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Autore: Macy McKee    20/05/2013    3 recensioni
[Spoiler per Star Trek: Into Darkness]
Quando una vita finisce, insieme a lei scivolano via tutti i giorni che sarebbero dovuti essere e che non saranno mai. Chi vive, più di chi chiude gli occhi per l'ultima volta, deve fare i conti con le possibilità irrealizzate e con un futuro che fugge via, andando in pezzi.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James T. Kirk, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note dell'autrice:
Attenzione: spoiler per Into Darkness. Si tratta di spoiler piuttosto consistenti, quindi se non volete rovinarvi la sorpresa vi consiglio di tornare una volta visto il film, se lo vorrete. Ci sono spoiler anche nelle note, quindi se non volete sapere nulla fermatevi qui.
Questa flashfic ha cominciato a saltellare nel mio cervello dal momento esatto in cui ho finito di vedere Into Darkness, e sembrava determinata a non lasciarmi concentrare su nient'altro fino a quando l'avessi messa per iscritto. Perciò, alla fine, mi sono arresa. 
E' un tentativo - piuttosto goffo, temo - di fare un tuffo nei pensieri di Spock quando si rende conto di cosa abbia fatto Kirk per salvare la nave. Considerando che nel reboot non hanno ancora vissuto insieme tutte le avventure che hanno già vissuto in The Wrath of Khan quando avviene la scena più o meno analoga,  scambio di ruoli a parte, ero incuriosita da quello che sembrava perduto e che apparentemente non si sarebbe mai realizzato, e volevo provare ad analizzare brevemente la reazione di Spock quando fa questa stessa considerazione - perché, nella mia mente, l'ha fatta di certo. 

 

There are billions and millions of unlived days for every day we live an infinity.
All the days that never came.

Insieme a lui, vanno perdute tutte le promesse di avventure che avevi letto nei suoi occhi.
Tuffarsi nella luce astri che erano in vostra attesa e che vi dovranno attendere all’infinito.
Avreste esplorato la galassia e forse sareste stati i primi a varcare i suoi confini. Avreste visitato mondi inesplorati, calpestato un suolo che non aveva mai visto l’impronta di una scarpa su di sé, fatto scorrere le dita fra sabbia che mai era stata toccata prima di allora, ascoltato il gorgoglio di onde che fino a quel momento avevano cantato soltanto per se stesse e visto tramontare soli che non avevano mai illuminati nessuno con la loro luce prima della vostra venuta. Avreste lottato, combattuto, vinto e perso. Avreste conquistato, scoperto, stretto fra le mani una conoscenza a cui nessuno prima aveva mai avuto accesso, perché sareste giunti là dove nessun uomo era mai giunto prima.
Insieme alla sua vita, corre via un intero futuro: le imprese in cui non vi imbarcherete, i viaggi che non intraprenderete, i segreti che rimarranno celati, i mondi che resteranno inesplorati. Le rotte che quella nave non percorrerà mai perché, lo sai, la nave esiste finché esiste lui. Senza di lui, il vostro vascello che avrebbe solcato le correnti dello spazio avrebbe affrontato forse la metà delle avventure che avrebbe potuto portare a termine con lui. Perché lui sa cosa fare, sa come agire, sa come sfruttare la nave al meglio. Lui e nessun altro.
Senza di lui, quella nave non arriverà dove sarebbe potuta arrivare, non esplorerà le orbite di pianeti lontani, non sarà la vostra casa, la vostra famiglia, la vostra vita. Senza di lui, quella nave sarà solo una nave.
E quando avevi visto te stesso, con qualche anno in più sulle spalle, guardare il Capitano con una complicità che non può che essere il frutto di una vita vissuta insieme, lottando schiena contro schiena, avevi immaginato che le vostre vite avrebbero percorso lo stesso cammino per molto, molto tempo. Lui – tu, eri tu – stava in piedi al suo fianco come se fosse abituato a non essere in nessun altro luogo che non fosse accanto a lui, come se ci fosse sempre stato e sempre ci sarebbe stato per lui.
E ora, attraverso un vetro, vedi fuggire via tutti i giorni che avresti potuto vivere e che non saranno mai. Vedi due vite che scivolano via, disperdendosi come granelli di sabbia soffiati lontano dal vento: la sua vita, che lotta per continuare, combatte, si afferra a questa esistenza con le unghie, e la tua. Non tutta la tua vita, una parte: la parte che avresti vissuto conoscendo l’universo insieme a lui e che non vivrai.
Perché, lo sai, lo hai saputo dal momento in cui hai visto la paura nei suoi occhi, non stai perdendo solo un amico: in quel momento, stai perdendo tutto ciò che lui avrebbe potuto essere e che non sarà, e tutto ciò che avresti potuto essere e che non sarai.
Il tuo futuro ti scivola dalle dita, cade a terra, si infrange sul suolo.

There's quite a difference, isn't there?
Between what was and what should have been.
There's an awful lot of one but there's an infinity of the other.
 

Note dell'autrice (secondo round): Dove si accenna a Spock che vede l'altro se stesso interagire con Kirk, si fa riferimento al finale del primo reboot. La storia è piena zeppa di riferimenti alla serie originale. In particolare, la parte in cui si parla di come Spock c'era sempre stato e ci sarebbe sempre stato per Kirk è tratta dalla puntata The City on the Edge of Forever.
Le due citazioni sono tratta da Doctor Who 7x07, The Rings of Akhaten. 

   
 
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