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Autore: Nihal 98    23/05/2013    1 recensioni
"La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine"
Giovanni Falcone (18 Maggio 1939- 23 Maggio 1992).
"Naruto Uzumaki camminava veloce per le strade della città, quel giorno voleva arrivare a casa in orario per finire presto i compiti e uscire con i suoi amici. Dovevano andare a giocare a calcio e poi, se la giornata continuava ad essere promettente e soleggiata, avrebbero fatto una bella scampagnata nel bosco..."
Chi sono i veri eroi? Per cosa vale la pena combattere?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jiraya, Naruto Uzumaki, Rock Lee, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine
Giovanni Falcone.

 
La speranza degli ultimi eroi.
 
Naruto Uzumaki camminava veloce per le strade della città, quel giorno voleva arrivare a casa in orario per finire presto i compiti e uscire con i suoi amici. Dovevano andare a giocare a calcio e poi, se la giornata continuava ad essere promettente e soleggiata, avrebbero fatto una bella scampagnata nel bosco.
Il giovane guardò il cielo: si, era proprio una bellissima giornata.
L’unico peccato era che Sakura non c’era. Era dovuta andare al villino, fuori città, con i suoi genitori, e probabilmente si sarebbe ritirata la sera.
“La chiamerò più tardi per sapere come sta”
Naruto giunse a casa e lanciò la cartella sopra il divano e con essa anche le scarpe. Subito dopo arrivò il rimprovero di sua madre.
-Naruto! Posa quelle scarpe!
Il biondo sorrise tra se e se: era felice che certe cose non cambiavano mai.
A lui piacevano i cambiamenti, ma solo quelli positivi. Gli piaceva crescere, maturare e cambiare, ma c’erano alcune cose, alcuni piccoli vizi, che voleva mantenere, gli era come affezionato.
Si sedette a tavola e cominciò a mangiare il Ramen che sua madre gli aveva cucinato.
Consumò silenziosamente il suo piatto, ascoltando i rumori che faceva la madre nel vano tentativo di pulire la grande biblioteca che avevano nel salotto.
Finito il pranzo decise che, prima di uscire, avrebbe fatto una bella dormita, tanto per riposarsi in onore della partita.
Naruto si chiuse nella sua stanza e, prima di mettersi a letto, guardò il villaggio dalla finestra.
Abitava in una palazzina non molto alta, ma che si trovava nella periferia del villaggio. Dalla sua finestra si potevano osservare i tetti delle case, tutte basse e colorate della sua città. Poco lontano si vedeva l’accademia dove passava gran parte delle sue giornate.
“Certo che il mio villaggio è proprio bello!”
Il giovane appoggiò i gomiti al davanzale e sorrise, nuovamente, a se stesso poi, però, quel sorriso si trasformò in una smorfia.
“Il villaggio è bello, ma ci sono molti problemi; c’è la crisi, la gente che ha paura, la criminalità…”
Quell’ultimo pensiero lo fece rabbrividire: la criminalità. Era una parola che fin da quando era piccolo aveva avuto un suono spiacevole, eppure era una parola che veniva spesso affiancata al nome del suo villaggio.
Molte persone di altri posti, quando pensavano al suo villaggio, commentavano convinti: “Ah si, quel villaggio, ma dicono che ci sono molti criminali. Insomma tutta gentaglia!”
Naruto non sopportava quel genere di persone che facevano dell’erba tutto un fascio; era vero nel suo villaggio c’erano tantissimi criminali, ma c’erano anche persone per bene, che lottavano per cambiare il sistema, persone da stimare.
“Come Jiraiya. Lui si che è uno forte”
Il biondo ricordò il volto saggio dell’uomo. Gli era sempre piaciuto; sembrava simpatico e poi si vedeva che era un tipo saggio e giusto, uno che voleva cambiare le cose.
“Lui si che è un eroe”
Il ragazzo si sedette nel letto e rifletté a lungo su quella sua constatazione: era vero che Jiraiya era un eroe? Chi erano i veri eroi?
Per Naruto la risposta non era tanto semplice, non riusciva bene a distinguere il bene e il male, era ancora troppo giovane per questo. Eppure, grazie ai suoi genitori e ai suoi insegnati, era riuscito a tracciare un profilo alla parola “eroe”, e per lui quel profilo era di Jiraiya e di altri grandi uomini che volevano cambiare il mondo.
“Ho deciso! Un giorno anche io voglio essere un eroe”
Il biondo sorrise e si passò una mano tra i capelli biondi e ricci.
 
Dopo essersi riposato, Naruto, uscì di casa e si diresse al campetto, dove l’aspettavano i suoi amici.
Arrivato al luogo dell’incontro, il biondo, parlò con i suoi compagni ed espresse il suo desiderio di poter cambiare il mondo, di poterlo rendere un posto migliore, proprio come faceva Jiraiya.
I commenti furono sempre i soliti, scherzosi e tipici dei ragazzi della sua età, ma Naruto lesse negli occhi dei suoi amici la sua stessa voglia di voler cambiare il sistema.
“Magari quando saremo più grandi, chissà, riusciremo sul serio a cambiare qualcosa. Magari tutti insieme, formeremo un organizzazione contro la criminalità, contro Alba”
 
Erano le sei e dieci, quando Naruto sentì una voce femminile chiamarlo: era sua madre.
Cosa ci faceva lì? Era successo qualcosa?
Naruto lanciò la palla a Shikamaru e si diresse dalla madre, che aveva uno sguardo sconvolto e spaventato.
-Cosa è successo, mamma?
La donna aveva il volto pallido e uno smorfia di dolere stampata in viso.
-Non l’avete visto? Non l’avete sentito? Ne stanno parlando tutti!
Intanto si erano avvicinati anche i suoi amici: Shikamaru, Sasuke e Lee.
Sua madre alzò lo sguardo al cielo e indicò qualcosa, tutti e quattro i giovani la imitarono: una nube, grigia si era alzata in cielo e copriva quasi del tutto il sole.
I quattro si guardarono sconcertati, fu Sasuke a chiedere.
-Kushina cosa è successo?
Nel tono di voce di Sasuke, Naruto, riconobbe una strana esitazione, e negli occhi neri del compagno non poté non notare un certo sgomento.
-E’ esplosa una bomba nella strada che porta al villaggio e Jiraiya, con Tsunade e con alcuni membri della Radice, sono saltati in aria. Tutti, solo un sopravvissuto.
I quattro ragazzi si guardarono sconcertati.
Lee aveva la bocca aperta, gli occhi sgranati; Shikamaru era rimasto impassibile in volto, ma i suoi occhi erano pieni di dolore; Sasuke, con sorpresa di tutti, tratteneva a stento le lacrime.
Naruto scosse la testa: non era possibile.
Tutti, ma non Jiraiya!
Perché lui? L’eroe, il salvatore, la speranza per il villaggio.
Serrò i pugni e abbassò lo sguardo, poi si strinse in un abbraccio collettivo con i suoi compagni.
“Non importa. Questa terra, con tutte le persone che ne fanno parte, potranno essere massacrati, uccisi, o fatti esplodere, ma fin quando avrò un cielo da guardare, un amico da abbracciare o una madre da consolare, non mi arrenderò mai”
Il biondo sorrise: ora sapeva che ci sarebbe stato un nuovo Jiraiya.

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Salve a tutti e grazie per essere arrivati fin qui. In realtà ho scritto questa "storia" l'anno scorso, ma per motivi vari la pubblico ora...Non è proprio bellissima, sono consapevole che non è scritta benissimo, tuttavia il messaggio è la cosa che più mi preme.
Il 23 Maggio del 92' è morto Giovanni Falcone, grande uomo che ha lottato contro la Mafia.
Molte persone, soprattutto della mia età, tendono a "dimenticare" queste date (o non le conoscono proprio...), tuttavia io le ritengo importanti ed è per questo che mi sono premurata di pubblicare questa storia: per ricordare a tutti che siamo italiani, che siamo fratelli e che contro le avversità possiamo essere uniti.
Ho voluto paragonare "Naruto" al mondo di oggi. La Foglia alla Sicilia, Jiraiya a Falcone, Tsunade alla mogle di Falcone, la Radice alla scorta e la Mafia ad Alba, mentra Sasuke, Naruto, Shika e Lee, siamo noi: gli ultimi eroi.  
Dopo questo poema, vi lascio e vi saluto. 
Se volete lasciate una recensione (positiva o negativa che sia!) e fatemi sapere. 
Nihal 98. 
  
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