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Autore: Minene    20/05/2013    2 recensioni
Questa è la storia di un Lillipup un pò speciale.. Un Lillipup strano, che nasconde la sua tristezza attraverso una maschera.. Un Lillipup che non è nel mondo.. egli pensa, sa cose che altri non sanno, ma si tiene tutto dentro..
Una storia dal punto di vista dell'amico Tuc (un Pidove), che lo accompagnerà lungo un viaggio assurdo, non privo di pericoli e prove da superare..
Alla ricerca della verità sul padre.. e sulla sua stessa natura...
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Stella Cometa perchè voglio cominciare una serie di storie sui pokèmon Shiny e per me tutti i pokèmon sono come stelle che ci illuminano la strada, "cometa" perchè hanno un che di speciale che li rende unici e questo li porta a diretto contatto con il mondo degli uomini, oltre il gioco..
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Dedicata a Francesca in onore del suo piccolo Lillipup a cui vuole tanto bene!:D Questo sarà solo il primo di una lunga serie!:3
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Cap.3  Ritorno
 
“Aiuto! Aiutatemi! Vi prego, ho bisogno di aiuto! Aiuto!”
“Naru, calmati!”
“A..ah!”
Finalmente si svegliò. Si alzò dal cespuglio di foglie sul quale era sdraiato e mi guardò insonnolito e spaventato con delle profonde occhiaie sotto gli occhi. Si guardò intorno e riconobbe il paesaggio roccioso della Via Vittoria che si estendeva verso l'alto. Ma quello che più lo stupì fu l'enorme cancello che portava alla Lega. Doversi fermare a riposare proprio di fronte a quell'entrata tanto imponente senza poter proseguire a vedere cosa c'era più avanti per colpa del buio pesto che caratterizzava quel luogo, lo scocciava alquanto, anche in quel momento. Il giovane Hendier si sedette di nuovo e tentò inutilmente di riprendere sonno. -Povero Naru..- pensai. -Ancora quel sogno. È da quando si è evoluto che continua a farlo..-
“Perchè non me ne parli...?” intervenni guardandolo curioso.
“Perchè no.”
“Naru.. eddai, di me ti puoi fidare..! troveremo una soluzione..”
Il giovane guardò i suoi compagni. Cin dormiva spensierato nel sacco a pelo del suo padrone, anche se ci stava un po' stretto essendosi evoluto. Erano da sempre inseparabili. Woody era probabilmente in cerca di bacche e Verony stava dormendo sotto ad un albero senza foglie non poco lontano da loro. Il fuoco bruciava al centro, scaldandoli. Naru si voltò di nuovo verso di me, sentendosi più rassicurato dal fatto che tutti stavano dormendo. Forse quello che lo rassicurava meno era il suo allenatore che sorrideva nel sonno con le braccia incrociate dietro alla testa e l'inseparabile cappello di paglia sopra gli occhi. Quel matto di un allenatore che aveva fatto evolvere Naru in un essere ancora più simile a sua madre, tranne per i colori che continuavano a caratterizzare la sua indole particolare.
I suoi occhioni verdi si riempirono di lacrime guardando quest'ultimo, ma svanirono subito. Si voltò verso di me, stringendo i denti come per non far fuggire nemmeno una parola, e poi cedette, respirò a fondo e pronunciò, come una sentenza, queste parole:
“Voglio fuggire.”
Il mio stupore fu immenso, spalancai gli occhi ed il becco per parlare, ma la sua zampa mi zittì.
“Mi dispiace..” disse scusandosi mentre teneva gli occhi fissi sul suo allenatore
“..non so nemmeno io il perchè, ho solo bisogno di prendere quella bacca, battere la lega, ed andarmene per sempre. Non sgridarmi, e non dire che ho perso la testa. Ci ho pensato a lungo.. Io ho bisogno di trovare la pace, incontrare nuove persone, mettere un fine momentaneo alla mia vita, rimanendo qui, a Unima. Casa mia. Capisci..? Io non ho intenzione di partire a Kanto con i miei compagni, non lo farò. Io voglio vivere libero..”
Era vero. Il suo allenatore aveva in progetto di andare a Kanto per tornare dalla sua famiglia. Ma non ci pensai. Quello che più mi uccideva in quel momento era la scelta che stava per fare quello stupido di un cucciolo solamente un po più alto di prima! La rabbia mi bolliva dentro. Chiusi gli occhi, arricciai il naso e urlai con tutto il fiato che avevo, stando attento comunque a non farmi sentire dai compagni. Indicai l'allenatore addormentato.
“Vuoi forse dirmi che tu hai USATO questo povero allenatore per raggiungere il tuo scopo ed ora lo abbandonerai così?? Ti sembra un comportamento sensato??? Naru, smettila! Non puoi farlo! Anche se tu volessi, non puoi fuggire dal tuo allenatore! È impossibile finché sarete legati dalla pokèball!”
“Allora non lotterò più!!!”
“Non puoi farlo, tu devi obbedire!”
“No! L'hai detto tu stesso! Pokèmon e allenatore combattono per lo stesso ideale! Se questo non è più lo stesso, dove va a finire il legame? Dopo la Lega, che senso ha continuare a combattere?? Io non cerco la forza, io cerco la verità! E dopo che avrò preso quella bacca, io non avrò più un motivo per stare qui con questi compagni! Io me ne andrò! E se lui mi terrà prigioniero, allora tanto meglio! Avrò il nuovo desiderio di fuggire, e lo ostacolerò!”
“Tu.. Tu non puoi capire.. Non puoi capire quanto fortunato sei.. Ci sono pokèmon che non possono combattere e vengono utilizzati per lavorare nelle miniere e negli edifici, LO CAPISCI QUESTO??? HAI MAI PROVATO A VIVERE COME UN ESTRANEO IN QUESTO MONDO? RIESCI A CAPIRLO?? TU NON SAI COSA SI PROVA!!!”
“E tu sì..?”
Silenzio. Mentre parlavo le guance mi erano divenute rosse, ora invece stavo in silenzio. Il mio non era odio, ne rimpianto. Solo terrore. Naru non doveva sapere nulla sul mio passato. Ma la voglia che avevo di sputarglielo tutto in faccia, ricordo dopo ricordo, era irresistibile. Non per puro orgoglio, ma per terrore. Terrore che lui intraprendesse la strada che ebbi intrapreso io.
“Io... sì, Naru.. Io lo so.. Ma non è questo il punto... Io non voglio che tu viva per sempre come un pokèmon solitario.. è.. triste...”
Abbassai gli occhi facendo scorrere le lacrime mentre con il fiato corto bloccavo lo scorrere dei ricordi. -è triste..- continuavo a ripetermi. Alzai lo sguardo, Naru mi guardava con un sorriso di compassione. Chiuse gli occhi e fece scorrere le lacrime anche lui. Mi disse, gioiosamente, con un sorriso amaro, quanto amasse il suo allenatore e i suoi compagni. Poi, aprì gli occhi scintillanti e cambiò tono, guardando a terra.
“Tuc.. Io SONO un pokèmon solitario. Lo sono sempre stato, dovresti saperlo meglio di me. Io sono, e sarò per sempre un Lillipup Solitario.. anche se ormai, Lillipup non sono più..” si guardò e rimpianse i tempi in cui era piccolo e agile, e fiero. Nonostante tutto sorrise.
“Tuc, senti..” riprese piano “Io avevo bisogno della forza per raggiungere i miei ideali. Ma non è la forza il mio ideale.. mi capisci, Tuc..? Almeno tu.. mi capisci..?”
Sorrisi. Sapevo di averlo perso. Ma non importava. Avevo perso ormai troppa gente, c'era chi ero riuscito a salvare e chi avevo perso senza neppure tentare, e lui non volevo più aiutarlo. Non mi sentivo abbastanza fiero per riuscirci. Mi asciugai le lacrime e risi a me stesso.
“Tu sei.. haha,” ridevo, guardando a terra, nascondendo gli occhi lucidi e mostrando solo il sorriso che si estendeva lungo il mio viso “Tu sei proprio un tipo particolare, sai..?” tornai serio e poi ripresi “Va bene. Ma ad una condizione.”
“Qualsiasi cosa!” rispose fiero. Abbassai ancor di più lo sguardo timidamente e un deja-vu colpì sia me che lui mentre rialzavo il volto imbarazzato e dicevo:
“Posso venire con te?”
Naru sorrise, fiero.
“Certamente.”
 
Il mattino dopo Taka fu stupito di trovare me e Naru a dormire insieme e ci svegliò a malavoglia vedendo che eravamo tanto tranquilli e spensierati. Appena il cagnolino dorato aprì gli occhi, si fiondò all'entrata della lega aspettando il suo padrone per avanzare.
“Haha, che energia! Non vedi l'ora di entrare, eh?” disse l'allenatore sorridendo. Si volse verso gli altri che lo raggiunsero alcuni volando, altri saltellando.
“mmmh.. però entrare alla Lega con solo 4 pokèmon è proprio rischioso.. Voi vi sentite pronti, ragazzi..? Non credete che sarebbe meglio un allenamento finale? Catturiamo altri amici!” sorridendo e saltellando si volse indietro e si diresse giù dal dirupo. Ci guardammo tutti stupiti.
“Non ci credo..” disse Cin, il Quilava rosa/rossiccio. Portava un delizioso fiocchetto rosa intorno al collo che mostrava tutta la sua femminilità e il suo carattere dolce ma allo stesso tempo aggressivo.
“Neppure io..” replicò Woody, che era ormai uno Swoobat, giallo come il sole. Si posava una mano sulla fronte in segno di esasperazione.
“Uffi..” replicò Verony che era rimasta sempre la stessa, dorata, come la prima volta che l'avevano conosciuta.
“Quello lì non lo ferma nessuno! Vorrei tanto che si decidesse a calmarsi un po'.. ma tanto sappiamo come va a finire, vero ragazzi? Non catturerà mai un altro compagno a meno che non sia shiny.” disse Cin in direzione dell'allenatore ormai scomparso.
“Chissà come mai..” bisbigliò pensieroso Naru, ma la sua voce arrivò alle orecchie di Woody che lo guardò con stupore.
“Ma come, non lo sai..?”
“Di che parli, Woody?” chiese Cin volgendosi verso di lui. Naru era imbarazzato e fece un  passo indietro. Il Quilava lo guardava curiosa, affascinata dal suo pelo dorato che si era schiarito con l'evoluzione. Sembrava quasi un pokèmon normale ricoperto di polline.
“Lui non sa..” riprese Woody cercando l'attenzione di Cin, “Non sa perchè il nostro allenatore cattura solo pkmn shiny..”
“Come???” gridò il pokèmon rosa guardandolo stupita.
“Se è per questo, neanch'io..” replicò Verony imbarazzata
“Bene,” cominciò Cin sedendosi sulle foglie sbadigliando e sistemandosi il fiocco, “Allora vi racconterò io com'è andata..” Naru fissava incantato quell'essere così piccolo pur essendosi evoluto. Cin arrossì al suo sguardo e si volse verso Verony per verificare che fosse attenta, nascondendo il suo rossore.
“Bene, tempo fa, quando il nostro allenatore era ancora piccolo, e aveva ricevuto il suo primo pokèmon, a Kanto brillava un sole bellissimo. Andò così a giocare fuori di casa con il suo piccolo Cindaquill, che, badate bene, non ero io. Loro erano amici per la pelle, inseparabili. Giocavano sempre insieme, erano una coppia fortissima, egli l'aveva chiamato Cin e non lo faceva mai evolvere per mantenere la sua forma piccola e agile. E questo è stato il suo primo errore. Un giorno incontrò un pokèmon troppo forte per lui e non solo perse la lotta, ma un colpo alla fronte lo rese daltonico. Correndo verso casa egli vedeva mostri ovunque, non distingueva più nulla e nessuno, stringeva fra le braccia il suo amico che aveva perso molto sangue. Quando raggiunse un centro pokèmon, per il suo amico non c'era più nulla da fare. Fu seppellito dietro a casa sua, pianse molto per la sua perdita.. ma quello che lo aveva colpito di più era che lui vedeva TUTTI i pokèmon, come esseri shiny, e quelli shiny, come esseri normali. Non riusciva ad accettarlo, perchè dalle ricerche fatte, il pkmn che aveva ucciso il suo amico era un Ursaring, che lui, dopo il colpo, vedeva come un pokèmon shiny. Da quel giorno decise di partire lontano, il più lontano possibile da quella terra dove era sepolto il suo amico. Chiese al Professor Pokèmon un Cindaquill shiny, in modo da sostituire il suo vecchio compagno. Lui fece questa richiesta perchè così poteva vederlo come il suo ex amico e non come un “disgustoso essere shiny”, come diceva lui. Lo chiamò Cin e insieme decisero di partire per Unima. Però questa volta lo fece evolvere. Quel pokèmon sono io. Lui mi vede come un Quilava normalissimo e vede tutti voi come pokèmon normali. Evita per questo i pokèmon VERAMENTE normali.. ecco, questa è la sua storia.. lui vuole battere la lega per superare il suo terrore, la sua fobia, per poi tornare a casa ed accettare il fatto che lui vedrà per sempre un essere rosso come il sangue al posto del suo migliore amico. Per accettare la sua malattia.. e voi tutti, lo state aiutando.. con la vostra forza e il vostro sostegno.. non potrò mai ringraziarvi abbastanza per questo..”
“Aspetta.. tu ci stai dicendo che per tutto questo tempo hai vissuto come un ricordo, una maschera di una persona che non potrà mai più tornare..? Insomma, una verità bugiarda..? E tu sei stata d'accordo con tutto ciò per tutto questo tempo..? Sei stata d'accordo a vivere come un ricordo per tutta la tua vita, pur consapevole che le parole del tuo allenatore, le sue coccole, le sue attenzioni, non erano rivolte a te, ma ad un morto???” Queste parole uscivano dalla bocca di Naru con un'intensità, uno stupore, una forza inimmaginabile. Quasi volesse trasmettere disprezzo e rammarico allo stesso tempo. Cin abbassò lo sguardo e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Durò solo pochi secondi perchè poi si alzò fiera e rispose decisa, con un sottofondo di malinconia e dolore negli occhi:
“Quel Cin era mio fratello..”
Il Quilava abbassò di nuovo in viso, infranta dalle sue stesse parole. Naru ammutolì pieno di tristezza e rimorso. Il silenzio terminò quando sentirono risalire dalla collina rocciosa il loro allenatore depresso. Quando arrivò presso di loro, si lasciò cadere sul sacco a pelo, deluso.
“Uff.. possibile che non si trovano mai pokèmon decenti, qui a Unima..?”
Naru si mise di fronte al suo allenatore toccandogli la fronte con il muso. Taka alzò lo sguardo dal cuscino e lo guardò incuriosito. Gli occhi azzurri dell'allenatore si mischiarono con quelli del cucciolo.
“Quindi tu mi vedi come un pokèmon normale, non è vero..?”
Bisbigliò il cucciolo tra i denti. Io mi avvicinai a lui, salendogli in groppa. Takka era confuso, così si alzò, incrociò le gambe sotto di sé e abbracciò il suo Naru. Mentre lo abbracciava si tolse il cappello di paglia con una mano e lo mise in testa al cagnolino dorato. Questi rimase sorpreso. Sorrise e risero tutti insieme.
“Allora, destinazione Lega!!!”
Così tutti si volsero verso l'enorme cancello e sparirono sotto a quell'alba estiva.
 
“E IL CAMPIONE DELLA LEGA E'... TAKKA MIRANEKI DA SMERALDOPOLI!!!”
La gente urlava, esaltava, gioiva di fronte ad uno spettacolo tale. Il nome veniva registrato e tutti uscivano a prendere un po' d'aria e a congratularsi con il vincitore.
Ora era fatta. Lui sarebbe partito per Kanto e la Lega sarebbe andata avanti per lasciare la possibilità ad altri allenatori di batterla, visto che Takka non richiamava il posto fisso di campione. Vidi tutti ridere e abbracciarsi felici, tutti tranne Naru.
“Beh, che c’è? Non sei contento? Hai vinto! Un po’ di entusiasmo, su!”
Ridevo anch’io insieme a tutti. Mangiavamo una torta di bacche deliziosa e ci facevamo fotografare dai fan. Anche io ero molto richiesto, visto che non si vede spesso un Pidove che segue ovunque un allenatore che non l’ha neppure addomesticato nella sua pokèball.
“Come posso dirglielo..? Come posso abbandonare un tipo come lui..? Mi è impossibile solo pensarlo..”
“Naru..”
“Io.. qual era il mio nome, Tuc..? Come mi chiamavano i miei fratelli..? Mikki, vero..? Era questo il mio nome..?”
Una lacrima gli bagnò il volto a quel ricordo. Si volse verso il cancello spalancato della Lega. Camminò lentamente e io lo seguì. I suoi passi agili e veloci raggiunsero velocemente la destinazione. Mosse la terra rossiccia e cominciò a scavare lentamente, con cura. Lo vidi spalancare gli occhi e tirare fuori, avvolta in una carta blu, una caramella rotonda. Appoggiandola sul suolo si vide un bigliettino uscire dalla carta. Naru si sedette e guardò confuso il suolo. Poi mi fissò con il viso spento. Confuso se essere deluso oppure contento. Io raccolsi il biglietto e lo aprì. Cominciai a leggere ad alta voce:

Per il mio piccolo cucciolotto
Ok, è vero, stata stupida, e me ne pento. Ho seguito fin qui il mio caro marito, preso quella dannata bacca e sostituita con questa.
Mi chiamo Sarah, sono un Herdier. Sono qui con un allenatore, abbiamo battuto la Lega…

Aspetta, cosa??” Naru spalancò gli occhi e mi prese la lettera dalle mani.
“Questa lettera è da parte di mia madre! Lei è stata qui? Quando? Come? Perché?”
Cominciò a leggere confuso, velocemente.

Meglio se spiego dall’inizio. Dopo che ci siamo sposati, io e mio marito abbiamo fatto una promessa. Avremmo battuto la Lega insieme. Fatto sta che l’allenatore scelse lui, e non me. Lui se ne andò e mi promisi che l’avrei superato. Avrei battuto anch’io la Lega. Con o senza di lui. Così partì anch’io, ed eccomi qui. L’ho superato. Ho preso la sua stupida bacca con il mio nome inciso e l’ho sostituita. Ora voglio che i miei figli la ottengano e vadano in cerca dei loro sogni. Io ho trovato il mio.
La vostra mamma
Sarah

“Mamma.. cosa devo fare..?”
Bisbigliò il piccolo rileggendo centinaia di volte quella lettera.
“Perché.. perché mi hai mentito..?”
“Non sareste mai partiti se fosse stato solo un viaggio per superarvi a vicenda. E non era ciò che desiderava vostra madre. Lei voleva darvi un ideale che non fosse l’orgoglio e la forza. Lei voleva che il vostro ideale fosse la verità, e per questo vi ha mentito. Me lo disse lei prima di partire..” cominciai a dire, girato di spalle. Non potevo, non sarei riuscito, a guardarlo in faccia. Ripresi più lentamente “.. Ecco, ora lei potrà realizzare il suo ultimo desiderio. Lei è partita, Naru. Lei è andata a vivere con il vecchio allenatore di suo marito, vicino ad una torre, dove lui è sepolto. Ogni notte suona tre volte una campana per conservare la sua memoria. Ora lei è felice. Tu, invece, cosa farai ora?”
Le lacrime gli crebbero negli occhi. Strinse i denti, le fece scorrere lungo tutto il viso.
“Io non andrò a Kanto.” Disse poi, smorzando la voce deciso.
“Ora io voglio rimanere solo..”
Alzò lo sguardo, prese con se la caramella e andò verso il suo allenatore. Lo vidi deciso. Lo seguii dall’alto.
“Hey, Naru! Che c’è? Hai visto? Abbiamo vinto!!!”
Naru morse la borsa del suo allenatore sotto lo stupore di tutti. La sua pokèball cadde e lui la afferrò con i denti facendo cadere la caramella. Morse con più forza la ball frantumandola leggermente di fronte al suo allenatore.
“Oh.. Naru.. Tu vuoi andartene, vero..? Non vuoi venire a Kanto con me, non è vero..?”
L’allenatore si abbassò, prese il suo prezioso cappello di paglia dalla testa e se lo portò davanti alla bocca, pregando l’amico di rimanere. Questi rifiutò, così Taka sorrise.
“Sei proprio deciso, eh? Hehe”
Prese il volto di Naru fra le mani e appoggiò la sua fronte sulla sua. Chiuse gli occhi e bisbigliò una  frase che non riuscì a sentire.
Naru annuì e si voltò sorridendo con le lacrime agli occhi. Anche l’allenatore piangeva. Le telecamere ripresero ogni singolo momento mentre il cagnolino si allontanava giù per l’enorme scalinata. Io lo seguii. E sparimmo così tra la folla nelle lacrime di tutti.
“Naru, aspetta!!!”
Il cagnolino si voltò. Cin era lì, in testa al gruppo. Il Typhlosion viola, evoluto da poco, lo abbracciò e pianse sul suo pelo dorato.
“Non andare. Per favore, non andare. Rimani qui con noi. Naru..”
“Lui la allontanò e la guardò negli occhi. “Non piangere” disse “Un traditore non merita le lacrime di un cuore così puro.”
“Naru, io..” continuò a piangere confusa. “tu non sei un traditore.. io.. io ti ricorderò sempre..”
“Anch’io..” si strofinarono il pelo, gli altri erano più delusi che tristi. Guardavano a terra in silenzio.
“Cin.. abbi cura del tuo allenatore.”
“E tu abbi cura di te stesso.. Tornerò. Te lo prometto.”
“E io ti aspetterò. Addio.”
“Naru..”
Pianse di nuovo. Si buttò sulle gradinate e cadde in lacrime. Ogni tanto sollevava lo sguardo e osservava addolorata il suo amico allontanarsi.
 
“Hey, Naru..?”
“Che c’è, Tuc?”
“Dov’è la caramella?”
“Ce l’ho io. L’ho appesa al collare.”
“Senti..”
Si fermò. Eravamo in un giardino rigoglioso con fiumicelli e ponti luminosi. Era la prima porta che portava alla Lega, piena di pokèmon potenti. Mentre percorrevamo a ritroso quella strada di onore i ricordi di un passato antico tornavano.
Naru mi guardò, un po’ stanco.
“Senti..” ripresi “Posso venire con te, vero..?”
“Tuc.. ma tu non ce l’hai un ideale..?”
“Ecco, io.. voglio stare con te, per ora. Ho fallito a guidarti una volta, voglio rimediare. Sono convinto che tu non rimarrai un solitario per sempre.”
“Grazie, Tuc. Per tutto.”
“Grazie a te.”
 
E così fu. Egli non rimase un solitario per sempre. Appena arrivati ad un rifugiò sicuro, mangiò la caramella e si evolse in uno Scotland meraviglioso, verde e dorato. Si creò un sacco di amici e visse in pace, proprio come desiderava. Io dopo un po’ lo abbandonai, una sera, di nascosto, lasciandogli solo una lettera. In quella lettera gli dissi che avevo trovato un altro ideale, che ero pronto a seguirlo. Ma questa è un’altra storia. La storia di un altro pokèmon un po’ particolare, che vi racconterò in seguito, sempre se vi interessa ascoltare la storia di un povero Pidove con un passato un po’ strano e misterioso…
 
 
Angolo di Minene!!!:D
Ecco qui sotto un po’ di immagini riguardanti quest’ultimo episodio!:D Le prime sono riguardano la piccola Cin di cui ho parlato veramente pochissimo!!!DD:
Poi ce n’è una che riguarda il vero finale della storia!:3
Ora io la metto ai voti! Se vi è piaciuta sta benedetta storia, allora ditemi chi volete nella prossima serieeee!!!!!XD Please!D: Non la posso cominciare senza prima avere una mezza idea!D:
Gracias..:3 ah, e farò i capitoli decisamente più corti.. -_- la storia è venuta lunghissima, anche se ho tagliato molte parti.. volevo andare ai 4 capitoli, ma mi sono detta: “Eh, no! Hai promesso che sarebbero stati 3, e 3 saranno! U.U”
Ecco..:3 Grazie ancora alla mia prima lettrice, che semplicemente adoro per il supporto morale che mi da.. :’)
Grazie!!!xD E grazie anche ai silenziosi lettori che detesto mi fanno tanto piacere!!!:D
Ecco, scusate anche per il ritardo.. T_T
Alla proxima!:3
Minene<3


 


N.B: Ok, qui non è shiny.. T_T scusate, ma è stato il massimo che sono riuscita a trovare.. beh, può anche sembrare un ritratto di Mikki e suo padre, no..?XD C’è anche Tuc!:D
Ah, e scusate per gli errori… T_T
  
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