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Autore: hunterd    10/12/2007    14 recensioni
Mi avvicino di più a lei e stendo il braccio dove spicca evidente il tatuaggio.
- Pensi di sapere tutto Granger? Pensi di conoscermi così bene da sapere perché porto questo, vero? Forza dimmelo tu!
Sono convinto che stia cercando con tutta sé stessa di rimanere indifferente e farmi vedere che non ha alcun dubbio.
- Smettila!
Ma la sua volontà non è così forte e lo dice il fatto che non ha resistito ad allontanare il mio braccio.
- So benissimo perché hai deciso di diventare un Mangiamorte e niente potrà farmi credere il contrario. Mi hai dichiarato troppo spesso il tuo disprezzo in passato per credere ora che tu possa essere diverso.
Draco Malfoy ha scelto di essere un Mangiamorte.
E quando si decide di servire Lord Voldemort si decide di servire la morte.
E' davvero questo che il destino ha in serbo per lui?
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Eccomi di ritorno prima di quanto mi aspettassi anch’io… però c’era questa idea che continuava ad affacciarsi e alla fine non ho saputo resistere. Così mi lancio in questa nuova sfida… Per chi volesse maggiori informazioni le potrà trovare alla fine del capitolo, così non rubo tempo a chi vuole leggere e basta!
Buona lettura e ben ritrovati.





Avada Kedavra. Due sole parole, che aveva continuato a ripetere dentro sé, come a voler dimostrare che era in grado di pronunciarle.
Eppure non lo aveva fatto quando era stato il momento giusto. Non per paura, non per pietà, non perché non ne fosse convinto. Non le aveva pronunciate perché gli occhi della persona davanti a lui esprimevano la certezza che non sarebbe morto per mano sua.
E il tempo, non più di una manciata di secondi, in cui si era attardato a capire cosa volessero dirgli quegli occhi, erano bastati perché fosse un’altra la voce a pronunciare quelle due semplici parole.
E il raggio verde che ne era scaturito aveva ucciso Silente. E neanche la morte aveva cancellato dai suoi occhi la certezza che non sarebbe stato lui ad ucciderlo.
Piton aveva ucciso Silente. E subito dopo lo aveva spronato a fuggire. Aveva solo avuto una visione fugace di Potter che si stava riprendendo da un incantesimo paralizzante che probabilmente gli aveva scagliato lo stesso Silente nel momento in cui lui era comparso. Poi la voce e la presa di Piton lo avevano nuovamente spronato a fuggire.
Era finita. Questo continuava a ripetere a tutti i Mangiamorte che quella notte erano penetrati a Hogwarts. Era finita e dovevano lasciare i confini della scuola prima che non fosse più possibile.
Aveva percepito distintamente che Potter li stava inseguendo. Ma tutta la sua rabbia e il suo odio erano rivolti verso Piton. Perché era stato lui a pronunciare quelle due semplici parole.
E l’ultima visione che aveva avuto di Potter era quella di lui steso a terra disarmato e Piton che gli urlava di non chiamarlo vigliacco. Poi aveva superato il cancello e si era smaterializzato.
Per ricomparire al cospetto del Signore Oscuro. E attendere la sua decisione. Non aveva pronunciato quelle due parole e rappresentavano anche per lui la differenza se vivere o morire.
Ma non aveva avuto paura. Temeva più l’idea che sua madre avrebbe perso anche lui e non avrebbe avuto indietro nemmeno suo marito.
Il Signore Oscuro ricompensava solo coloro che ottenevano ciò che lui comandava. E a lui era stato ordinato di uccidere Silente. Silente era morto ma non per mano sua. Quindi suo padre sarebbe rimasto ad Azkaban e sua madre sarebbe rimasta sola per sempre.
Poi era comparso anche Piton. E aveva atteso anche lui in silenzio che il Signore Oscuro parlasse con loro. E quando lo aveva fatto, la sua unica domanda era stata per Piton: perché aveva ucciso lui Silente? Era a me che aveva comandato di farlo. Non ero forse riuscito?
Piton non aveva perso la sua abituale freddezza. E aveva risposto che aveva avuto a disposizione vent’anni per odiare con tutte le sue forze Silente e quando lo aveva sentito supplicarlo, sperando che lo salvasse da me, gli era sembrato che il destino gli desse l’opportunità di vendicarsi giustamente di lui. Morire per mano di colui che si credeva amico. Non c’era morte peggiore. E non aveva saputo resistere. Anche sapendo che avrebbe messo a repentaglio la mia e la sua di vita non rispettando il volere del loro Signore.
Il viso del Signore Oscuro era stato attraversato da un ghigno ed era scoppiato in una risata agghiacciante dicendo a Piton che poteva capirlo. Non avrebbe lasciato a nessun’altro il piacere di uccidere Potter.
Poi si era rivolto verso di me dicendomi che mi avrebbe dato una nuova missione. E sarebbe stata un’altra occasione per dimostrare la mia lealtà e ottenere la ricompensa promessami: liberare mio padre.
Due settimane dopo la morte di Silente, durante uno scontro tra Mangiamorte e Auror, mi sono volontariamente lasciato catturare. Quando la notizia si è diffusa, è avvenuto esattamente quello che il Signore Oscuro aveva previsto. Sono stato portato in un luogo segreto, dove ha sede un’organizzazione di cui era a capo Silente, formata da Auror a lui fedeli. Di cui faceva parte anche Piton prima che mostrasse definitivamente a chi fosse realmente fedele. E di cui ora fa parte anche il trio indissolubile con cui per anni sono stato costretto a convivere ad Hogwarts: Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione Granger.
Quello che vogliono da me sono informazioni. Sul Signore Oscuro e su Piton. In particolar modo è Potter a volere Piton. Tutte le volte che mi ha chiesto di lui il suo sguardo non è riuscito a mascherare un odio profondo. Persino più profondo di quello con cui ha sempre guardato me.
Ma per quante volte me l’abbia chiesto lui, o tutti gli altri, e per quanto abbiano tentato di estorcermelo anche con la magia, io non ho ceduto.
Perché questa volta non fallirò in quello che mi ha chiesto il Signore Oscuro. Io libererò mio padre, riportandolo a mia madre. E saremo di nuovo insieme. Questo è quello che conta. Questo è quello che non devo mai dimenticare. Per avere indietro la mia famiglia c’è un prezzo da pagare ed io ho accettato.
Quando si apre la porta, non mi stupisco di vedere nuovamente Potter. Da quando sono qui, e sono già trascorsi cinque giorni, è venuto ripetutamente a pormi sempre la stessa domanda. Ed ora sta per farlo nuovamente. Mi domando quando cederà. Perché sono sicuro che lo farà. Ogni volta il suo sguardo si fa sempre più smanioso di avere la risposta su dove possa trovarsi Piton.
- Malfoy, la notte ti ha portato consiglio?
- Sai già la risposta…
- Lo sai che potrebbe fare la differenza se passare il resto dei tuoi giorni ad Azkaban o…
- Potter non ho ucciso io Silente e lo sai bene… c’eri anche tu vero?
Vedo la rabbia farsi strada in lui. E’ semplice provocarlo. Basta riportarlo continuamente a quei minuti fatali per tenere viva in lui la voglia di trovare Piton. Ed è di questa voglia che io ho bisogno. Perché è grazie a lei che otterrò il mio successo.
- Volevi anche tu la sua morte! Chi lo ha attirato lì con l’inganno? Chi lo ha disarmato? Chi ha fatto in modo che i Mangiamorte entrassero ad Hogwarts?
- Perché mi fai domande di cui conosci già la risposta?
Si avvicina minacciosamente a me. Ma sa bene che qui non può nulla contro di me. Esistono incantesimi che hanno reso impossibile usare la magia in questa stanza.
- E allora rispondi alla domanda di cui ancora non conosco la risposta! Dove si trova Piton?
- Potter anche a questa domanda sai già risponderti…
- Malfoy è a me che lo dirai!
La sua voce sembra più un ringhio rabbioso… ma io a differenza sua, so che non devo perdere la calma.
- Lo sai bene con chi parlerò. A quest’ora potevi già avere Piton in questa stanza… ma tu preferisci anteporre i tuoi sciocchi ideali… credo quindi che non abbiamo più nulla da dirci.
E faccio quello che so renderlo ancora più furioso. Mi stendo sulla branda a mia disposizione e lo ignoro. E’ il modo consueto con cui indico che per me il colloquio è terminato.
Infatti sento i suoi passi dirigersi alla porta, aprirla e poi richiudersela furiosamente alle spalle.
Ci sono buone probabilità che quando si riaprirà, sarà per fare entrare la persona di cui ho bisogno.






Allora eccomi con una nuova storia. Inizio con il solito entusiasmo e vedo un po’ dove mi porterà.. (per chi ha già letto una mia ff in particolare cito un proverbio molto significativo “non tutte le ciambelle riescono col buco” quindi…)
Volevo solo darvi alcune indicazioni generali per chiarire meglio alcuni aspetti di questa ff.
Questa volta ho deciso di tenere conto di tutti gli avvenimenti successi fino al sesto libro. Quindi da lì in poi, salvo mantenere i personaggi e i loro ruoli (e qualche avvenimento), prende il via la mia fantasia. Questo perché vorrei che fosse ancora una Draco/Hermione e se vuoi questa coppia devi ovviamente abbandonare ciò che succede nei libri.
Altra nota importante: mantenere il carattere dei personaggi piace anche a me perché li rende più realistici. Però è altrettanto ovvio che prima o poi qualcosa (o meglio qualcuno) deve cambiare… se no (a costo di ripetermi!) niente Draco/Hermione!
Proprio sui personaggi molto spesso ho letto lamentale sul fatto che tutte tendiamo a cambiare Draco piuttosto che Hermione. Credo sia abbastanza naturale: è più facile far diventare migliore qualcuno che appare “cattivo” piuttosto che trasformare in un essere spregevole chi è stato sempre “buono”… (spero di essere stata chiara…) e poi si rischia meno l’ooc (alla fine nel suo piccolo anche la Rowling ha riscattato la figura di Malfoy non facendolo diventare un vero Mangiamorte!).
A proposito di Draco… sappiate che da me potrete avere solo un Malfoy capace di grandi sentimenti sia nel bene che nel male (e avrà modo di farvi vedere che può essere anche molto spietato…). Se dovessi seguire i tratti del suo personaggio credo che ci annoieremmo sia io che voi… quindi anche qui concedo spazio alla mia fantasia…
Ultima nota: ho deciso che i personaggi parleranno in prima persona e quindi potrà capitare che all’interno di uno stesso capitolo la narrazione passi da un protagonista all’altro… (la narrazione con “l’io” ho scoperto che rende più facile far trasparire i sentimenti dei personaggi).
Dopo queste premesse, non pensate di sapere già tutto sull’andamento della storia… perché un colpo di genio (supposto che io ne possa avere uno : - )!) non sai mai che scompiglio può portare…
Come al solito posso assicurarvi che chiunque avrà voglia di commentare, suggerire, correggere, troverà sempre la mia voglia di rispondere e confrontarmi.
Basta ho detto tutto quello che volevo dire. E pensa che fregatura se dopo tutta questa premessa la storia mi viene una schifezza… giuro che mi ritiro per sempre! Ciao e a presto!
  
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