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Autore: NanaBianca    20/05/2013    6 recensioni
Spoiler 4x23
Elena ha mollato il ceffone del secolo e poi ha lasciato la stanza, regalando a Damon il chiaro – e forte – indizio di dover rimuginare sulle proprie azioni...
Dalaric forever!
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alaric Saltzman, Damon Salvatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Damon – Alaric – Surprise
Genere: (questa è difficile -_-) emm Comico (?) – Sentimentale (?)
Rating: Arancione (solo perché detesto il giallo)
Ambientazione: 4x23
Note: Slash – Missing Moment – Spoiler 4x23
N/A: È il mio primo tentativo slash e voglio dedicarlo alla mia piccola Meiousetsuna, perché è sempre di una dolcezza insuperabile *-*
Ringrazio tutti quelli che si fermeranno a leggere^^



A Ghost's Desires

***




Elena ha mollato il ceffone del secolo e poi ha lasciato la stanza, regalando a Damon il chiaro – e forte – indizio di dover rimuginare sulle proprie azioni.
Ed è esattamente ciò che ora sta facendo: il vampiro se ne sta seduto sul letto, con i gomiti puntellati nelle cosce e le dita intrecciate, a realizzare di aver pensato soltanto alla sua probabile sofferenza da umano insignificante, quando morente avrebbe preferito vomito di gatto a quella cura.
Alaric, due bicchieri con tre quarti di scotch nelle mani, entra nella stanza e gli si avvicina. Ha il volto serio e velatamente apprensivo, ma nei suoi occhi brilla anche un'amichevole scintilla di scherno.
Damon cerca di precederlo, chiedendo: «Hai sentito l'eco della sberla?», come se quello fosse l'unico motivo valido per ricevere una visita.
E il fantasma atipico gli si siede accanto, porgendogli uno dei due bicchieri, che l'altro accetta senza fare particolari cenni di ringraziamento.
«Anche i cittadini di New York l'hanno sentita.»
Il vampiro fa un mezzo sorriso spento, beve un sorso di liquore e non replica. Guarda di fronte a sé, come se lì davanti vi fosse uno specchio e la sua immagine riflessa fosse un imputato da giudicare.
Alaric percepisce il flusso autolesionista dei suoi pensieri che, non ha dubbi, gli stanno elencando, con meticolosa cura dei dettagli, tutte le ragioni per cui lui rappresenta la scelta più sbagliata per Elena. Ed è un gesto senza principio intenzionale quello di baciargli con dolcezza la guancia, lì dove crede che si sia abbattuto lo sfogo furente della vampira; ma poi innesca la fase critica dell'allontanamento con un moto interiore completamente inverso, che gliela fa risultare dannatamente centellinata nello spazio da ogni singolo pensiero razionale, tra cui il rimprovero bonario per quest'impeto d'affetto sfociato nel modo meno opportuno.
Damon aggrotta la pelle tra le sopracciglia, sentendosi sorpreso e stranito; e dopo quest'attimo di vita quasi intorpidito, quella bocca già schiusa dallo stupore pronuncia: «E questo che diavolo sarebbe?».
E visto che i postumi di un'azione equivoca possono salvarne almeno la facciata, Alaric simula indifferenza: «Niente...», e poi si affida all'ironia, «volevo solo essere materno».
Le labbra di Damon si stendono in un sorriso spontaneo, ma reso quasi difettoso da una persistente punta d'incredulità per quel gesto spiazzante e inaspettato.
«Be', avresti potuto almeno avvertirmi...», beve un sorso di scotch e poi lo guarda con una serietà che gli costa una certa fatica. «Se ti avessi immaginato con le sembianze del gentil sesso, forse mi sarebbe sembrato meno...
strano
«Be'... puoi sempre farlo adesso», risponde l'amico, concedendogli qualche secondo, prima di chiedergli: «Allora? Mi donerebbero i capelli lunghi e il seno prorompente?».
Damon inarca le labbra all'ingiù e, con un atteggiamento di sufficienza, replica: «Avrei visto di meglio...». Poi, guardando ancora di fronte a sé, come se su quello specchio immaginario che prima lo condannava ora vi fosse l'immagine al femminile di Rick, con lo stesso fare facilmente accontentabile, aggiunge: «Ma saresti ugualmente fattibile!». Sposta lentamente il volto verso il compagno per gustarsi la sua reazione, ed essa si concretizza in un soffio di risata, seguito da un sorriso stabile e un leggero scuotimento di testa che, come una grossa gomma immaginaria, vorrebbe cancellare tutto e ricominciare daccapo.
Ma, in contrasto alle speranze dell'amico e motivato dal suo lato dispettoso, posando con pesantezza la mano sulla sua coscia, Damon sente l'irrefrenabile bisogno di mettere il dito nella piaga: «Una botta di vita non te la negherei mai», e questa volta il suo tono privo di inclinazioni ironiche può volutamente significare tutto e niente.
I due si guardano negli occhi, comunicandosi il bene che si vogliono attraverso la densità di questo silenzio intenzionale e la tensione dei loro sorrisi, solo vagamente distesi, quasi timorosi di infrangere lo strano equilibrio tra scherno e verità che si è creato; e pressati dal pensiero di una separazione prossima e ineluttabile, entrambi ingoiano il tempo di cui è fatto quest'attimo, custodendolo nell'universo interiore dedicato ai ricordi.
Poi, sazio di tutti i sentimenti che hanno orbitato tra i loro sguardi, il cacciatore ridacchia brevemente, convinto, in questo modo, di smascherare l'intento del vampiro di insinuare strani dubbi e porre fine al suo gioco.
«Sai...», afferra il suo polso per togliere dalla coscia quella mano che Damon ha stazionato con palese e scherzosa concupiscenza. «Non dovresti provocarmi: sono un fantasma a cui sono state concesse poche ore sulla terra, con un corpo tangibile. Queste lusinghe shakespeariane potrebbero farmi venire strane idee!» E questa di giocare le sue stesse carte gli sembra l'idea migliore; ma poi Damon pronuncia: «Tipo questa?», e il bacio che sussegue ha un esordio troppo impetuoso per essere messo a fuoco, analizzato e impedito.
Il vampiro fa scorrere la mano dietro la sua nuca e le dita ne rastrellano con lentezza i capelli con un movimento dolce ma simile al meccanismo di una trappola. Alaric chiude gli occhi e si perde in questo bacio che, a dispetto dei pronostici, non ha nulla di rude o invasivo: la lingua di Damon sfiora la punta della sua con un tocco leggero e delicato, mentre le labbra carnose fanno da morbido cuscinetto, che quasi lo invita a scontrarvisi in ogni possibile angolazione.
E il fantasma realizza che questo bacio collocato tra la vita e la morte è il più reale e sentito che abbia mai dato, probabilmente perché sta prestando a questo momento l'attenzione che si dedica alle gioie dai secondi contati e probabilmente perché – con tutto lo sforzo che richiede ammetterlo – Damon è un gran baciatore!
Il vampiro allontana le labbra, lasciando Rick ancora con gli occhi chiusi e il disorientamento di chi si sente smarrito in se stesso. Ma poi riacquista un certo contegno, lo guarda e non può fare altro che dire: «E questo cosa sarebbe?», parafrasandolo e facendo di tutto per non apparire tramortito.
La mano che Damon tiene dietro la sua nuca scende fino al centro della schiena per dargli due schiaffetti leggeri ma sonori.
«Un'altra questione irrisolta con cui dovrai fare i conti, una volta rialzato il velo!», risponde, esibendo il suo sorrisetto furbo, prima di alzarsi e lasciare la stanza, senza neanche guardarlo.
E ad Alaric non è concesso di replicare, ma almeno può borbottare: «Che stronzo...», con un sorriso ebete sulle labbra, tanto fermo da sembrare spillato.


***


Nel salotto di casa Salvatore e con gli occhi super-spalancati, Lexi regge un bicchiere di bourbon, che svuota in una sola sorsata.
«Ok. È il caso di smetterla di origliare!»









  
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