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Autore: carmineeramo    21/05/2013    0 recensioni
Fabio è ancora sotto shock per la rissa avvenuta in quel pub e nonostante non abbia riportanto danni ingenti fuori è ancora ferito dentro ma qualcosa lo aiuterà a farsi coraggio e ad andare avanti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
- Questa storia fa parte della serie 'Fabio.'
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Tutti i pezzi erano a terra, tutti i chip fracassati e il pavimento era nero.
Roberta lanciò un urlo nel silenzio che regnava quel giorno, sentì il rumore e venne nel salone.
La Playstation era a terra, in mille pezzi, accanto c'ero io, in mutande e incazzato come una bestia.
Avevo distrutto l'unica cosa che riusciva a tenermi sano di mente, l'unica fonte della mia sobrietà e la mia unica speranza di rinascita.
Non so cosa mi sia preso in quel momento, mi sono alzato da divano, ho preso la play e l'ho scagliata contro il pavimento.
Roberta mi guardò profondamente, impressionata.
Da me si poteva aspettare tutto tranne questo.
Io tirai un sospiro e mi andai a lavare la faccia.
Roberta sempre più incuriosita mi segue e mi dice: «Hai idea di quanto costi quell'affare? Perché l'hai rotto? Era l'unica cosa che ti faceva sentire bene.»
La guardai, gli misi le mani sulle spalle e le dissi: «Roberta, guardami, sono un barbone. Non posso continuare a stare così, devo staccarmi.»
Roberta mi sorrise.
Aveva capito tutto anche lei, era felice e aveva capito che ero uscito dal tunnel.
«Domani abbiamo una festa» disse «non esci di casa da due giorni, vieni con me e vedrai che ti sentirai bene insieme agli altri.»
«C'è Marco?»
«No, Marco non verrà ma siamo in trenta persone, ci sono tutti i ragazzi della comitiva e anche Filippo, contento?»
Annuì e mi sedetti sul divano.
Guardai il ripiano dove prima c'era la Playstation e sembrava quasi non essere a casa mia.
Realizzai che il mio mondo era scomparso, se n'era tutto andato, la mia voglia di isolamento, la mia depressione, la mia paranoia… era tutto andato via.
Non avevo più bisogno di chiudermi dentro una scatola per sognare, qui fuori ho tutto quello di cui ho bisogno.
Ora potevo vivere la vita con più serenità, perché il vero mondo è lì fuori e il mio mondo era tutta una scusa perché ero troppo debole per affrontare il mondo reale, ora dovevo riscattarmi.
Roberta venne vicino a me, mi diede un bacio sulla guancia e mi abbracciò fortissimo.
Uno degli abbracci più belli della mia vita, era fantastico sentire qualcuno così vicino e sapere che ci sarà per sempre.
Roberta si addormentò su di me e io con lei.
Ci alzammo presto per andare a scuola, le feste erano finite ma per fortuna era sabato.
Salutai Claudia che mi passò subito i compiti di matematica che copiai velocemente.
Tutto inutile, la prof. era assente e quindi scendemmo in palestra a giocare a pallavolo.
Mio dio, io sono due giorni che non mi alzavo da quel fottuto divano e questi mi volevano far giocare a pallavolo? Non se ne parla!
Decisi di uscire una scusa, raggiungendo Mattia e Antonio, due miei compagni di classe.
«Voi venite alla festa stasera?» dissi.
«Sì, ci hanno invitati ma non sappiamo dov'è.» rispose Antonio.
«Si inizia alle 10:00 a casa di Roberta, idiota!»  esclamai con tono scherzoso.
La conversazione continuò fino alla fine dell'ora, chiesi anche se ci sarebbe stato Marco ma anche Mattia e Antonio mi risposero con un no secco.
Dopo altre 4 ore di lezione uscimmo da scuola e rientrai a casa.
Fu buffo come appena entrato mi diressi verso la play per accenderla.
Roberta si mise a ridere per una mezz'oretta buona.
Era davvero stupida, rideva per ogni singola cosa mi capitasse, incredibile!
Dopo mangiato iniziai a leggere qualche libro.
A casa mia è davvero facile trovare qualcosa da leggere, mio padre è un grande appassionato di Dan Brown e di Ken Follett.
Verso le otto iniziai a prepararmi, mi misi un completo nero con la cravatta in stile Barney Stinson, forse ero troppo elegante.
«Scusi signor pinguino» disse Roberta «mi viene a dare una mano qui?»
Andai da lei, le tirai uno schiaffo amichevole e l'aiutai a truccarsi, poi alle 9:30 arrivò Filippo e ci dirigemmo a casa di Roberta..
La casa di Roberta era enorme, una villa in periferia davvero imperiale.
Tre piani, piscina, giardino, campo da calcetto, due vasche idromassaggio e anche un campo da golf.
Non serve dire che i genitori erano davvero ricchi, ovviamente.
La macchina di Filippo si fermò davanti alla casa, tutti gli invitati erano pronti per la festa.
Si respirava aria di novità e di cambiamento che sicuramente mi avrebbero fatto bene.
   
 
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