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Autore: Assasymphonie    22/05/2013    3 recensioni
« Storia di morte e di gloria, storia di come i re cadono e sorgono.
Storia di uomini, di lupi, di cervi e di leoni.
Sedetevi accanto al fuoco, e ascoltate la storia del tradimento e della rovina. »
{ Crossover Hetalia / Il Trono di Spade, possibili spoiler! }
Genere: Angst, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: Antonio Baratheon.
Personaggi: Antonio { Spagna } / Arthur { Inghilterra } / Berwald { Svezia }
Rating: Giallo
Note dell'autore: Crossover / AU / Introspettiva
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.

.Antonio Baratheon.

« --- ed io credo che dovremmo mantenere le nostre posizioni. Dopotutto siamo più numerosi, meglio equipaggiati e- »
La frase, pronunciata probabilmente da uno dei due fratellini Tarly, lasciava il tempo che trovava rimestandosi nel sordo brusio di quella sala troppo piccola e troppo piena. Per quanto il lord di Alto Giardino continuasse imperterrito, proprio accanto a lui, a vantare i grandi meriti di quel solarium Antonio proprio non sapeva che farsene.
Assiso su una sedia scomoda osservava distratto il vino che aveva smesso di esistere nel suo calice da fin troppo tempo, commutando l'oro della coppa intarsiata con piccole rose in un semplice ammasso di colore, così come lo era il viso di Francis, troppo in alto e troppo sorridente per poter essere distinto.
Dannazione, quanto aveva bevuto? Non se lo ricordava neppure, ma sicuramente c'entrava qualcosa la grande macchia violacea sul farsetto dorato, ed anche lo sguardo gelido di Berwald Stark due posti più lontano.
Cercò di alzare il calice in alto e di indirizzargli un sorriso più che caloroso ma il risultato, evidentemente, non era quello previsto ed Antonio Baratheon si costrinse, suo malgrado, a tornare con i verdi occhi cisposi sulla figura di Tyrell, ancora berciante nei suoi fluenti capelli dorati. Doveva essere in atto una discussione davvero animata, eppure tutto quel movimento di voci e di mani gesticolanti lo distraeva dalla ricerca del suo prezioso vino ch- oh, eccolo là!
Allungare una mano per afferrare il manico dipinto di un verde delicato fu probabilmente la mossa più difficile compiuta da Antonio durante tutta la serata e, probabilmente, durante tutto il mese precedente, e quello prima ancora. E considerando come stava andando quella serata, tutto sarebbe peggiorato: nessuna soluzione, nessuno accordo. Per quante voci potessero innalzarsi da quel tavolo -voci nobili, indubbiamente- la situazione rimaneva sempre la stessa.
Ci sarebbe stato qualcosa in grado seriamente di sbloccare la situazione? Fosse stato per lui, e lo aveva persino urlato addosso all'orgoglioso ma bonario Francis Tyrell in una discussione faccia a faccia, sarebbe partito immediatamente anche solo armato della propria colossale alabarda per andare incontro a /lui/, per spiccargli la testa dal collo e farlo soffrire proprio come lui aveva fatto soffrire lei.
La sua promessa sposa, l'unica donna su cui ha mai avuto l'ardire di poggiare più di uno sguardo appassionato, Bella Stark. La sorella dell'algido uomo che, nonostante gli strati d'onore cuciti addosso, riusciva sempre a dirgli in faccia ciò che pensava. Perché quella sera doveva essere diversa dalle altre? Per fortuna c'era il vino, quell'ottimo vino di Alto Giardino tanto generosamente elargito da Francis Tyrell, in un pallido e stupido tentativo di rendere ancora più suggellata quell'alleanza che si reggeva su che cosa, precisamente? Molti dicevano il denaro, altri dicevano la volontà di liberarsi da un sovrano folle, ed altri davanti la colpa e il merito di tutto al carisma di quello stesso uomo che andava bevendo ancora. Il cervo incoronato era il suo emblema, ma i cervi si ubriacano?
« -- potremmo anche arrenderci! Insomma, non c'è nulla di male e potremmo avere il perdono  di Gil- »
Una voce piccola, una voce esile, ma mai il gemello Tyrell, seppur ostaggio, si è zittito così improvvisamente. Gli occhi castani di Feliciano si sollevarono quanto bastava per incontrare la figura di una furia seguente lo sbattere del boccale così finemente decorato sulla tovaglia bianca. L'aveva sporcata di rosso, un vero peccato, ma rosso era anche tutto il resto. La sola idea di concedere il perdono all'uomo che gli aveva portato via tutta la sua vita rimaneva fuori discussione e nessun insulso fiorellino di campo avrebbe potuto in qualche modo fargli cambiare idea; e tutti, nella sala, si zittirono.
Non una mosca riusciva a volare e se da una parte si aveva il gelido silenzio dello Stark, l'assenza di voce da parte del Lannister era degna di nota. Fu Arthur dunque a rompere quella stasi, a posare gli occhi sulla figura del Baratheon pronto alla carica, cervo furioso di fronte ad un affronto più grande di lui. « Non lo permetteremo. » La voce glaciale di Arthur Lannister fu udita a malapena da colui che avrebbe dovuto guidare tutti loro, preferendo rimanere con gli occhi abbassati fino a quando ogni traccia di furore non venne dissipata nel vino amaro del fondo del bicchiere. Ancora un sorso, ancora uno.
« Lo ucciderò. Li ucciderò tutti. »
E tutti assentirono.

.Fine.


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