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Autore: miseichan    21/05/2013    14 recensioni
Non avrebbe dovuto addormentarsi.
Aveva programmato tutto nei minimi particolari, alla perfezione.
Aveva una tabella di marcia: punti ben definiti da seguire e grazie ai quali nulla sarebbe andato storto.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Memories'
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Tabella di marcia.

 

 

Non avrebbe dovuto addormentarsi. 

Aveva programmato tutto nei minimi particolari, alla perfezione. Aveva una tabella di marcia: punti ben definiti da seguire e grazie ai quali nulla sarebbe andato storto. 

C’era solo un problema: quella diffusa sensazione di torpore che cercava di giocargli un gran brutto scherzo. Stiles aveva stretto i denti, ignorando volutamente il richiamo del letto. 

E credeva di esserci riuscito, sul serio. Ne era convinto. 

Non aveva alcuna memoria del momento in cui vi si era accasciato sopra, abbracciando il cuscino di piume. Nessun ricordo di se stesso che chiudeva gli occhi, promettendo di riposare solo per alcuni minuti. Attimi. Secondi. 

Niente di più. 

“Stiles!”

Non avrebbe dovuto addormentarsi. 

“Stiles!”

Avvertì qualcosa, indistintamente, come un ronzio lontano e alquanto fastidioso. Provò a far finta di niente, limitandosi a rafforzare la presa sul cuscino: adorava quel cuscino. 

“Stiles, e che cavolo, cosa diavolo ti prende?!”

E a quel punto il ronzio divenne decisamente più chiaro: Scott?

Stiles spalancò gli occhi e trovò, con suo grande orrore, quelli dell’amico a pochi centimetri dai suoi. Scott! 

Oh, cazzo. Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!

“Scott?” balbettò, scattando a sedere “Scott! Che... che fai qui?”

“Dovevamo vederci più di un’ora fa, testa di rapa!”

Stiles gettò via il cuscino e squadrò l’orologio, stropicciandosi gli occhi: 

“Hai ragione.” borbottò, poggiando la mano sul braccio dell’altro “Devo... devo essermi addormentato. Non era nei programmi, ti assicuro.”

Scott non disse niente, limitandosi a fissarlo con espressione dura. 

“Non volevo, davvero.” provò ancora Stiles, alzandosi in piedi “Andiamo?”

“No.”

“No?”

Scott scosse il capo e incrociò le braccia sul petto: “No.”

“Che significa? Non vuoi più...”

“Dobbiamo parlare.” lo interruppe l’altro, serio come mai “Adesso.”

“Stai per morire?”

“Stiles.”

“Hai messo in cinta Allison?”

“Stiles.”

“Smettila di dire Stiles, qual è il problema?”

“Tu.” 

Stiles sorrise, la mano che correva ad accarezzargli i capelli: “Io?”

“Sì, tu.”

“Come faccio a essere il problema?” ridacchiò istericamente “Non ho zanne né...”

Scott gli poggiò le mani sulle spalle e lo spinse ad arretrare, facendolo infine sedere sul letto. 

Lo guardò dall’alto in basso per un po’ e poi sospirò, socchiudendo gli occhi:

“Nascondi qualcosa.”

Stiles serrò le labbra, già pronto a negare, quando l’altro continuò:

“Lo so che c’entra Derek.”

E qui il sangue di Stiles cominciò a gelare, goccia dopo goccia:

“Derek? Come vuoi che...”

“Quella non è la sua giacca?” domandò subito Scott, indicando l’indumento ai piedi del letto. 

 

Punto primo:

raccogliere eventuali indumenti compromettenti.

 

“Scott, ascolta...”

“E quelle manette? Stiles, ha a che fare con tuo padre?”

 

Punto secondo:

nascondere possibili giochetti perversi.

 

“Non ha nulla a che fare con papà e ti assicuro che...”

“Ci dev’essere qualcosa! Non hai neanche più il tempo di riordinare, per l’amor del Cielo! L’hai vista questa stanza?! Sembra esserci passato un tornado! Per non parlare del letto!” esclamò Scott, indicando le coperte sottosopra e il materasso leggermente storto “Non riesci a dormire la notte?”

 

Punto terzo:

ridare parvenze normali al letto. E alla camera.

 

Con movimenti discreti Stiles si spostò appena, nascondendo con le gambe uno strappo paurosamente lungo sul lenzuolo bianco. Si schiarì la gola, gli occhi che fissavano il soffitto. 

 

Punto quarto: 

cambiare assolutamente le lenzuola.

 

“Perché mi stai tenendo all’oscuro, eh? Che sta succedendo?”

“Niente, Scott, niente!” sbuffò Stiles “Stai diventando paranoico, amico, lo sai?”

“E questi come li spieghi, allora?!” sbottò quello, afferrandogli un braccio ricoperto di lividi “Hai litigato con Derek? O è colpa di...”

 

Punto quinto:

indossare una maglietta a maniche lunghe.

 

“Hai paura che sia vittima di violenze, Scott?”

“Cerco solo di... e il collo? Sono segni di denti quelli? Cosa...?”

 

Punto sesto:

cercare una sciarpa.

 

“Scott, andiamo! Non essere ridicolo!” sorrise di rimando Stiles, roteando gli occhi. 

“Qual è il problema? Posso aiutarti, lo sai. Voglio aiutarti!”

“Non c’è nessunissimo problema, va tutto benissimo, ora perché non...”
“Cos’è questo?”

Stiles seguì lo sguardo dell’amico fino allo schermo del computer ancora acceso: 

Bevi molto. Stasera si ricomincia.

“Che significa?!” fremette Scott, livido in viso “Cosa ricominci stasera?”

Punto settimo:

eliminare improbabili messaggi minatori.

 

Stiles prese un bel respiro, alzandosi in piedi su gambe malferme. 

“Okay.” mormorò, passandosi le mani sul viso incolore “Okay.”

Scott inarcò un sopracciglio, annuendo appena col capo per invitarlo a continuare.

“Vado a letto con Derek.”

 

Punto ottavo:

negare, negare, negare.

 

“Come scusa?”

“Scopo con Derek. Da qualche settimana, oramai. Un po’ da me, un po’ da lui, alle volte nella jeep o...”

“Che cazzo dici, Stiles?”

“La verità! E’ quello che volevi, no?” scattò il ragazzo “E’ fantastico Scott, sul serio, non puoi immaginare quanto: il miglior sesso della mia vita!”

 

Punto nono: 

non parlare di sesso. Mai.

 

“Se... sesso?”

“Sì!” gioì Stiles “Sesso magnifico, bollente, spettacolare. Selvaggio! E Derek, poi: è una bestia! In senso positivo, eh? Lui... Dio! Mi farà morire!”

 

Punto decimo:

non nominare il nome di Derek invano.

 

Stiles sospirò, maledicendo la sua stupidissima tabella di marcia. 

Lanciò un’occhiata a uno Scott ancora immobile e si chiese se fosse il caso di tramortirlo: forse una commozione cerebrale avrebbe eliminato quegli ultimi minuti. 

“Scott?”

Quello scrollò appena le spalle, sbuffando con aria contrariata:

“Non era necessario sparare una tale cazzata, Stiles.” mugugnò uscendo dalla stanza “Se proprio non vuoi parlarne, va bene, chiederò a Derek.”

 

P.s.

non impegnarti troppo,

ricorda che è di Scott che stiamo parlando.

 

 

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