico, ma da quando Coulson ha messo piede fuori dal suo ufficio la sua attenzione è stata catalizzata dalla morbosità con cui Barton tiene gli occhi fissi su di lui e tutt’ora è troppo presa da quel succoso dettaglio per far caso ad altro.

"Che hai da guardare?!" domanda Clint furioso e Darcy incurva le labbra nel più sadico dei suoi sorrisi.

"Barton, smettila" lo rimprovera Coulson e si lancia in una paternale sulle buone maniera che Clint non sembra avere intenzione di ascoltare – cercare di ammazzare qualcuno con la sola forza del pensiero richiede una concentrazione estrema e non consente di dedicarsi contemporaneamente ad altre attività.

"Bene" conclude, risoluto, con l’aria di uno che sa d’aver parlato a vuoto. Compie un paio di passi verso la porta socchiusa e Darcy si aspetta di vederlo scomparire oltre l’uscio, invece si ferma, la spalanca e, seppur con una mezza smorfia, fa segno a Clint di precederlo "Sono molto indaffarato, posso concederti pochi minuti."

Il Falco si volta furtivamente verso Darcy e sfoggia un ghigno compiaciuto che, se non fosse tanto impegnata ad appuntare mentalmente quanto sta osservando, lei troverebbe di sicuro insopportabile.

Coulson varca la soglia, seguito da Barton, e mentre la porta scorre alle loro spalle Darcy ne afferra il bordo e la trattiene per impedirle di chiudersi del tutto. Con passo felpato raggiunge la scrivania e prende precipitosamente blocchetto e penna, per poi tornare ad accucciarsi dietro l’uscio con le orecchie tese e le dita frementi.

"Cosa vuoi?"
 
La voce di Coulson è insolitamente alterata, del tutto scevra dalla pacatezza ostentata fino ad un attimo prima.

Pre-slash

"Quell’idiota di Sitwell…"

"Barton."

"L'agente Sitwell mi ha appena detto della missione in Finlandia."

"E allora? Non sei stato designato per quella missione. Ci andiamo io e lui."

"Appunto."

"Appunto cosa?"

"Non può portare Sitwell."

"Certo che posso."

"No, non può."

Compiaciuta, Darcy fa scorrere la punta della stilo sul foglio.

Rating giallo tendente all’arancione

"Per quale motivo?"

"Perché soffre il freddo. Non resisterebbe un solo giorno."

"Oh, capisco. E dimmi, avresti qualche suggerimento da darmi, riguardo al sostituto?"

Darcy non può credere alle proprie orecchie: nel giro di due minuti, l’imperturbabile tono di Coulson è passato dallo sdegno al sarcasmo. Sempre più elettrizzata, traccia una riga su quanto scritto in precedenza e rettifica.

Rating decisamente arancione

"Beh, la mia agenda è tristemente vacante in questo periodo…"

Arancione con nette sfumature di rosso

Jane gliel'aveva detto che i libri della James le avrebbero fatto male...

Avanti Darcy, avanti! Se la sua fan fiction è diventata un best seller, la tua può tranquillamente ambire alla conquista di un posto tra le storie più popolari del fandom

"…al contrario della sua."

"Hai letto la mia agenda?!"

"Accidentalmente."

"Come hai fatto a prenderla?"

"Io ed Ester avevamo un ottimo rapporto. A proposito, non sapevo che le piacessero le maggiorate."

"Non ti azzardare mai più a-"

"Non mi risponde?"

"La signorina Lewis è un’amica di Jane Foster. Avevo bisogno di qualcuno che fosse a conoscenza di…"

"Chi è Virginia?"

"E tu come fai a conoscerla?"

"Ho letto il suo nome sull’agenda. Andate a pranzo insieme oggi."

A Darcy brillano gli occhi mentre scrive 'Threesome' a caratteri cubitali sul bordo del foglio. Non le risulta che tra i personaggi del fandom ci sia una Virginia – o la Hill si chiama così? -  ma ha inventiva a sufficienza per creare un OC a cui affibbiare questo nome. L’idea non la esalta perché, generalmente, i nuovi personaggi sono addirittura più malvisti di Jane – il che è tutto dire – ma la carta Threesome è troppo invitante per essere accantonata.

"La cosa non ti riguarda."

"È la sua ragazza?"

"No, Barton, non è la mia-"

"Sa della maggiorata? Non le farà piacere."

"Non è la mia ragazza e smettila di straparlare e di intrometterti nei miei-"

"Se non state insieme allora perché va a pranzo con lei?"

"Ci vado a pranzo, non a letto. È una cosa assolutamente innocente."

Lime

"Allora anche noi potremmo pranzare insieme, uno di questi giorni…"

Darcy elimina il 'pre' con un deciso colpo di penna e sottolinea cinque volte il termine 'slash'. Si prenderà la libertà di trasformare il pranzo in una cena, in modo da poter architettare un degno dopo – i grandi scrittori hanno tutto il diritto di adattare la realtà alle proprie esigenze narrative. Il lime è obbligatorio e piazzarlo in luogo del Thè delle cinque è fuori discussione.

"Nemmeno per sogno."

"Questa è incoerenza, signore."

Darcy traccia l’ennesima barra e sostituisce la parola cancellata con 'Lemon' - melius abundare quam deficere. 'Threesome'/'Lemon'/'Slash' è un trittico di avvertimenti che garantisce un minimo di dieci recensioni, e con il Gender Bender potrebbe arrivare addirittura a quindici. Barton è isterico come una donna in pieno ciclo mestruale, sarebbe un gioco da ragazzi riuscire a mantenerlo IC cambiandogli sesso.

"No, è istinto di sopravvivenza."

"Non ti hanno insegnato che origliare è da maleducati?"

Darcy trasalisce e la penna le cade di mano. La voce risuonata alle sue spalle è irriverente e canzonatoria quanto quella di Barton e il sorriso che illumina il volto di colui a cui appartiene è altrettanto beffardo. Come Tony Stark possa essere il personaggio più amato del fandom, resterà sempre un mistero.

"Senti chi ha parlato" lo schernisce acida, raccogliendo la stilo dal pavimento.

"Cosa vorresti insinuare? 'Discrezione' è il mio secondo nome."

"Certo. E io porto la prima" ribatte e immediatamente lo sguardo di Tony scende verso il basso. Darcy dà a tal punto per scontato che stia viaggiando verso la sua scollatura che si accorge con diversi, fatali secondi di ritardo che, invece, si è posato sulle sue ginocchia, dopo campeggia il blocchetto zeppo di annotazioni tutte estremamente compromettenti. Lo copre con le mano, in modo da nasconderle, ma ormai è troppo tardi.

Il suo cervello ha già elaborato una mezza dozzine di scuse più o meno credibili – “è roba di Jane”, “sto studiando l’aramaico e questa è la trasposizione inglese dei termini base”, “sto ampliando il mio lessico per fare più punti su Ruzzle” – quando il suo interlocutore distoglie lo sguardo dal block notes e torna a fissarla negli occhi. Al contrario di quel che si sarebbe aspettata, non c’è derisione né stupore nel suo sguardo, ma un’anomala concentrazione che Darcy non sa come interpretare.

"Non ti consiglio una Threesome slash" le dice, con una solennità pari a quella delle declamazioni di Thor e che non credeva avrebbe mai sentito risuonare nella sua voce "È un casino, soprattutto se vuoi scrivere una PWP: troppa roba da infilare e troppo pochi buchi in cui farlo."

"No, in realtà non avevo in mente quello. Pensavo più ad una storia sentimentale con qualche momento di…"

“Cinquanta sfumature” deve averle carbonizzato il cervello ancor più di quanto pensasse, altrimenti non si spiega il fatto che stia discorrendo di fan fiction – per giunta porno – con Tony Stark. Si interrompe, conscia dell’assurdità della situazione, e nota che l’espressione dell’altro è improvvisamente divenuta accigliata e livida di rabbia.

"Darcy, chi sarebbe 'Virginia'?" domanda, irritato, e Darcy si accorge soltanto in quel momento che il palmo della sua mano non è sufficiente a coprire ogni angolo del foglio.

Per un istante ha la tentazione di rispondere che è il nome del nuovo personaggio che ha ideato – e che no, non sarà assolutamente una Mary Sue – ma, per fortuna, si ricorda in tempo della conclusione a cui è giunta un istante prima - parlare di fan fiction con Tony Stark è insensato e fuori luogo - e desiste.

"È una con cui esce Coulson."

Il colorito di Stark varia rapidamente dal carminio al magenta, passando per tutte le sfumature di rosso – maledetta E. L. James – esistenti. Darcy teme che stia per avere un infarto e pensa che anche quello potrebbe essere un ottimo spunto per una fan fiction. Se non temesse di risultare indelicata, prenderebbe altri appunti.

Prima che abbia il tempo di chiedergli per quale motivo stia avendo un crollo nervoso, lui alza i tacchi e si defila, borbottando qualcosa su agenti traditori e fidanzate con scheletri nell’armadio.

Darcy si riavvicina alla soglia dell’ufficio di Coulson, impugna nuovamente la penna e fa per accovacciarsi, quando la porta viene spalancata e per poco non la colpisce in pieno volto.

"Non ti hanno insegnato che origliare è da maleducati?" le chiede Clint e Darcy si domanda se abbia davvero la faccia di una ficcanaso o, semplicemente, Barton e Stark abbiano la stessa psicologia deviata. Propende per la seconda opzione.  

Il Falco richiude la porta e Darcy ne approfitta per nascondere il blocchetto.

"Se me l’avessi detto ti avrei lasciato entrare."

Clint corruga la fronte e la fissa con diffidenza. "Detto cosa?"

"Che spasimi per il mio capo."

Un’ombra di sorpresa ammanta lo sguardo di Barton e Darcy, intenerita, quasi è sul punto di dirgli che, per quanto Coulson faccia il prezioso, è palese che la cosa è reciproca.

"Nelle credenziali c’era 'impicciona del cazzo'?"

"No" sibila e mette subito da parte i suoi buoni propositi "Ma c'era 'intuito spregiudicato per la TSI'."

***


"'L’autrice ha saputo tessere, con impareggiabile maestria, una trama intrigante e coinvolgente, piena di pathos e colpi di scena che lasciano il lettore costantemente sulle spine e ne alimentano il desiderio di proseguire nella lettura. I sentimenti de protagonisti sono resi in maniera così efficace…'"

"Icastica" la corregge Darcy, ficcandosi in bocca una manciata di pop corn "Metti 'icastica' invece di 'efficace', fa più intellettuale. Più la recensione è erudita, più è alta la possibilità che venga presa in considerazione."

Sente il ticchettio della tastiera dall’altra parte del telefono e poi la voce dell’amica che riprende a leggere.

“'I sentimenti de protagonisti sono resi in maniera così icastica che pare di poterli toccare con mano, di viverli sulla propria pelle. Lo stile è fluido ed accattivante, il lessico vario e curato e la sintassi impeccabile. Ritengo che questa storia, che rappresenta l’esordio nel fandom di un’autrice che promette scintille…'"

Quella parte all'inizio le era parsa un po’troppo celebrativa, ma, in fondo, cosa c’è di male nell’esaltare il talento? Darcy è assolutamente certa che la richiesta non verrà mai presa in considerazione – sono sempre le fan fiction più scadenti a finire nella lista delle storie scelte – e allora tanto vale elogiarsi da soli.

"Mi dici almeno cos’è un fandom?"

Ha preferito celarle qualche piccolo, insignificante particolare. Le ha detto d’aver partecipato ad un concorso di scrittura creativa il cui vincitore verrà decretato in base al numero di commenti positivi ricevuti dalla storia. L’ha fatto per il suo bene: se Jane si mettesse a gironzolare per il sito, si imbatterebbe senza dubbio in una delle recensioni che la descrivono come 'insipida', 'inutile' e 'insulsa' – nel migliore dei casi – e la sua sensibilità ne risentirebbe.

In realtà, Darcy si sente leggermente in colpa per averla strumentalizzata in questo modo: sfruttare le recensione delle “amikette” per valorizzare la propria storia non è il massimo della correttezza ma, cavolo, la sua one shot merita davvero ed è pertanto lecito ricorrere a mezzi non proprio ortodossi per conseguire la meritata fama.

"…e che meriterebbe senza dubbio un posto d’onore."

"Perfetto. Adesso elogia l’IC dei personaggi e poi invia pure."

"Non so nemmeno cosa sia, l’IC."

"Non è necessario" risponde Darcy serafica, ingurgitando un altro pugno di pop corn "Un giorno te lo spiegherò. Per adesso, dì che è perfetto."

"Darcy?"

La voce di Jane risuona perplessa e curiosa.

"Sì?"

"Cosa significa 'Thorki'?”

Darcy per poco non casca dalla sedia e non sa come sia riuscita a trattenere l’imprecazione risalitale in gola.

"Jane, ti avevo detto di non ficcare il naso negli avvertimenti!"

Ecco, quello è uno dei motivi – se non il principale – per cui si è mantenuta sul vago. Malgrado il siparietto a cui ha – clandestinamente – assistito quella mattina l’abbia enormemente stuzzicata, dopo un lungo e accorto rimuginare Darcy ha deciso di esordire con una ship di sicuro affidamento – nel fandom il Clintasha domina nettamente, meglio debuttare con qualcosa di più classico.

"Darcy" la chiama ancora l’amica e a Darcy non piace affatto quel tono minaccioso "In questa storia c’è un personaggio di nome Thor che assiste al funerale di una certa Jane…Si tratta di semplice omonimia, vero?"

Ecco, anche quello era stato un valido motivo per mentirle. Fare fuori la propria migliore amica potrà sembrare sadico e di cattivo gusto, ma la morte di qualcuno ci sta sempre alla grande (conferisce densità emotiva alla storia), soprattutto quando si tratta di personaggi non esattamente popolari come Jane.

 "Jane, ti prego, non leggerla tutta."

Perché non s’è accontentata del lime e l’ha trasformata in una lemon, perché?

"Mi auguro che tu abbia una spiegazione per tutto questo" ringhia Jane e la sua voce adesso è davvero terrificante.

Darcy sospira rassegnata e si appresta a fornirgliela, sperando che quella non sia la fine della loro amicizia.

"Ehm, dunque…Hai mai sentito parlare di fan fiction?"


















Note
Non pensavo di tornare a sfracassarvi i maroni pubblicare così presto, ma sono rimasta in piedi fino alle tre del mattino per scrivere questa storia e m'è sembrato doveroso nei confronti delle mie occhiaie postarla subito. Le note sono parecchie, pertanto mettetevi comodi e armatevi di pazienza (se siete giunti fin qui, vuol dire che ne avete). So bene che il tema "personaggi che parlano di fan fiction" è stato ampiamente sviluppato (e con risultati di gran lunga migliori di questo), ma dopo aver trascorso intere giornate a leggere Spotted: LJ & EFP Flame Edition non potevo che fornire anche io la mia versione. Chi conosce la pagina Facebook in questione avrà di certo colto i rimandi a quelli che sono gli argomenti più dibatutti nei post dei suoi piacitori. L'obiettivo (mi auguro raggiunto almeno in minima parte) è quello di ironizzare sui clichè e i topos del mondo delle fan fition - e di questo fandom in modo particolare - che, talvolta, diventano oggetto di liti furibonde e tirate de capelli a mio avviso ben poco consone (anche se il discorso vale molto ma moooolto di più per gli altri fandom che per questo: qui c'è molto rispetto ed è uno dei motivi per cui ci staziono ormai da un anno e ne lovvo tanto gli autori e i recensori): insomma, se vorrebbe pure sdrammatizzà un pochino.
Penso sia inutile specificare che lungi da me l'idea di offendere i gusti o gli atteggiamenti di qualcuno: pieno rispetto per tutti, persino per chi ama "Cinquanta sfumature di grigio" (scherzi a parte, Peace&Love, davvero). Ho preso per le ciappetts anche me stessa - mi sono accorta di far un (ab)uso spropositato del termine "icastico" nelle recensioni, le parole di Darcy sono un riferimento a questo - quindi mi pare ovvio che il sarcasmo utilizzato è del tutto innocente.
Passiamo alla burocrazia:
- Philip è il nome del portatile di _Maria_ *cuore* La ringrazio per avermi consentito di citarla e la credito per le battute che chiudono il siparietto finale tra Clint e Darcy ("Nelle credenziali c’era “impicciona del cazzo”?"; "No, ma c'era "intuito spregiudicato per la TSI” ); le ha ideate lei e non a caso sono le uniche divertenti della storia.
- “Three meters above the sky”, “I want you” e “Sorry, but I want to marry you" sono le traduzioni inglesi dei tre libri più famosi di Federico Moccia: "Tre metri sopra il cielo", "Ho voglia di te" e "Scusa ma ti voglio sposare".
- L'anon è colui che invia, in forma appunto anonima, messaggi alla pagina Facebook sopracitata (messaggi che vengono poi pubblicati, sempre in forma anonima, da coloro che gestiscono la pagina e commentati dal resto dell'utenza).
- "L'arte tende a ritemprarsi, a rinovellarsi per mezzo della osservazione diretta e coscienziosa" lo scrive Verga in una lettera all'amico e collega Luigi Capuana. Il celeberrimo autore siciliano sostiene che l'unico modo per poter scrivere una storia in maniera fedele e verosimile sia quello di immergersi nella realtà che si intende raccontare e toccarne con mano i personaggi (logica secondo la quale nessuno di noi potrà mai essere IC a parte Darcy, quindi basta pippe mentali).
- Ester è una mia invenzione
- Naturalmente, Virginia è Pepper. Non chiedetemi perchè Darcy non conosca lei e Clint - lui lo conosce solo virtualmente, l'ha cercato su Google dopo aver letto delle fan fiction in cui è protagonista - e Tony invece sì, perchè non ne ho idea
- I clichè di cui parlo sono, ovviamente, quelli del fandom italiano e mi rendo conto che, a rigor di logica, Darcy dovrebbe frequentare quello inglese, ma a) non sono mai stata una persona logica b) se avessi voluto essere ortodossa, non avrei potuto scrivere questa storia
Finito - almeno credo. Se dovesse venirmi in mente qualcos'altro, lo aggiungerò in seguito.
*si defila*
  
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