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Autore: Jo_mouri    22/05/2013    1 recensioni
Shinichi si infilò i primi vestiti che trovò nella stanza, erano gli stessi che portava da bambino, li aveva presi pochi giorni prima da Villa Kudo, era estremamente frustrante rivivere le elementari, e soprattutto guardare la sua Ran mentre soffriva per colpa sua e non poter far nulla per rimediare, sapeva che era colpa sua, ma quella volta non l’ avrebbe lasciata sola, l’ avrebbe aiutata anche intrappolato in quell’ inutile corpo di bimbo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.    Punto e a capo

Si  svegliò con il volto bagnato dalle lacrime, era la terza volta quella settimana, non era tuttavia triste, ma gioiva in parte di quella sensazione.. Erano passati esattamente nove giorni da quando era sparito , si era dileguato in una nuvola di mistero, un minuto era con lui e quello dopo si ritrovava di nuovo sola. Non l’aveva nemmeno salutata, le aveva detto che sarebbe tornato subito, ma poi era scomparso  non era più tornato. Non si era fatto sentire, non aveva chiamato  o avvertito,  e ormai erano nove giorni che Ran non aveva più notizie del suo Shinichi.
La karateka si asciugò le lacrime mentre le immagini del suo sogno le si riproponevano come un pasto mal digerito. Vedeva Shinichi che sorrideva, e i suoi occhi blu che la guardavano, poi tutto ad un tratto il buio  e poco dopo si ritrovava nel suo letto mentre lacrime amare le solcavano il viso. Però quel sogno  rappresentava così bene il volto del suo detective che alleviava le sofferenze della ragazza anche se  solo per pochi secondi.
Ran si tolse le coperte che le attorcigliavano le gambe e si diresse verso il balcone della sua camera. Era aperto, e lasciava filtrare aria fresca che andava a rinfrescare gli occhi rossi e gonfi della giovane. La karateka si appoggiò alla ringhiera e guardò la luna che dominava il cielo, si sentiva intrappolata in un piccolo spazio di tempo dal quale non c’era via di uscita, o meglio c’era ma lei non riusciva ad aprire la porta di quella maledetta trappola. Soltanto Shinichi aveva la chiave di quella gabbia che si apriva di colpo quando lui tornava, ma si chiudeva in un lampo ogni volta che lui spariva e Ran si ritrovava ancora al buio, ancora intrappolata nello stesso stato d’animo senza una spiegazione .
La ragazza chiuse gli occhi e lasciò che il vento le scompigliasse i capelli e che gli occhi traessero beneficio dal quel contatto fresco e rigeneratore, “Shinichi…”, lo chiamò mentalmente per richiamare le immagini di quel sogno, ma fu interrotta da un rumore alle sue spalle:” Ran? Che fai?” era Conan, quell’ intelligentissimo bambino di sette anni che le ricordava così tanto il suo Shinichi. “Conan, che ci fai sveglio a quest’ ora?”
 “ Io… io… ho sentito dei rumori… e… poi avevo sete, tu nel letto non c’eri e mi sono spaventato…” era davvero un bambino premuroso.
 “ Avevo caldo e mi sono alzata per prender un po’ d’aria” la Mouri cercò una scusa per non far preoccupare il suo piccolo fratellino, era così affettuoso,  che non voleva che si accorgesse che lei stava male, di nuovo “ Adesso ritorna a dormire” lo prese per mano e lo accompagnò nella sua stanza, poi lo sollevò da terra, come se pesasse poco più di una piuma, e gli rimboccò le coperte. “Buona notte piccolo” gli dono un bacio sulla fronte e poi si girò avviandosi verso la porta ma venne bloccata dalla tenera voce di Conan“ Ran?”
“ Si, Conan?” lo guardò curiosa, il bimbo manteneva il suo sguardo e dava segni di preoccupazione
 “ Come stai Ran?” la karateka abbassò lo sguardo e non riuscì a trattenere una lacrima, che non sfuggì all’ occhio attento di Conan, il bambino si alzò dal letto e si avvicinò cauto alla ragazza “Ran?” ma non ricevette risposta, la karateka si afflosciò a terra e si abbandonò ai singhiozzi che aveva trattenuto per quei nove giorni di completa solitudine. Il piccolo le si avvicinò ancora e la ragazza lo strinse in un tenero abbraccio che parve calmare il suo pianto. Rimasero stretti per alcuni minuti e quando Ran si calmò con alcuni respiri profondi lasciò andare il bambino e gli sussurrò un “grazie” poi lo guardò negli occhi blu, blu come quelli di Shinichi e si alzò da terra augurandogli di nuovo la buonanotte.
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Shinichi era ancora  accasciato a terra, la ragazza lo aveva fatto sentire tremendamente in colpa, l’ aveva vista piangere e sapeva che era per colpa sua, perché ancora una volta l’ aveva lasciata senza una spiegazione, perché ancora una volta l’ aveva abbandonata. Si osservò a terra, sul quel pavimento intriso delle lacrime della sua Ran,  odiava quel suo corpicino in miniatura, odiava quelle piccole mani e quelle sue gambette corte, avrebbe voluto indietro il suo corpo e la sua vita e chiedere il perdono della ragazza che più amava al mondo. Ma non poteva, l’ Organizzazione era convinta che lui fosse morto e se lo avesse scoperto anche Ran sarebbe stata in pericolo.
Avrebbe distrutto l’ Organizzazione e sarebbe tornato ad essere Shinichi Kudo, non si sarebbe arreso. Ma ora aveva bisogno di tornare da lei, nove giorni fa l’antidoto di Haibara non aveva funzionato era durato solo poche ore e lui era stato costretto a scappare e a sparire, l’antidoto per l’aptx sarebbe dovuto durare cinque giorni, Ai ci aveva lavorato molto, ma il suo corpo l’ aveva rifiutato come se volesse rimanere per sempre quel bambino di sette anni. Il ragazzo si alzò da terra e si riaggomitolò nelle coperte, non poteva andare avanti  così.
Quella mattina si svegliò piuttosto presto, il sole era ancora basso, quasi timido di sbocciare in quella calda mattinata d’ Estate. Shinici si alzò dal letto con la mente che viaggiava nel passato, tornava di continuo a poche ore prima, quando Ran si era lasciata andare e aveva lasciato ben intendere le tutte le sue sofferenze, il senso di colpa non era sparito, ma quella mattina non avrebbe potuto fare nulla, nulla che potesse risolvere la situazione, perché quella mattina era ancora Conan Edogawa.
Uscì dalla sua stanza, e prima di qualsiasi altra cosa si affacciò alla porta socchiusa della camera di Ran, la ragazza era seduta ai bordi del letto con una cornice in mano, probabilmente quella che conteneva la foto di lui e Ran a Tropical land, aveva la testa bassa e non si accorse immediatamente del suo arrivo.
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Ran rimirava con uno sguardo nostalgico la foto di lei e Shinici a Tropical land, lui le cingeva le spalle e sfoggiava un sorriso a trentadue denti, mentre lei ammirava il suo volto con le guance leggermente arrossate, era il loro primo vero appuntamento ed era proprio quel giorno che era comparso Conan, era proprio quel giorno che Shinici era sparito per la prima volta. Riemerse dai suoi pensieri a causa di un colpetto di tosse, si girò e vide il volto di Conan deformato da una smorfia preoccupata, dopotutto Ran lo sapeva, sfogarsi con il bambino non era stata una buona idea,  ma con lui si sentiva in confidenza come con nessun altro. Arrossì a quel ricordo, ma fece finta di nulla e lo salutò con un palesemente forzato buongiorno, come per compromettere la memoria del bambino, Ran si alzò  e lo sorpasso scompigliandogli i capelli già abbastanza disordinati, poi prese un paio di vestiti e decise di andare a fare una passeggiata mattutina per schiarirsi le idee. Doveva essere pronta alla nuova giornata e tenersi il suo dolore per se, non voleva e  non poteva riversare le sue frustrazioni su un bambino di soli sette anni,  anche se a volte sembrava così adulto…


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Prima storia che pubblico :/ Sono emozionatissima :D Vorrei scrivere dei capitoli più lunghi ma prima voglio capire che ne pensate :)
Fatemi sapere se vi piace e posso continuare a scrivere o meglio tornare  a leggere e recensire :) 
Ditemi che ne pensate!  :D      
Jo
  
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