Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Gio_Snower    23/05/2013    3 recensioni
Gaara No Sabaku ||
Gaara è un bambino temuto da tutti perché dentro di sé porta un mostro, un demone.
Questi sono i ricordi dolorosi di un bambino, i ricordi di Gaara considerato da tutti un mostro.
Questa è l'infanzia di Gaara del Deserto.
L’amore? E’ un’utopia.
“Sangue… Sangue, ovunque.” Mormora con occhi stralunati.
E nel buio della sua stanza, Gaara stringe il suo orsacchiotto.
Mostro. Mostro. Mostro. Lui è un Mostro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un bimbo dai capelli rossi, color del sangue, stava ritto sulla porta, la testa leggermente abbassata, gli occhi nascosti e puntati verso il basso. Sembrava leggermente disorientato, confuso... perso.
La donna gli si avvicinò. "Bentornato Gaara-sama." Disse con la voce tremolante. Ne aveva paura, come tutti del resto.
Quel bimbo non era umano, non era un ninja, era un Mostro.
Il bimbo non rispose, ne si mosse. La testa abbassata di qualche altro centimetro.
"L-la p-posso aiutare?" chiese la donna, con un sorriso falso e tirato. Gaara alzò la testa. Sul suo viso, macchie di sangue, come sui suoi vestiti. La donna si lasciò sfuggire un gridolino spaventato. Sul viso di Gaara passò una traccia di tristezza, poi una maschera la sopraffece e la rabbia passò nei suoi occhi color del cielo.
"Tu..." mormorò la donna, dopo due secondi era sommersa di sabbia.
Il collo staccato dal corpo, dalla bocca usciva della sabbia, e le gambe e le braccia storte e squartate. Gli occhi della donna spalancati e ancora con l'emozione della paura scritta in loro.
 
 
Gaara cammina per il villaggio, voci basse e bisbigli sussurrati lo seguono.
Gaara tiene la testa abbassata, negli occhi la luce è spenta, morta. Ora brillano dentro i suoi cristalli i sentimenti dell’odio e del rancore, la rabbia.
Odiamo il prossimo non amiamo.
L’amore? E’ un’utopia.
“Sangue… Sangue, ovunque.” Mormora con occhi stralunati.
E nel buio della sua stanza, Gaara stringe il suo orsacchiotto.
Mostro. Mostro. Mostro. Lui è un Mostro.
Lui non è come mamma, non è come papà, non è come i suoi fratelli  e non è come quelli del villaggio.
Lui è diverso. Mostro.
Gaara piange lacrime silenziose, la sabbia gli vortica intorno, formando uno scudo.
Una grossa palla assassina.
Non uccide gli esseri fuori, uccide la persona al suo interno.
Gaara è piccolo. Prova dolore. Si mette una mano sul cuore e si assopisce.
Sogna sua mamma.
 
 
“Gaara.” Una donna identica a Yashamaru. E’ mamma? O è Yashamaru?
Mi vuole tormentare perché lo ho ucciso? Si chiede.
La donna avanza di un passo. Gaara si rannicchia, mette la testa fra le braccia e urla. Non vuole sentirla.
Non vuole più sentire dolore. Basta. Gaara piange. “Basta.” Dice la donna.
Gaara la guarda. “Che vuoi?”
La donna sorride tristemente. “Vivi, voglio che tu viva.”  “Perché?” chiede Gaara sorpreso. “Perché sei il mio amato figlio. Vivi, nell’odio, nell’amore, nella tristezza, ma vivi.”
Il bimbo guarda la madre. La madre davanti a lui gli accarezza la testa.
Gaara la porta al viso, mentre la donna scompare.
 
Gaara dorme sereno, nel suo scudo. Al sicuro, almeno nei sogni, da se stesso e dagli altri.
 
Gaara guarda il cielo, vede le farfalle volare. Sono belle… pensa.
Un lampo, e una mano di sabbia stritola la farfalla. E muoiono così facilmente. E’ l’altro suo pensiero.
Gaara non vede le nuvole, non vede l’azzurro del cielo, non sente la brezza fresca, vede e sente solo l’accecante sole. Lo stesso sole che lo ferisce agli occhi. Mostro.
Una parola un pensiero.
Gaara ne è convinto. E’ un Mostro.
Lui. Esiste solo Lui. Lui il Mostro. E poi ci sono gli altri.
Lui vivrà. Lo deve “all’altra”. All’unica persona che lo ha amato davvero.
Gaara chiude gli occhi e guarda dal tetto del grande edificio la sabbia spostarsi nel Deserto.
Lui, il Mostro. Lui, Gaara Del Deserto.
 
 
 
-   ANNI DOPO  -
 
Gaara vede Naruto davanti a sé. E’ esausto e ricoperto di sangue quanto lui.
“Perché lo fa?” si domanda. Non ha il coraggio di chiederlo.
Naruto parla di sé, parla della bestia che ha dentro.
Piange per lui.
Lui Capisce.
Lui ha provato lo stesso dolore.
“Ma allora, come è possibile? Come può essere tanto diverso da me?”
Naruto lo minaccia. Se farà del male ai suoi amici lo ucciderà.
Naruto è amato. Naruto ama.
L’amore curava veramente le ferite.
Ecco la verità, ecco la luce, che lentamente, penetra nello scudo di sabbia attorno al suo cuore.
Gaara non è un MOSTRO. Gaara è un ragazzo. Gaara è come Naruto. Gaara può amare, non odiare.
E può amare altri e combattere per altri, invece che solo per sé stesso. 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Gio_Snower