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Autore: Mimi18    09/12/2007    16 recensioni
A Suna le nuvole sono rare, questo Shikamaru lo sa bene.
[Shikamaru x Ino]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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[C’erano troppi dubbi,

No clouds in the sky

 

[C’erano troppi dubbi,

troppe incertezze,

troppi rancori,

troppa amarezza.]

 

Suna era diversa da Konoha per diversi motivi.

Uno era che il cielo era spesso sprovvisto di nuvole, cosa che lo mandava spesso in bestia.

Vedeva l’azzurro, enorme e sconfinato, ma non ci trovava nulla di speciale se non avevano quel bianco perennemente in movimento.

 

[Lui adorava solo un tipo di azzurro puro.]

 

Un’altra cosa era che il vento, quando soffiava, portava con sé granelli di sabbia che si insinuavano nei suoi occhi, provocando un bruciore insopportabile.

 

L’unica cosa fastidiosa che riusciva a sopportare…

… era una voce squillante.]

 

Poi c’era il clima caldo e secco, senza mai una goccia di pioggia a lavare via il sangue della guerra, la tristezza della gente, le lacrime dei bambini troppo cresciuti [come lui].

 

[Lui aveva bisogno di quelle lacrime,

servivano per lavare via il suo dolore.]

 

Infine era i continui elogi che tutti gli porgevano, ignorando quella sua aria perennemente seccata, quei suoi modi di fare svogliati e quelle sue risposte poco frequenti.

 

[“Sei solo un pigrone!”]

 

Non aveva più avuto un rimprovero, nemmeno quando saltava le riunioni giustificandosi con un mi sono addormentato, banale e classica scusa che aveva ripetuto decine di volte.

 

[“Sei in ritardo…

…di nuovo!”]

 

Quegli scorci di dialoghi gli saltavano alla mente così, anche quando tentava di non pensarci. Di allontanarli da lui, in modo da non rivedere quell’azzurro puro e sentire quella voce fin troppo squillante per le sue orecchie.

Doveva concentrarsi solo sul presente, allontanare il passato e andare avanti.

Non poteva continuare a rincorrere un ricordo che non avrebbe mai potuto riafferrare, non poteva continuare a tormentarsi con quei pensieri così [maledettamente] dolorosi.

Avrebbe dovuto concentrarsi su di lei, su Temari che provava ad attirare le sue attenzioni in ogni modo, affibbiandoli nuove [e noiose] missioni, facendoli provare gloria come mai prima, donandogli il suo corpo la notte.

Avrebbe dovuto concentrarsi su quegl’occhi acqua marina, lasciando perdere il cielo.

 

[Ma il cielo era troppo importante, per lui…]

 

I passi frettolosi alle sue spalle lo fecero distrarre. Si voltò lievemente, senza volgere completamente lo sguardo alla porta amaranto, segnata da numerosi graffi e botte che non facevano che farla sembrare più vecchia di quanto fosse.

La figura alta e sensuale di Temari fece la sua comparsa. Il grande ventaglio che portava sempre con sé, era poggiato a terra ed imprimeva un solco profondo nel cemento del terrazzo.

Il suo sguardo marino sembrava infastidito da qualcosa che Shikamaru non riusciva a comprendere.

 

“Dovresti venire giù.”

 

Per giù lei intendeva la stanza delle riunioni. Probabilmente aveva trovato una nuova missioni da affibbiargli, o un qualche capo squadra aveva richiesto la sua presenza per preparare un piano d’azione.

Nara sputò a terra la sigaretta, separandosi dal sapore acre della sigaretta che aveva tenuta stretta fra le labbra.

Scese le scale, lasciando cadere per un’ultima volta lo sguardo sul cielo azzurro.

Faceva scivolare la mano sulla ringhiera in ferro battuto, che gli faceva venire i brividi da tanto era fredda.

 

[“Shika-kun, ho freddo.”

“Vuoi il mio giubbotto?”

“Ma così avrai freddo anche tu!”

“Se ti fa piacere, puoi venire qui.”

“Come?”

“Nulla…lascia perdere.”

“No, no…ripetilo!”

Mendokuse, Ino…”]

 

Seguì la figura di Temari attraversare la porta dello studio del Kazekage. Entrò con noncuranza, senza prestare attenzione agli ospiti che erano venuti li appositamente per lui, tenne lo sguardo fisso sul pavimento, troppo immerso nei propri pensieri per accorgersi anche di quell’angolo del basso tavolino che gli fece provare un dolore enorme alla gamba sinistra.

 

Mendokuse

“Il solito, eh Nara?”

 

Aveva alzato subito lo sguardo al suono di quella [squillante] voce; l’aveva fissata a bocca aperta, lasciando che un sorriso [canzonatorio] si aprisse sul viso di lei, mentre le altre persone presenti li guardavano con un punto interrogativo.

 

“E tu sei sempre così insopportabile, Yamanaka?”

“Anche io sono felice di rivederti, Nara.”

 

Da quando possedeva quella sottile ironia? Da quando la sua voce era diventata così calda? Da quando non sentiva le mani fremere dalla voglia di toccarla?

Lasciò che il suo sguardo vagasse sul corpo dell’amica, captando nuove differenze [piacevoli] nel suo fisico ormai ben sviluppato. Per lui, che l’aveva sfiorato così tante volte, quel [nuovo] corpo era un desiderio ormai irrealizzabile.

 

[“Shika-kun?”

“Nh?”

"Facciamo l’amore?"]

 

Voltò lo sguardo, turbato da quei nuovi ricordi. Lasciò cadere gli occhi sul ragazzo accanto a lei, colui che tre anni prima aveva preso il posto di Sasuke nel team 7.

 

“Sai.”

“Buongiorno, Shikamaru.”

 

Notò che non aveva ancora perso quel suo [odioso] sorrisetto.

Si lisciò il mento, girando il volto verso Temari, che non aveva i suoi occhi da lui dal momento in cui erano entrati, chiedendole spiegazione della loro presenza.

La vide sospirare, quasi afflitta da quel pensiero.

 

“Hanno semplicemente portato dei documenti da parte del quinto Hokage.”

Uhn?”

“Nulla di preoccupante.”

 

* *** *

 

Il fumo si disperse nell’aria fredda di Suna, sembrando quasi nebbia.

Shikamaru sbuffò, leggermente seccato. La sua presenza alle spalle era fastidiosa e quasi odiosa. Non era rilassato, ne tanto meno tranquillo, nonostante i suoi modi di fare esprimessero il suo [solito] menefreghismo.

 

“Allora?”

“Uhm…”

 

Sentì il rumore dei suoi passi, chiaro segno che si stava avvicinando a lui. Il suo braccio destro vibrò, sentendo quello di lei sfiorarlo.

Ora, erano uno accanto all’altra [di nuovo].

 

“Come è andata in questi anni?”

 

Shikamaru capì subito che quella domanda era solo un modo per spezzare la tensione e, magari, ritrovare la tranquillità che tanto li contraddistingueva.

Sorrise sornione, girando lo sguardo verso di lei, che lo fissava con curiosità mal celata.

 

“Meglio di quanto pensi.”

“Che antipatico, che sei!”

 

Ghignò divertito dalla sua reazione, che tanto gli ricordava la vecchia Ino. La fissò per un attimo, stringendo la sigaretta fra i denti.

Vide i suoi occhi [brillanti] scrutarlo come solo lei ne era capace. Sorrise nuovamente, appoggiandosi con la schiena verso la balaustra, in modo da poterla vedere direttamente in viso.

 

“Che vuoi da me, Ino?”

“Niente. Ho avuto tutto quello che volevo in passato, Shikamaru.”

“E allora cosa sei qui a fare?”

“Per portare quei documenti.”

“Pensi che non sia più in grado di riconoscere una tua bugia?”

 

Ino si morse il labbro, lasciando che una ciocca di capelli le ricadesse di fronte al viso.

Lui sorrise, sporgendosi verso la ragazza, afferrando quella ciocca con l’indice e portandola dietro l’orecchio destro. Nel farlo toccò accidentalmente l’orecchino ad anello, che si mosse ciondolante.

La osservò [dritto] negli occhi, lasciando che Ino spalancasse la bocca quando sentì le [sue] braccia stringerla.

 

“Che cosa fai?”

“Nulla.”

 

Chiuse gli occhi, assaporando quel momento. Si lasciò solleticare dai suoi capelli, ormai non più lunghissimi, mentre la mente si riempiva [di nuovo] di ricordi.

La ragazza stette indecisa per una manciata di secondi fra quelle braccia, non sapendo cosa fare, come comportarsi.

 

[“Ino?”

“Che vuoi?”

“Che maleducata, dovresti rispondere meglio al tuo ragazzo.”

“Ti sei offeso, Shika-kun?”

“Uhm…”

“Dai, vieni qui che ti abbraccio!”]

 

Le mani le si sollevarono con estrema lentezza, ma quando sentì la stoffa ruvida del giubbotto da jonin del ragazzo si lasciò cullare con tranquillità da lui.

Shikamaru buttò a terra la sigaretta, in modo da non darle fastidio in qualche modo. L’attirò a se, riappoggiandosi alla fredda ringhiera in ferro battuto.

Scivolò contro di essa, facendola accoccolare fra le sue braccia. Quante volte era successo?

…un’infinità.

 

“Shika-kun?”

“Nh?”

"Mi sei mancato, lo sai?"

 

Sussultò, spiazzato da quella sincerità. La strinse più forte, in modo di far aderire perfettamente i loro corpi infreddoliti e di tenerla più vicina a sé.

Ino strinse le mani al suo giubbotto, nascondendo il volto contro di esso e celando il sorriso appena accennato sul suo volto.

 

“Shikamaru?”

“Dimmi…”

“Mi dai un bacio?”

 

Le sollevò il viso, lasciando che i suoi occhi vagassero sul suo viso arrossato, per poi fermarsi sulle sue labbra.

Da quanto non assaporava labbra come quelle di Ino? Da troppo.

Era abituato alle labbra troppo passionali di Temari, e si era dimenticato della dolcezza con cui lei lo baciava. Della lentezza e dell’amore che metteva in quel bacio, facendolo esaltare solo per quel semplice gesto.

Quasi gli venne da ridere, ripensando a quanto goffi erano stati i loro prima baci e le loro prime carezze.

 

“Tornerai a Konoha, Shikamaru?”

 

l’allontanò da sé malamente, interrompendo quel piacevole abbraccio in cui si era lasciato cullare. La fissò negli occhi, trovandovi dubbi ed incertezze.

Sbuffò, portandosi una mano alla nuca e grattandosela imbarazzato.

 

“Ino, sai che il mio dovere è…”

“…rimanere qui. Me l’hai ripetuto miliardi di volte.”

“E allora?”

“Non è allora, è adesso. Pensavo che almeno non saresti stato così schifoso da baciarmi.”

“Che cavolo…”

“Che c’è? Magari pensavi addirittura di venire a letto con me?”

 

La fissò stupito, rimasto senza parole dalle frase dette dalla ragazza.

Davvero lo credeva così meschino?

La vide alzarsi e battere le mani sulla gonna viola, facendo cadere la polvere. Si girò di spalle senza degnarlo di uno sguardo. Ancora una volta…

 

“Dove vai?”

“A dormire. Domani mi aspetta un viaggio lungo.”

 

La porta sbatté e lui sussultò.

Lasciò battere la testa contro le sbarre della ringhiera, sentendo un leggero dolore.

Si maledisse per aver ceduto al desiderio di averla ancora una volta tra le braccia, lasciando perdere i suoi sentimenti.

Fissò la porta in cui lei era scomparsa maledicendosi per la sua ignoranza. Ancora una volta l’aveva delusa…

 

[“A Suna?”

“Già…”

“E che ne sarà di noi?”

“Mi dispiace…”

“Wow…davvero un discorso da geni! Complimenti!”

“Non pensare che sia stato io a volerlo, Ino!”

“Vuoi anche avere ragione, ora?”

“Ino…sai che…”

“No, non lo so. Comunque la vita è tua, gestiscila come ti pare.”

“Ino…”

“Ciao, Shikamaru…”]

 

Il mattino dopo, Ino fissò Temari, Gaara e Kankuro in piedi di fronte a lei e Sai. Come aveva previsto, lui non c’era.

Tuttavia non gliene faceva una colpa, anche lei tre anni prima non era andata a salutarlo.

Ora, però, aveva delle certezze che quel giorno non aveva. Non avrebbe più cercato Shikamaru, non avrebbe più rincorso il suo fantasma, così da non vivere la sua vita.

Si sarebbe rassegnata, da quell’amore che non poteva avere, troppo distante, troppo difficile, troppo doloroso.

Avrebbe abbandonato il suo ricordo una volte per tutte.

 

[“Se dovessi incontrarlo?”

“Bhe, penso che lo saluterei tranquillamente!”

“Uhm…Ino, non provi più nulla per lui?”

“Bhe…forse.”

“Non ci ricascherai, vero?”

“Non dire scemenze, Fronte-spaziosa!”]

 

I piedi affondavano nella sabbia, che infilava nei sandali provocandole fastidio.

Sai, accanto a lei, sembrava totalmente interessato alla lettura di un libro.

Sbuffò annoiata, lanciando un’occhiata verso l’alto. Il cielo era azzurro, senza alcuna nuvola a coprirlo. Sorrise sbieca, divertita al pensiero che a Shikamaru non doveva andare molto giù quel fatto.

Altri cinque passi e poi fu fermata dalla presa salda del moro accanto a lei.

 

“C’è qualcuno che ti aspetta.”

 

Alzò lo sguardo, fissando il punto che lui le indicava.

La figura di Shikamaru le fece spalancare la bocca, e portò le mani verso di essa sconcertata.

Corse verso di lui, ignorando la fatica e il caldo. Arrancò, rischiando di inciampare.

Si fermò di fronte a lui, sudata come non mai e con il fiatone.

 

“Che cavolo ci fai qui?”

“Bhe…”

“Nh?”

“A Suna le nuvole non ci sono…”

 

La risata calda di Ino lo fece sorridere, strinse la sigaretta fra le dita, osservando il cielo.

Quando lo riportò su di lei, buttò a terra la sigaretta, abbracciandola e lasciando perdere il fatto che Sai gli stesse osservando [e dipingendo].

S’inebriò del suo profumo floreale, dandosi del pazzo per essere stato lontano da lei per così tanto tempo.

 

[“Senti, se per caso dovesse andare bene…cosa farai?”

“Bhe…lo obbligherò a fare shopping con me per almeno un mese.”

“Ino-pig, sei sadica…”

“Si, ne sono consapevole…”]

 

La ragazza sorrise maliziosa, pensando gongolante alla ricompensa che avrebbe ricevuto una volta a casa.

Lui rabbrividì, per nulla rassicurato dal suo sorriso.

 

“No, Ino.”

“Eh?”

“Qualunque cosa sia, la risposta è no.”

“Ma…ti minaccerò e sarai costretto ad accettare!”

Mendokuse, Ino…”

 

 

* *** *

 

Disclaimer: I personaggi sono proprietà di Masashi Kishimoto, e vengono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Beta: _Rael_89 [Grazie, Koi-san!*-*]

 

Note: Diciamo che questa One-shot è nata dopo un giorno di interi ripensamenti! Doveva essere scritta più o meno un mese fa.

Mi scuso con AtegeV, se non è arrivata presto. Questa è tutta per lei, con la speranza che le piaccia almeno un po’. ^^

Infine una dedica speciale alla mia Geme, che in questo momenti si starà divertendo in montagna!

 

Grazie a chi leggerà e commenterà.

Sayonara!

Mimi18

   
 
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