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Autore: madeitpossible    23/05/2013    3 recensioni
Viaggio 'On The Road' all'interno di NY per Castle e Beckett, alla ricerca di ricordi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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                                                                                                              Qualcuno là in alto a proteggerci ci sarà sempre.




Castle arrivò al distretto.
“ Ehi Kate sono le cinque, il tuo turno è finito.”
“Ehi, ciao. Si, ti stavo aspettando, andiamo."
Prese la sua giacchetta primaverile e insieme si diressero verso l’ascensore.
“Andiamo a casa?”
“Veramente ho una sorpresa per te, niente di che, solo una cosa per ricordare.”
“Per ricordare?”
“Si, noi.”
Erano cinque anni che stavano insieme e Rick aveva pensato di fare qualcosa per sua moglie, qualcosa di speciale.

La Ferrari era parcheggiata all’ingresso del distretto.
Rick salì dalla parte del guidatore e Kate dalla parte del passeggero.
In quei cinque anni molte cose erano cambiate.  Avevano infatti stabilito che la Ferrari l’avrebbe sempre guidata Castle, eccetto quelle volte in cui Kate doveva scaricare la tensione.
“Dove siamo diretti?”
“In tanti posti..”
“Su Rick non rimanere sul vago, voglio sapere!”
“Capirai, devi solo aspettare un pochino.”
Partirono e pian piano Rick si diresse verso il primo posto cui aveva pensato di portarla.
Arrivarono di fronte alla biblioteca comunale di NY.
“Eccoci.”
Andò ad aprirle la porta e per mano si diressero verso l’entrata.
“Devi prendere qualche libro?”
“Oh no.. non ti ricorda nulla questo posto?”
“Certo che mi ricorda qualcosa.. mi ricorda la prima volta che ti ho arrestato e quando Tyson si era fatto vivo per la seconda volta, quando mi hai detto che avresti voluto tornare indietro e essere ancora al nostro primo incontro.. mi avevi fatto capire che ti avrei trovato qui, in questa libreria.”
“Bravissima, e che emozioni hai sentito entrambe le volte?”
“Ma che gioco è questo?”
“Tu rispondi, vedrai che è bellissimo.”
“Ok.. mmh.. beh la prima volta ero davvero infuriata con te, mi avevi preso in giro e mi avevi rubato dei documenti dell’omicidio. Avevi cercato di rabbonirmi regalandomi il tuo libro e ..”
“Wow, ti ricordi anche il bacetto sulla guancia che ti avevo dato.. ti mette ancora in imbarazzo se ci pensi adesso, non voglio pensare a quanto ne avessi appena successe, dopo che me ne ero andato.”
“Non ero in imbarazzo, Castle. Solo che non me lo sarei aspettata. Ecco, ero sorpresa, più che imbarazzata.”
“No amore mio, eri imbarazzata. Fidati.”
“Va bene, hai ragione Castle. Passando alla seconda volta che siamo stati qui.. beh ero felice di vederti. Erano giorni difficili, ti avevano quasi incriminato per omicidio, Tyson ti aveva incastrato. Ed ero preoccupata. Quindi quando ti avevo visto e i nostri occhi si erano incontrati, ero felice e un po’ della preoccupazione che avevo era scivolata via. Ci siamo abbracciati e non avrei voluto altro che portarti a casa e spogliarti in quel momento, ma non potevamo.”
“Sarei stato felice se mi avessi portato anche solo nei bagni della biblioteca.”
“Castle ero in servizio..”
“Non ti sei mai fatta scrupoli per questo.”
“Smettila.”
“Ti adoro.”
Le prese il bacino, l’avvicinò a sé e le diede un lungo bacio.
“Dai, su ora possiamo andare nel prossimo luogo.”
“Ehi, no fermo. Adesso devi dire anche tu quello che hai provato.”
“Ok.. allora.. la prima volta ero divertito. Vederti, anzi sentirti arrivare con i tuoi tacchi alti, mi aveva quasi eccitato e poi quando hai detto la parola ‘arresto’, uuh pensavo di morire.”
“Non puoi fare il serio qualche volta?”
“Hai chiesto tu quello che ho provato. Ero divertito e sull’eccitato anche perché avevo capito che non avevate preso il giusto assassino. E la seconda volta, beh..”
Kate vedendolo in difficoltà gli prese la mano e gliela strinse.
“Ero molto preoccupato anche io, ma quando ti ho vista arrivare ho capito che tutto sarebbe andato per il meglio, perché insieme io e te, riusciamo sempre a risolvere tutto.”
Lei gli diede un bacio veloce e poi lo tirò verso i bagni della biblioteca.
“No, no ferma, il nostro giro ancora è molto lungo e ho detto a Cloe che saremmo tornati entro mezzanotte.”
“Entro mezzanotte? Castle sono le cinque e mezza, dove vuoi andare? E poi hai fatto stare la babysitter fino a mezzanotte?”
“Sono cinque anni che stiamo insieme e bisogna festeggiare.”
“Va bene, però poi la chiamiamo e le chiediamo come sta la bestia.”
“Certamente.”

Si avviarono verso la Ferrari e poi con questa si immersero nell’immenso traffico che c’era nelle strade della loro città.
“Adesso dove mi porti?”
“Tu non hai sete?”
“Old Haunt?”
“Sei bravissima.”
Si sorrisero.
Arrivati al locale, si sedettero nel loro posticino di sempre.
Arrivò il barista, un amico intimo di Rick, che li salutò e chiese: “Il solito per entrambi?”
“Ovviamente Alex. Grazie.”
Quando questo se ne fu andato, dopo aver portato loro un Bitter rosso per Beckett e un Bitter bianco per Castle, iniziarono a ricordare le numerose volte che erano stati in quel posto.
“Sono troppe per ricordarsele tutte.”
“Scegline due e poi io ne scelgo altre due e le spieghiamo.”
“Allora.. beh la prima volta che siamo stati qui, te lo ricordi? Eravamo sottocopertura..”
“Io amo le missioni sottocopertura.”
“Scemo! Dicevo.. e dovevamo trovare una bottiglia rossa, qui invece ce ne erano solo di verdi..”
“Si, io mi ricordo anche come tu abbia tentato di sedurre il barista, mangiando una ciliegia e facendotela rigirare sulla lingua.”
“Ah! E’ vero, me ne ero dimenticata.”
“Vuoi dirmi che ricordi di che colore era la bottiglia che cercavamo, ma non quello che hai fatto mentre la cercavi? Sei forte, valà!”
“Non stavamo insieme, dunque ero libera di fare ciò che volevo e sedurre chi mi pareva!”
“In verità la copertura diceva che stavamo insieme, mi hai fatto sfigurare. Va beh, dai.. e l’altra volta che vuoi ricordare?”
“Beh.. diciamo che forse quella nella quale mi sono emozionata di più, è stata quando abbiamo riunito tutti, Ryan, Esposito, mio padre, tua madre, Alexis, la Gates e gli abbiamo detto che aspettavamo un bambino.”
“Eh si, anche per me quella è una delle volte migliori.”
“Dai, sta a te ora.”
“Beh.. io mi sono sentito al settimo cielo quando abbiamo annunciato sempre qui, agli altri, che ci stavamo per sposare. Vedere la gioia anche nei loro occhi, è stato qualcosa che non avevo mai visto. Ricorderò sempre quando Lanie ti ha abbracciato e vi siete messe quasi a piangere e poi è venuta da me, mi ha abbracciato e mi ha detto ‘falla soffrire e finisci sul mio tavolo.’ Sono ancora qui dopo cinque anni, non ti ho fatto soffrire, sono stato bravo.”
“Sei stato bravissimo, devo ammetterlo. E l’altro ricordo che hai?”
“Generalizzo e dico tutte le volte che sono venuto qui con Espo e Ryan a bere una birra dopo un caso. Lo facevamo anche quando non stavamo insieme e il più delle volte mi sfogavo con loro. E mi sentivo importante quando Javi mi parlava della sua relazione complicata con Lanie e invece t’oh, guardali adesso come stanno bene, e la stessa cosa con Kev quando era turbato dal fatto che Jenny non riusciva a rimanere incinta.. e guarda adesso, se ne fanno altrettanti, potrebbero mettere su una squadra di calcio.”
“Già.. sono tutti adorabili quei bambini.”
Finirono il loro aperitivo. Castle guardò l’ora: 18.30.
“Sono le sei e mezza, andiamo se no chiude il prossimo posto.”
“Aspetta, aspetta, aspetta!!”
Rick, che si era già alzato e diretto verso la porta, tornò indietro.
Kate si alzò e lo baciò.
“Lo abbiamo fatto anche prima in biblioteca no?”
Lui le sorrise e disse:
“Ce ne siamo scambiati due, quindi..”
E si baciarono di nuovo.

Salirono di nuovo nella macchina rossa fiammeggiante e si diressero in un luogo in cui Rick sapeva i ricordi sarebbero stati dolorosi.
Avrebbe voluto portare Kate solo in posti dove i ricordi sarebbero stati divertenti e belli, ma quando a casa, gli era venuta questa idea e aveva pensato ai luoghi in cui portarla, questo era stato uno dei primi che gli era venuto in mente.
“Conosco fin troppo bene questa strada, Rick.”
“ Lo so che la conosci.”
Arrivarono davanti al cimitero in cui erano seppelliti Johanna Beckett e Roy Montgomery.
Entrarono mano nella mano e per primo andarono a salutare il vecchio capitano che ormai si trovava in quel posto da ben sei anni.
Si sedettero sull’erba che vi era di fronte, uno accanto all’altra.
“Mi hai portato anche qui, grazie.”
“Non ringraziarmi, lo sai. Parto io a parlare stavolta, se non ti dispiace.”
“Parla pure.”
“Questo posto, proprio questo, davanti alla tomba di Montgomery, mi ricorda quando ti hanno sparato. Mi ricorda il momento in cui più di tutti, temevo che ti avrei perso per sempre. Mi ricorda quando per la prima volta ti ho detto quello che provavo per te. Mi ricorda lui, mi ricorda quel grande uomo che è seppellito qui e tutto quello che ha fatto per noi, per me e te. Se non fosse stato per lui, non ti avrei mai seguito con i casi, non ti avrei mai scoperto, non mi sarei mai innamorato di te, non saremmo qui in questo momento. Sarebbe felice di quello che siamo oggi se solo lo sapesse.”
“Ma lui lo sa. Adesso è in cielo che ci protegge e vede tutto quello che ci succede..”
“Speriamo sia cosi..”
“Il ricordo qui, davanti alla sua tomba, è lo stesso per me. Ricordo quando mi hanno sparato, quando tu hai tentato di salvarmi con il tuo corpo e poi mi ricorda quelle paroline che mi hanno salvato, perché, se tu non le avessi dette, probabilmente non avrei lottato e non sarei qui adesso con te. Quando vengo qui a parlare con Roy, mi piace spiegargli quello che mi succede, pensando e credendo fortemente che mi possa sentire e vedere dall’alto dei cieli.”
Lui si alzò, guardò l’orologio: 18.45.
Le porse la mano e le disse: “Su forza che tra un quarto d’ora chiudono. Andiamo dalla mamma.”
Beckett sorrise. L’aveva chiamata mamma. Le faceva strano, ma non era la prima volta che la chiamava in quel modo.
Nell’alzarsi lei si diede una spinta forte e si trovò tra le braccia di Castle. Le sue gambe erano attorno a quelle di lui e i loro visi estremamente vicini.
“Cosa combina, miss Castle?”
“Questo.”
E  si baciano per l’ennesima volta in quella giornata.
Arrivarono da Johanna e a Beckett venne spontaneo accarezzare il volto che vi era nella fotografia.
Stettero in piedi.
“Chi incomincia?”
“Io.” Disse Castle. “Questo posto mi ricorda il giorno in cui ci siamo sposati. Quando subito dopo la cerimonia, ti sei avvicinata a me con gli occhi pieni di felicità e mi hai sussurrato: ‘Devo andare da mamma. Vieni o resti?’ Siamo venuti qui, insieme, e le hai spiegato tutto, per filo e per segno quello che era successo. L’hai resa partecipe del giorno più bello della mia vita.”
Kate gli strinse la mano.
“ Non posso dire di avere un ricordo qui. Ne ho a migliaia. Ricordo il giorno del suo funerale, ricordo i pianti che ho fatto sulla sua tomba, ricordo.. ricordo ogni singola cosa. E’ diventata la casa di mia mamma questo posto e ogni volta che ci ritorno mi sento a casa anche io.”
Un guardiano interruppe il discorso di Kate.
Disse loro che stavano chiudendo.
“Andiamo su forza.” Gli disse.
Accarezzò ancora e ancora il volto di sua madre e le sussurrò un ‘ ti voglio bene’.
Castle le si parò davanti e le accarezzò la guancia.
“Sei bellissima.”
Si baciarono. Fu un bacio più intenso degli altri e quando Rick sentì i denti di Kate mordergli il labbro capì che stava iniziando ad agitarsi anche lei.
“Amore, ti prego, non davanti a mia suocera.”
Lei rise di gusto e si avviarono alla macchina.
Salirono sulla Ferrari e Kate non si era ancora calmata.
Rick partì e Kate iniziò a toccargli la gamba destra, la sua mano andava sempre più su, sempre più su..
“Kate aspetta stasera.. ti prego.”
Beckett se la rideva, le piaceva troppo vedere Rick disperato. Sapeva che era eccitato anche lui, ormai lo capiva solo da uno sguardo. E si divertiva a farlo penare.
Gli sbottonò la cintura e i bottoni dei jeans.
“Beckett ti scongiuro.”
Intanto la detective vedeva un piccolo ( tanto per dire piccolo) rigonfiamento dentro le mutande. Era palesemente eccitata anche lei. Solo che lui stava guidando.
Sapeva cosa fare in questi casi.
Non poteva togliersi la cintura, se no quella maledetta macchina continuava a suonare. Quindi se la tolse per un secondo e poi la riallacciò e lei ci si sedette sopra.
Tornò a concentrarsi su Castle. Tirò fuori il membro del marito dalle mutande.
E poi si piegò in avanti verso di esso.
Rick appena sentì le labbra di sua moglie, chiuse gli occhi per un secondo, godendosi attimo per attimo.
“Amore.”
Lei non lo guardò, era troppo impegnata nel fargli provare piacere.
Nel frattempo Rick si dovette fermare a un semaforo rosso. Kate era bravissima. Non era solita donargli quel tipo di piacere.
Rick la guardò e le accarezzò i capelli, anche se aveva solo voglia di fargli accelerare il ritmo. Lo stava facendo penare. Sapeva che lei godeva nel farlo.
Un clacson lo riportò alla realtà. Un Suv gli si accostò e un omaccione si sporse dal finestrino e gli disse: “Amico, ora capisco perché non hai sentito le mille volte che ti abbiamo suonato.”
Kate era eccitata da quella situazione, qualcuno la stava guardando mentre era intenta a fargli provare piacere. Ma anche arrabbiata. Qualcuno stava distraendo il suo uomo. Alzò il dito medio e lo mostrò al tizio del Suv.
“Se ne è andato. Ti prego Kate, smetti non reggo per molto ancora.”
Rick ripartì e dopo quelle parole, Kate fece apposta ad accelerare il ritmo e una mano la infilò dentro la sua maglietta.
Lo scrittore arrivò al culmine quando Kate gli succhiò i testicoli.
Come se nulla fosse successo, lo rivestì per quel poco che lo aveva scoperto e si rimise la cintura bene.
Aveva l’aria soddisfatta.
E Rick anche.
“Ora che sei contenta e magari mi ascolti,  ti dico che stiamo per arrivare.”
Lei lo guardò, aspettò che lui la guardasse e con aria furbetta gli disse:
“Tanto lo so che sei più contento di me.” E sollevò la sopracciglia sinistra.
Scesero un’altra volta dalla macchina e davanti Kate si trovò la scritta: ZOO.
“Mi hai portato allo zoo? Per ricordare cosa, che siamo degli antenati delle scimmie?”
“Aspetta e vedrai.”
Si avvicinò e guardò a che ora chiudeva.
19.30. Erano le 19.20.
Si avvicinò al bigliettaio e questi gli disse che stavano per chiudere.
Rick pagò il doppio i biglietti e convinse a non far chiudere lo zoo fino alle 19.40.
Prese Kate per mano e la tirò verso una zona.
Conosceva quello zoo, aveva portato spesso Alexis quando era piccola e c’aveva già portato due volte James, loro figlio.
“Su muoviti, Kate, non abbiamo molto tempo.”
“Poi un giorno mi spiegherai come sei riuscito a convincere il tipo a tener aperto di più lo zoo.”
Rick si mise a correre e Kate di conseguenza lo seguì.
Ad un certo punto si trovò ad un bivio e aveva perso Rick. Era appena più avanti di lei. Dove si era cacciato?
Lo scrittore burlone la tirò per la maglia, facendola quasi cadere e facendole prendere paura.
“Ti ho detto di muoverti!” Le ripeté.
“ Ma ti sembra il modo? Castle! Aspetta, no! Mettimi giù!”
Rick l’aveva presa in braccio. E adesso camminava tranquillo dirigendosi dove sapeva lui.
“Se mi hai portato allo zoo per farmi vedere delle scimmie, giuro che ti uccido.”
“La smetti di pensare alle scimmie?!”
“Mettimi giù.”
“No. Eccoci, guardala.. non è bellissima?”
“Non ci credo.”
Castle l’appoggiò per terra.
“Ti ho stupito, vero?”
“Si, Castle! Mi hai portato allo zoo per ricordarmi di una tigre che mi voleva uccidere, mangiandomi!”
“Tesoro, questa non è una tigre. E’ la tigre.”
“Oh, ma per favore. Come puoi sapere che è proprio lei?”
Castle stava per aprire bocca, quando lei lo interruppe: “ No, non lo voglio sapere. Mi fido.”
“Ti ricorda solo quando ti voleva mangiare?”
“Si, Castle, ma immagino a te ricordi qualcos’altro.”
“Mi ricorda quando al distretto mi hai detto che la volta dopo, potevamo farlo senza tigre. Ancora non stavamo insieme e tu già pensavi ad ammanettarci insieme di nuovo.”
“Mi ero dimenticata di quella frase. Comunque adesso che la guardo da dentro una gabbia, quella tigre è davvero bella.”
“Si,la è. Dici che si ricordi di noi?”
“Probabilmente se gli dai ancora quei croccantini che gli avevi dato, gli si accenderà una lampadina!”
“Non ci ho pensato! A casa ne avevamo?”
“Credo di si, a meno che tu non li abbia finiti.”
“Sono troppo buoni.”
“Mai quanto te.”
E gli diede un bacio.
In quell’istante la tigre ruggì!
Si misero a ridere e nello stesso momento dissero: “Si ricorda di noi!”
Videro il guardiano venire verso di loro, cosi si scambiarono un altro bacio veloce e uscirono, salutando il simpatico ragazzo che era rimasto dieci minuti in più per loro.

Arrivati in macchina Beckett disse di avere fame.
“Infatti il prossimo posto, è il nostro ristorante preferito. Ho prenotato due settimane fa!”
Era un ristorante rustico, ma che era sempre pieno. Dovevi prenotare molto prima.
“Ho prenotato per le otto e un quarto. Ce la facciamo.”
“Avevi tutto in mente da più di due settimane?”
“No, veramente ho pensato tutto oggi, solo che ho incastrato i posti in base all’orario che avevo detto al ristorante. Sono un genio e mi ami anche per questo.”
“Il solito egocentrico.”
“Ti sembra egocentrico un uomo che fa tutto questo per la sua donna?”
Lei rise, sapeva quanto se la prendeva quando le diceva che era un egocentrico.
“Ma Rick.. io non posso andare al ristorante vestita cosi. E poi mi dovrei fare una doccia.”
“Ho pensato a tutto. Niente doccia, però ti ho portato il deodorante, te ne metti la metà e poi sarai profumata come una rosa. E per il vestito.. te ne ho messo uno nel baule.”
“E dove andiamo a cambiarci?”
Fu lui questa volta ad alzare il sopracciglio.
“Non dirmi che mi porti in quel posto.”
“Si che ti porto in ‘quel’ posto.”
“Tu sei pazzo! Ci vuoi male! Come possiamo fare ‘tutto’ in meno di mezz’ora.”
“Ci cambiamo e basta.”
“Rick!”
“Quanta voglia hai, Kate? Come se non lo facessimo da 100 giorni.”
“Tu parli perché ti sei già svuotato!”
“Mica te l’ho chiesto io!”
“Vaffanculo.”
“Ti amo anche io.”

Arrivarono in un parcheggio.
La volta che lo scoprirono stavano andando nella casa in montagna di Beckett.  Non si vedevano da cinque giorni e avevano voglia di sentire che l’altro stava bene.
Uscirono dalla tangenziale a caso e si ritrovarono poco dopo, sul lato destro, il parcheggio scambiatori di NY.
Nove mesi dopo, nacque James.
Ogni tanto ritornavano in quel posto, quando la babysitter riusciva a tenere il piccolo anche qualche ora la sera e li si sentivano come un tempo.
Ecco il motivo per cui Kate non sapeva come avrebbero resistito a non saltarsi addosso.
Sta di fatto che quando erano praticamente nudi, con solo l’intimo addosso in quel posto, a Rick partì l’ormone e fece Kate felice.
Arrivarono con un quarto d’ora di ritardo al ristorante.
Gli avevano comunque tenuto il posto, per fortuna.
Mangiarono e parlarono ancora tanto.
Ricordarono tutte le volte che erano andati li e Kate gli chiese quanti posti ancora mancassero.
E lui le disse che ne mancavano due.
Beckett mentalmente individuò i due luoghi in cui la voleva portare.

Una cosa che l’aveva sempre stupita, e ancora dopo cosi tanti anni che stavano insieme e ancora di più che si conoscevano, era che con lui era raro ci fossero dei momenti di silenzio.
E quei pochi che c’erano stati tra di loro, non erano imbarazzanti.
Oppure all’inizio della loro relazione, la cosa che la stupiva era che non si stancavano mai di vedersi.  Era un continuo mandarsi messaggi per vedersi.
Essendo adulti non si mandavano mai messaggi. Preferivano chiamarsi oppure scriversi il luogo e l’ora dell’incontro.
Beckett era solita vedere il proprio fidanzato due volte la settimana, non sentiva la necessità di vederlo più spesso. Ma da quando aveva conosciuto Castle.. facevano fatica a non vedersi per almeno un’ora al giorno. Quando magari Rick doveva scrivere e non la seguiva al distretto, o lui andava da lei per un caffè o si vedevano per un aperitivo. Un’oretta, tanto per stare insieme.

Finito di cenare, salirono ancora sulla Ferrari.
“Sai dove andiamo adesso?”
“Si probabilmente lo so. Non possiamo andarci a piedi cosi smaltiamo un po’? Abbiamo mangiato un sacco!”
“Allora sai già dove ti voglio portare, davvero.”
“Non era molto difficile.” Beckett scese e andò ad aprire la porta allo scrittore.
“Grazie gentlewoman.”
“Che scemo che sei.”
Si diressero in quel luogo che entrambi sentivano come il loro vero luogo.
Si sedettero su quelle due altalene e ricordarono i soli quattro momenti passati li.
“Parto io stavolta.” Disse Kate. “ Allora.. quello che ricordo con più piacere.. va beh è stata l’ultima volta che siamo stati qui anche con James. Mi ricordo come lui ti guardava, mentre tu gli raccontavi la storia di queste due altalene. Era affascinato e sembrava quasi ti capisse. Forse vedeva la profondità nei tuoi occhi e sentiva quanto tu fossi serio dal tono di voce che usavi. E l’altro ricordo che ho in questo luogo è stato della notte che mi sono precipitata a casa tua, bagnata fradicia, la nostra prima notte.”
“Non me lo avevi mai detto.”
“Lo so.”
“Ecco perché ti amo cosi tanto, perché sei una continua scoperta. E so che c’è ancora moltissimo che non so di te.”
“Grazie, comunque ero venuta qui, prima di venire da te e avevo toccato quella altalena nella quale sei seduto te e mi ci ero seduta. Pioveva a dirotto, ma non me ne importava. E’ un luogo che mi ispira decisioni che mi cambiano la vita.”
Lo guardò sorridendo. Entrambi sapevano a cosa si stesse riferendo.
“Beh le altre due volte che siamo venuti qui.. io ero arrabbiato con te entrambe le volte. La prima volta era stata quando ti avevano sparato, che mi avevi allontanato e non ti eri fatta sentire. E’ stata un’estate bruttissima. Se non avessi detto le parole magiche: ‘Io e Josh ci siamo lasciati.’ Probabilmente non ti avrei seguito qui.”
“Sei sempre stato geloso dei miei ex.”
“Da quando mi ero accorto di amarti, si ero geloso.”
Lei si avvicinò e lo baciò.
“E la volta successiva.. beh stavamo già insieme e tu dovevi scegliere se andare o meno a Washington.”
“Che periodo orrendo..”
“Allora ti ho lasciata libera di scegliere se andare o meno, ma dovevo sapere che tu eri mia. Quindi ti ho chiesto di sposarmi.”
“Si, non potevi scegliere luogo più azzeccato.”
“E tu hai fatto una faccia.. che non sono riuscito a decifrare finché non hai risposto.”
“Beh, vogliamo parlare della faccia seria che avevi tu?”
“Ero fintamente arrabbiato con te. No forse lo ero davvero.”
“Lo eri davvero, ma apprezzo il fatto che ti voglia illudere che non lo fossi. Comunque dopo sappiamo cosa è successo..”
“Non lo vuoi ricordare?”
“Voglio sentirlo dal tuo punto di vista” Disse lei.
“Ti sei inginocchiata con me e mi hai baciato. Poi mi hai detto che avevi ottenuto il lavoro e che avresti provato. Ammetto che in quel momento mi si è spezzato il cuore, ma si è rincollato automaticamente subito dopo, quando hai accettato di sposarmi. Mi hai detto che saresti partita l’indomani. E che se avessi voluto saremmo potuti andare in comune anche in quel momento. Ci siamo andati senza dire niente a nessuno..”
“Poi io sono partita e quando mi sono resa conto, dopo tre mesi che non era il lavoro adatto a me, sono tornata e a marzo ci siamo sposati in chiesa con tutti i parenti e amici.”
“Esattamente. Sono stati difficili quei tre mesi, sai?”
“Lo so, lo sono stati anche per me.”
“Però quando ci vedevamo erano emozioni uniche.”
“Concordo, ma non voglio stare mai più senza te cosi tanto tempo.”
“Non succederai mai, a meno che io non muoia prima di te.”
“Maledetto te e la tua mania di ricordarmi sempre della morte.”
“Sono realista. E alla morte bisogna pensarci.”
“E’ il nostro anniversario, vuoi dirmi quello che pensi sulla morte anche durante questo giorno e renderlo schifoso?”
“No, tanto sai già quello che penso.”
Si avvicinò e la baciò intensamente. Si avviarono alla macchina.
“Andiamo nell’ultimo posto.. sai già anche questo?”
“A casa?”
“Fregata! No, sono le 10 e mezza. Abbiamo ancora tempo.”
“Oddio non ho chiamato Cloe!”
“Chiamala ora!”
Compose il numero.
Questa rispose subito.
“Salve Cloe sono Kate, tutto bene li?”
“Salve Kate.. si si tutto bene, il piccolino già dorme.”
“Grazie mille davvero, anche per essere rimasta.”
“Il signor Castle mi ha pregato di rimanere, non potevo resistere a quei suoi occhioni.”
“Cloe, sta parlando di mio marito!”
“Non ci posso fare nulla se sono una fan sfegatata di suo marito ed è anche un bell’uomo. Pagherei oro, per trasformare il mio Luigi in suo marito.”
“Ok questa conversazione è alquanto strana. Io la cancello dalla mia mente e lei cancelli quello che mi ha appena detto.”
“Le dico la verità! Se qualcuno le ruberà il marito, venga da me!”
“Ci sentiamo dopo, Cloe.”

“Rick dobbiamo cambiare la babysitter.”
“No. Cloe è una donna affidabile e veramente brava con James.”
“Mi ha detto testuali parole: ‘ se qualcuno le ruberà il marito, venga da me!’”
“Sei gelosa, ma sai che non devi temere niente.”
“Ti tengo sott’occhio, però.”

Arrivarono all’ultimo posto.
E Kate sapeva di non esserci mai stata.
Erano ai piedi di un edificio altissimo.
Stranamente era ancora aperto.
Lesse il nome e capì. Da qualche tempo Rick aveva cambiato casa editrice e quello era l’edificio.
La guardia all’ingresso li salutò e li fece entrare.
Salirono nell’ascensore e Rick premette il tasto per andare nel piano più alto.
“Pronta?”
“Per cosa?”
“Per un paesaggio mozzafiato.”
Era un terrazzo, più in basso dell’Empire State Building, ma la vista era fantastica lo stesso.
A NY per sapere che se era notte o dì, dicevano che dovevi guardare in alto nel cielo.
In quel momento era notte e Kate si perse alla vista di cosi tante stelle. Le luci della Grande Mela affievolivano di molto la luce delle stelle, ma quella sera ne vedeva di più rispetto alle altre volte.
Si coricarono per terra e ammirarono l’infinità sopra di loro.
Kate sulla spalla di Rick, lui che le circondava le spalle.
“Perché questo posto,  Rick?”
“Perché fino ad ora abbiamo ricordato, ricordato e ricordato. Ma abbiamo bisogni di posti nuovi , di nuovi ricordi. Quindi questo è uno dei tanti altri luoghi. Quando passeremo qui sotto, entrambi guarderemo in alto e guarderemo il cielo come stiamo facendo in questo momento. Perché ci verrà spontaneo.”
Dopo qualche minuto di silenzio, Rick disse:
“Cassiopea stasera ha detto al Grande Carro di proteggerci.”
“Non capisco..”
“E’ da qualche tempo, che quando usciamo io e te alla notte, guardo il cielo e vedo che la Costellazione di Cassiopea è sempre sopra di noi. Stasera non la vedo, ma guarda.. quello è il Grande Carro. Starà sostituendo Cassiopea.”
Kate sorrise.
“Si sarà stancata di proteggerci sempre.”

Una mezzoretta dopo verso le 11 e mezza, decisero di andare a casa.
Mandarono Cloe a casa. Rick la ringraziò e Beckett la fulminò con la sguardo, tenendo sempre per mano suo marito.

Arrivarono in camera da letto, fecero l’amore ancora. Mettendoci tutto l’amore che provavano l’uno per l’altra.
“Grazie per la giornata, Rick. E’ stata bellissima e.. buon anniversario amore.”
Si baciarono.
“Buon anniversario anche a te, bellezza.”







Commento:
Un pò lunga come shot, ma non volevo dividerla. Un viaggio molto "On The Road" all'interno di NY per Rick e Kate stavolta.
Gli esami nuociono gravemente alla mia salute psicologica.
Grazie a te che hai risposto si o no. Devi sempre rispondere di si. Be positive. ;*
E grazie a Etta del suo aiuto, dobbiamo inventare un nuovo rating: marrone color cacca.
B&B
Madeitpossible





  
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