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Autore: annies    22/05/2013    2 recensioni
La sua vita era così: fatta di birra, venerdì sera in discoteca con i soliti idioti e tante ma tante sigarette. Niente di allucinante insomma, la solita vita da diciannovenne standard; c'era una cosa però, che quasi ogni notte gli si insinuava nel cervello e non gli permetteva di dormire benissimo.
«Ma porca troia, ti vuoi rendere conto che l'ho sognata di nuovo?» il riccio si lasciò cadere sul divano, distrutto e stanchissimo.
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E se il sogno diventasse realtà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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But she doesn't know who I am,

and she doesn't give a damn about me.


Il suono di quella maledetta sveglia aveva il potere di farlo svegliare ogni cazzo di mattina di soprassalto e di farlo cadere - ormai era quasi abituato - puntualmente sul parquet scuro di casa sua. Che poi, perché diavolo suo padre si ostinava a puntargli la sveglia di nascosto? Saltava quasi sempre la prima ora per stare con Niall e con Liam, lo sapeva ormai anche lui.
«Ma vaffanculo» imprecò il riccio, cercando di staccare il muso dal pavimento e tastando i mobili intorno per rialzarsi alla meno peggio. Ecco che un'altra stupida giornata aveva inizio. 
Cosa avrebbe fatto? Probabilmente avrebbe litigato con suo padre, avrebbe fumato più o meno quaranta sigarette, avrebbe perso l'autobus e avrebbe corso per mezza Manchester con una tracolla mezza bucata in spalla, tentando di non farsi scivolare dalla vita i jeans troppo larghi e infine avrebbe raggiunto casa del suo migliore amico sfinito e con poca voglia di vivere già a partire dalle nove del mattino.
«Sei sempre il solito idiota, quante volte dovrò trovarti ancora ai piedi del letto?» suo padre stava ritto in piedi sulla soglia della sua camera, stretto in quell'abito ormai consumato e con la gola strozzata da una cravatta rossa orrenda, probabilmente l'unica che possedeva. Harry odiava il suo sguardo minaccioso. A dire il vero Harry detestava suo padre e basta: Des Styles era un cinquantenne frustrato che riversava tutta la sua rabbia repressa su di lui.
«E tu sei il solito rompipalle, papà» sbuffò il riccio, cercando una Lucky Strike dal pacchetto sotto il cuscino; se la mise tra le labbra, accendendola con un accendino trovato per caso nel caos di quella camera e si stiracchiò, cominciando ad infilarsi il solito paio di jeans e la solita maglietta dei Pink Floyd che metteva trecentosessantacinque giorni su trecentosessantacinque.
Prima che Des potesse replicare in qualche modo, Harry era già fuori di casa con la solita cartella e la Lucky Strike mezza finita tra le labbra: non faceva neanche colazione, alle sette del mattino quale essere normale ha fame? Avrebbe comunque mangiato un sacco durante il corso della giornata, avendo amici come Liam e Niall a fianco.
Si accese una seconda sigaretta dopo aver finalmente raggiunto la porta di casa di Niall Horan, suo migliore amico da dieci lunghissimi anni: Niall si era trasferito a Manchester dall'Irlanda quando era solo un bambino e da allora erano diventati come fratelli. Liam si era aggiunto solo un paio di anni dopo, quando alle superiori tutti e tre avevano cominciato a frequentare la stessa classe di algebra.
La sua vita era così: fatta di birra, venerdì sera in discoteca con i soliti idioti e tante ma tante sigarette. Niente di allucinante insomma, la solita vita da diciannovenne standard; c'era una cosa però, che quasi ogni notte gli si insinuava nel cervello e non gli permetteva di dormire benissimo.
«Ma porca troia, ti vuoi rendere conto che l'ho sognata di nuovo?» il riccio si lasciò cadere sul divano verde smunto della camera di Niall che ancora - da una buona ora - stava sul water.
«Smettila con sta storia, sembri coglione - urlò lui, concentrato nel suo gioco per la PSP - anzi, scusami, lo sai già» 
Harry non lo sapeva da dove gli uscisse quell'immagine. Non sapeva perché ogni sera, prima di addormentarsi aveva quel chiaro viso impresso bene in mente. Non sapeva neanche per quale assurdo motivo continuava a sognare una persona che non aveva mai visto in vita sua.
«Sempre il solito spiritoso» si lamentò Harry strofinandosi gli occhi con le mani e cercando di non badare alle minacce che il suo amico biondo lanciava al tipo di GTA.
Dopo circa un quarto d'ora di pura nullafacenza, Harry sentì lo sciacquone e un Niall profondamente scazzato uscì dal bagno e si infilò una tuta nera, frizionandosi i capelli che aveva lavato con un asciugamano di spugna «dovresti smettere di pensare a quella tipa»
In effetti non è che avesse senso pensare ad una ragazza immaginaria: poteva essere la più bella ragazza a cui Harry avesse mai pensato - e lo era davvero - ma restava comunque frutto del suo cervello bruciato dalle troppe canne.
«Se potessi controllarlo, l'avrei già fatto» sospirò, spegnendo la cicca della sigaretta su una doga del materasso e lasciandola cadere proprio sotto il letto, come faceva quasi ogni mattina.
«Abbiamo letteratura adesso? - domandò Niall, ignorando i pensieri dell'amico che ormai da qualche mese aveva in testa questa ragazze immaginaria - Harry, cazzo, non mi ammobare con le tue cose romantiche già di prima mattina, sta' zitto»
Il biondo infilò due libri nella cartella e prese le chiavi di casa dal comodino, per poi sollecitare il suo amico ad uscire perché entro pochi minuti sarebbe iniziata la seconda ora.

Noel si rigirò nel letto ben cinque volte prima di alzarsi definitivamente: dopo otto anni passati in Galles, ritornare a Manchester e iniziare un nuovo percorso da zero non era proprio l'ideale per una ragazza di diciotto anni, che doveva affrontare l'ultimo anno di liceo.
Sua madre bussò due volte prima di entrare in camera sua e sfoderarle il solito sorriso di ogni mattina: teneva tra le mani una fumante tazza di caffè americano con una fetta di pane, burro e marmellata sul piattino. Forse faceva in quel modo per addolcirle la pillola: rivedere Manchester, riviverla dopo tanto tempo tra le campagne, era abbastanza strano, nonostante non avesse ricordi precisi di chi frequentasse da bambina in quel periodo.
«Ma non c'è la Nutella?» domandò arricciando il naso e, puntellandosi con i gomiti, si mise a sedere sul letto, assumendo un'espressione non proprio rassicurante.
«Amore, fa male la Nutella - ecco che l'essere una tremenda ossessionata della roba biologica e naturale al cento per cento cominciava a darle l'orticaria già dalla mattina - e sai che tuo padre è allergico a quella robaccia. Probabile che lo sia anche tu»
Ecco, come fare irritare Noel Wood in due velocissimi minuti «senti mà, lasciami sola, devo soltanto realizzare che oggi devo andare a scuola e devo cominciare con letteratura»
Se c'era una cosa che Noel non poteva sopportare era la letteratura: soprattutto Shakespeare del cavolo. Ma che importanza avevano quei sonetti ipocriti sull'amore e sulla perfezione della donna? Noel aveva solo voglia di ritornare in Galles dalle sue amiche.
«Va bene, ti lascio stare» disse la signora Wood, poggiando la tazza e il piattino sul comodino - praticamente uno dei pochi mobili della stanza nuova - e uscendo velocemente.
Non aveva ancora messo piede fuori di casa ma già sentiva di odiare Manchester con tutta se stessa. Iniziare una giornata senza Nutella, poi, era una cosa inaudita.
Si vestì velocemente, provando a ripassare qualche sonetto con scarsi risultati e, una volta in macchina diede inizio alla sua disperazione più profonda: non pianse per un soffio.
Una volta arrivata di fronte a quell'edificio imponente e di quel colore così smunto, si sentì mancare; non era una persona timida, ma Noel era molto spaventata dalle novità. I trasferimenti improvvisati non erano proprio nelle sue corde, ecco.
«Oh, tu devi essere Noel Wood» si sentì chiamare improvvisamente, una volta varcato il cancello del liceo di Manchester; quando si girò, un bel ragazzo dagli occhi chiari, grande più di lei di almeno un paio di anni, la stava fissando sorridente. Noel rimase un attimo destabilizzata dalla bellezza di tale ragazzo ma cercò di darsi un contegno e lo guardò stranita.
«Sono Louis Tomlinson, il tirocinante della professoressa di letteratura» Louis le tese la mano sicuro e lei si sforzò di non sembrare restia, stringendogliela di rimando. Non disse più niente, Noel era una ragazza abbastanza timida a primo impatto, non si lasciava andare mai più di tanto.
«Beh, questa è la classe della professoressa» il tirocinante si accostò ad una porta di legno ridipinto di un giallo pallido e bussò con dolcezza; quando sentì la risposta pronta della professoressa, la aprì e lasciò entrare per prima Noel, le cui guance erano ormai diventate rosse per la vergogna.
Avanzò lentamente sforzandosi di non guardare quella ventina di visi che la fissavano incuriositi: puntò lo sguardo sulla professoressa, una donna cinquantenne con una crocchia grigia ben sistemata. Si vedeva da un chilometro che insegnava letteratura inglese, era la tipica donna fissata con la patria e la cultura.
«Ragazzi, lei è Noel Wood, una nuova alunna della scuola» ci fu un attimo di silenzio in seguito alle parole della professoressa White, ma le solite risatine di qualche ragazza non tardarono ad arrivare. Noel si sedette a ridosso dell'unico banco disponibile, quello in prima fila, con una panoramica perfetta proprio sulla professoressa White, desiderosa di sentire qualcuno.
Mentra scarabocchiava su un quaderno vuoto e cercava di prestare attenzione alla lezione, si rese conte che un ragazzo riccio, sicuramente un po' più grande di lei, dall'altra parte dell'aula la stava fissando: un paio di occhi grandi e meravigliosamente chiari le erano addosso, e proprio quando cominciò a ripetersi che magari guardarla era solo un modo per non fissare Mrs White, lo sentì esclamare 
«Cazzo, Niall è lei».

~

Lo so che vorreste uccidermi AHAH ormai esordisco così ogni volta che inizio una fan fiction :) "Noel" arriva da un'idea che mi è baluginata in mente un paio di giorni dopo del concerto dell'11 Maggio (sono andata a vedere i One Direction a Berlino), precisamente quando mi sono innamorata di Teenage Dirtbag. Diciamo che di questi tempi non sono proprio molto ispirata, quindi non prendetela a male se non posterò subito, anche perché prima devo finire Technicolor. Beh,  è su Harry perché .. a dire il vero non  c'è un perché; ho un "legame" particolare con Harry e in questo periodo mi rilassa scrivere su di lui. Ho pensato a Noel come Miley Cyrus bionda con i capelli lunghi, ma se avete suggerimenti vi prego aiutatemi perché io non ne sono assolutamente convinta, sono disposta a rifare il banner anche AHAH (in origine l'avevo fatto con la Palvin ma .. no ahah)
Fatemi sapere che ne pensate. Devo continuare o meglio che lascio perdere?
Un bacione,
Ari

s



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